Un'escursione insolita ma bellissima, per gli scenari e la fauna stupenda.
(25 agosto 2022, Pera di Fassa) - Esco all'alba, c'è un bel freschino. Prendo il sentiero che parte proprio dal retro della casa, attraversa i prati e comincia a salire nel bosco. Questa volta non ho una meta ben precisa, anche se un'idea di dove andare, più o meno, ce l'ho. In realtà voglio fotografare un po' di animali selvatici, per cui mi propongo di passare in luoghi che, per lo meno in questi orari, ne dovrebbero essere ricchi... Inizio subito, ma questa ormai è un'abitudine, con la timida femmina di capriolo che viene a brucare i prati proprio sotto casa, che non manca all'appuntamento. Salendo nel bosco, mi godo il cammino e le viste che ogni tanto si aprono tra gli alberi. In poco più di un'ora arrivo a Ciampedie (2000 m), dove come sempre mi si para innanzi il meraviglioso scenario del Catinaccio, illuminato da una bella luce radente. Non mi soffermo troppo in questo luogo, bellissimo ma snaturato da costruzioni e impianti di risalita, e proseguo in salita verso il belvedere di Pra Martin (2095 m).
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Capriolo a Pera di Fassa |
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Pera di Fassa |
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Salendo a Ciampedie |
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Salendo a Ciampedie, vista di Meida |
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Salendo a Ciampedie |
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Il bosco salendo a Ciampedie |
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Ciampedie |
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Ciampedie |
Qui imbocco lo stupendo sentiero detto Vial de le Feide, un percorso molto panoramico e selvaggio, che percorre una sorta di balcone naturale sospeso sulla val di Fassa, proprio sotto le bizzarre ed affascinanti torri e guglie delle Pale Rabiose e delle Cigolade. Oltre all'ambiente affascinante e agli ampi panorami, questo percorso offre, soprattutto se percorso al mattino presto, quando ancora non sono passati altri escursionisti, la possibilità di incontrare molti animali selvatici. Per questo motivo, monto subito sulla macchina fotografica il teleobiettivo e procedo osservando con attenzione tutto intorno. Mentre avanzo, attento alla presenza di eventuali camosci o altri ungulati, sento un fruscio sopra di me... Alzo lo sguardo e vedo, con grande sorpresa, un bellissimo giovane di aquila reale che mi sorvola, a poca distanza. Emozionato, cerco di inquadrarlo al meglio con la macchina fotografica e gli scatto diverse foto. Purtroppo non ero pronto ad un simile incontro e la fotocamera non era regolata in maniera ottimale per questo tipo di fotografie, ma riesco comunque a portare a casa qualche scatto dignitoso. Il sorvolo da parte dell'aquila dura circa un minuto, poi il grande rapace si allontana fino a sparire dalla vista! Sono veramente entusiasta di questo avvistamento che già da solo, dà un senso tutto particolare a questa giornata. Proseguo quindi il cammino e, dopo pochi minuti, alla mia destra, scorgo un camoscio aggirarsi tra grossi massi. Punto ancora la macchina fotografica e scatto. Pochi secondi e mi sfila davanti tutto il branco, con le femmine e i cuccioli dell'anno. Mi scrutano e si allontanano agilmente tra le rocce delle Pale Rabiose. Bellissima scena.
Continuo il mio cammino tra i cembri che ospitano le nocciolaie, tra numerose stelle alpine e nelle orecchie i fischi lontani delle marmotte. Il sentiero prosegue fino ad arrivare in località Palon, proprio sotto l'imponente mole della Roda de Vael e dei Mugoni.
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Larsech salendo a Pra Martin |
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Dirupi di Larsech |
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Aquila reale |
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Aquila reale |
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Aquila reale |
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Pale Rabiose |
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Camoscio |
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Camosci |
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Camosci |
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Cigolade |
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Cigolade vista dal Vial de le feide |
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Panorama dal Vial de le feide |
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La Sforcella e i Mugoni |
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Stelle alpine |
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Panorama da Palon |
Ora il sentiero si fa abbastanza ripido e dopo un po' diviene anche accidentato, risalendo un canalino, fra grossi massi e gradini rocciosi. All'uscita dal canalino, lascio il sentiero che prosegue per il passo del Vajolon e seguo delle tracce di passaggio che percorrono la Gran Busa de Vael (2480 m circa), inoltrandomi in un fiume di ghiaie. So che in questa zona, così poco frequentata e selvaggia, stazionano frequentemente i mufloni, animali non autoctoni delle Alpi, ma mediterranei, che però sono stati reintrodotti dai cacciatori un po' in tutta Europa e si sono adatti bene anche alle zone alpine. Mentre procedo cercando i punti più agevoli dove passare, ecco che scorgo due maschi di muflone, con le loro belle corna a spirale, che mi guardano, fieri ed impettiti, ad una certa distanza. Sono molto belli, con il loro mantello marrone e il muso bianco, e cerco di avvicinarmi lentamente, stando attento a non allarmarli e non infastidirli. Arrivato ad una distanza oltre la quale potrei innervosirli, mi fermo a scattare loro un po' di foto. Intanto, dall'alto di una balza rocciosa, distanti, si affacciano le femmine, i piccoli e qualche maschio, riconoscibile dalle belle corna.
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Roda de Vael |
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Gran Busa de Vael |
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Sforcella |
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Panorama Gran Busa de Vael |
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Muflone |
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Muflone |
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Muflone |
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Muflone |
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Muflone |
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Croz di Santa Giuliana |
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Roda de Vael |
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Muflone |
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Mufloni |
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Le rocce delle Coronelle |
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Passo dei Mugoni |
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Le Coronelle |
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Autoscatto nella Gran Busa de Vael |
Soddisfatto per l'incontro con i mufloni, per il selvaggio ambiente naturale ed il suggestivo panorama, prendo la via del ritorno. Per un bel pezzo ripercorro il sentiero fatto all'andata, ma ad un bivio lascio il vial de le feide per un viottolo che comincia a salire a lungo in diagonale verso il poco frequentato e suggestivo passo del Sofion (2346 m). Inizia qui un altro tratto di escursione su tracce poco battute ma assai panoramiche, lungo sentierini in parte franati per effetto dei temporali, che spesso si abbattono con violenza su queste crode dolomitiche, ma tutto sommato ben segnalati e agevolmente percorribili da escursionisti di una certa esperienza. Ammiro così per la prima volta, da un versante mai visitato, le torri e guglie delle Pale Rabiose e delle Cigolade, sovrastando la conca di Gardeccia, proprio di fronte al gruppo di Larsech e con l'alta val di Vajolet a chiudere la vista verso nord.
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Arrivato all'incrocio con il sentiero proveniente dal passo delle Cigolade, proseguo per la ben marcata e più frequentata mulattiera che porta verso il bivio del passo delle Coronelle. Qui giunto, punto verso valle, per ripidi prati costellati da radi cembri e grossi massi, e in breve mi porto nella conca di Gardeccia (1950 m). Qui nei pressi, faccio qualche foto ad una delle numerose marmotte che abitano questi dolci pendii.
L'ultimo tratto, fino a Pera, è un po' monotono ma comunque molto panoramico, purtroppo in buona parte su asfalto.
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Vista sul Catinaccio d'Antermoia |
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Catinaccio parete est |
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Gardeccia e il Larsech |
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Marmotta |
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Marmotta |
Commento finale
Questa escursione mi ha soddisfatto enormemente per il contatto con gli animali selvatici che mi ha concesso! In particolare l'avvistamento, a non troppa distanza, dell'aquila reale mi ha davvero sorpreso ed emozionato! Anche gli scenari naturali attraversati sono tra i più belli e vari di questa parte di Dolomiti, così come molti di questi luoghi sono relativamente selvaggi e poco frequentati.
Dati dell'Escursione
Data: 25 Agosto 2022
Partenza/Arrivo: Pera di Fassa, 1350 m
Punto più alto: Gran Busa de Vael, 2485 m
Dislivello totale: 1450 metri
Tempo impiegato: 7 h circa (incluse soste) - da Pera di Fassa (1350 m) al Ciampedie (2000 m): 1 h 15 min; da Ciampedie alla Gran Busa de Vael (2485 m): 1 h 10 min; dalla Gran Busa de Vael al passo del Sofion (2346 m): 1 h; dal passo del Sofion a Gardeccia (1950 m): 1h 30 min; da Gardeccia a Pera: 50 min
Sviluppo del percorso: circa 22,8 Km
Difficoltà:
EE: Buona parte dei sentieri sono segnati e agevoli; per inoltrarsi nella Gran Busa de Vael non ci sono difficoltà, ma non c'è traccia, tranne qualche raro ometto; il sentiero tra il passo del Sofion e il bivio per il passo delle Cigolade presenta qualche tratto impegnativo, su traccia molto stretta e a volte leggermente esposta, che richiede un po' più di esperienza e piede fermo.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, eventualmente bastoni da escursionismo.
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