domenica 14 agosto 2022

Una lunga escursione nel cuore della val di Fassa

 


Una lunga escursione partendo dal fondovalle di Fassa, passando per una panoramica e verde cresta e finendo con un'interminabile discesa.


(Pera di Fassa, 14 Agosto 2022) - Uscire dal tepore delle coperte quando fuori è ancora buio è sempre un piccolo trauma: la comodità del letto ci avvinghia con una forza che solo una salda motivazione può vincere. Sapere di avere davanti una giornata nella natura, tra meravigliosi panorami è la spinta giusta.

Parto da Pera alle prime luci dell'alba: ci sono pochissime persone in giro, la massa dei turisti ancora riposa negli alberghi e nelle case in affitto. Mi avvio lungo il fiume Avisio, attraversando i prati fino al paese di Meida, da dove inizia il sentiero che seguirò per salire in quota. Qui, infatti, una bella mulattiera risale il bosco di abeti rossi e larici, fino a giungere sulla verde altura panoramica del Buffaure (2054 m).

Da Pera di Fassa, le prime luci del giorno sul Larsec
Da Pera di Fassa, le prime luci del giorno sul Larsec

Il Sas da le Doudesc (Cima Dodici)
Il Sas da le Doudesc (Cima Dodici)

Vallaccia, Sas da le Undesc e Sas da le Doudesc
L'aspro vallone della Vallaccia, tra il Sas da le Undesc e il Sas da le Doudesc

Una scultura con legname di scarto, nel bosco del Buffaure

Statue di lupi in legno, sulle pendici del Buffaure

Panorama salendo al Col de Valvacin

Purtoppo questi pascoli, che sarebbero idilliaci, negli ultimi anni sono stati iper-sfruttati dal turismo e sono diventati una sorta di piccolo parco dei divertimenti in alta quota. L'elemento naturale è soffocato da una caterva di intrattenimenti destinati ai turisti che, evidentemente, hanno poco interesse alle meraviglie della natura che si possono godere da quassù, ma sono piuttosto attirati da bar, ristoranti, sculture in legno, piste da sci e tanto altro che con la natura e la montagna autentica ha poco a che fare...

Comunque: questa zona di Buffaure è costituita da una catena di monti di natura vulcanica, che si intromette in un ambiente di montagne calcaree e di dolomia. La natura effusiva delle rocce si indovina facilmente non solo dal colore scuro, ma anche dalla tipologia di vegetazione, che ha un colore particolare e diverso da quello che si trova nei gruppi calcarei tutt'intorno. Un ambiente rilassante e panoramico, ideale per il pascolo, ancora oggi molto praticato.

Sosto molto brevemente dato che l'ambiente, così malamente antropizzato, ha purtroppo per me poca attrattiva e risalgo i sentieri che costeggiano ed attraversano piste da sci ed impianti di risalita, fino a giungere alla stazione a monte della seggiovia più alta, sul Col de Valvacin (2365 m). Qui l'ambiente si fa più naturale e si può vedere la lunga cresta erbosa che mi condurrà fino al passo San Nicolò, con un percorso super panoramico, aereo e divertente.

val San Nicolò
La val San Nicolò vista dall'alto

Dirupi di Larsec
I Dirupi di Larsec, dall'altro lato della valle

La cresta a tratti aerea


Panorama sul Ciampac


Dopo vari sali-scendi, superata la vetta del Sas de Adam (2433 m) giungo alla Sella Brunec (2420 m), dove arriva una seggiovia dal Ciampac. Qui incontro i primi escursionisti della giornata, ma sono ancora relativamente pochi e li lascio indietro facilmente. Il sentiero prosegue sempre lungo la cresta erbosa, con qualche tratto roccioso un po' più impegnativo, fino a diventare in qualche punto molto aerea e leggermente esposta: questo tratto è in alcuni punti attrezzato e viene chiamato Sentiero Lino Pederiva. Sempre con panorami stupendi risalgo sotto le rocce del Sas de Roces e del Sas Bianch, dove sono rimaste delle postazioni militari della prima guerra mondiale, molto interessanti. Mentre passo nei pressi del Sas Bianch, un rilievo di roccia calcarea (quindi bianca) in mezzo a un contesto di scure rocce vulcaniche, sento un rumore di ghiaie scosse alla mia sinistra... aguzzo la vista e vedo correre tra le ghiaie un bel cervo maschio, che si allontana velocemente verso la sottostante e lontana val Contrin.

Oltre i pendii erbosi si intuisce la cresta della Crepa Neigra e appare il gruppo di Sella

Val Giumela
Val Giumela con sullo sfondo il gruppo del Catinaccio

Il sentierino, esile e aereo, dopo la Sella Brunech

Colac
Colac

val San Nicolò
Stupendo panorama sulla val San Nicolò

Sas Bianch
Le chiare rocce del Sas Bianch

Il sentierino che sale al passo San Nicolò e le stratificazioni geologiche

Un cervo (purtroppo lontano e non avevo il teleobiettivo...)

Il sentiero è ora diventato molto più agevole ed arrivo in completo relax e in leggera discesa al bel passo San Nicolò (2340 m), con il suo caratteristico rifugio.

passo San Nicolò
I verdi pascoli del passo San Nicolò

Rif. Passo S. Nicolò e Col Ombert
Rif. Passo S. Nicolò e Col Ombert

Val San Nicolò
Panorama su Val S.Nicolò e gruppo Costabella/Vallaccia

Sosto volentieri al rifugio, insieme ad altri pochi escursionisti, saliti in gran parte per scalare la ferrata Kaiserjaeger, e mi sorseggio una bella Cocacola al sole... Si sta benissimo, clima ideale. 
Ho già percorso più di 13Km in 4 ore e non so quanti metri di dislivello, ma ho davanti a me ancora parecchia strada da fare: riprendo quindi il cammino sul versante che scende in val Contrin, con l'idea di svalicare in val San Nicolò per il passo Pasché, riservandomi di salire in vetta al Col Ombert se mi sentirò abbastanza in forma.

La traccia che taglia sotto i ghiaioni a nord del Col Ombert

L'ambiente di salita al passo Pasché

gruppo della Marmolada, Vernel, Ombretta
Vista sul gruppo della Marmolada, Vernel, Ombretta

Prendo il sentiero che porta al rifugio Contrin, ma lo lascio poco dopo per seguire delle tracce, non segnate, che portano sotto al versante nord del Col Ombert, attraversando dei ghiaioni di pietre grosse. Il sentiero è ben tracciato e abbastanza facile da percorrere, procede perdendo quota lentamente fino ad un certo punto in cui diviene più ripido, sfila davanti all'entrata di una grotta, ed arriva alla base di una salita tra i prati. Qui, sempre senza segni ma con evidenti tracce, una salita abbastanza ripida porta a congiungersi con il sentiero segnato 609 che arriva dalla malga Contrin. Lo seguo in un ambiente che si fa sempre più selvaggio e di alta montagna, con viste eccezionali su punta Penia, cime di Ombretta e Sasso Vernale. Nonostante la stanchezza si faccia sentire, sono abbastanza propenso ad aggiungere un po' di dislivello e salire sull'aguzza cima del Col Ombert, ma... non so come, mi accorgo, ahimè troppo tardi, di aver mancato la deviazione per la vetta e, a questo punto, non ho voglia di riscendere per poi risalire. Del resto, anche così sarà una gita bella tosta... Arrivo quindi al passo Pasché (2494 m), da dove il panorama si apre sulla val San Nicolò e sulle vicine cime Cadine.

passo Pasché
Autoscatto presso il passo Pasché

passo Pasché
Autoscatto presso il passo Pasché

Autoscatto presso il passo Pasché

Panorama passo Pasché
Panorama passo Pasché

Al passo Pasché faccio una bella sosta, prolungata. Mangio qualcosa e mi godo il panorama. Questa forcella è un posto selvaggio e pochissimo frequentato, solo dopo alcune decine di minuti vedo, in lontananza, delle persone che salgono dal versante val S. Nicolò, ma niente a che vedere con le folle incolonnate sui percorsi più alla moda. Sono circa cinque ore che sono partito e mi aspetta ancora un lungo cammino per arrivare a casa, ma è tutta discesa...  Comincio a scendere per i bei prati, a sinistra le muraglie rocciose delle cime Cadine e dell'Uomo, a destra, vicino, il contrafforte aguzzo del Col Ombert. Seguo a lungo i segni, ma ad un certo punto il sentiero che sto seguendo si sposta sul lato sinistro della valle e comincia a traversare a lungo... me lo aspettavo più al centro del vallone, infatti, controllando la mappa, mi accorgo che il sentiero "ufficiale" scende più al centro, mentre io sono su un vecchio sentiero che costeggia il versante meridionale. Poco male: il tracciato si rivela abbastanza comodo e molto interessante, soprattutto in un punto in cui attraversa una sorta di grotta piena di fiori. Il percorso si ricongiunge poi, poco sopra la radura di Jonta, al sentiero che scende dalla catena di Costabella.


Il pas Pasché e le cime Cadine

Scendendo a Jonta

Percorro alcune centinaia di metri lungo il corso asciutto di un torrente e poi, per un bel bosco di larici, arrivo alla radura di Jonta (2055 m). Da qui, in pochi minuti di cammino, giungo alla baita alle Cascate (1985 m), dove mi si para dinnanzi una folla balneare, una frequentazione stile Lido di Ostia che non mi invoglia a sostare più di tanto nonostante il bel panorama.

Il Col Ombert chiude la valle San Nicolò
Il Col Ombert chiude la valle San Nicolò

Val S. Nicolò
Val S. Nicolò

Val S. Nicolò
Val S. Nicolò

Mi resta da percorrere tutta la frequentatissima e lunga val San Nicolò, assolata ed affollata ma sempre bellissima. Sbucato alla Malga Crocifisso, ancora parecchi chilometri di asfalto mi attendono fino a Pera.


Commento finale

Panorami eccezionali e vari, vista anche la lunghezza del percorso. La si può accorciare di molto (circa la metà dello sviluppo) salendo da Meida in telecabina fino al Buffaure e  poi in seggiovia al col de Valvacin e, al ritorno, prendendo il servizio Navetta che dalla Val San Nicolò porta al camping Vidor a Meida. La parte più bella dell'escursione è quella che va dalla Sella Brunech a Jonta, passando per il passo San Nicolò, il versante nord del Col Ombert e il passo Pasché. Vedute eccezionali, poco affollamento e percorso divertente.









Dati dell'Escursione



Data: 14 Agosto 2022
Partenza/ArrivoPera di Fassa, 1310 m
Punto più alto: Passo Pasché, 2494 m
Rifugi: rif. Buffaure (2054 m), rif. Passo San Nicolò (2346 m) - in realtà i rifugi e i punti di appoggio sono molti di più, soprattutto all'inizo del percorso, ma l'unico rifugio vero è quello del passo S. Nicolò  
Dislivello totale: 1760 metri circa
Tempo impiegato7 h 52 min circa (incluse soste) - da Pera (1310 m) al Col de Valvacin (2365 m): 2 h 10 min; da Col de Valvacin a passo S. Nicolò (2346 m): 1 h 50 min;  da passo S. Nicolò a passo Pasché (2494 m): 55 min; da pas Pasché a Baita alle Cascate (1985 m): 1 h; da Baita alle Cascate a Pera di Fassa: 1h 50 min  
Sviluppo del percorsocirca 30 Km
DifficoltàE+ :  l'escursione si svolge su normali sentieri escursionistici, qualche tratto del Sentiero Lino Pederiva, attrezzato, è aereo e leggermente esposto; tra il passo San Nicolò e il passo Pasché c'è un tratto, non segnato, in cui bisogna avere un po' di orientamento anche se le tracce sono comunque evidenti.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, eventualmente bastoni da escursionismo.


 



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