Una lunga escursione intorno al gruppo di Larsec, con passaggio per il lago Antermoia e la cima Scalieret 2889 m
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(Mazzin, 14 Agosto 2024) - Parto di buon mattino dal piccolo centro abitato di Mazzin (1390 m), piccolo paese, in cui si possono trovare, a poca distanza tra loro, (di)sgraziati edifici moderni e deliziose abitazioni antiche in puro stile ladino.
Dal centro del paese, imbocco la stretta e ripida val Udai, che si incunea nel cuore del Catinaccio. Gli erti fianchi della valle sono coperti da fitti boschi di conifere, un torrente spumeggiante ne percorre il fondo, mentre a chiudere l'orizzonte, in alto, svettano i singolari profili del Mantel e del Polenton, massicce cime del gruppo del Larsec.
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Casa antica a Mazzin |
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Lo sfondo della val Udai |
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Il Mantel |
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Aut da Munciogn, Forcia Larga, Torre Rizzi, Spiz de le Roe de Ciampié |
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Salendo in val Udai |
Il sentiero sale ripido e abbastanza faticoso, ma l'ambiente è solitario e suggestivo. Il clima è caldo, per cui, nonostante sia ancora tutto in ombra, si suda parecchio. Guadagnando quota, giungo sotto le pareti strapiombanti da cui, solitamente fino a luglio, scendono le esili ma pittoresche cascate di Soscorza. C'è anche un'ampia e poco profonda grotta, utilizzabile come riparo.
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Val Udai; panorama verso Meida e il gruppo della Vallaccia |
Da qui si attraversa il ruscello e si comincia a salire nella parte più alta della valle, ripida e verdissima, su un sentiero ben inciso tra le rigogliose zolle erbose che crescono sul suolo vulcanico. Un ultimo sforzo porta ad uscire, attraverso uno stretto intaglio, nel verde e soleggiato ripiano di Camerloi (2200 m), in vista delle possenti rocce del Mantel.
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Alta val Udai |
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Alta val Udai |
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I pascoli di Camerloi |
Qui il sentiero si fa più ampio, più frequentato e, almeno per un po' di cammino, meno ripido.
Camminando di buona lena, infatti, mi trovo presto ai pendii che conducono al passo di Dona, insieme a molti altri escursionisti provenienti per lo più dalla val Duron, che ambiscono a raggiungere il rif. Antermoia e il vicino omonimo lago. Con un po' di sforzo, raggiungo il passo di Dona (2516 m) da dove la vista è vasta e affascinante.
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Il paesaggio riposante della val di Dona |
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Rif. Antermoia visto dal passo di Dona |
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Nei pressi del passo di Dona, vista sul Polenton |
Dal passo di Dona, il rifugio Antermoia (2496 m) si raggiunge in poco tempo e con poca fatica. Mi corroboro con la mia solita Coca Cola, che mi idrata e mi rifornisce di zuccheri. Riparto quindi, costeggiando il leggendario lago Antermoia, in direzione passo Antermoia.
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Lago d'Antermoia vista verso ovest |
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Cinquefoglie delle Dolomiti |
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Lago d'Antermoia, vista verso est |
L'attraversamento del vallone che porta alle pendici del passo è sempre molto suggestivo, essendo questa una landa desolata, circondata da aspre montagne. Percorso questo tratto in falsopiano, il sentiero attacca una ripida salita, su fondo in parte sdrucciolevole, snodandosi tra grossi massi, risalti rocciosi e canalini. Impatto in una lunga comitiva di scout carichi all'inverosimile e non troppo atletici, nonostante la giovane età: salgono lenti, sosta dopo sosta, incoraggiandosi a vicenda e aspettandosi. Urge sorpassare per non rimanere imbottigliati. Superati i ragazzi, un po' affaticato, arrivo al sempre spettacolare passo Antermoia (2770 m). Una sosta è d'obbligo, per riposare e per osservare il suggestivo panorama. Intanto adocchio il sentiero, non segnato ma ben marcato sul terreno, che mi porterà alla prossima meta: il passo Scalieret.
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Il versante est del Catinaccio d'Antermoia |
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dai pressi del passo Antermoia, vista verso Catinaccio centrale e Torri del Vajolet |
Attraverso quindi i pendii di ghiaie alla sinistra idrografica del passo Antermoia, fino ad arrivare a dei grossi roccioni che difendono il passaggio in cresta: qui si trova il passo Scalieret (2784 m). Io, pur essendo transitato qui più di una volta, come al solito sbaglio l'affaccio, infilandomi in un breve canalino che si affaccia su una scarpata. Poco male, giro i tacchi e in poche decine di metri arrivo al passaggio corretto. Da qui inizia la bella cresta della Scalieret che, come appunto una lunga scalinata, conduce sulla isolata e panoramicissima cima.
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Dal passo Scalieret: l'omonima cima e a sinistra Pala de Mesdì e Gran Cront |
Percorro il bel sentiero di cresta, per lo più facile ma con qualche passaggio più impegnativo e un po' esposto, fino ad arrivare alla bella vetta (2889 m): poca gente e panorama eccezionale, in particolare sulle Torri del Vajolet e la cima Catinaccio. Dopo breve e soddisfacente sosta, invece di scendere ripidamente al passo delle Pope e poi prendere il sentiero Don Guido per il rif. Vajolet, visto che sono un po' stanco preferisco ritornare al passo Antermoia per il percorso già fatto e, da qui, scendere per il comodo sentiero che transita per il passo Principe.
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Spigolo sud del Catinaccio d'Antermoia |
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La cima Scalieret |
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Lungo la cresta della Scalieret |
Tornato al passo Antermoia, percorro il trafficatissimo sentiero che conduce al passo Principe, prendendo ad un certo punto delle tracce non segnate, ma che mi conducono comunque senza troppe difficoltà nei pressi del passo (2600 m).
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Rifugio passo Principe |
Ora percorro una vera e propria autostrada escursionistica, molto trafficata ma che comunque attraversa paesaggi meravigliosi. Scendo quindi per la valle del Vajolet, al cospetto delle cime del Larsec e dei gruppi di Valbona, fino al ripiano delle Porte Neigre, ai rifugi Vajolet e Preuss, dove sembra di stare in una piazza di una grande città. Da qui, per la larga sterrata, scendo al Gardeccia, idilliaco alpeggio abbastanza deturpato da troppe costruzioni... E poi, sempre in una sorta di struscio da corso di paese, arrivo al Ciampedìe, percorrendo meravigliosi boschi di larici, pecci e cembri. Qui ancora non è finita: scendo a piedi fino a Pozza di Fassa, dove alloggio: su questo sentiero, che attraversa un bel bosco di abeti rossi, trovo un po' meno gente.
Le gambe vanno un po' da sole, la fatica si fa sentire, ma come sempre, arrivare a casa direttamente a piedi dopo aver attraversato tante montagne è una sensazione impagabile!
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Passo delle Pope e sulla destra l'omonima cima |
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I Dirupi di Larsec dai pressi di Ciampedie |
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Scendendo da Ciampedie |
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Scendendo da Ciampedie, vista su Meida |
Commento finale
È una gita lunga e panoramica, senza grosse difficoltà. Attraversa ambienti molto frequentati, altri più tranquilli, comunque tutti di una bellezza SPETTACOLARE. Consigliabile partire presto sia per la lunghezza che per evitare affollamenti, almeno per buona parte della gita. Si può abbreviare scendendo a valle da Ciampedie con gli impianti di risalita.
Dati dell'Escursione
Data: 14 agosto 2024
Partenza: Mazzin, 1390 m
Arrivo: Pozza di Fassa, 1350 m
Punto più alto: cima Scalieret, 2898 m
Dislivello totale: 1710 metri circa in salita e 1770 metri circa in discesa
Tempo impiegato: 7 h 30 min circa (incluse soste) - da Mazzin (1390 m) al rif. Antermoia (2496 m): 2 h 35 min; dal rif. Antermoia a passo Antermoia (2768 m): 55 min; da passo Antermoia a cima Scalieret (2898 m): 35 min; da cima Scalieret a passo Principe (2599 m): 50 min; da passo Principe al Ciampedie (2000 m): 1 ore e 25 min ; da Ciampedie a Pozza di Fassa (1350 m): 50 min
Sviluppo del percorso: circa 23 Km
Difficoltà:
EE - Escursione lunga, con alcune parti un po' impegnative (Escursionisti Esperti): in particolare il tratto tra passo Antermoia e cima Scalieret, da percorrere andata e ritorno, non è segnalato e si svolge su esili sentieri che attraversano ripidi pendii detritici e un'aerea cresta rocciosa, facile ma in qualche punto un po' esposta.
Attrezzatura: Scarpe da montagna.
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