venerdì 30 agosto 2024

Passo Vajolon e passo delle Coronelle

 



Lunga gita panoramica attorno al settore meridionale del Catinaccio.


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(30 agosto 2024, Pozza di Fassa) - È da poco sorto il sole e appena esco dalla casa di Pozza nella quale alloggio, vengo piacevolmente sferzato da un'arietta frizzante. Attraverso il paese, percorro poche centinaia di metri tra le vie ancora semideserte e prendo il sentiero che sale, ripido ma abbastanza regolare, attraverso il bel bosco di abeti rossi che discende dal Ciampedie. La salita è costante, un po' faticosa ma non troppo. Da qualche radura si intravvedono, verso valle, panoramiche vedute sulla val di Fassa e il sottogruppo della Vallaccia, mentre verso est appaiono, di quando in quando tra gli alberi, le guglie frastagliate del Larsech. Giunto a Ciampedie (2000 m), a quest'ora ancora silenzioso, mi incammino per la mulattiera che sale tra i larici, fiancheggiando la pista da sci. Godendo di stupendi panorami giungo al dosso di Pra Martin (2088 m), posto proprio sotto le bizzarre torri delle Pale Rabiose.

Il sentiero per Ciampedie

Vista su Sas de le Doudesc e San Giovanni

Rifugio Ciampedie

Cima Catinaccio e Torri del Vajolet da Ciampedie

Baita Pra Martin e Dirupi di Larsech

Da qui imbocco il mio amato Vial de le Feide, un antico sentiero pastorale che percorre la panoramica terrazza posta ai piedi delle Cigolade. Al mattino presto, come ora, è facile in questa zona incontrare branchi di camosci. Anche oggi, scrutando attentamente tra le rocce, li individuo mentre si spostano, veloci ed eleganti, e scatto parecchie fotografie. Riprendo il cammino per il bel sentiero che si snoda tra verdi prati, enormi roccioni e bellissimi pini cembri. La mia attenzione viene catturata da delle marmotte che, a pochi metri, si rincorrono veloci, mostrando un'agilità inaspettata. Dopo un bel tratto di cammino, che passa velocemente grazie agli scenari incantevoli e alle meraviglie naturali, arrivo alla località detta Pael (2333 m), un teatro naturale aperto a semicerchio sotto le rocce della Roda de Vael e dei Mugoni.

Pale Rabiose


Piccolo di camoscio

Camosci

Camoscio

Stelle alpine

Cigolade

La finestra del Croz di S. Giuliana

Curiose formazioni rocciose delle Cigolade

Marmotta

Marmotta sul Vial de le Feide

Marmotta al Palon

Comincio quindi la ripida salita verso il passo del Vajolon. Prima risalgo per un canalone tra le rocce, che è stato recentemente attrezzato con numerose funi metalliche. Poi, uscito dal canalone su una specie di forcelletta, mi ritrovo con la Gran Busa de Vael alla mia destra, sulla quale troneggiano le cime delle Coronelle e dei Mugoni, mentre di fronte appaiono le ardite vette della Sforcella e della Roda de Vael, che da questo versante sembra una snella guglia di roccia. Dopo aver percorso un tratto in falso piano, con gli ultimi tornanti supero i ripidi pendii che portano proprio al passo del Vajolon (2565 m), tra gruppetti di escursionisti provenienti dal versante sudtirolese, che si preparano per affrontare la ferrata della Roda.

Stelle alpine

Gran Busa de Vael e passo dei Mugoni

Roda de Vael e passo Vajolon

La Sforcella

Stelle alpine

La Sforcella

Ora scendo dal passo del Vajolon, procedendo per i ripidi ghiaioni che si aprono strada nella gola rocciosa. Il percorso è molto ripido e il sentierino, pur tracciato molto bene, ha un fondo detritico e assai scivoloso. Inoltre, in alcuni passaggi, sono state poste delle scalette per superare dei brevi salti rocciosi esposti. Uscito dal canalone, giungo sul sentiero del Masarè e mi dirigo a destra, verso nord, e con percorso in costa molto panoramico verso il Latemar e lo Sciliar, taglio i pendii che scendono dalle pareti rocciose della Sforcella e delle Coronelle  fino a raggiungere il grosso rifugio Fronza alle Coronelle/Kölner Hütte (2339 m). Qui, dato che ho dimenticato il pranzo a casa! mi rifocillo con un'ottima fetta di strudel accompagnata dalla solita Coca Cola. 

Passo del Vajolon


Passaggi attrezzati scendendo dal passo del Vajolon


Roda de Vael

Passo del Vajolon

Vista sul Latemar

Pareti delle Coronelle

Vista verso lo Sciliar

Passo Santner

Stella alpina

Sentiero Hirzelweg

Vista dal rifugio Fronza

Merenda al rifugio Fronza

Ricaricato il serbatoio con una bella dose di zuccheri, riparto per il sentiero che inizia dietro il rifugio e che si fa subito ripidissimo, superando alcuni gradoni rocciosi in parte attrezzati con funi metalliche e pioli d'acciaio. Arrivato al bivio con la ferrata Santner, proseguo invece per le tracce di sentiero che superano dei magri prati (stelle alpine stupende!) e mi dirigo nel canalone roccioso che scende dallo stretto intaglio del passo delle Coronelle. 

Il sentiero, in parte attrezzato con cavo metallico e scale per superare tratti rocciosi un po' stretti ed esposti, si inerpica con fatica fino a condurmi alla forcelletta del passo delle Coronelle (2630 m), uno stretto passaggio tra le rocce che separa il sottogruppo di Vael dalla Cresta di Davoi e la cima Catinaccio.

Salendo verso il passo delle Coronelle, il tetto del rif. Fronza

Qualche tratto attrezzato

Stelle alpine da concorso!

Il canalone del passo delle Coronelle

Scalinate agevolano la salita

Ultimi metri verso il passo delle Coronelle

Vista verso il versante sudtirolese

Vista verso il versante trentino



Faccio una piccola sosta in questo che è uno dei più bei valichi di tutto il gruppo del Catinaccio: la vista è superba e l'ambiente è severo e di alta montagna, nonostante vi sia anche una sorta di panchina di legno, come è uso nelle alpi di lingua tedesca. Dopo questa breve sosta, inizio la discesa verso Gardeccia: nella prima parte il sentiero, ripido ed impervio, percorre dei ghiaioni; poi, dopo aver incrociato il sentiero tra passo delle Cigolade e rifugio Vajolet, si dipana tra prati cosparsi di rocce, pini cembri e larici, fino ad arrivare nei pressi del vecchio rifugio Catinaccio, abbandonato da anni. Qui sosto un po' per bere e riposarmi brevemente, dopodiché riprendo il mio viaggio per il facile sentierone, frequentatissimo, che porta a  Ciampedie. Dopo questa mezzoretta di cammino in numerosa compagnia, arrivato dunque a Ciampedie, ripercorro in discesa il sentiero salito questa mattina, che riporta a Pozza: qui trovo meno gente e avverto un po' di stanchezza, chè la giornata è stata lunga e sono ormai diverse ore che cammino per montagne. Un senso di rilassatezza mi assale quando arrivo nuovamente in paese e percorro le ultime centinaia di metri fino a casa, con animo soddisfatto, mente "svuotata" e cuore colmo dei tanti panorami e sensazioni vissute nella natura.


Passo delle Coronelle dal versante di Gardeccia

Cima Catinaccio, Antermoia, Scalieret

Cima Catinaccio

Vista verso Ciampedie e la val di Fassa

Arrivo a Pozza


Commento finale

Lunga escursione che attraversa alcune delle zone più spettacolari del gruppo del Catinaccio/Rosengarten. Alcuni tratti sono piuttosto frequentati, ma si attraversano anche zone non troppo affollate. Bellezze naturali e panorami spettacolari sono garantiti, così come è possibile l'incontro con gli animali selvatici, a patto di iniziare l'escursione al mattino presto. Io sono partito a piedi dal fondovalle, ma si possono evitare circa 600 m di dislivello utilizzando gli impianti di risalita che salgono a Ciampedie da Vigo e Pera di Fassa.







Dati dell'Escursione




Data: 30 agosto 2024
Partenza/Arrivo:  Pozza di Fassa, 1350 m
Punto più alto: passo delle Coronelle, 2630 m
Dislivello totale:  1900 metri circa in salita e discesa
Sviluppo del percorsocirca 23 Km
Tempo impiegato7 h 30 min circa (incluse soste) - da Pozza di Fassa (1350 m) a Ciampedie (2000 m): 1 h 5 min: da Ciampedie a Pael (2333 m): 1 h 40 min; da Pael a passo del Vajolon (2565 m): 35 min; da passo del Vajolon al rif. Fronza alle Coronelle (2339 m): 1 h; dal rif. Fronza al passo delle Coronelle (2630 m): 35 min; dal passo delle Coronelle al Gardeccia (1950 m): 1 h 5 min; dal Gardeccia a Ciampedie: 40 min; da Ciampedie  a Pozza: 50 min
DifficoltàE+ - È un'escursione molto lunga e dal dislivello notevole, soprattutto se iniziata da fondovalle, come ho fatto io. Per quanto riguarda la difficoltà, direi che è un po' più difficile di un normale sentiero escursionistico, ma non presenta particolare impegno per un escursionista di media esperienza in quanto è vero che ci sono lunghi tratti scoscesi, su detriti instabili e saltini rocciosi  attrezzati con cavo e gradini, ma è anche vero che questi tratti sono molto ben assicurati e non particolarmente esposti. Tengo però a precisare che le associazioni alpine sotto cui ricadono questi sentieri (CAI/SAT e AVS) li classificano come EE - Escursionisti esperti. 
Attrezzatura: Scarpe da montagna.


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