mercoledì 9 agosto 2023

Un angolo nascosto alla folla - Giogo di Pra Caminaccio e Teste d'Agnello

 



Torno in un luogo un po' dimenticato dalla maggior parte degli escursionisti, dove la montagna è vera e solitaria anche nel bel mezzo del periodo di maggior frequentazione turistica...



(Pera di Fassa, Trento, 9 agosto 2023) - Parto da Pera non prestissimo, con cielo coperto e aria piuttosto fresca. Mi incammino verso Gardeccia, passando per Monzon. Primo motivo di disappunto della giornata (ce ne saranno altri, anche se poi per fortuna l'escursione si aggiusterà nella sua seconda parte): il classico sentierino che raggiunge l'isolata frazione di Monzon è, nell'ultimo tratto, non percorribile a causa di un grosso cantiere. Pare stiano erigendo un'imponente costruzione per cui, invece di passare tra i prati, devo deviare per una via a sinistra e sbucare un po' a monte del paese. 

Procedo quindi per la strada asfaltata che porta a Gardeccia, sulla quale il traffico automobilistico è limitato a chi risiede e lavora lì, quindi di solito quasi inesistente. Purtroppo, a quest'ora, pare che vi si debbano recare parecchie persone... E quindi c'è un insolito via-vai di pickup, furgoncini, suv e altri mezzi... Non è propriamente piacevole. Salendo prima (o più tardi) mi sarei certamente evitato questo po' di traffico... ma va bene lo stesso... Il panorama che si gode nel percorso rimane comunque spettacolare e il sentierino nel bosco, nell'ultimo tratto della Strada Vecchia, è comunque in un ambiente incantevole, suggestivo e naturale. 


Sojal, Spiz delle Roe de Ciampiè, Larsech
Il Larsech visto da Sojal, lungo la strada per Gardeccia

Purtroppo, già prima di arrivare a Gardeccia, incomincio a sentire un rombo continuo causato da un elicottero che fa la spola verso la parte alta della valle del Vajolet. Avanti e indietro, avanti e indietro, per decine di volte... Un fracasso micidiale, quanto di più lontano rispetto a quello che uno vorrebbe trovare durante un'escursione in montagna.

Salgo quindi da Gardeccia ai rif. Vajolet e Preuss accompagnato da questo sottofondo alla Apocalypse Now e da qui vedo che l'elicottero, che sembra trasportare materiale edile, arriva a scaricare poco sotto il passo Principe, dove alcuni operai sembra che lo attendano, forse per riparare un pezzo di sentiero? Non lo so. Fatto sta che mi becco questo frastuono per ancora un bel pezzo.

Larsech

La parete est del Catinaccio, salendo da Gardeccia al rif. Vajolet

 Percorro quindi il sentiero che sale verso il passo Principe, non solo sorvolato dall'elicottero, che passa a poche decine di metri dalla mia testa, ma intruppato in numerose comitive di escursionisti: infatti, nonostante sia relativamente presto (sono arrivato al Vajolet prima delle 9,00), mi ritrovo proprio nel momento in cui, gli escursionisti che hanno pernottato nei rifugi, finita con calma la loro colazione, si mettono in marcia. E in questi enormi rifugi c'è posto per centinaia di escursionisti (solo il Vajolet ha 130 posti letto). Non posso che recriminare di non essermi alzato mezz'ora prima (o a questo punto, un'ora dopo e aver preso le seggiovie!). 

Dopo meno di mezz'ora di cammino dal Vajolet, veramente avvilito dalla situazione caotica in cui mi trovo e che non mi aspettavo, lascio il sentiero e comincio a salire per prati, in direzione della forcella della Grande Valbona. Qui si continua a sentire il frastuono dell'elicottero, ma almeno non c'è nessuno! 


Il punto in cui lascio il sentiero

Catinaccio d'Antermoja

L'ambiente qui è molto naturale. Dopo un po' che salgo, fortunatamente anche l'elicottero (dopo almeno un'ora e mezza di viaggi!) cessa di sorvolare la vallata e così comincio a riconciliarmi con la natura che mi circonda. La salita è un po' ripida, ma relativamente facile, da un certo punto in poi si trovano anche numerosi ometti di pietra. L'orientamento non è complicato, trovare la traccia migliore anche, tranne che nel punto in cui si attraversa il letto ghiaioso di un torrente asciutto, dove ogni volta passo in un punto diverso. 


Cima Scalieret e cima delle Pope

Cima delle Pope e valle del Vajolet

Ora è ben visibile anche la forcella della Grande Valbona, la prima tappa odierna: scorgo, in lontananza, anche un animale, quasi sicuramente un camoscio, che mi osserva dall'insellatura. Rimane lì alcuni minuti, ma si allontana prima che mi avvicini abbastanza per osservarlo meglio. 

L'ultimo tratto è piuttosto ripido e un po' faticoso, ma anche corto: arrivo presto ad affacciarmi sul selvaggio vallone della Grande Valbona, che si apre sull'altro versante.

Le Punte a Sella/Sellespitzen

Dopo una breve sosta in questo angolo appartato e selvaggio, continuo il mio cammino per delle poco marcate tracce, che dirigono verso sud. In pochi minuti, raggiungo gli ampi prati del Giogo di Pra Caminaccio/Purgametschjoch (2631 m). Da qui si apre un panorama spettacolare, oggi un po' limitato dalle nubi basse, ma suggestivo sulle vicine pareti nord delle Torri del Vajolet e della Croda di Re Laurin.


Panorama verso Tires

Torri del Vajolet e Croda di Re Laurin

Croda Orientale del Ciamin

Breve sosta anche qui, per fare qualche foto e ripresa e riparto per la vicinissima meta della cima delle Prima Testa di Agnello/Lammerkopfe: percorrendo prima un pendio erboso, poi una cresta ghiaiosa, arrivo ad un breve e facile salto roccioso, che supero percorrendo un canalino di pochi metri (I grado), per poi giungere in qualche minuto alla panoramica cima (2678 m).


Torri del Vajolet, cima Catinaccio e Croda di Re Laurin dalla cima

La Croda orientale del Ciamin

Antermoja e cima Scalieret

L'ambiente della cima è selvaggio e solitario. Pur non essendo affatto imponente dal lato da cui l'ho salita, questa montagna precipita per centinaia di metri sull'altro versante, quello che guarda alla val d'Ega: sosto il tempo di mangiare qualcosa e godere la pace intorno a me, seppur con un vago senso di inquietudine dovuto alla severità del luogo, cui il cielo plumbeo aggiunge un ché di arcigno. Non sono molto distante dai luoghi più turistici, ma qui ci sono solo io e qualche gracchio alpino e la sensazione di isolamento è ben presente.

Ripercorro la strada del ritorno, assaporando ogni passo effettuato in questa natura selvaggia, dato che a breve sarò di nuovo sulla frequentatissima autostrada escursionistica Gardeccia - Vajolet - Principe, percorsa da centinaia di persone ogni giorno d'estate.


Torri del Vajolet e cima Catinaccio

La cima delle Pope


Lo storico rifugio Vajolet

Arrivato al rif. Vajolet trovo un bel via-vai di persone, come al solito. La strada che viene da Gardeccia è trafficata di turisti che salgono, quasi un'unica processione di gitanti. Decido quindi di prendere un'altra via per scendere a valle, più lunga, ma più gradevole e panoramica e soprattutto molto meno frequentata. Mi avvio quindi per il sentiero che, passando per il Col di Barbolada, sfila sotto la fantastica parete est del Catinaccio, verso il rif. Roda de Vael. Aggiungo quindi un po' di dislivello e di chilometri, ma mi godo un ambiente montano che altrimenti, per il super-battuto stradone che sale direttamente da Gardeccia, non avrei potuto assaporare.

Parete est del Catinaccio

Antermoja, cima Scalieret e cima delle Pope

Si tratta di uno dei più bei posti del Catinaccio, a poca distanza dal "Gran Casino", con un panorama stupendo sia sulle montagne vicine che su quelle più lontane, allietato dai cespugli rosei dei rododendri.

Arrivato sotto il passo delle Coronelle, invece di salire verso questo, prendo il sentiero che scende a ripide svolte verso Gardeccia, tra larici, cembri e pascoli. Numerose marmotte si aggirano indaffarate per i prati circostanti, emettendo ogni tanto il loro acuto richiamo.

Marmotta



Giungo quindi a Gardeccia, da dove imbocco direttamente la strada asfaltata percorsa al mattino e che riporta a Pera: a quest'ora non passano automobili (come alle 7.30 del mattino!), ma per fortuna solo qualche raro escursionista o ciclista.

Termino questa controversa escursione un po' stanco, ma felice perché alla fine ho potuto riassaporare la mia monagna, nonostante l'inizio deludente e irritante...
 



Commento finale

Tralasciamo il commento sulla situazione di disturbo causata dall'elicottero, evento per fortuna piuttosto raro, e anche quella delle numerose automobili che passavano sulla strada Monzon - Gardeccia... Per il resto la gita, soprattutto nella sua parte più significativa, cioè dal sentiero per il passo Principe in poi, è stupenda e meritevole di essere ripetuta. Bellissimi i panorami, ma soprattutto l'ambiente selvaggio del Giogo di Pra Caminaccio e delle vette delle Teste d'Agnello, ma molto bello anche il sentiero, relativamente poco frequentato, che congiunge il rif. Vajolet e Gardeccia passando per il Col de Barbolada (sentiero E541): ottima alternativa alla banale strada sterrata, iperfrequentata. Certo: è molto più lungo e faticoso, per cui bisogna tenere conto del tempo e dello sforzo in più che serve per percorrerlo








Dati dell'Escursione




Data: 9 agosto 2023
Partenza/Arrivo: Pera di Fassa, 1330 m 
Punto più alto: Prima Testa d'Agnello/Lammerkopfe, 2678 m
Rifugi: rif. Gardeccia, rif. Vajolet, rif. Preuss
Dislivello totale: 1600 metri circa
Tempo impiegato6 h 45 min circa (incluse soste) - dal Pera (1330 m) al rif. Vajolet (2275 m): 1 h 45 min; dal rif. Vajolet alla cima della Prima Testa d'Agnello (2678 m): 1 h 20 min;  dalla cima al rif. Vajolet: 1 ora 15 min; dal rif. Vajolet al bivio per il passo delle Coronelle: 45 min; dal bivio a Gardeccia (1950 m): 45 min; da Gardeccia a Pera: 1 h
Sviluppo del percorsocirca 22,5 Km
DifficoltàEE non ci sono particolari difficoltà, ma serve un pochino di esperienza per orientarsi e procedere nel tratto privo di sentiero che serve ad arrivare alla Forcella Grande Valbona e al Giogo di Pra Caminaccio e per superare un brevissimo e facile passaggio di arrampicata (I grado) per raggiungere la cima della Prima Testa di Agnello.
Attrezzatura: Scarpe da montagna.

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