Lunga salita ad una bellissima montagna.
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(Pera di Fassa, 22 agosto 2023) - Il sole è sorto da poco e mi incammino per le strade del paese, già animate dai valligiani che si recano a lavorare, mentre la maggior parte dei turisti è ancora a letto. Comincio a salire nel bosco per il sentiero che porta a Ciampedie. La pendenza è costante, ma non particolarmente faticosa.
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Prime luci sullo Spiz de le Roe de Ciampiè e i Coi da Muncion |
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Cima Undici e Cima Dodici |
Il bosco che sto attraversando si apre ogni tanto in zone con pochi alberi, in molti casi nefasto effetto dalla tempesta Vaia, che permettono belle viste sulle punte del Catinaccio e le familiari sagome di Cima Undici e Cima Dodici, dall'altro lato della valle.
Supero vari pendii e dossi boscosi, alcuni tratti di foresta sono molto belli e suggestivi. Dopo un tratto in costa, ai piedi di rocce verticali, con un'ultima breve salita sbuco nell'ampia radura di Ciampedie (1993 m): il panorama è sempre meraviglioso, nonostante le tante costruzioni ed infrastrutture artificiali. A quest'ora non c'è ancora nessuno e posso godermi lo stupendo scenario immerso nella quiete.
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Ciampedie |
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Ciampedie |
Attraversati i prati di Ciampedie, imbocco il sentiero che si inerpica per un bosco di cembri e larici prima, per verdi prati poi, fino all'altura di Pra Martin (2095 m). Da qui proseguo a salire lungo il Viel da le Feide, bellissimo sentiero che corre alla base delle tormentate Cigolade, per spingersi nel cuore del sottogruppo di Vael.
Nonostante la quota fa caldo e rivoli di sudore mi colano lungo la fronte.
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Le Torri del Vajolet |
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La Roda de Vale, meta di oggi |
Il Viel de le Feide è uno dei miei percorsi preferiti: è tracciato lungo una balcone naturale, sospeso sulla val di Fassa, proprio ai piedi delle fantasmagoriche torri delle Pale Rabiose e delle Cigolade. L'ambiente è tipico dolomitico, tra grossi massi, pascoli ricchi di stelle alpine ed altri fiori, cembri contorti e antichi larici. Le sbilenche guglie dolomitiche che lo sovrastano sembrano appartenere allo scenario di una fiaba. Inoltre è un luogo ricco di fauna alpina: marmotte, rapaci e soprattutto camosci, che quando passo di qui incontro quasi sempre.
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Camoscio |
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Vista verso la Roda de Vael |
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Camoscio |
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Camoscio |
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Branco di camosci |
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Stella Alpina |
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Le guglie delle Cigolade |
E infatti, anche oggi, mentre procedo lungo il sentiero, con le orecchie attente e aguzzando la vista, mi imbatto in un branco di camosci che si sta spostando sui ripidi prati ai piedi delle pareti rocciose. Li vedo mentre mi controllano e contemporaneamente corrono veloci da un pendio all'altro, incuranti del sentiero impervio ed accidentato.
Dopo questo incontro, che come sempre mi emoziona, continuo la mia strada verso il cuore del gruppo di Vael, passando sotto le pareti gialle e strapiombanti dei Mugoni, fino ad arrivare nella conca del Palon (2340 m).
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Una marmotta fa capolino dalla tana |
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Stelle alpine |
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Cima dei Mugoni |
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Roda de Vael |
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Torre Finestra |
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Marmotta |
Sosto un attimo in questa bella conca, sul cui lato occidentale si elevano verticali le cime del Catinaccio, mentre dal lato opposto il panorama è aperto sull'altro versante della val di Fassa.
Da qui inizia un duro tratto di salita, dapprima su ripide ghiaie, poi per un impervio canale roccioso, lungo il quale il sentiero si fa strada tra massi e rocce. Comincio ad incontrare i primi escursionisti.
Al termine del canale, sbuco su un pianoro con alla destra la ghiaiosa Gran Busa di Vael, vallone selvaggio che si stende ai piedi delle Coronelle e dei Mugoni, mentre di fronte a me si erge la Roda de Vael, con le cime minori che le fanno corona. Si vede il passo del Vajolon, da cui parte la ferrata che sale alla cima: da qui il percorso lungo la cresta nord è perfettamente evidente.
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La cima della Roda de Vael: sulla sinistra si vedono escursionisti che salgono dalla cresta |
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Roda de Vale e passo del Vajolon |
Il sentiero ora torna a salire deciso, con ampie svolte, verso il passo del Vajolon, che mette in comunicazione Fassa con la val d'Ega: in pochi minuti, con passo svelto, arrivo al valico (2561 m).
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Passo del Vajolon |
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Roda di Vael e passo del Vajolon |
Qui trovo una folta comitiva di escursionisti che si preparano alla salita: arrivano dal versante sudtirolese, da cui il cammino è più breve. Mi preparo anche io: indosso casco, imbragatura e kit da ferrata e parto, cercando, dove possibile, di superare chi mi sta davanti. Procedo quindi per il facile itinerario, poco esposto e piuttosto facile tecnicamente, ma molto panoramico e spettacolare, e sicuramente divertente.
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Ferrata Roda di Vael |
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Ferrata Roda di Vael |
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Ferrata Roda di Vael |
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Mugoni, Cigolade, Larsech. Sullo sfondo Sassolungo e Sella |
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Ferrata Roda di Vael |
In circa tre quarti d'ora o poco più, arrivo sulla vetta della Roda di Vael (2802 m), da cui si gode uno spettacolare panorama tutto intorno. Faccio una breve sosta, scambio qualche chiacchiera con gli altri escursionisti e riparto, per la facile discesa dalla cresta sud, che è un semplice sentiero.
Arrivato poco sopra la forcella delle Rode, il percorso diviene nuovamente impervio e attrezzato con funi metalliche ed una scaletta: nulla di difficile, ma da fare concentrati. Dalla forcella delle Rode, una parete verticale, ma ben attrezzata, sembra più difficile di quello che è: la risalgo senza problemi particolari, finché non incrocio una coppia che sta scendendo. Si rende quindi necessaria qualche acrobazia per permettere il passaggio di tutti senza rischi, ma in pochi minuti di contorcimenti si risolve tutto senza grandi problemi.
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Sulla Roda de Vael |
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Passo di Costalunga dalla cima della Roda di Vael |
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Rif. Paolina |
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Roda del Diavolo |
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Paretina alla forcella delle Rode |
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Ferrata Roda de Vael |
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Ferrata Roda de Vael |
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Ferrata Roda de Vael |
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Ferrata Roda de Vael |
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Torre Finestra |
Uscito dalla parete, sbuco sull'ampio e verde catino tra la Torre Finestra e la Roda del Diavolo. Sosto un po' e studio la via normale della Roda del Diavolo, che da qui a dire il vero non mi pare così evidente.... Lascio perdere (per oggi) quest'altra cima e riprendo il cammino scendendo per un sentiero che dapprima sfila sotto la Torre Finestra, per poi infilarsi in un canalino roccioso attrezzato (Passo del Cavallo). Questo tratto, che dura non più di una ventina di minuti, mi risulta come sempre il più fastidioso dell'escursione, forse per le rocce ad alti gradoni, molto lisciate dai passaggi, che pur non tecnicamente difficili obbligano a movimenti che per me sono piuttosto scomodi.
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Il canale attrezzato del passo del Cavallo |
Passata quest'ultima difficoltà, il sentiero diviene di nuovo comodo e discende tra prati cosparsi di massi e cespugli di pino mugo, abitati da numerose marmotte indaffarate a correre qua e là.
In pochi minuti arrivo al rifugio Roda de Vael (2283 m), superaffollato di turisti in coda per un tavolo.
Siccome non voglio perdere mezz'ora e fare a gomitate per essere servito, mi reco alla vicina Baita Pederiva, dove non ho grossi problemi ad ordinare una CocaCola e a trovare un tavolo dove sedermi per consumarla e recuperare un po' di forze.
Reidratato e ristorato dalla bevanda frizzante, riparto lungo l'ampio sentierone che scende prima alla Malga sottostante, per poi attraversare, con vari saliscendi nel bosco che si affaccia su Vigo, in direzione Ciampedie. Il sentiero è facile e non faticoso, ma si svolge in un ambiente bellissimo e dai panorami eccezionali. Inoltre non è neanche eccessivamente affollato, rispetto alla media della zona.
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Mugoni e Cigolade |
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Cresta del Masarè, Roda de Vael, Sforcela, Mugoni, Cigolade |
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La Roda, la Sforcela e i Mugoni |
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Lungo il sentiero per Ciampedie |
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Vista su Vigo di Fassa |
Giunto a Ciampedie, mi manca solo di riscendere per il bosco fino a Pera di Fassa: nel caldo del pomeriggio, percorro a ritroso il percorso fatto al mattino, che mi deposita sulla strada, a pochi passi dalla casa dove alloggio.
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Pozza di Fassa |
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Val San Nicolò |
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La chiesa di San Lorenzo, Pera di Fassa |
Commento finale
Gita piuttosto lunga e dal buon dislivello, che sicuramente, come altre da me percorse, quasi nessuno percorre in questa maniera: la stragrande maggioranza di chi parte dal versante della val di Fassa, raggiunge il Ciampedie con gli impianti di risalita. A me, però, iniziare l'escursione appena uscito dall'uscio di casa piace tantissimo, inoltre funivia e seggiovie aprono relativamente tardi, e non potrei essere sul Viel de le Feide al mattino presto, godendomi in solitudine il meraviglioso ambiente naturale: questo tratto è per me impagabile.
Chi volesse quindi fare l'escursione da persona sana di mente ☺ può comunque risparmiarsi 700 m di dislivello in salita e discesa. La ferrata, e i sentieri prima e dopo di questa, sono comunque spettacolari e panoramici; la cima della Roda di Vael, pur spesso troppo affollata, è comunque di grandissima soddisfazione per gli escursionisti.
Dati dell'Escursione
Data: 22 agosto 2023
Partenza(Arrivo: Pera di Fassa, 1330 m
Punto più alto: Roda de Vael 2806 m
Dislivello totale: 1680 metri circa in salita e discesa
Tempo impiegato: 8 h 30 min circa (incluse soste) - da Pera (1330 m) al Ciampedie (2000 m): 1 h 20 min; dal Ciampedie al passo del Vajolon (2561 m): 2 h 40 min; dalla passo del Vajolon alla cima della Roda de Vael (2806 m): 40 min; dalla cima al catino (2625 m): 45 min: dal catino al rif. Roda de Vael (2283 m): 45 min; dal rif. Roda de Vael al rif. Ciampedie: 1 h; dal rif. Ciampedie a Pera: 1 h
Sviluppo del percorso: circa 20 Km
Difficoltà:
EEA: il tratto più impegnativo dell'escursione è quello che va dal passo del Vajolon al rifugio Roda di Vael, passando per l'omonima cima. La ferrata è in sé piuttosto facile, forse la più facile del Catinaccio (grado
PD della scala di difficoltà delle ferrate). Il punto forse un po' più impegnativo per gli inesperti è la parete che sale dalla forcella delle Rode al catino tra Roda del Diavolo e Torre Finestra: essendo piuttosto verticale ed esposto può incutere timore, ma in realtà è molto ben attrezzato e relativamente breve, per cui non comporta particolari difficoltà. Da fare con attenzione anche il tratto, sempre attrezzato, per scendere al rif. Roda de Vael passando dal canale attrezzato detto
passo del Ciaval: non è difficile, ma abbastanza "rognoso", sicuramente da fare con l'attrezzatura. Per il resto si tratta di normali sentieri escursionistici, un po'
aereo qualche tratto del Vial de le Feide.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, casco e kit da ferrata.
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