sabato 19 agosto 2023

Attraversando il gruppo del Sella

 


Lunghissima escursione nel gruppo del Sella.


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(Pian Schiavaneis, Canazei, 19 agosto 2023) - L'aria è fresca, il sole non ha ancora fatto capolino e dal camino del rifugio Monti Pallidi salgono delle pigre volute di fumo. Procedo attraverso macchie di mughi e cembri, accompagnato dal verso delle nocciolaie, imbattendomi di tanto in tanto negli arrampicatori accampati nei dintorni che, da poco svegliati, si stiracchiano e si apprestano alla colazione.



Torre del Siella

Piz Ciavazes, Piz Lastìes e Torre del Siella

Punta Grohmann, Cinque Dita, Sassolungo
Punta Grohmann, Cinque Dita, Sassolungo

Dopo una ventina di minuti di cammino non molto faticoso, il sentiero si fa ripido e comincio a salire, sempre nell'ombra, lungo un uniforme pendio ghiaioso, tra grandi massi e alberi sempre più radi, verso l'imbocco della Val Lasties.

Lo scenario che mi circonda è stupendo, con i primi raggi di sole che illuminano le vette delle montagne, mentre la valle è ancora per lo più in ombra.


Piz Ciavazes e Piz Lastìes
Piz Ciavazes e Piz Lastìes

Torre del Siella e Piz de Roces

Latemàr e Catinaccio

Gruppo del Sassolungo

La parete del Piz Ciavazes vista d'infilata

Entro nella valle, che è deserta: solo due arrampicatori risalgono una parete alla mia destra.
La Val Lasties è un posto fantastico: circondata da alte pareti verticali, con i suoi ripiani glaciali sparsi di enormi massi erratici, fa sentire il viandante piccolissimo. A quest'ora del mattino, poi, è ancora più suggestiva, con i giochi di luci ed ombre che mettono in risalto i pilastri e i torrioni rocciosi che incombono tutt'intorno.


Val Lasties
Val Lasties

Val Lasties
Val Lasties

Val Lasties
Val Lasties

Superato un tratto in scarsa pendenza, in corrispondenza dell'idilliaco pianoro del Pian de Roces (2472 m), oltrepasso l'imbocco del Valon del Foss, che sale verso la Forcella Pordoi. Qui il sentiero si fa di nuovo ripido e un po' faticoso: lo seguo con passo moderato, perché so che la gita è ancora lunga... 

Il massiccio del Sass Pordoi dall'alto della Val Lasties
Il massiccio del Sass Pordoi dall'alto della Val Lasties

Lo sbocco del Valon del Foss
Lo sbocco del Valon del Foss

Alta val Lasties
Alta val Lasties

Dopo poco più di due ore di cammino, esco quindi dalla profonda valle per passare in un ambiente completamente diverso: il luminoso, ampio e lunare altipiano del Sella. Qui supero gli ultimi valloncelli che, su terreno roccioso, conducono alla forcella d'Antersass (2850 m). La vista si apre, oltre che sull'altipiano del Sella, anche sul Piz Boè, la vetta più alta dell'intero massiccio. Comincio ad incontrare anche i primi escursionisti, che hanno pernottato nei rifugi in zona e sono appena partiti per i loro trekking (mi trovo ora sul percorso dell'Alta Via Numero 2 delle Dolomiti). 


Altipiano del Sella e Piz Boè dai pressi della forcella d'Antersass

Mi incammino dunque in direzione del rifugio Franco Cavazza al Pissadù. Il cammino è a saliscendi, su terreno roccioso ma abbastanza agevole, guadagnando quota senza eccessivo sforzo. Una ripida ma non lunga discesa mi conduce alla sella val de Tita (2805 m), un luogo molto suggestivo, in cui trovo a sostare varie comitive di escursionisti. Dopo una breve sosta, mi accingo a risalire il versante sud della cima Pissadù.


La cima Pissadù vista dall'altipiano

Panorama sul Puez e le Alpi della Zillertal

Scendendo alla sella di val de Tita

Sella di val de Tita e Sass da Lech

Sella val de Tita

Sella val de Tita

La salita alla cima Pissadù si svolge su tracce di sentiero che rimontano gradini rocciosi e ghiaie, senza particolari difficoltà, ma richiede attenzione. Il caldo si fa sentire e il sole picchia forte, anche a queste quote. Nondimeno, il percorso è abbastanza divertente e con un po' di fatica mi porta in vetta, dove si apre un panorama spettacolare a 360° con viste a volo d'uccello sulla verde val Badia, che si apre ai miei piedi. La cima è abbastanza frequentata, non proprio affollata, ma quanto basta. Oggi sto incontrando parecchi americani, che evidentemente si cimentano nella mitica Alta Via 2. Alcuni di questi mi paiono un po' soggettoni, ma forse è solo un'impressione...? in particolare vedo che molti indossano delle magliette che credo siano tecniche... ma assomigliano molto ad un pigiama! Sarà la nuova tendenza che da oltreoceano sbarcherà a breve anche qui? Chi vivrà, vedrà.


Salendo alla cima Pissadù: si vede la croce di vetta

Dalla cima, il Piz Boè

Cima Pissadù (2985 m)

Panorama sulla val Badia

via normale alla cima Pissadù
La via di salita alla cima Pissadù

via normale alla cima Pissadù
Lungo la salita al Pissadù

via normale alla cima Pissadù
Il versante a gradoni rocciosi da cui sale la normale alla cima Pissadù

Faccio una doverosa sosta, visto anche il panorama eccezionale che si gode da qua su, dopodiché riprendo il cammino: scendo spedito, ma facendo attenzione a non smuovere sassi, che potrebbero colpire chi sta sotto. In poco più di venti minuti sono di nuovo alla sella di Val de Tita: da qui prendo a scendere per un valloncello, in direzione del rifugio Pisciadù. Il sentiero inizia comodo, costeggiando un ruscelletto che scorre tra le rocce, poi il terreno comincia a farsi più scosceso, con numerosi tratti attrezzati, utili ad attraversare canaloni e cenge rocciose un po' esposte. C'è molta gente che sale ed ogni tanto devo fermarmi per dare la precedenza. Intanto, man mano che scendo, comincio a vedere l'occhio turchese del lago Pissadù, che si apre in un paesaggio selvaggio, di pareti rocciose e valloni di ghiaia.


Un ruscelletto che scende dalla sella Val de Tita

Lago Pissadù - val de Tita
Lago Pissadù

val de Tita
Qualche tratto attrezzato nella val de Tita

val de Tita
In fondo alla val de Tita

Il percorso è molto bello e spettacolare ed anche abbastanza frequentato, sebbene non raggiunga il livello di incasinamento di molte zone dolomitiche in questa stagione. Dopo un tratto in cui passo ai piedi di alti strapiombi gialli e neri, arrivo finalmente al lago e al rifugio Pissadù (2585 m).


Lago Pissadù e Sass da Lech
Lago Pissadù e Sass da Lech

Lago Pissadù e Sass da Lech

Lago Pissadù e sullo sfondo le Tofante

Qui mi fermo e mangio qualcosa, oltre a bere molto perché, con il caldo, mi è venuta una sete da cammello! Comincio a provare un po' di stanchezza e il sapere di essere nel punto più lontano dell'escursione non è proprio confortante: il progetto è infatti di riattraversare tutto l'altipiano del Sella e raggiungere a piedi Canazei... Un bel tragitto, non sempre su terreno agevole. Vediamo! 

Non sosto quindi troppo e risalgo la ripida val de Tita, che ho appena sceso: con un po' di fiatone e il cuore che nei tratti più ripidi mi galoppa a spron battuto nel petto, raggiungo nuovamente la sella sotto il Pissadù. Da qui, però, la salita non è finita: c'è da risalire un vallone roccioso. Non è molto dislivello, ma si fa sentire. Passo dopo passo, anche quest'ultima salita è superata.


Val de Tita
Val de Tita

Val de Tita
Val de Tita

Ora sono al sommo dell'altipiano, ancora più in alto della cima Pissadù, a poco meno di tremila metri... C'è ancora un bel po' da scarpinare, per cui comincio a scendere, tra valloni rocciosi, desolati altipiani di pietra bianca e abbagliante, qua e là consolati dalle macchie colorate di qualche coraggioso fiore alpino. Giungo finalmente alla sella d'Antersass, dove sono sbucato stamattina al termine della val Lasties. Non scendo per dove sono salito, ma continuo e imbocco il breve ma esposto sentiero attrezzato Coburger-weg, che sfruttando delle cenge rocciose attraversa in quota il panettone dell'Antersass, che da questo versante precipita scosceso sulla sottostante val Lasties. Con attenzione, ma senza grossi problemi, tenendomi saldo al cavo metallico quasi continuo, supero questa piccola difficoltà e giungo al rifugio Boè (2871 m), di recente ricostruito e divenuto uno dei più capienti di tutto il Trentino.

Papavero retico, un po' di colore nel deserto grigio e bianco

Torre Berger - Antersass
La bella torre Berger, nei pressi della forcella d'Antersass

Coburger-weg
Lungo il Coburger-weg

Coburger-weg
Lungo il Coburger-weg

Qui al rifugio Boè c'è una vera sarabanda: decine e decine di escursionisti e turisti, sparsi tutto intorno e soprattutto seduti ai tavoli e in fila al bancone. Anche io mi accodo, perché ho bisogno di una bella CocaCola che mi reidrati e mi dia un po' di zuccheri... Mi danno un bicchierone da mezzo litro che in pochi minuti butto giù. 

Rinfrancato dalla bevanda energetica, riprendo il cammino nella bolgia dei turisti: persone le più disparate, che in gran parte non si rendono neanche conto di dove sono, attraversano questi desolati scenari come fossero al centro commerciale... SACRILEGHI :-) 

Scherzi a parte, la funivia e i recenti interventi volti ad allargare e spianare i sentieri, facilitano l'accesso ad ogni genere di turista, sia quello che, pur inesperto e non allenato, ama e rispetta la montagna, ma anche a chi viene qui solo per passare il tempo, vedere un panorama di cui non capirà nulla, magari per farsi la foto ricordo da postare sul social preferito. La conclusione del ragionamento è che, se amate la montagna vera, è meglio che in questi posti veniate in altre stagioni, orari o condizioni meteo...

Comunque, risalgo il fiume di persone che percorre questo tratto di sentiero, fino ad arrivare alla forcella Pordoi (2848 m).


Piz Boè
Il Piz Boè

Forcella Pordoi
Forcella Pordoi

Scendo di buona lena per il ripido ghiaione della forcella, verso il passo Pordoi, seguendo il sentierino che con innumerevoli zig-zag, perde velocemente quota. Nel frattempo, incontro moltissimi che stanno salendo, a quest'ora, sotto il sole cocente... Mah! Comunque la ghiaia scorre rapida sotto le scarpe e in un tempo non troppo lungo, le mie un po' provate gambe mi portano al passo Pordoi (2239 m).

Attraverso la strada e imbocco la mulattiera che scende verso la val di Fassa: in questo tratto mi incasino un po'. Primo, perché non ci sono segnalazioni chiare per Canazei, secondo perché il percorso che avevo individuato sulla carta è stato riservato alle mountain-bike per il down-hill, una disciplina che consiste nel salire con funivie/seggiovie e scendere a tutta velocità su pesantissime biciclette da montagna... mi astengo da commenti.

Marmolada
Marmolada

Forcella Pordoi
Forcella Pordoi



Monte Pelmo

Sass Pordoi
Sass Pordoi

Sassolungo

Sassolungo e Sella scendendo da Passo Pordoi

Cerco quindi di individuare dei percorsi agibili per scendere verso il fondovalle di Fassa, con numerosi errori di percorso che mi portano a tornare più di una volta sui miei passi. A valle di Pecòl, trovato finalmente l'itinerario giusto, scendo rapido sotto il sole feroce del primo pomeriggio, in boschi riarsi di conifere, che emanano esalazioni resinose. Quando mancano circa un duecento metri di dislivello a Canazei, mi chiama al telefono mia sorella: stanno scendendo dal passo Sella e mi chiedono se ho bisogno di un passaggio. Visto dalla cartina una strada forestale che taglia in orizzontale e sbuca proprio sulla strada del passo Sella, poco sotto Pian Frataces, accolgo l'invito: mi precipito lì, dove vengo caricato in macchina e termino la mia lunga avventura nel massiccio del Sella.



Commento finale

Gita lunga e spettacolare, che attraversa longitudinalmente il gruppo di Sella, permettendo di visitarne alcuni dei luoghi più interessanti e suggestivi. Particolarmente affascinante e poco frequentata la val Lasties, panoramica e di soddisfazione la cima Pissadù. Purtroppo la parte tra rifugio Boè e passo Pordoi è sovraffollata di turisti, quindi non particolarmente piacevole, sebbene sempre meravigliosa per ambiente e scenari che si attraversano. Nel complesso rimane una gita non difficile, ma molto faticosa perché lunga e con grande dislivello.







Dati dell'Escursione




Data: 19 agosto 2023
Partenza: Pian Schiavaneis, 1850 m
Arrivo: strada del Passo Sella, subito a valle di Pian Frataces, ca 1700 m 
Punto più alto: altipiano del Sella, quota 2960 m
Dislivello totale: 1800 metri circa in salita, 1950 m in discesa
Tempo impiegato8 h 20 min circa (incluse soste) - da pian Schiavaneis (1850 m) alla forcella d'Antersass (2850 m): 2 h 10 min; dalla forc. d'Antersass alla sella val de Tita (2805 m): 35 min;  dalla sella alla cima Pissadù (2894 m): 37 min; discesa alla sella val de Tita: 25 min: dalla sella al rif. Pissadù (2587 m): 45 min; dal rif. Pissadù al rif. Boè (2871 m): 1 h 25 min; dal rif. Boè a passo Pordoi (2239 m): 1 h 15 min; da passo Pordoi alla strada per il Passo Sella - pian Frataces (1700 m): 1 h 15 min
Sviluppo del percorsocirca 23,3 Km
DifficoltàEE in tutta l'escursione non ci sono tratti particolarmente difficili, ma alcuni richiedono attenzione ed una certa esperienza escursionistica. In particolare la salita e discesa della cima Pissadù, non particolarmente esposta, richiede di sapersi muovere su terreno scosceso e detritico, con qualche punto elementare in cui dover appoggiare le mani per l'equilibrio. La discesa e salita per la val de Tita presenta qualche tratto impervio, in alcuni punti attrezzato con funi metalliche per mancorrente, in leggera esposizione. Il sentiero attrezzato Coburger-weg è molto esposto e richiede, per i meno esperti, l'attrezzatura per autoassicurazione: non presenta comunque nessuna difficoltà arrampicatoria, anche se può sicuramente mettere in difficoltà persone poco esperte che soffrono l'esposizione. Per il resto, normali sentieri escursionistici di difficoltà E e T.
Attrezzatura: Scarpe da montagna. Per i meno esperti, se temono particolarmente l'esposizione, può essere necessario il kit da ferrata per il breve sentiero Koburger-weg

  






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