Avevo voglia di fare un giro lungo e tranquillo...
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(Pera di Fassa, 19 agosto 2020) - Oggi ho voglia di camminare tanto, quindi parto a piedi da casa per inerpicarmi sulle montagne ai piedi delle quali giace Pera, il paesino nel quale soggiorno. La gita si svilupperà in un gruppo montuoso tra i più estesi e affascinanti delle Dolomiti, che porta tre nomi: Catinaccio (il grande catino) in italiano, Rosengarten (il giardino delle rose) in tedesco e Vaèl in ladino, quest'ultimo sicuramente il nome più antico e che quindi possiamo ritenere quello originale.
Mi incammino quindi di buon'ora per le case di Pera Alta, verso l'estremità del paese, dove inizia il pendio della montagna, e prendo a salire per un sentiero tra gli abeti, in direzione di Gardeccia. Il sentiero, attraversato un bosco, lascia sulla destra il piccolo abitato di Monzon e prosegue su strada ai piedi degli imponenti Dirupi di Larséch, attraversando le baite di Soal.
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I Dirupi di Larséch visti da Soal
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Un po' sulla strada asfaltata, da alcuni anni chiusa al traffico, un po' per la vecchia sterrata che passa per i vetusti boschi, lungo il torrente, mi dirigo verso la conca di Gardeccia, respirando a pieni polmoni l'aria fresca del mattino. La giornata è limpida e il suono gorgogliante del Ruf de Soal accompagna il mio cammino.
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Le Coronelle
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I prati di Soal
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L'ardito Spiz delle Ròe de Ciampiè
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Ruf de Soàl
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Seguendo la cosiddetta Strada Veia (strada vecchia), mi inoltro al di là del fiumiciattolo, sulla sponda destra, per attraversare in forte salita un vecchio bosco. Da qui spunto sul sentiero che proviene da Ciampedìe, a pochi minuti di cammino da Gardeccia (1950 m), dove arrivo in breve.
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Cima Catinaccio
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Siccome è ancora presto, la gran parte dei turisti non è ancora giunta dal fondovalle e quindi, in assoluta solitudine, comincio a risalire i pendii erbosi che, tra radi pini cembri, conducono verso le muraglie rocciose che chiudono l'orizzonte verso ovest. Man mano che salgo, i panorami si fanno sempre più meravigliosi, sia verso le cime più vicine che verso quelle lontane, dalla parte opposta della valle.
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Le punte aguzze e frastagliate delle Cigolade
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Il sottogruppo di Larséch
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Salgo lentamente, passo dopo passo, sugli assolati prati, percorsi da frenetiche marmotte che, quando mi avvicino troppo, mi fanno sobbalzare con acuti "fischi" di allarme. Ancora più avanti, in una lontana valletta alla mia sinistra, un branco di mufloni si sposta in cerca di un pascolo tranquillo.
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Le cime dei Mugoni
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Marmotta in allerta
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La Cresta di Davoi
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Salgo ancora e l'ambiente si fa più aspro, i prati cedono il posto a bianche pietraie ed ora si vede chiaramente il valico che voglio attraversare. E' una stretta apertura tra le rocce, che permette di passare dal versante fassano a quello della Eggental (Val d'Ega), una vera e propria porta tra il mondo di lingua romanza e quello di lingua germanica. L'ultimo tratto per il passo è un po' faticoso, ma molto panoramico, quindi senza quasi accorgermene, mi affaccio nello stretto canalone che scende ombroso verso ovest, dal passo delle Coronelle (2631 m).
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Passo delle Coronelle
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Cresta di Davoi
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Cime delle Coronelle |
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Il passo delle Coronelle
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L'affaccio dal passo delle Coronelle è impressionante: rispetto al versante fassano, quello di Nova Levante è ombroso e stretto, accidentato. Sullo sfondo del canale appaiono gli sconfinati boschi della val d'Ega, nei quali purtroppo si notano evidenti le cicatrici lasciate dalla devastante tempesta Vaia del 2018, che ha abbattuto milioni di alberi in una sola notte.
Comincio a scendere per lo stretto e ripido canalone: nell'ombra dei 2600 metri, l'aria "pizzica". Qui comincio ad incontrare un po' di escursionisti che salgono dal versante sudtirolese, molti dei quali, un po' a corto di fiato, mi chiedono il classico: "Quanto manca?", a cui segue la solita risposta: "Poco...".
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Nel canalone che scende dal passo delle Coronelle
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Nel canalone che scende dal passo delle Coronelle
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La discesa è abbastanza impervia, ma a suo modo divertente, in un bell'ambiente suggestivo tra alte e severe pareti rocciose. Giunto al termine del canalone, attraverso a destra sulla grande cengia sottostante le pareti del Catinaccio, ma poi devo calarmi per un balzo di rocce, proprio sopra il rifugio Fronza... Qui incontro una fila interminabile di persone dirette alla ferrata del Passo Santner ed essendo i passaggi stretti ed attrezzati con funi metalliche e pioli, si crea un vero e proprio intasamento che mi costringe a lunghi minuti di attesa. Per evitare di passare la giornata a far sfilare i ferratisti, devo più volte pregarli di fermarsi qualche secondo per farmi scendere. In questo modo riesco a superare lo zoccolo roccioso e ad arrivare nei pressi del rifugio Aleardo Fronza alle Coronelle/Kölner Hütte (2339 m).
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Vista sul Latemar
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Verso il rif. Fronza
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Qui una brutta sorpresa: ci sono dei lavori in corso, non capisco bene se per il rifugio o per la telecabina che vi arriva dalla strada del passo Nigra, ma il risultato comunque è un mega cantiere aperto, con conseguente rumore e vista piuttosto squallida di recinzioni, strade sterrate, mucchi di materiale da costruzione. Tutte cose che deturpano inequivocabilmente un ambiente di alta montagna, che viceversa sarebbe meraviglioso.
Mi allontano quindi in gran fretta da questo spettacolo un po' deprimente, incamminandomi sul panoramico sentiero Hirzelweg. Questo sentiero è una piccola e spettacolare alta-via: attraversa in quota, con scarsi saliscendi, alla base delle alte e verticali pareti occidentali delle Coronelle/Tschager spitze, offrendo viste fenomenali sui picchi precipiti che la sovrastano e sugli ampi spazi del sudtirolo che si aprono dall'altro lato.
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Un ruscello da attraversare lungo il sentiero Hirzelweg
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Stella Alpina
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Lo Sciliar con il monte Pez
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In questo tratto, vista anche l'ora, incrocio una moltitudine di escursionisti, in gran parte tedeschi. Oltrepassate alla loro base le pareti delle Coronelle e della Sforcella, ad un bivio prendo il sentiero in salita che si porta in direzione della parete rossa della Roda de Vaèl: ben presto, un'ulteriore deviazione, prende a salire ripidamente verso il secondo valico di giornata, che mi riporterà sul versante orientale e fassano del Catinaccio: il passo del Vaiolon. Il sentiero risale quindi ampi pendii di sassi ed erba, per poi dirigersi in un ombroso e freddo canalone ghiaioso, racchiuso tra alte quinte rocciose, simile in qualche modo a quello disceso poco prima dal passo delle Coronelle.
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Il passo del Vaiolon
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Si intuisce, a destra, il canalone del passo del Vaiolon
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Siamo parecchie persone a salire e, nei punti più ripidi ed impervi, si forma un po' di fila, in particolare là dove un gradino roccioso deve essere superato con una scaletta in ferro e qualche mancorrente. Più avanti, rimontate ripide ghiaie un po' franose, giungo al passo del Vaiolon (2561 m) da dove la vista si apre sulla val di Fassa e sulle vicine cime della Sforcella e Roda de Vaèl.
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Salendo al passo del Vaiolon
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Salendo al passo del Vaiolon |
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La Sforcella
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Vista sul gruppo della Marmolada |
Anche da questo passo si gode di un panorama magnifico e come stamattina passai dal versante al sole a quello in ombra, adesso passo dall'ombra al sole e l'effetto è sicuramente più gradevole. Il passo è piuttosto affollato di turisti: decido di scendere un po' per una breve sosta, tra prati più tranquilli. Qualche centinaio di metri più a valle, mi siedo su di un bel dosso erboso panoramico a bere e mangiare qualcosa.
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Roda de Vaèl e passo del Vaiolon
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Coronelle e passo dei Mugoni
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Torre Finestra, Roda de Vaèl, passo del Vaiolon |
Una volta rifocillato, riprendo a scendere: costeggio l'ampio catino della Gran Busa de Vaèl, percorro uno stretto canalino roccioso, anche qui pieno di turisti in entrambe le direzioni, fino ad arrivare a dei prati rigogliosi con bella vista verso la Roda, da dove parte la deviazione per il passo delle Cigolade. Invece di salire per questo passo, che mi ricondurrebbe a Gardeccia, prendo il sentiero detto Vial da le Feide (strada delle pecore), un percorso molto panoramico che attraversa più o meno in quota un terrazzone sotto gli spuntoni rociosi delle Cigolade, con scarsi dislivelli.
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Una macchia di Aconito, fiore bello e velenosissimo |
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La Roda de Vael a sin. e la Sforcella a destra. In mezzo il passo del Vaiolon
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Vial da le Feide |
Il cammino è molto piacevole, a saliscendi, sotto un caldo sole. Dopo circa un'ora di marcia in uno splendido ambiente alpino, raggiungo l'altura di Pra Martin da dove si gode di un panorama spettacolare: da qui, in breve e ripida discesa, raggiungo Ciampedìe (2000 m).
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San Giovanni di Fassa
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Torri del Vajolet
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Pra Martin
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Ciampedìe è pieno di gente che bivacca, passeggia, prende il sole e consuma nei tanti rifugi e baite della radura. Il panorama è stupendo, ma non mi fermo più di tanto: prendo il sentiero che, dietro la funivia, conduce attraverso il bosco, a Pera di Fassa. Scendo quindi tra gli alti alberi, nel caldo del primo pomeriggio, finché non giungo al limite del bosco, proprio sopra Pera: qui, in diagonale verso sinistra, attraverso i prati sopra il paese per un sentierino che mi porta dritto-dritto nel cortile della casa in cui alloggio!
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Gli ultimi metri di sentiero, mi portano direttamente a casa!
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Commento finale
Gita molto panoramica, varia e divertente, adatta a qualsiasi escursionista di media esperienza. Si attraversano molti ambienti differenti, dal valore naturalistico elevatissimo: particolare menzione meritano i pendii che da Gardeccia portano al passo delle Coronelle, popolati da marmotte, mufloni e da una bellissima flora, e il Vial da le Feide, che attraversa un ambiente di montagna stupendo, intatto e molto panoramico. Partendo da Pera di Fassa, come ho fatto io, l'escursione richiede un buon allenamento. Se non si è molto in forma è meglio partire da Ciampedìe: in questo modo si risparmiano 600 metri di dislivello in salita e discesa e 6/7 km di cammino.
Dati dell'Escursione
Data: 19 Agosto 2020
Partenza/Arrivo: Pera di Fassa, 1350 m
Punto più alto: Passo delle Coronelle, 2631 m
Dislivello totale: 1700 metri circa in salita e in discesa
Tempo impiegato: 7 h 30 min circa (incluse soste) - dal Pera (1350 m) a Gardeccia (1950 m): 1 h 20 min; da Gardeccia al passo delle Coronelle (2631 m): 1 h 20 min; dal passo delle Coronelle al rif. Fronza (2336 m): 40 min; dal rif. Fronza al passo del Vaiolon (2561 m): 1h 20 min; dal passo del Vaiolon al rif. Ciampedìe (2000 m): 1 h 40 min; dal Ciampedìe a Pera: 1 h
Sviluppo del percorso: circa 23 Km
Difficoltà:
E+ - Classici sentieri per escursionisti, un po' impervi nella percorrenza dei canali che scendono a ovest dei due passi Coronelle e Vaiolon: qui un po' di esperienza escursionistica è meglio averla, anche se non ci sono difficoltà particolari. Per il resto è solo un itinerario molto lungo e un po' faticoso.
Attrezzatura: Scarpe da montagna.
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