Grande gita su una montagna che riserva sempre bellissimi incontri con il re delle montagne, lo stambecco!
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(Aljažev dom v Vratih, Mojstrana, Slovenia, 13 agosto 2018) - A distanza di quattro giorni, mi ritrovo ancora, alle prime luci del mattino, in
valle Vrata per intraprendere una nuova lunga escursione. Questa volta la camminata sarà meno dura, ma non meno interessante, anche perché attraverserò luoghi in cui, con altissima probabilità, avrò occasione di avvistare gli
stambecchi! Per questo motivo ho messo nello zaino un teleobiettivo: anche se piuttosto pesante, penso proprio che ne varrà la pena.
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Alba sulle pareti dello Stenar |
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Le prime luci dell'alba sulla cima del Triglav. In basso il rifugio Aljaž |
M'incammino dunque per la profonda valle Vrata, mentre le cime delle montagne attorno si accendono del rosa carico della luce dell'alba. Costeggio il torrente Triglavska Bistrica, lascio alla mia sinistra i due sentieri che si dirigono verso il Triglav e punto verso la netta e stretta forcella Luknja (1756 m), che permette di passare dal versante della Gorenjska a quello della Primorska, le due regioni Slovene che condividono sul loro territorio il gruppo del Triglav.
Il sentiero, soprattutto nell'ultimo tratto prima di arrivare al passo, è piuttosto duro: ripido e su ghiaie franosissime. Con molto sforzo, un po' di equilibrio ed attenzione lo supero e raggiungo la sella, da dove il panorama si apre verso la
vallata di Trenta. Intanto, dietro alle mie spalle, il sole del mattino inonda i boschi della lunga valle Vrata, da me appena percorsa nella sua parte finale.
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Le prime luci del mattino sulla valle Vrata |
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Il Bovški Gamsovec |
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La parete nord del Triglav |
Mi fermo alcuni minuti a rimirare il panorama e a recuperare lo sforzo intenso che mi è costato superare questi ultimi 15 minuti di sentiero ripidissimo e sdrucciolevole. Ora, però, devo proseguire: alla mia destra i ripidi costoni erbosi del
Bovški Gamsovec mi attendono.
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Salendo alla forcella Luknja |
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L'ultimo ripido tratto che conduce alla Luknja |
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Panorama dalla forcella Luknja |
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Panorama dalla forcella Luknja. Sulla sinistra si vede il sentiero che sale da Trenta |
Gamsovec in sloveno signifca
"dei camosci", Bovški invece, vuol dire
"di Bovec": quindi questa montagna sarebbe la "Camosciara di Bovec". Non so com'era un tempo, ma negli ultimi anni questa è diventata la montagna degli
stambecchi ed è molto facile avvistarli sulle sue pendici e nei dirupi che ne circondano la cima. Salgo quindi con una certa attenzione al percorso, che ogni tanto è un po' impervio ed esposto, ammirando il panorama, ma anche gettando l'occhio in giro per vedere se riesco a scorgere questi grandi bovidi, abitatori dei picchi più elevati delle nostre Alpi.
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La cresta delle Plemenice, che porta verso la vetta del Triglav |
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Panorama verso il Kanjavec |
Supero quindi dei crestoni erbosi ripidissimi, con qualche passaggio su rocce, fino ad arrivare ad attraversare un zona che si affaccia su un'ampia conca ghiaiosa richiusa per metà da pareti di roccia, come un anfiteatro. Proprio lì, voltandomi, scorgo delle persone ferme: aguzzando meglio gli occhi, vedo anche un piccolo
branco di stambecchi! Torno sui miei passi, lascio il sentiero e mi inoltro tra i prati per avvicinarmi ai maestosi quadrupedi.
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La conca dove pascolavano gli stambecchi |
Son un gruppetto di maschi, alcuni giovani ed altri maturi e con delle grandi corna. Come al solito, temono pochissimo l'uomo e si lasciano avvicinare, permettendomi di fare loro un bel po' di foto. Sono molto belli e maestosi, trasmettono un
senso di possenza e di libertà, soprattutto i più anziani, ed osservarli è sempre un'emozione.
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Stambecchi |
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Stambecco |
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Stambecchi |
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Giovane stambecco |
Fatte le foto, lascio in pace gli stambecchi e mi rimetto in marcia. Il sentiero continua a salire imperterrito, attraversando ripidissimi prati e rocce. Poco prima di sbucare sulla parte sommitale del monte, percorro una cengia molto esposta e un po' stretta, ma perfettamente assicurata da un corrimano di fune metallica. Ancora un po' di salita e una breve deviazione, che comporta il superamento di alcuni gradini rocciosi anche questi attrezzati con pioli in ferro, ed arrivo all'ampia e panoramica vetta del
Bovški Gamsovec (2392 m).
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Lungo le cenge del Bovški Gamsovec, vista sul Triglav |
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Una cengia facile, ma molto esposta |
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Dalla cima del Bovški Gamsovec, vista su Planja e Razor |
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Dalla cima del Bovški Gamsovec, vista sulla parete nord del Triglav |
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Dalla cima del Bovški Gamsovec, vista su Planja e Mangart e Jalovec (coperti dalle nuvole) |
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Dalla cima del Bovški Gamsovec, vista sul laghetto Spodnje Kriško jezero |
Piccola pausa anche qui: ne approfitto per mangiare qualcosa e fare delle foto. Mi faccio fotografare da un escursionista che già si trova in cima e riparto per la cresta opposta (cresta nord) a quella da cui sono salito. La cresta la lascio subito: ad un intaglio, infatti, i segnavia indicano di proseguire per il ripidissimo versante ovest,
quasi una parete! Come spesso accade in questi casi, avvicinandosi all'(apparente) abisso esso si rivela
molto meno precipitevole di quello che sembrava, ma comunque è sempre
molto ripido ed abbastanza esposto. Indosso quindi il casco e comincio la discesa, che si dipana su una serie di cenge che tagliano la parete con qualche zig-zag. Anche qui, i tratti più esposti e disagevoli sono ben attrezzati. In particolare, uno stretto intaglio/camino presenta numerosi pioli con cui aiutarsi nella
disarrampicata.
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L'affilata cresta nord del Bovški Gamsovec: si scende sulla sinistra |
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Scendendo dal Bovški Gamsovec |
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Scendendo dal Bovški Gamsovec |
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Grosso modo, il percorso di discesa dal Bovški Gamsovec |
Passato questo suggestivo e un poco impegnativo tratto di itinerario, giungo su terreno più facile al passo
Dovška vratca (2176 m), che mette in comunicazione la conca dei Kriški podi con la valle di Vrata. Scendo per il sentierino, che prima è ripido e percorre un pendio sassoso e poi, superato un ultimo gradino roccioso, percorre i carsici e tormentati pianori dei Kriški podi, degli altipiani rocciosi ricchi di fenomeni geologici come doline, spaccature del terreno, avvallamenti, che la natura calcarea del suolo rende in questa zona frequentissimi.
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Dai pressi della Dovška vratca, vista sul Bovški Gamsovec |
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Pihavec |
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Valle Trenta |
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Il terreno carsico dei Kriški podi |
Il sentiero compie quindi numerose curve per evitare i tanti crepacci e buchi del terreno, prima di arrivare sul cucuzzoletto dove sorge il
rifugio Pogačnikov dom na Kriških podih (2050 m). Vista bellissima sulla val Trenta, sul Razor, la Planja, il Pihavec e tante altre montagne.
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Rifugio Pogačnikov dom |
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Rifugio Pogačnik |
Entro nel rifugio, gestito da un gruppo di ragazzi tutti sui venti/venticinque anni, simpatici e gentili, e compro una barretta, visto che non ho nulla da mangiare. Faccio altre foto al panorama e alle
stelle alpine, che su questi prati crescono rigogliose. Dopo una bella sosta, quindi, riprendo la discesa.
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La natura carsica e selvaggia dei Kriški podi |
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L'aguzza cima del Pihavec e l'affilata Šplevta |
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Panorama sulla val Trenta |
Mi manca solo di raggiungere la
val Trenta. Detta così sembra poco, ma la strada da fare è parecchia. Si tratta però di una comoda, sebbene lunga, mulattiera, neanche troppo ripida. La percorro quindi rilassato, fermandomi per una piccola deviazione, poco dopo il rifugio, al lago
spodnje Kriško jezero (1880 m). Anche qui, tante
stelle alpine.
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Razor |
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Spodnje Kriško jezero |
Il cammino riprende per la lunga mulattiera, che mi porta lentamente, ma con costanza, sempre più a valle. E giungo quindi ai primi larici, che poi scendendo formano un bosco insieme agli scuri abeti rossi, che più in basso si mischiano ai faggi. Superati alcuni canaloni asciutti, con la temperatura che si fa sempre più calda, arrivo al fondo della
Zadnjica, dove sono anche delle belle casette. Infine devo percorrere una noiosa strada sterrata, che dopo pochi chilometri sbuca sull'asfalto della
valle Trenta (650 m).
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Lungo la valle Zadnjica, i contrafforti del Vodnikov Vršac e dell'Ozebnik |
Qui, nel fondovalle percorso dal limpido e turchino
Isonzo, finisce questa bella escursione che mi ha condotto attraverso un mondo alpino ancora
selvaggio e affascinante.
Commento finale
Ancora una volta le montagne della Slovenia mi hanno donato una grande varietà di ambienti e di situazioni a contatto con la natura, in scenari di grande bellezza. Sino ad oggi la presenza umana
non ha ancora deturpato e snaturato la vera essenza di queste terre: speriamo che rimanga così anche in futuro.
L'escursione, che avevo già percorso, attraversa tutti gli ambienti alpini tra i 650 e i 2450 metri, permettendo di entrare in contatto con tutte le varietà naturali di questo angolo di Alpi. E' una camminata lunga, in qualche tratto impegnativa, ma non eccessiva né come difficoltà, né come sforzo fisico. Consigliata a tutti gli escursionisti con un po' di esperienza, ovviamente presenta il problema di farsi venire a prendere a Trenta, che si trova diverse decine di km distante dal punto di partenza.
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In basso la valle Vrata, punto di partenza |
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In basso la valle Trenta, punto di arrivo |
Dati dell'Escursione
Data: 13 agosto 2018
Partenza: valle Vrata, 1000 metri
Arrivo: Trenta, 630 m
Punto più alto: Bovški Gamsovec, 2392 metri
Dislivello totale: 1460 metri circa in salita, 1800 metri circa in discesa
Tempo impiegato: 7 h 20 min circa (incluse soste) - 1 h 30 min dal parcheggio in valle Vrata (1000 m) alla Luknja (1758 m); 1 h 40 min dalla Luknja alla cima del Bovški Gamsovec (2392 m) compresa sosta stambecchi; 1 h 10 min dalla cima del Bovški Gamsovec al rif. Pogačnik (2050 m); 2 h 40 min dal rif. Pogačnik a Trenta (630 m)
Sviluppo del percorso: circa 23 Km
Difficoltà:
EE: il percorso non è particolarmente difficile, in gran parte è di difficoltà
E, ma presenta tratti impegnativi nell'ultimo tratto di salita alla forcella Luknja e nella salita e soprattutto discesa (cresta nord) del Bovški Gamsovec (
EE) dove sono numerosi passaggi esposti ed attrezzati. E' quindi consigliato ad escursionisti
con una certa esperienza e senza eccessiva paura del vuoto.
Attrezzatura: Scarpe da montagna e casco (kit da ferrata solo per i meno esperti).
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