domenica 23 settembre 2018

Bovški Gamsovec, la montagna degli stambecchi



Grande gita su una montagna che riserva sempre bellissimi incontri con il re delle montagne, lo stambecco!


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(Aljažev dom v Vratih, Mojstrana, Slovenia, 13 agosto 2018) - A distanza di quattro giorni, mi ritrovo ancora, alle prime luci del mattino, in valle Vrata per intraprendere una nuova lunga escursione. Questa volta la camminata sarà meno dura, ma non meno interessante, anche perché attraverserò luoghi in cui, con altissima probabilità, avrò occasione di avvistare gli stambecchi! Per questo motivo ho messo nello zaino un teleobiettivo: anche se piuttosto pesante, penso proprio che ne varrà la pena.

Alba sulle pareti dello Stenar

Le prime luci dell'alba sulla cima del Triglav. In basso il rifugio Aljaž

M'incammino dunque per la profonda valle Vrata, mentre le cime delle montagne attorno si accendono del rosa carico della luce dell'alba. Costeggio il torrente Triglavska Bistrica, lascio alla mia sinistra i due sentieri che si dirigono verso il Triglav e punto verso la netta e stretta forcella Luknja (1756 m), che permette di passare dal versante della Gorenjska a quello della Primorska, le due regioni Slovene che condividono sul loro territorio il gruppo del Triglav.



Il sentiero, soprattutto nell'ultimo tratto prima di arrivare al passo, è piuttosto duro: ripido e su ghiaie franosissime. Con molto sforzo, un po' di equilibrio ed attenzione lo supero e raggiungo la sella, da dove il panorama si apre verso la vallata di Trenta. Intanto, dietro alle mie spalle, il sole del mattino inonda i boschi della lunga valle Vrata, da me appena percorsa nella sua parte finale.

Le prime luci del mattino sulla valle Vrata

Il Bovški Gamsovec

La parete nord del Triglav

Mi fermo alcuni minuti a rimirare il panorama e a recuperare lo sforzo intenso che mi è costato  superare questi ultimi 15 minuti di sentiero ripidissimo e sdrucciolevole. Ora, però, devo proseguire: alla mia destra i ripidi costoni erbosi del Bovški Gamsovec mi attendono.


Salendo alla forcella Luknja

L'ultimo ripido tratto che conduce alla Luknja

Panorama dalla forcella Luknja

Panorama dalla forcella Luknja. Sulla sinistra si vede il sentiero che sale da Trenta
Gamsovec in sloveno signifca "dei camosci", Bovški invece, vuol dire "di Bovec": quindi questa montagna sarebbe la "Camosciara di Bovec". Non so com'era un tempo, ma negli ultimi anni questa è diventata la montagna degli stambecchi ed è molto facile avvistarli sulle sue pendici e nei dirupi che ne circondano la cima. Salgo quindi con una certa attenzione al percorso, che ogni tanto è un po' impervio ed esposto, ammirando il panorama, ma anche gettando l'occhio in giro per vedere se riesco a scorgere questi grandi bovidi, abitatori dei picchi più elevati delle nostre Alpi.

La cresta delle Plemenice, che porta verso la vetta del Triglav

Panorama verso il Kanjavec

Supero quindi dei crestoni erbosi ripidissimi, con qualche passaggio su rocce, fino ad arrivare ad attraversare un zona che si affaccia su un'ampia conca ghiaiosa richiusa per metà da pareti di roccia, come un anfiteatro. Proprio lì, voltandomi, scorgo delle persone ferme: aguzzando meglio gli occhi, vedo anche un piccolo branco di stambecchi! Torno sui miei passi, lascio il sentiero e mi inoltro tra i prati per avvicinarmi ai maestosi quadrupedi.

La conca dove pascolavano gli stambecchi
Son un gruppetto di maschi, alcuni giovani ed altri maturi e con delle grandi corna. Come al solito, temono pochissimo l'uomo e si lasciano avvicinare, permettendomi di fare loro un bel po' di foto. Sono molto belli e maestosi, trasmettono un senso di possenza e di libertà, soprattutto i più anziani, ed osservarli è sempre un'emozione.

Stambecchi

Stambecco

Stambecchi

Giovane stambecco

Fatte le foto, lascio in pace gli stambecchi e mi rimetto in marcia. Il sentiero continua a salire imperterrito, attraversando ripidissimi prati e rocce. Poco prima di sbucare sulla parte sommitale del monte, percorro una cengia molto esposta e un po' stretta, ma perfettamente assicurata da un corrimano di fune metallica. Ancora un po' di salita e una breve deviazione, che comporta il superamento di alcuni gradini rocciosi anche questi attrezzati con pioli in ferro, ed arrivo all'ampia e panoramica vetta del Bovški Gamsovec (2392 m).

Lungo le cenge del Bovški Gamsovec, vista sul Triglav

Una cengia facile, ma molto esposta
Dalla cima del Bovški Gamsovec, vista su Planja e Razor

Dalla cima del Bovški Gamsovec, vista sulla parete nord del Triglav

Dalla cima del Bovški Gamsovec, vista su Planja e Mangart e Jalovec (coperti dalle nuvole)

Dalla cima del Bovški Gamsovec, vista sul laghetto Spodnje Kriško jezero
Piccola pausa anche qui: ne approfitto per mangiare qualcosa e fare delle foto. Mi faccio fotografare da un escursionista che già si trova in cima e riparto per la cresta opposta (cresta nord) a quella da cui sono salito. La cresta la lascio subito: ad un intaglio, infatti, i segnavia indicano di proseguire per il ripidissimo versante ovest, quasi una parete! Come spesso accade in questi casi, avvicinandosi all'(apparente) abisso esso si rivela molto meno precipitevole di quello che sembrava, ma comunque è sempre molto ripido ed abbastanza esposto. Indosso quindi il casco e comincio la discesa, che si dipana su una serie di cenge che tagliano la parete con qualche zig-zag. Anche qui, i tratti più esposti e disagevoli sono ben attrezzati. In particolare, uno stretto intaglio/camino presenta numerosi pioli con cui aiutarsi nella disarrampicata.

L'affilata cresta nord del Bovški Gamsovec: si scende sulla sinistra

Scendendo dal Bovški Gamsovec

Scendendo dal Bovški Gamsovec

Grosso modo, il percorso di discesa dal Bovški Gamsovec

 Passato questo suggestivo e un poco impegnativo tratto di itinerario, giungo su terreno più facile al passo Dovška vratca (2176 m), che mette in comunicazione la conca dei Kriški podi con la valle di Vrata. Scendo per il sentierino, che prima è ripido e percorre un pendio sassoso e poi, superato un ultimo gradino roccioso, percorre i carsici e tormentati pianori dei Kriški podi, degli altipiani rocciosi ricchi di fenomeni geologici come doline, spaccature del terreno, avvallamenti, che la natura  calcarea del suolo rende in questa zona frequentissimi.

Dai pressi della Dovška vratca, vista sul Bovški Gamsovec

Pihavec

Valle Trenta

Il terreno carsico dei Kriški podi

Il sentiero compie quindi numerose curve per evitare i tanti crepacci e buchi del terreno, prima di arrivare sul cucuzzoletto dove sorge il rifugio Pogačnikov dom na Kriških podih (2050 m). Vista bellissima sulla val Trenta, sul Razor, la Planja, il Pihavec e tante altre montagne.

Rifugio Pogačnikov dom

Rifugio Pogačnik

Entro nel rifugio, gestito da un gruppo di ragazzi tutti sui venti/venticinque anni, simpatici e gentili, e compro una barretta, visto che non ho nulla da mangiare. Faccio altre foto al panorama e alle stelle alpine, che su questi prati crescono rigogliose. Dopo una bella sosta, quindi, riprendo la discesa.

La natura carsica e selvaggia dei Kriški podi

L'aguzza cima del Pihavec e l'affilata Šplevta


Panorama sulla val Trenta






Mi manca solo di raggiungere la val Trenta. Detta così sembra poco, ma la strada da fare è parecchia. Si tratta però di una comoda, sebbene lunga, mulattiera, neanche troppo ripida. La percorro quindi rilassato, fermandomi per una piccola deviazione, poco dopo il rifugio, al lago spodnje Kriško jezero (1880 m). Anche qui, tante stelle alpine.

Razor

Spodnje Kriško jezero

Il cammino riprende per la lunga mulattiera, che mi porta lentamente, ma con costanza, sempre più a valle. E giungo quindi ai primi larici, che poi scendendo formano un bosco insieme agli scuri abeti rossi, che più in basso si mischiano ai faggi. Superati alcuni canaloni asciutti, con la temperatura che si fa sempre più calda, arrivo al fondo della Zadnjica, dove sono anche delle belle casette. Infine devo percorrere una noiosa strada sterrata, che dopo pochi chilometri sbuca sull'asfalto della valle Trenta (650 m).


Lungo la valle Zadnjica, i contrafforti del Vodnikov Vršac e dell'Ozebnik
Qui, nel fondovalle percorso dal limpido e turchino Isonzo, finisce questa bella escursione che mi ha condotto attraverso un mondo alpino ancora selvaggio e affascinante.

Commento finale

Ancora una volta le montagne della Slovenia mi hanno donato una grande varietà di ambienti e di situazioni a contatto con la natura, in scenari di grande bellezza. Sino ad oggi la presenza umana non ha ancora deturpato e snaturato la vera essenza di queste terre: speriamo che rimanga così anche in futuro. L'escursione, che avevo già percorso, attraversa tutti gli ambienti alpini tra i 650 e i 2450 metri, permettendo di entrare in contatto con tutte le varietà naturali di questo angolo di Alpi. E' una camminata lunga, in qualche tratto impegnativa, ma non eccessiva né come difficoltà, né come sforzo fisico. Consigliata a tutti gli escursionisti con un po' di esperienza, ovviamente presenta il problema di farsi venire a prendere a Trenta, che si trova diverse decine di km distante dal punto di partenza.

In basso la valle Vrata, punto di partenza

In basso la valle Trenta, punto di arrivo




Dati dell'Escursione



Data: 13 agosto 2018
Partenza: valle Vrata, 1000 metri
Arrivo: Trenta, 630 m
Punto più alto: Bovški Gamsovec, 2392 metri
Dislivello totale: 1460 metri circa in salita, 1800 metri circa in discesa
Tempo impiegato7 h 20 min circa (incluse soste) - 1 h 30 min dal parcheggio in valle Vrata (1000 m) alla Luknja (1758 m); 1 h 40 min dalla Luknja alla cima del Bovški Gamsovec (2392 m) compresa sosta stambecchi; 1 h 10 min dalla cima del Bovški Gamsovec al rif. Pogačnik (2050 m); 2 h 40 min dal rif. Pogačnik a Trenta (630 m) 
Sviluppo del percorsocirca 23 Km
DifficoltàEEil percorso non è particolarmente difficile, in gran parte è di difficoltà E, ma presenta tratti impegnativi nell'ultimo tratto di salita alla forcella Luknja e nella salita e soprattutto discesa (cresta nord) del Bovški Gamsovec (EE) dove sono numerosi passaggi esposti ed attrezzati. E' quindi consigliato ad escursionisti con una certa esperienza e senza eccessiva paura del vuoto.
Attrezzatura: Scarpe da montagna e casco (kit da ferrata solo per i meno esperti).


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