Lo Špik, caratteristica montagna piramidale che sovrasta Gozd Martuljek, può essere raggiunta da Kranjska Gora con un bel percorso ad anello.
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(Kranjska Gora, 17 agosto 2018) - Parto da Kranjska Gora che non è ancora giorno. Mi piace iniziare le escursioni direttamente a piedi dal paese. Salendo così in cima ad una montagna, mi pare ancor di più di essermela guadagnata con le mie sole forze. Attraverso dunque la cittadina ancora addormentata e raggiungo il
lago di Jasna.
Tutto tace: chiaramente di turisti e bagnanti, a quest'ora, neanche l'ombra.
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Il lago di Jasna |
Proseguo lungo la strada del passo del Vršič, fino al ponte sulla Pišnica: qui lascio l'asfalto e mi inoltro lungo la strada sterrata che risale verso la Krnica. Avanzo lungo il torrente spumeggiante, nel bosco ancora scuro per via dell'orario, fino alla deviazione per il Kačji Graben.
Il Kačji Graben è un ripidissimo canalone che sale sotto il versante occidentale dello Špik: in italiano significherebbe Canalone dei Serpenti, ma, a dir la verità, l'ho percorso varie volte e di serpenti non ho mai visto neanche l'ombra.
Il sentiero sale nel fitto bosco ed è subito ripido: si inerpica tra alberi, cespugli di pino mugo, brevi e viscidi salti di roccia, spesso attrezzati con staffe di acciaio. Ogni tanto si vedono begli scorci sulle montagne vicine, che iniziano ad essere illuminate dai primissimi raggi di sole.
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Prime luci sul Prisank |
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Mojstrovka |
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Vista verso il passo Vršič |
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Una ripida ed infida rampa rocciosa |
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Prisank |
Attraversato questo ripido bosco, esco in un'ampia conca tra le montagne, dove appare il tremendo ghiaione che dovrò risalire: procedo quindi tra enormi massi erratici e macchie di pino mugo, avvicinandomi sempre più alle pendici sommitali del monte.
Mentre salgo, scorgo alla mia sinistra un camoscio solitario, che bruca la magra erba che cresce tra queste pietre e sassi. Purtroppo è molto lontano, ma nonostante questo mi fa piacere osservarlo.
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Le Mojstrovke e la cima del Mangart |
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L'aspro ambiente del Kačji Graben |
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Camoscio |
Inizia la salita "vera": su tracce di sentiero, più o meno marcate, mi inerpico su un ripidissimo fondo di detriti mobili, dove i piedi faticano a trovare un appoggio sicuro. Per fare meno fatica ed evitare spiacevoli scivolate, devo concentrarmi sull'equilibrio e sugli appoggi. Ogni passo è una fatica e
il piede scivola sempre un po' più a valle di dove l'ho poggiato.
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Prisank |
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Panorama |
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La parte sommitale del Kačji Graben |
Finalmente, con un certo sforzo, giungo all'ultimo tratto che mi porterà in vetta a questa aspra piramide rocciosa: qui il percorso si svolge tra roccette ed è quindi meno insidioso e faticoso. Con un'ultima tirata, sbuco in vetta allo
Špik (2472 m): panorama a trecentosessanta gradi fantastico, che si distende su
tre nazioni (Slovenia, Austria e Italia).
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Gozd Martuljek |
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La cittadina austriaca di Villach |
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Dobratsch e (lontano) Hochalmspitze |
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Jalovec, Mojstrovke, Mangart e passo del Vršič |
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Razor e Prisank |
Ora il sentiero è piuttosto semplice e tutto in discesa: inizio quindi a calare, abbastanza velocemente, per i ripidi pascoli alpini, fino a giungere ad una caratteristica spaccatura rocciosa, ai piedi della
Gamsova Špica. Da qui, tra radi larici e cespugli di mughi, attraverso un immenso ghiaione che scende dalle montagne del Martuljek.
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Razor e Prisank scendendo dalla Lipnica |
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Martuljska Ponca |
Il sole picchia forte e il biancore delle rocce riflette tanta luce: ora devo seguire il letto asciutto del torrente
Gruntovnica, ingombro di massi di ogni dimensione. Ad un certo punto
perdo i segnavia e devo scendere senza traccia. Preferirei tornare sul sentiero segnato, dove il procedere è sicuramente più agevole: qui, infatti, devo in continuazione
aggirare ostacoli, scendere piccoli salti rocciosi, camminare su ghiaie, sabbie o ciottoli instabili. L'imprevisto mi fa perdere un po' di tempo e consumare qualche energia in più, ma è ancora molto presto e non sono stanco. Purtroppo il sentiero "ufficiale", pur essendo a poche decine di metri alla mia destra, è separato da me da una
fittissima barriera di vegetazione. Provo infatti a superarla, ma desisto subito, visto l'intrico di rami, foglie ed arbusti che mi oppongono fiera resistenza! Proseguo quindi tra i massi del torrente, fino ad incontrare finalmente, più a valle, la traccia del sentiero che lo attraversa. Ora, con cammino nettamente più facile, proseguo per un ombroso bosco di abeti e sbuco al rifugio
Koča v Krnici (1113 m). Brevissima sosta per bere e via che riparto verso Kranjska Gora. Mi manca ancora da percorrere la lunga strada sterrata, poi asfalto fino alle rive del lago Jasna, ora affollato di turisti, e infine alla
gostilna che mi ospita.
Che lunga gita! ma che soddisfazione!!!
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Il letto del torrente Gruntovnica lungo il quale sono sceso |
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Lago Jasna |
Commento finale
Bella gita, che porta su una vetta esteticamente molto bella, che permette, grazie alla sua posizione staccata dalle montagne vicine, una
vista a trecentosessanta gradi molto estesa. I panorami sono suggestivi sia sulle vicine Giulie, con scorci ravvicinati sul selvaggio
gruppo della Škrlatica-Martuljek, sia sulle lontane Alpi Austriache (Alti Tauri). Lungo il percorso, sia di salita che di discesa, i panorami sono meno vari, ma sempre bellissimi e l'ambiente è comunque molto selvaggio e affascinante. Salita consigliatissima a tutti gli escursionisti un po' esperti ed allenati.
Dati dell'Escursione
Data: 18 agosto 2018
Partenza: Kranjska Gora, 810 metri
Arrivo: Kranjska Gora, 810 metri
Punto più alto: Špik, 2472 metri
Dislivello totale: 1730 metri circa in salita e in discesa
Tempo impiegato: 9 h circa (incluse soste) - 26 min da Kranjska Gora (810 m) all'inizio della sterrata per la Krnica (950 m); 3 h 34 min dall'inizio della sterrata alla cima dello Špik (2472 m) per il Kačji Graben; 3 h 30 min dalla cima dello Špik al rif. Koča v Krnici (1113 m); 1 h 30 min dal rif. Koča v Krnici a Kranjska Gora (890 m)
Sviluppo del percorso: circa 23 Km
Difficoltà:
EE: percorso non difficilissimo, ma con tratti impervi e leggermente esposti. La risalita del Kačji Graben presenta, nella parte bassa, dei brevi salti di roccia attrezzati che sono spesso un po' scivolosi e su cui bisogna stare attenti. La parte alta del canalone è solcata da una traccia appena accennata tra le ghiaie, molto ripide e franose: richiede piede sicuro. Il tratto terminale, da percorrere anche in discesa, è su roccette, poco esposte, che non superano mai il
I grado. La discesa per la Lipnica, oltre ad un tratto di cresta, parzialmente attrezzato, con qualche tratto un po' esposto e su roccette, presenta un
brevissimo tratto di via ferrata, non difficile, ma che
in discesa può essere un po' ostico per i meno esperti. Per il resto il percorso non presenta grandi difficoltà, ma è nella media delle salite di queste montagne, dove gli itinerari si svolgono sempre su terreno piuttosto impervio.
Attrezzatura: Scarpe da montagna e casco (kit da ferrata solo per i meno esperti).
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