giovedì 31 ottobre 2024

Sul poderoso monte Corvo

 


Il monte Corvo è una delle montagne più selvagge e remote della catena appenninica. L'abbiamo salito dalla valle del Chiarino.


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(31 ottobre 2024,  Masseria Cappelli, Valle del Chiarino) - Attraversiamo con l'auto la diga che sbarra il Vomano e forma lo stretto lago della Provvidenza, in un'aria fredda e tersa, tipicamente autunnale. I colori sono intensi e l'azzurro del cielo e dell'acqua contrastano con le calde tonalità dei boschi tutto attorno. Risaliamo, sempre in automobile, la strada sterrata della val Chiarino, con molta attenzione viste le tante buche e qualche roccetta che emerge dal piano stradale. Fortunatamente non c'è fango. Dopo quattro chilometri e una ventina di minuti di guida, giungiamo alla Masseria Cappelli (1260 m), località un tempo abitata per buona parte dell'anno, come testimoniano alcune abitazioni diroccate, una cappella recentemente restaurata e i ruderi di un vecchio mulino (pare si macinassero i semi di faggio per ottenerne olio). 

Fa abbastanza freddo, due gradi, per cui iniziamo a camminare di buona lena, nel bellissimo e fitto bosco. Attraversiamo la faggeta a passo svelto e ne usciamo in corrispondenza del  verde piano del Castrato, da dove appare la mole massiccia del monte Corvo e la valle che dovremo risalire. Raggiungiamo quindi il rifugio Fioretti (1503 m) e proseguiamo per la mulattiera che attraversa verdi prati, dove numerose vacche pascolano allo stato brado, incuranti delle rigide temperature, forse grazie allo spesso pelo cresciutogli sulla groppa. Ora l'ampio sentiero comincia a salire più ripido per superare un modesto dislivello.


Lago della Provvidenza

Cresta ovest del Corvo dal piano del Castrato

Monte Corvo dal piano del Castrato

Piano del Castrato

Rosa canina e monte Corvo

Cominciamo quindi la salita vera, verso l'alta valle. Superata una sorta di piccola e poco profonda gola, arriviamo al suggestivo e pittoresco Stazzo di Solagne (1702 m), dominato da un cucuzzolo che, da qui, ha una forma piuttosto attraente e che localmente è denominato Dente del Pastore. Superati quindi questi pascoli, al cospetto dell'ardita vetta del pizzo di Camarda, giungiamo alle pendici di una nuova salita, dove perdiamo per un tratto il sentiero segnato: sappiamo comunque che dobbiamo rimanere sulla sinistra, dato che a destra si salirebbe al valico del Venacquaro, piuttosto distante dalla nostra meta. In pochi minuti di cammino senza tracce, ritroviamo il sentiero, che risale, ora un po' ripido, a fianco di un bellissimo ruscello ricco di acque. Durante una pausa per mangiare qualcosa e dissetarci, due camosci si affacciano curiosi, osservandoci e poi spostandosi in posizione dominante sulla valle. Ripreso il cammino, affrontiamo una salita piuttosto faticosa che attraversa erti prati assolati e con la quale giungiamo alla sella di monte Corvo (2305 m).




Pizzo di Camarda

Pizzo di Camarda

Camoscio appenninico

Camoscio appenninico

Panorama dalla sella di monte Corvo

Dalla sella il panorama si apre in maniera grandiosa e spettacolare: di fronte a noi, l'estesa conca del Venacquaro, tutta doline e collinette, è dominata dalla piramide del pizzo Cefalone. A sinistra le due gobbe del pizzo Intermesoli si alzano imponenti, nascondendo le rocce dei due Corni. Più vicino, proprio sopra il passo, si alzano i pendii sommitali del monte Corvo, che da qui non è particolarmente spettacolare ma invoglia comunque a salire. 

Attacchiamo quindi la salita per il sentierino che taglia prima i magri pascoli, per poi incominciare a inerpicarsi, sempre più ripido, per le ghiaie che separano i vari costoni rocciosi, tipicamente appenninici. I segni ci conducono bene, con varie svolte, nei punti più facili della scogliera che difende la vetta. Arriviamo quindi ad una sella, in vista di un monolito, una roccia formidabile detta La Melanzana. Qui ci si affaccia sul selvaggio e impervio versante nord e il panorama è veramente molto suggestivo. Ancora qualche roccetta e molte ghiaie, ci conducono all'ampia e piatta cresta finale: la croce di vetta del monte Corvo (2623 m) ci accoglie con un clima soleggiato e mite, quasi senza vento.


Vista sull'alta valle del Chiarino

Salendo al monte Corvo

Monolito detto la melanzana



Vetta di monte Corvo


Immersi in questo silenzio e circondati da una vista così meravigliosa, il tempo passa velocemente. Dopo un parco spuntino, cominciamo la discesa, con la dovuta attenzione vista la ripidità del terreno, che è anche piuttosto impervio. In non molto siamo di nuovo alla sella di monte Corvo. Continuiamo a scendere, ripercorrendo l'itinerario già percorso all'andata. Costeggiamo il ruscello, giungiamo allo Stazzo di Solagne, proseguiamo fino al rif. Fioretti, dove incontriamo due ciclisti con bici elettrica. Da qui, in poco tempo, la comoda sterrata ci riporta al parcheggio. Manca ancora la parte più impegnativa dell'escursione: il percorso in auto sull'accidentata strada che riporta alla diga delle Provvidenza!

Scendendo lungo la cresta sudest del Corvo

Scendendo lungo la cresta sudest del Corvo

Pizzo Cefalone e Venacquaro

Monte Aquila, Pizzo Cefalone, conca Venacquaro

Scendendo in alta val chiarino

Il Dente del Pastore dalle Solagne

Pizzo di Camarda

Dente del Pastore e Malecoste dallo stazzo delle Solagne

Alta val Chiarino e rif. Fioretti dal piano del Castrato

Alta val Chiarino

Alta val Chiarino

Le Malecoste in fondo alla valle del Chiarino

Faggio



Commento finale

Il monte Corvo è una montagna poderosa, che domina il panorama del Gran Sasso occidentale. Da tutti i rilievi appenninici più a ovest, come il Terminillo, è la cima del Gran Sasso che si erge più evidente, mostrando la sua massiccia mole piramidale. Oltre ad essere molto alta per l'Appennino, è anche piuttosto isolata e remota, in quanto per raggiungerla bisogna comunque camminare diverse ore, con robusti dislivelli. La salita dalla val Chiarino, passando per la sella di monte Corvo è forse la via  meno difficile e faticosa, ma costituisce pur sempre un'escursione impegnativa e di grande soddisfazione. Inoltre, i paesaggi della val Chiarino sono insoliti e molto suggestivi, così come l'ambiente e il panorama della cresta sommitale del Corvo. È un angolo di montagna ancora molto autentico, ricco di fauna selvatica e di testimonianze della cultura pastorale di una volta, in parte qui ancora viva, sebbene in scala assai ridotta rispetto ad un tempo. La strada sterrata che conduce al parcheggio della Masseria Cappelli, al momento che l'abbiamo percorsa, è molto dissestata, ma percorribile con attenzione da automobili normali; potrebbe però essere un grosso problema per auto molto basse o in caso di fango: in questi casi è possibile farla a piedi, allungando però di qualche ora e diversi chilometri. 








Dati dell'Escursione




Data: 31 ottobre 2024
Partenza/Arrivo:  Masseria Cappelli, 1262 m
Punto più alto: monte Corvo, 2623 m
Dislivello totale:  1380 metri circa in salita e discesa
Sviluppo del percorsocirca 15,1 Km
Tempo impiegato5 h 40 min circa (incluse soste) - dalla Masseria Cappelli (1260 m) al rif. Fioretti (1500 m): 28 min: dal rif. Fioretti allo Stazzo di Solagne (1705 m): 28 min; dallo Stazzo di Solagne alla sella di monte Corvo (2305 m): 1 h 22 min; dalla sella di monte Corvo alla vetta del monte Corvo (2623 m):  40 min; dalla vetta del monte Corvo alla Masseria Cappelli: 2 h 30 min
DifficoltàE+ - Escursione che si svolge in gran parte su tipici sentieri escursionistici: nella prima parte su sterrata, poi mulattiera non sempre segnalata benissimo (attenzione, in particolare salendo, superate le Solagne: bisogna prendere a sinistra, lungo il torrente). Più impervio il tratto tra la sella di monte Corvo e la vetta, in cui ci si deve muovere su ghiaie un po' instabili e qualche roccetta friabile, un poco esposta.
Attrezzatura: Scarpe da montagna.


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