A distanza di un anno esatto, riusciamo nella salita alla cima del Velino, in uno scenario incredibilmente spoglio di neve fino in cima!
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(Rosciolo de' Marsi, 24 dicembre 2023) - Ad un anno esatto dal tentativo di salita invernale al Velino, fallito per eccesso di vento, ci ritroviamo nuovamente io, Stefano e Leonardo alla partenza del sentiero che, da Santa Maria in Valle Porclaneta (1040 m) conduce, attraverso il vallone di Sevice, sulla vetta del Gigante della Marsica.
La temperatura è estremamente mite per il periodo
- siamo in pieno inverno - e il cielo è molto basso: una cappa di nubi grava sulle nostre teste, impedendoci la vista delle montagne che incombono.
Iniziamo la salita sulla sterrata che conduce a passo le Forche, che in questo tratto corrisponde al sentiero CAI n. 3. La salita è poco impegnativa, lasciamo alla nostra destra la deviazione/scorciatoia che seguimmo l'anno scorso e che si infila direttamente nel vallone di Sevice e, tra una chiacchiera e l'altra, arriviamo al cosiddetto passo Le Forche (1220 m): dico cosiddetto perché, come spesso accade in Appennino, passi e selle non sono marcati come uno si aspetterebbe... Da qui dovremmo proseguire sul sentiero 3, ma sbagliamo percorso: imbocchiamo infatti il 3B, che percorre un giro più ampio, passando per la cresta del monte Rozza. Ci accorgiamo dello sbaglio dopo pochi minuti e, attraversando senza sentiero pascoli costellati di arbusti, cespugli di ginepro e fatte di cervo, ci riportiamo sul percorso corretto.
Entriamo finalmente nel vallone di Sevice e il sentiero, finora poco pendente, comincia a farsi erto. Cominciamo ad avvertire anche un po' di fatica, mentre intorno a noi l'atmosfera diviene sempre più ovattata e irreale, in quanto abbiamo passato il limite inferiore delle nubi e ci troviamo avvolti in un umido biancore.
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Salendo nel bosco del vallone di Sevice, tra le nuvole basse |
In poche decine di minuti di marcia, usciamo dallo strato di nuvole: luce, panorami assolati e soprattutto un esteso e compatto tappeto bianco si stendono ai nostri piedi, fino all'orizzonte. Spettacolo regalato dall'inversione termica.
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Vallone di Sevice, Marsica coperta di nubi |
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Panorama dal vallone di Sevice |
Il sentiero incomincia a diventare faticoso, risale gli scabri e assolati pendii meridionali di questa zona del Velino, senza dare tregua. Arrivati alla fonte di Sevice (1945 m) incontriamo i primi scarsi residui di neve ghiacciata, mentre la fonte spilla acqua come se fosse primavera... Con ancora un po' di fatica ci portiamo alla Capanna di Sevice (2114 m), dove sottili chiazze di neve ghiacciata sono gli scarsi indizi di un inverno che non si è ancora manifestato.
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Nei pressi della Capanna di Sevice |
Il nostro cammino prosegue, stando attenti ad evitare il terreno ghiacciato, per il sentiero Panoramico, tracciato sul bordo della scarpata che precipita sul vallone di Teve e sulla valle dei Briganti.
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Vista sui monti della Duchessa |
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La Capanna di Sevice |
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Lungo il sentiero Panoramico per il Velino |
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Lungo il sentiero Panoramico per il Velino |
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Lungo il sentiero Panoramico per il Velino |
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Le paretine che si affacciano a nord |
Arriviamo alla bocchetta di Orticito (2300 m), da dove si mostra il Monte Sevice, sul quale ripiegammo per il troppo vento un anno fa: quest'anno, invece, il clima è mite e non insorgono dubbi sul proseguire verso la cima principale, che si staglia come una piramide a circa un chilometro in linea d'aria da dove ci troviamo.
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Il Velino visto dai pressi della bocchetta di Orticito |
Senza tentennamenti, proseguiamo in leggera discesa, su qualche nevaio un po' più esteso, fino ad arrivare all'inizio della cresta Nord, che conduce dritta in cima. Anche questo tratto, nonostante la quota e l'esposizione, presenta scarsissimo innevamento: questo comporta qualche difficoltà in più che se fosse stato completamente innevato, in quanto non si può seguire costantemente il sentiero estivo, dato che i pochi tratti ghiacciati non permettono di essere percorsi senza i ramponi; d'altro canto, il 90% dell'itinerario è scoperto e non agevolmente percorribile con i ramponi stessi. Questo comporta la necessità di aggirare i tratti ghiacciati, uscendo dal sentiero battuto e percorrendo quindi pendii friabili, dal fondo sdrucciolevole, ma meno insidiosi del ghiaccio.
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Gli scivoli nord del Velino |
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Salendo la cresta nord del Velino |
Giungiamo quindi sulla vetta (2487 m), dove stazionano altri escursionisti e dalla quale si apre un meraviglioso panorama a trecentosessanta gradi: si scorgono le principali montagne dell'Appennino centrale ed un mare di soffici nubi, mille metri più in basso, che si estende a sud e ad ovest fino al Lazio e dal quale emergono, come arcipelaghi, le cime delle montagne.
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Dalla cima del Velino, panorama verso sud (monti Ernici) |
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La cima del Velino e il mare di nuvole |
Ci fermiamo abbastanza, nonostante un venticello un po' fastidioso, per scattare numerose fotografie:
la vista è eccezionale ed estremamente scenografica. Alcuni grifoni veleggiano a pochi metri da noi, dispiegando con eleganza maestosa la loro eccezionale apertura alare.

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Vista sul Cafornia e, sullo sfondo, Porrara e monti del Parco |
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Foto di vetta |
Quando ne abbiamo abbastanza dello stupendo panorama, riprendiamo il cammino per lo stesso itinerario di salita, stando sempre molto attenti ad evitare le insidiose e scivolosissime lastre di ghiaccio che, poco visibili, si annidano lungo il ripido sentiero. Giunti alla base della cresta nord, il percorso si fa più tranquillo e, dopo una breve pausa magereccia sui pendii a valle del monte Sevice, giungiamo nuovamente alla Capanna di Sevice.
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Panorama dalla sommità della dorsale Sevice-Velino |
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I pendii verso il vallone di Teve |
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Pausa pranzo |
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Monte di Sevice |
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Scendendo verso la Capanna di Sevice |
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Vista verso il Bicchero, punta Trento e Punta Trieste |
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Mare di nubi sulla Marsica |
Non sostiamo molto presso la Capanna, ma preferiamo imboccare subito la mulattiera che riporta verso Rosciolo: inondati da un sole raro in questa stagione, percorriamo di buon passo il sentiero scarpinato questa mattina.
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Dalla testata del Vallone di Sevice |
Visto che è pur sempre la vigilia di Natale e siamo tutti attesi dal tradizionale Cenone, tagliamo dritti per la scorciatoia senza deviare verso il passo le Forche, come invece avevamo fatto questa mattina.
Senza grossi problemi, ma con un po' di mal di piedi per le tante ore percorse su terreno "asciutto" con gli scarponi rigidi, giungiamo infine alla macchina, un po' stanchi ma soddisfatti!
Commento finale
Bella gita, lunga e abbastanza faticosa, ma non troppo. È l'itinerario più classico per salire il Velino d'inverno, perché percorre i pendii che presentano minori difficoltà tecniche e pericoli oggettivi rispetto agli altri percorsi possibili, nonché minor dislivello. Rimane comunque una salita piuttosto lunga, che nel periodo in cui l'abbiamo affrontata, ovvero nelle giornate più corte dell'anno, richiede partenza mattutina e buon passo per non farsi cogliere dal buio. Noi non abbiamo praticamente trovato neve. In quelli che un tempo erano gli inverni normali, la neve si trova spesso da metà del vallone di Sevice fino alla cima. Nel caso sia molta, sicuramente affatica e aumenta sensibilmente i tempi di percorrenza. Quando è poca, richiede un minimo di esperienza nella progressione con i ramponi, in quanto normalmente ghiacciata: una scivolata potrebbe non perdonare... L'ambiente in cui si svolge l'intera gita, in particolare dalla Capanna di Sevice alla vetta, è molto bello e caratteristico, le viste estese e spettacolari. Facile incontrare animali selvatici come cervi e grifoni.


Dati dell'Escursione
Data: 24 dicembre 2023
Partenza/Arrivo: Parcheggio Santa Maria in Valle Porclaneta, 1040 m
Punto più alto: vetta monte Velino, 2487 m
Dislivello totale: 1600 metri circa in salita e discesa
Tempo impiegato: 7 h 40 min circa (incluse soste) - da S.Maria in Valle (1040 m) alla Capanna di Sevice (2119 m): 2 h 40 min; dalla Capanna di Sevice alla vetta del Velino (2487 m): 1 h 40 min; dalla vetta del Velino alla Capanna di Sevice: 1 h 30 min; dalla Capanna si Sevice a S. Maria in valle: 1 h 45 min
Sviluppo del percorso: circa 17 Km
Difficoltà:
EAI-D: questo itinerario, anche d'inverno e con la presenza di neve o ghiaccio, rimane nell'ambito dell'escursionismo, in quanto non presenta pendenze tali da richiedere particolari abilità alpinistiche, neanche elementari. Richiede però attenzione in quanto, vista la quota, può presentare tratti ghiacciati e pericolosi anche con assenza o quasi di neve. È quindi fondamentale affrontarlo attrezzati e con quel minimo di esperienza di progressione con i ramponi che permetta di evitare scivolate sui pendii moderatamente ripidi che si devono affrontare.
Attrezzatura: Scarpe da montagna alte e con suola sufficientemente rigida, ramponi, piccozza.
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