sabato 14 agosto 2021

Una cima ancora intatta: le Coronelle

 


Tra tante meravigliose mete, avevo voglia di salire una cima che raramente viene visitata...



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(Pera di Fassa, Trento, 14 agosto 2021) - E' bellissimo viaggiare a piedi. Ancora più bello è viaggiare per luoghi selvaggi e naturali. Il massimo è poter partire a piedi direttamente da casa e potersi immergere in lunghi itinerari tra le montagne.

Ho tanta voglia di un posto naturale, il più possibile non manomesso dall'uomo. Decido quindi di raggiungere la vetta delle Coronelle, una montagna piuttosto facile ma pochissimo frequentata, dal panorama spettacolare, che già ho salito parecchi anni fa.

Parto da Pera (1320 m) di buon mattino, che il sole non è ancora sorto e mi incammino per il sentiero ripido, ma ben tracciato, che porta a Ciampedie.

L'inizio del sentiero per Ciampedie, da Pera

Un passo dopo l'altro, con la mente che vaga leggera e negli occhi il verde di abeti e larici, arrivo presto a sbucare nella radura di Ciampedie (2000 m), senza quasi accorgermene. Nonostante questo pianoro sia ormai in parte deturpato da costruzioni, impianti sciistici e altre attrazioni turistiche, e nonostante ne conosca da oltre quaranta anni il panorama, ammirato decine se non centinaia di volte, rimango ancora estasiato dalla visione dei Dirupi di Larsec che spuntano all'improvviso, simili ad un castello di chiara roccia.

Vista sul Catinaccio da Ciampedie
Vista sul Catinaccio da Ciampedie

I Dirupi di Larsec da Pra Martin
I Dirupi di Larsec da Pra Martin

Continuo il mio cammino, ancora in salita, verso l'altura di Pra Martin: panorama ancora più esteso e stupendo. Da qui imbocco il Vial de le Feide, un sentiero panoramico e suggestivo, che attraversa una sorta di vasta terrazza naturale  al limite della vegetazione, tra radi cembri e larici, con viste fenomenali sulla vallata in basso e le aguzze e tormentate guglie delle Cigolade in alto. 

E' un paio d'ore che cammino ed essendo ancora piuttosto presto (ma neanche troppo... sono circa le 8.30/9.00) non c'è nessuno in giro e posso godere della montagna con la massima calma e serenità: solo qualche scoiattolo, le nocciolaie e qualche marmotta indaffarata mi fanno compagnia.

Vial de le Feide, visa sulla Roda de Vael
Vial de le Feide, visa sulla Roda de Vael

Stella Alpina


Marmotta

Cinquefoglia delle Dolomiti - Potentilla nitida
Cinquefoglia delle Dolomiti - Potentilla nitida

Il sentiero continua a scorrere leggero e veloce sotto i miei piedi, l'aria è impregnata dell'odore delle erbe di alta quota e la luce del sole si fa sempre più viva. Arrivo alla località chiamata El Pael (2330 m), ampia conca sotto le pareti della Roda de Vael e del salto roccioso che conduce al passo del Vaiolon; da qui mi incammino verso il ripido gradone: mentre attraverso una magra prateria, sorprendo un camoscio solitario, un giovane maschio che getta un fischio di allarme e poi fugge correndo in salita, superando in pochi secondi un centinaio di metri di dislivello fra le ghiaie.

Camoscio
Camoscio

Proseguo per il sentiero che si addentra in una gola rocciosa. Con ampi zig-zag, superando varie roccette, rimonto tutto il corto canalone e sbuco sul soprastante ripiano, da dove la traccia prosegue per il ben visibile passo del Vaiolon. Alla mia destra, invece, si stende un'arida conca, bordata ad oriente dalle scabre pareti rocciose dei Mugoni e chiusa in fondo dalle verticali cuspidi della Sforcella e dai ripidi pendi di prati, ghiaie e roccette delle Coronelle, la mia meta. Lascio quindi il sentiero e mi abbasso nella conca, risalendo le ghiaie di quello che sembra essere un torrente in secca.

Canalone roccioso

Sforcella

Mi trovo ora in un selvaggio anfiteatro, arido e isolato. Procedo verso le cime delle Coronelle, che chiudono la visuale sullo sfondo. A differenza di otto anni fa, quando venni per la prima volta, riesco a trovare degli ometti di pietra che segnano i passaggi migliori. Mi inerpico quindi per un ripido pendio di ghiaie ed erba, superando così alla sinistra un canalino rotto e pieno di sfasciumi.

passo dei Mugoni
Il passo dei Mugoni

Busa de Vael
La Gran Busa de Vael

Giungo ora ad un ripiano, posto in posizione superiore rispetto alla Busa de Vael, ai piedi della Sforcella e degli ultimi pendii delle Coronelle.

Dei mufloni, lontani, mi guardano incuriositi. Decido di salire, per la massima pendenza, un ripido versante di zolle erbose, che giunge ad una sorta di spalla della cresta. Con una certa fatica dovuta alla ripidezza del terreno, giungo infine al culmine. Il passaggio dal pendio erboso alla cresta rocciosa è improvviso, ed intuire il vuoto che si spalanca dall'opposto versante mi crea subito un senso di disagio, e ci vuole qualche minuto perché passi. Ripresa confidenza con il terreno, percorro la cresta verso destra, superando qua e là qualche facile roccetta, aggirando i tratti che sembrano più ostici. Dopo non troppo tempo, giungo ai pendii finali che mi conducono alla cima, segnata da una piccola e semplice croce di legno (2781 m).

I pendii delle Coronelle, dove si svolge la parte finale della salita

La Sforcella
La Sforcella

Ripidi pendii sulle Coronelle

Sforcella
Dalla cresta delle Coronelle, vista sulla Sforcella e il Latemar

Lungo la cresta delle Coronelle

Vetta occidentale delle Coronelle

Il panorama da qui è molto bello e particolare, sui monti più vicini come su quelli più lontani. Ma il pregio maggiore di questo posto è la naturalezza, quasi totale, se si esclude la modesta e rozza croce di legno e rarissimi ometti di pietra. Si può dire che qui la montagna sia del tutto autentica, senza interventi dell'uomo mirati a "sottometterla". Un'escursione con una meta così, pur facilissima, dà tutta un'altra soddisfazione, ci fa assaggiare la montagna dei pionieri e dà la consapevolezza di aver raggiunto la cima solo con le nostre forze, in autonomia.

Vetta occ. delle Coronelle

Cresta di Davoi e Catinaccio

La cresta delle Coronelle appena percorsa

 Scatto qualche foto, mi godo il panorama e riprendo la discesa: passerò per un'altra via, seguendo alcuni ometti abbastanza distanziati. Scendo quindi pochi metri sotto la vetta e prendo a seguire un pendio erboso che digrada verso destra. Supero in diagonale qualche tratto ghiaioso fino ad arrivare al gradino roccioso risalito all'andata: qui, gli ometti segnano abbastanza bene il tragitto già percorso e in pochi minuti mi ritrovo nuovamente nella Gran Busa de Vael.

Ripercorro sul fondo l'arida conca, fino a giungere nuovamente al sentiero segnato.


Mugoni
Scendendo, nei pressi della cima, panorama sui Mugoni

Riscendo quindi il canalino roccioso, ora molto trafficato di escursionisti, fino a giungere nuovamente a El Pael. Da qui, invece di tornare per il Viel de le Feide, percorso all'andata, decido di allungare passando per il rif. Roda de Vael. Percorro quindi il panoramico sentiero, che con viste meravigliose mi conduce al frequentato rifugio.

Roda de Vael


Lo spigolo sud della cima dei Mugoni e le Cigolade


Rif. Roda de Vael

Dal rifugio mi dirigo verso la Malga Vael, posta poche centinaia di metri più in basso, per poi incamminarmi sul sentiero nel bosco che porta a Ciampedie.

Il sentiero è frequentato e incontro diversi escursionisti, ma non è affollato, si percorre piacevolmente, prevalentemente in discesa con qualche saliscendi, tra cembri, larici e abeti. Poco prima di arrivare a Ciampedie, mi accorgo in ritardo di un bivio che mi avrebbe fatto risparmiare un po' di salita, ma non mi va di tornare indietro: continuo a salire per una pista da sci, fino a giungere di nuovo in cima al Pra Martin


Dai pressi della Malga Vael

Malga Vael

Il Larsec visto da Pra Martin
Il Larsec visto da Pra Martin

Giungo con ripida e breve discesa a Ciampedie, ma non mi fermo molto: nonostante il bel panorama, la presenza di tanti turisti banalizza il posto rendendolo meno interessante. Decido quindi di riscendere subito verso Pera. Nel caldo del pomeriggio, ripercorro quindi il sentiero che si snoda nel bosco, tra abeti maestosi e tronchi abbattuti, incrociando qualche escursionista tiratardi, che sale nonostante il clima non ideale...

Perso nei miei pensieri, non mi accorgo del tempo che passa e giungo presto fuori del bosco, sui prati di Pera, imboccando infine un sentierino tra l'erba che mi porta diretto nel giardino della casa dove alloggio.

Pera, Ciasa Meridiana
Arrivato a Pera a Ciasa Meridiana



Commento finale

Salire sulla cime delle Coronelle è, nell'ultimo tratto, rivivere la montagna come la trovarono i primi salitori (Thomas Henry Carson e la guida François Devouassoud nell'agosto del 1874). Per qualche motivo, questa facile vetta non ha mai destato grande interesse negli escursionisti e nessun sentiero vi è mai stato tracciato, per cui riceve rarissime visite. Questo è sicuramente un pregio per chi ama la natura e la montagna vera. Partendo poi un po' presto, si può camminare per ore in assoluta pace e tranquillità, anche nel tratto di avvicinamento alla salita finale, incontrando solo animali selvatici. Una gita quindi assolutamente consigliabile.  






Dati dell'Escursione



Data: 13 Agosto 2021
Partenza/Arrivo: Pera di Fassa, 1325 m
Punto più alto: Cima sud ovest delle Coronelle, 2781 m circa
Rifugi:  Rif. Ciampedie, 2000 metri; Rif. Roda de Vael, Rif. Marino Pederiva, 2283 metri;
Dislivello totale: 1580 metri in salita e in discesa 
Tempo impiegato7 h 30 min circa (incluse soste) - da Pera (1320 m) al Ciampedie (2000 m): 1 h 15 min; da Ciampedie alla Gran Busa de Vael (2310 m): 1 h 30 min; dalla Gran Busa de Vael alla cima delle Coronelle (2781 m): 1 h 15 min; da Cima Coronelle a rif. Roda de Vael (2283 m): 1 h 30 min; dal rif. Roda de Vael a Ciampedie: 1 h: da Ciampedie a Pera: 50 min  
Sviluppo del percorsocirca 22 Km
DifficoltàEE  - L'ultimo tratto, dalla Gran Busa de Vael alla cima delle Coronelle, è per escursionisti esperti: non ci sono difficoltà veramente alpinistiche, ci può essere forse qualche passaggio di I grado non particolarmente esposto, ma un minimo d'orientamento e un piede sicuro sono assolutamente richiesti. Per il resto si tratta di classici sentieri escursionistici, molto battuti e ben segnalati.
Attrezzatura: Scarpe da montagna. 


  


 






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