mercoledì 11 agosto 2021

Da Pian Trevisan al ghiacciaio della Marmolada

 



Dato che, com'è noto, i ghiacciai di quasi tutto il pianeta stanno soffrendo il riscaldamento globale, riducendosi velocemente, stagione dopo stagione, ho pensato che  il più grande ghiacciaio delle Dolomiti meritava  una visita...


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(Pian Trevisan, Canazei, 11 agosto 2021) - E' mattino presto, ma non prestissimo. La gita di oggi, diretta verso il più grande ghiacciaio delle Dolomiti, parte dall'ombroso e fresco Pian Trevisan (1680 m), una radura tra i fitti boschi di abeti che da Penia salgono verso il passo Fedaia. Seguirò la Strada dei Russi, uno dei tanti sentieri che i prigionieri di guerra russi, catturati dagli austroungarici sul fronte orientale nelle prime fasi della Grande Guerra, dovettero costruire sui fronti alpini tra le Giulie e le Dolomiti, più di cento anni fa.

L'antica mulattiera, ben tenuta e segnalata, si snoda nel vecchio bosco, tra alti abeti e larici. Percorre presto una passerella che attraversa l'Avisio, qui poco più di un ruscello, e comincia a salire sui ripidi fianchi della montagna, con una traccia a volte scavata nella roccia, spesso rinforzata da terrapieni e muretti in pietra, opera degli sfortunati prigionieri di cento anni fa. Il panorama è un po' limitato, dominato dalla mole imponente del Gran Vernel e della Roda de Mulòn, la cui superficie argentata incastonata di nevai crea un forte contrasto con le scure foreste tutt'attorno. Ciò nonostante l'ambiente è molto suggestivo e ha un carattere fortemente alpino.


I Vernel da Pian Trevisan
La mole della Roda de Mulòn e del Gran Vernel svetta dai boschi

Salgo per il ripido e ombroso sentiero, con nelle orecchie il canto degli uccelli, il gorgogliare del torrente e il suono secco dei miei passi sulle ghiaie. Una larga cengia scavata nella roccia, dal cui soffitto stillano gocce d'acqua, mi porta ad un altro ripido versante boscoso, che continuo a salire, con costante ritmo regolare, finché non sbuco nella conca della Ciamorciaa, luogo un po' remoto e poco frequentato, dove il massiccio della Marmolada offre uno dei suoi scenari meno noti e più belli. 




Gran Vernel
La Roda de Mulòn copre il Gran Vernel. A sinistra la Punta Penia

Ora il sentierino si aggira, in leggera salita, per una distesa di pini mughi, e mi conduce al gradino roccioso dove sono le marmitte dei giganti, profonde incisioni della roccia, formatesi nell'era glaciale, al fondo delle quali spumeggia un piccolo ruscello. Procedo, superando con attenzione queste rocce incise dal millenario lavoro delle acque, e continuo a salire, fino a raggiungere una briglia di contenimento che, tramite i vari canali di gronda, cattura tutti i corsi d'acqua di questo versante per convogliarli nel grande bacino idroelettrico di Fedaia.

Le erosioni delle Marmitte dei Giganti

Superate queste opere idrauliche, l'ambiente si fa di nuovo naturale e un po' selvaggio, tra enormi massi isolati e gradoni di roccia bianchissima. Il sentiero attraversa ora verso est, taglia a mezza costa un salto di rocce montonate, supera qualche facile passaggio attrezzato, fino a raggiungere l'ultima salita che conduce al Col de Bous (2438 m).


Il Col de Bous, con i resti della fortificazione austriaca

Mi fermo per una breve sosta. Il panorama è ampio e stupendo: oltre agli incombenti declivi glaciali che scendono dalle creste sommitali della Marmolada, oltre ai vicini Vernèl e Roda de Mulòn, il panorama si apre a nord verso la imponente amba del gruppo del Sella, dal cui vasto altipiano sommitale svetta la perfetta piramide del Piz Boè. Nelle immediate vicinanze, invece, proprio dinnanzi a me, posso scorgere i resti di una postazione austriaca della Prima Guerra Mondiale: qui giungeva infatti, da Pian Trevisan, una teleferica che trasportava i materiali necessari alle truppe che presidiavano il fronte del Ghiacciaio. Dalle rocce che cadono precipiti dalla vetta del Col de Bous, alcuni stambecchi, femmine e piccoli, guardano incuriositi me e i pochi escursionisti in sosta, destreggiandosi sui precipizi rocciosi con la naturale nonchalance che li contraddistingue.


Stambecco al Col de Bous
Stambecco al Col de Bous

Stambecchi al Col de Bous - Marmolada
Stambecchi al Col de Bous

Dopo essermi brevemente ristorato al cospetto di queste sublimi e interessanti viste, riprendo la marcia per i ripidi e desolati pendii che conducono a Pian dei Fiacconi. Tra ghiaie grigie e lastre di roccia chiarissima, punteggiate qua e là dalle macchie dorate dei Papaveri Retici, risalgo con un po' di fatica fino all'arrivo della vecchia bidonvia dismessa, la cui stazione d'arrivo è stata distrutta nel nevosissimo dicembre del 2020 da un'enorme valanga. Giunto con un po' di fatica, dovuta anche al sole implacabile, a Pian dei Fiacconi (2626 m), procedo per il sentiero che prosegue, forse ancora più ripido, attraversando un ambiente desertico punteggiato da chiazze nevose, in direzione della Capanna al Ghiacciaio (2700 m). Una serie di gradoni di cemento rendono gli ultimi metri un po' più agevoli, ma probabilmente ancor più faticosi.

Pian dei Fiacconi - Marmolada
Verso Pian dei Fiacconi

L'arrivo della bidonvia, distrutto da una valanga

PIz Boè
Panorama sul gruppo di Sella con il Piz Boè

I primi nevai, in questa annata che ha visto un inverno molto nevoso e un'estate di rado troppo calda,  iniziano qui, a circa 2700 metri di quota: calco dunque il bianco manto, compatto ma sdrucciolevole in superficie, dirigendomi verso la fronte del ghiacciaio, ormai molto vicina.


Ghiacciaio delle Marmolada e Punta Penia
Ghiacciaio delle Marmolada e Punta Penia

In pochi minuti, giungo quindi al bordo estremo del ghiacciaio, proprio di fronte ai grandi crepacci longitudinali che ne segnano l'estremo lembo. Varie cordate stanno percorrendo la via normale, alcuni si accingono a partire, altri sono appena tornati, dopo aver dormito nella capanna posta sulla cima.

Trent'anni fa, esatti, passai da qui scendendo dal ghiacciaio dopo essere salito per la ferrata della cresta ovest. Ero con mio papà e una Guida Alpina, allora necessaria visto che eravamo completamente digiuni di ghiacciai, che non mi ero mai legato ad una corda e che non avevo mai messo un paio di ramponi ai piedi. Quella gita fu un'esperienza indimenticabile, una sorta di impresa: mai avrei immaginato, in quei tempi lontani, che ramponi, corde e piccozze sarebbero diventati abbastanza familiari e da me utilizzati centinaia di volte, su innumerevoli cime alpine ed appenniniche, in ogni stagione.

Panorama ghiacciaio Marmolada
Panorama ghiacciaio Marmolada


Ghiacciaio Marmolada
Ghiacciaio Marmolada


Ghiacciaio Marmolada
Ghiacciaio Marmolada

Mi fermo più del solito, contemplando questo panorama raro ed insolito sulle montagne che frequento abitualmente, ascoltando chiacchiere e commenti delle cordate che transitano. Certo, non posso fare a meno di pensare che questo scenario fra poche decine di anni sarà solo un ricordo, e che questi ghiacci che si aprono davanti a me, solenni e un po' minacciosi, lasceranno il posto a desolate distese di ghiaie e roccia, piallate e lavorate dalle forze mostruose delle acque e della massa glaciale, opera di un inimmaginabile avvicendarsi, durato centinaia di migliaia di anni, di avanzate e ritirate dei ghiacci. 

Mi faccio una foto col ghiacciaio, per ricordo, e riprendo il cammino, stavolta in discesa verso il col de Bous.



La Capanna al Ghiacciaio

La discesa fila via abbastanza veloce, incrociando diverse comitive che salgono: non una folla come in altri posti, ma comunque abbastanza numerosa considerando la relativa durezza della salita. Giunto al Col de Bous, invece di tornare per lo stesso sentiero fatto al mattino, scendo verso il lago di Fedaia, in modo da poter chiudere un anello.


Piccolo e Gran Vernèl, Roda de Mulòn
Piccolo e Gran Vernèl, Roda de Mulòn

Marmoleda, fina in pès e forta in verra / Marmolada, dolce in pace e forte in guerra

Il sentiero che riporta da Fedaia a Pian Trevisan inizia dietro il rifugio Marmolada (2044 m), sulla sponda nord del lago, subito a valle della diga. Non troppo frequentato, è stato in un remoto passato uno dei sentieri più importanti per la storia dell'alpinismo dolomitico, dato che prima che fosse costruita la strada carrozzabile tra Penia e Fedaia, chi voleva raggiungere il ghiacciaio dal versante trentino doveva passare di qua. Anche se meno battuto di un tempo, è ancora un bell'itinerario, tra boschi e radure di grande suggestione. 


Piz Boè
Il Piz Boè da Fedaia

Gran Vernèl e Roda de Mulòn da Fedaia

Al termine del sentiero, con un po' di stanchezza accumulata nella lunga escursione ed il caldo del primo pomeriggio che comincia ad infastidire, giungo nuovamente a Pian Trevisan, dove all'albergo/ristorante Villetta Maria mi godo un buon pranzetto con il resto della famiglia, giunto qui ad attendermi.



Commento finale


Escursione molto interessante, soprattutto per la varietà di ambienti attraversati: si parte da fitti boschi per giungere ai ghiacci (relativamente) eterni. La prima parte è poco battuta, mentre dal col de Bous al ghiacciaio si riscontra una certa frequentazione: d'altronde siamo al cospetto della vetta più alta delle Dolomiti, ai piedi di un grande ghiacciaio, all'inizio della via normale alla punta più alta.

Vale la pena andare a visitare questi luoghi glaciali, per tanti motivi, a cui certamente si aggiunge l'imminente e affrettata loro scomparsa, di cui probabilmente saremo impotenti testimoni...  








Dati dell'Escursione



Data: 11 Agosto 2021
Partenza/Arrivo: Pian Trevisan, 1680 m
Punto più alto: Bordo del ghiacciaio della Marmolada, 2750 m circa
Rifugi:  Rif. Capanna Ghiacciaio, 2700 metri; Rif. Castiglioni Marmolada, 2044 metri;
Dislivello totale: 1080 metri in salita e in discesa 
Tempo impiegato5 h circa (incluse soste) - da Pian Trevisan (1680 m) al Col de Bous (2438 m): 1 h 45 min; da Col de Bous al Ghiacciaio (2750 m): 1 h; dal Ghiacciaio a Col de Bous:  45 min; da Col de Bous a passo Fedaia (2044 m): 50 min; dal passo Fedaia a Pian Trevisan: 30 min  
Sviluppo del percorsocirca 14 Km
DifficoltàE+  - Classico percorso escursionistico, per lo più su sentieri e tracce ben segnate. Un facile tratto attrezzato per raggiungere il Col de Bous. Ovviamente, se sprovvisti di ramponi, piccozza e corda e soprattutto dell'esperienza necessaria ad usarle, non ci si deve avventurare sul ghiacciaio ma fermarsi al suo margine!
Attrezzatura: Scarpe da montagna. 


  

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