mercoledì 17 ottobre 2018

Il grande Corno Piccolo e la "nuova" ferrata Danesi



Il Corno Piccolo è una Grande montagna! In questo post il racconto della mia nona salita sulla montagna più rocciosa dell'Appennino.

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(Campo Imperatore, L'Aquila, 29 settembre 2018) - Aria frizzante e vento teso: una tipica giornata di settembre in montagna. Io e Luca partiamo dal piazzale di Campo Imperatore: la nostra meta è il Corno Piccolo, una montagna che di solito si raggiunge dal versante opposto del Gran Sasso, quello Teramano, ma che noi vogliamo salire da qui, preferendo qualche ora di cammino in più a un paio di ore seduti in auto.

Sella di Monte Aquila e Corno Grande

Luca arriva a sella di monte Aquila

Vista verso la sella dei Grilli

Per l'ennesima volta in questa stagione, risalgo il sentiero che porta al crinale del monte Aquila. In poche decine di minuti raggiungiamo e svalichiamo la sella, da dove il panorama è sempre emozionante, e proseguiamo lungo la via normale al Corno Grande. Saliamo, con una temperatura ideale, le ghiaie assolate che conducono alla sella del Brecciaio (2506 m). Qui lasciamo alla nostra sinistra il sentiero della ferrata Brizio, che è stata nuovamente interdetta al transito a causa di alcune scalette mal fissate, e proseguiamo per il passo del Cannone, attraversando l'aspra e solitaria conca degli Invalidi.




Il Corno Piccolo

La tramontana soffia e porta freddo: sfiliamo veloci sotto le pendici nordoccidentali del Corno Grande, col vento che ogni tanto ci fa lacrimare gli occhi. Giunti al passo del Cannone (2679 m), scendiamo per le rocce, gelide, fino alle ghiaie che originano dalla morena del Calderone. Qui, stando attenti a non sbagliare, dato che le segnalazioni sono poco evidenti, prendiamo a scendere i caotici ghiaioni verso la sella dei Due Corni, il meraviglioso e spettacolare passo dove le propaggini del Corno Grande toccano quelle del Piccolo. La vista, oggi, è particolarmente suggestiva: un cielo che più azzurro non si può mette ancora più in risalto gli svettanti monoliti di chiaro calcare delle Fiamme di Pietra, veri e propri campanili di roccia, unici in tutto l'Appennino.


Cordata sulla Punta dei Due


Le Fiamme di Pietra




 Dalla sella scendiamo sul versante del vallone dei Ginepri e, appena pochi metri al di sotto del valico, il clima cambia completamente: da un freddo intenso ad un dolce tepore, complice il sole e l'assenza di vento. Pochi minuti di discesa sulle ripide ghiaie che costeggiano i campanili del Corno Piccolo, ammirando gli arrampicatori impegnati sulle brevi ma bellissime vie delle Fiamme di Pietra, e arriviamo all'attacco della via Danesi.

Rampa dove inizia la Danesi

Saliamo la prima ripida rampa di sfasciumi, che porta alla piccola forcella dove attacca anche la via Valeria al Campanile Livia... ricordi ormai lontani di una preistoria alpinistica in cui Leo era un capocordata... e proseguiamo traversando fino alla base della Piccola Parete, la ripida muraglia di roccia che dal 1926 è stata addomesticata con attrezzature in acciaio, in modo da facilitarne la risalita. Luca, che ha ottima memoria e delle salite in montagna ricorda ogni dettaglio, si accorge subito che il nuovo percorso, riattrezzato l'anno scorso, passa molto più a sinistra sulla parete, in una zona più ripida e liscia. Io me ne rendo conto solo salendo. In particolare, penso che a nessuno che l'abbia percorsa prima del remake possa sfuggire che non si passa più per il famoso "buco", ma sulle rocce alla sua sinistra. Quello stretto passaggio, infatti, è oggi ostruito da numerose pietre crollate a causa del terremoto del 24 agosto 2016.

Numerose serie di gradini e di scalette aiutano a superare la ripida ed esposta parete, fino a portare sulla cresta sud del Corno Piccolo. Qui il percorso si destreggia tra enormi macigni accatastati, con spettacolari scorci e formidabili viste sul Vallone delle Cornacchie e il vicino Corno Grande.

Ferrata Danesi
Ferrata Danesi


Ferrata Danesi


Ferrata Danesi

Ferrata Danesi


Ferrata Danesi


Ferrata Danesi

In breve, giungiamo alle placche rocciose che conducono alla cima: ultimo passaggio caratteristico, il superamento di una profonda spaccatura della roccia, un po' pauroso ma oggi reso sicurissimo dal mancorrente di acciaio.

La cima del Corno Piccolo

Foto di vetta

La cima è parecchio affollata: non ci fermiamo molto, giusto il tempo di qualche foto, mangiare e bere qualcosa e, soprattutto, ammirare il vasto panorama a trecentosessanta gradi che si spinge fino al mare Adriatico. Scendiamo quindi per le rocce lisce e inclinate che conducono alla Prima Spalla: da qui, per una forcella, in un canalino roccioso. Seguiamo poi il sistema di cenge e paretine percorso dalla via Normale da sud. Pochi semplici passaggi di arrampicata su piccole rocce e siamo di nuovo ai piedi del Corno Piccolo, nel vallone dei Ginepri.


Scendendo lungo la via Normale del Corno Piccolo

Scendendo lungo la via Normale del Corno Piccolo

Scendendo lungo la via Normale del Corno Piccolo

Scendendo lungo la via Normale del Corno Piccolo

Scendendo lungo la via Normale del Corno Piccolo

Scendendo lungo la via Normale del Corno Piccolo

Intanto da sudovest dell'aria più mite e umida si scontra con la montagna, condensandosi e creando degli ammassi nuvolosi, che delineano ancor di più le belle ed eleganti forme di questa montagna, che non ha eguali in tutto l'Appennino.

Fiamme di Pietra

Rifugio Franchetti e mare Adriatico

Alla sella dei Due Corni
Risalendo al passo del Cannone, godiamo di panorami ineguagliabili, che si spingono fino al mare: l'aria limpida, il cielo blu, i colori vivi dell'autunno compongono un quadro che rende ancor più impressionante la già grande bellezza e imponenza di questi luoghi.

Cresta sud del Corno Piccolo

Vallone delle Cornacchie

Sopra la sella dei Due Corni


Vetta meridionale di Pizzo Intermesoli

Salendo al Passo del Cannone

Salendo al Passo del Cannone, vista sulla sella dei Due Corni

Vista verso il vallone delle Cornacchie e il mare

Pizzo Intermesoli

Cresta sud del Corno Piccolo


Con questi scenari meravigliosi davanti agli occhi, ripercorrere la via calcata al mattino diviene più leggero e per niente faticoso: giungiamo quindi alle ghiaie della sella del Brecciaio e da qui alle praterie ondulate di Campo Pericoli quasi senza accorgercene.

Nel mare di nubi spuntano Pizzo Intermesoli e monte Corvo


Pizzo Cefalone, monte Portella e Campo Pericoli

Verso sella di monte Aquila
Solo un po' lungo, come sempre al ritorno, ci pare il sentiero tra sella di monte Aquila e il piazzale di Campo Imperatore, ma anche quest'ultimo tratto scorre liscio sotto i nostri piedi e, sempre troppo presto, un'altra appagante giornata in montagna ha termine.

Da sella di monte Aquila, vista sul Corno Grande

Da sella di monte Aquila, vista sul Corno Grande

Commento finale

Escursione lunga ed emozionante, nel cuore di roccia dell'Appennino. La "nuova" ferrata Danesi non si discosta per difficoltà dalla vecchia: il grande uso di scale e gradini ne azzera le difficoltà arrampicatorie, ma rimane comunque un percorso aereo e suggestivo, in quanto supera pareti verticali e conduce nel fantastico labirinto di cuspidi rocciose che caratterizza la cresta del Corno Piccolo. Il passaggio per il sempre freddo passo del Cannone, le visioni dalla sella dei Due Corni, i panorami sul vallone delle Cornacchie e su Campo Pericoli e l'immensa piana di Campo Imperatore rendono questa escursione meravigliosamente panoramica.








Dati dell'Escursione



Data: 29 settembre 2018
Partenza/Arrivo: Campo Imperatore, 2120 metri circa
Punto più alto: Passo del Cannone, 2679 metri
Rifugi: nessuno sul percorso
Dislivello totale: 1250 metri circa in salita e in discesa
Tempo impiegato8 h circa (incluse soste) - 2 ore 45 min da Campo Imperatore (2120 m) all'inizio della Ferrata Danesi (2400 m); 1 h 15 min dall'inizio della ferrata alla cima del Corno Piccolo (2655 m); 1 h 30 min dalla cima del Corno Piccolo alla Sella dei Due Corni (2547 m); 2 h 30 min dalla sella dei Due Corni a Campo Imperatore. 
Sviluppo del percorsocirca 13 Km
DifficoltàEEA: Ferrata di livello medio/facile (B), senza particolari difficoltà tecniche, ma piuttosto esposta e verticale in vari tratti. Per il resto sentieri e tracce tra E e EE (tratto del passo del Cannone e via Normale) con rari passaggi di I grado.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, casco e kit da ferrata.








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