Monte Acquaviva al tramonto, visto dal Monte Amaro |
La Majella è detta dagli abruzzesi “montagna madre”, forse per le sue forme dolci e arrotondate, accoglienti come il grembo di una mamma.
Essendo relativamente distante da Roma,
è tra i massicci appenninici che meno conosco. Così, quando Marco
mi ha proposto qualche giorno in giro per montagne, mi è venuto
subito in mente un piccolo trekking per approfondire la conoscenza
con questo lontano massiccio abruzzese.
Nella lista delle cose che avevo sempre desiderato sperimentare tra i monti, figurava infatti ai primissimi posti una notte al bivacco Pelino, in cima al Monte Amaro. La mia idea è accolta con entusiasmo da Marco e, dopo vari preparativi, siamo in viaggio per il rifugio Pomilio, sopra passo Lanciano, dove arriviamo mercoledì 29 agosto, verso l'ora di pranzo.
Ci accingiamo a partire, piuttosto
intimoriti dagli zaini che per l'occasione sono molto pesanti...
Rispetto alle comuni gite giornaliere dobbiamo infatti portarci
dietro, oltre al sacco a pelo e al materassino, un po' di
vettovaglie, vestiario pesante (la notte a quasi 2800 metri è
fredda...) e soprattutto una sufficiente scorta d'acqua, dato che la
fonte più vicina a dove pernotteremo si trova a non meno di 3 ore di
cammino...
Il mio zaino pesa quasi 15 Kg, sta in
piedi da solo, ma purtroppo non ha ancora imparato a camminare...
Partiamo con il proposito di andare lenti-lenti, ma è difficile
assumere un ritmo che non è il proprio, anche quando si è carichi
come muli...
E' abbastanza caldo, vista l'ora, e
stranamente non tira un alito di vento. Il percorso tra i pini mughi
del blockhaus trascorre abbastanza agevolmente.
Arrivati al fontanino della sella Acquaviva, circa un'ora e mezza dalla partenza, beviamo molto e riempiamo nuovamente le bottiglie: io ho con me 5 litri d'acqua, che dovranno essere sufficienti fino al pomeriggio del giorno dopo. In realtà scoprirò che avrei potuto portarne meno, con sollievo delle mie spalle, ma il pensiero di rimanere assetato tra gli aridi ghiaioni sommitali della Majella, con ore di marcia da fare, mi spaventava un po'...
Marco al fontanino della Sella Acquaviva |
Dal fontanino il percorso comincia a
farsi duro: bisogna risalire un ripido ed assolato sentiero, tra
ghiaie e pini mughi, fino alla sommità del Monte Focalone. Stiamo facendo una sosta di qualche minuto ogni mezzora, durante la
quale togliamo gli zaini per far riposare i muscoli della schiena.
Un po' di sconforto ci assale quando vediamo la nostra meta, il Monte Amaro, lontanissimo dietro il lungo crinale che dobbiamo percorrere... Ma l'arrivo sulla sommità del Focalone è molto rinfrancante: sappiamo che il più del dislivello è superato, ora ci attendono i saliscendi dei Tre Portoni.
Un po' di sconforto ci assale quando vediamo la nostra meta, il Monte Amaro, lontanissimo dietro il lungo crinale che dobbiamo percorrere... Ma l'arrivo sulla sommità del Focalone è molto rinfrancante: sappiamo che il più del dislivello è superato, ora ci attendono i saliscendi dei Tre Portoni.
Una sosta lungo la ripida salita al Focalone |
Vista delle Murelle, salendo verso il Focalone |
Il Primo e il Secondo Portone: sullo sfondo la nostra meta, il Monte Amaro |
I Tre Portoni sono tre alte selle, poste sul lungo crinale tra il Focalone e il Monte Amaro, il cui superamento costringe a dei non irrilevanti saliscendi, particolarmente “antipatici” al ritorno... Ma noi oggi li dobbiamo affrontare solo all'andata e l'idea ci consola un po'.
Il paesaggio è molto suggestivo: la
Majella è uno dei massicci montuosi più particolari dell'Appennino,
con i suoi enormi valloni che si dipartono dall'alto crinale
principale, una lunga cresta d'alta quota, con altipiani sassosi e
desolati battuti dal vento. La sensazione di isolamento è molto
forte, per cui risulta più facile entrare in sintonia con l'ambiente
naturale che ci circonda.
Il sole sta calando, l'atmosfera assume
quel qualcosa di speciale che si può assaporare solo nei tardi
pomeriggi di bel tempo, ad alta quota. Il vento comincia a soffiare,
un po' fastidioso.
Superiamo quindi, uno alla volta, i tre
portoni, ed arriviamo all'altipiano terminale che conduce alla vetta.
L'ultimo lungo pendio per il Monte Amaro |
La Valle Cannella, tra il Monte S.Angelo e Cima dell'Altare |
In vetta troviamo una sola persona, che trascorrerà con noi la notte. Sistemiamo le nostre cose sulle brande a castello all'interno del bivacco Pelino: questo è una curiosa costruzione di metallo, dalla forma semisferica, dipinta in un acceso colore rosso che, in quell'ambiente roccioso e desolato, pare quasi un modulo spaziale atterrato su Marte.
Il sole sta tramontando e il Monte
Amaro proietta il suo cono d'ombra sulle colline che digradano a
oriente, verso la costa: un enorme triangolo che dalla montagna
spinge il suo vertice quasi fino al mare. Dà una sensazione di
grande potenza.
Monte Acquaviva e S.Angelo a sx. Cima dell'Altare a dx. Al centro l'ombra del Monte Amaro |
L'ombra del Monte Amaro, da cui ci troviamo, si proietta verso la costa abruzzese |
Mentre scatto foto in giro, vedo salire
dal vallone di Femmina Morta due persone: il primo ci raggiunge
presto, è un francese di origini abruzzesi, che chiede informazioni
sul sentiero per passo S. Leonardo. Arriva subito anche la sua
compagna, parecchio infreddolita e stanca. Li convinciamo che non è
il caso di continuare il cammino, ormai farà notte, tira vento... Si
sistemano nel bivacco anche loro.
Il sole lascia il posto alla luna, che
oggi è quasi piena e alta sull'orizzonte. La sua luce biancastra
illumina le rocce e i valloni che ci circondano, dando al paesaggio
un aspetto irreale. Migliaia di lucine si scorgono ai piedi della
montagna, soprattutto verso il mare: sono le città dell'Abruzzo
orientale. Faccio molte foto, nonostante il vento freddo. Scorgo dei
puntini luminosi che si avvicinano: sono le lampade frontali di tre
ragazzi che passeranno la notte anche loro nel bivacco. Siamo otto,
si sta ancora comodi.
La luna sul Bivacco Pelino al Monte Amaro |
"Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?"
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?"
Nuvole sopra il Bivacco Pelino |
Monte Acquaviva sotto la luce lunare |
Bivacco Pelino rischiarato dalla luna |
Ci sistemiamo nelle nostre “cucce”. Non è che siano un granchè comode... Ogni minimo movimento provoca sinistri cigolii. Si sente il vento fischiare fuori e fa un discreto freschetto, anche chiusi nel saccoletto. Ma l'ululato del vento non dà fastidio... Molto peggio il concerto di tromba nasale che un coinquilino inizia pochi minuti dopo essersi coricato e che andrà avanti tutta la notte con poche variazioni sul tema (trombone, motosega, fischio, raschietto).
No comment!!! |
Interno del Bivacco Pelino |
Dati dell'escursione
Data: 29
Agosto 2012
Partenza: Rifugio Pomilio, 1892 metri
Partenza: Rifugio Pomilio, 1892 metri
Arrivo: Bivacco
Pelino al Monte Amaro, 2793 metri
Punto più alto:
Monte Amaro, 2793 metri
Rifugi: Rifugio
Pomilio, 1892 metri; Bivacco Pelino, 2793 metri
Dislivello totale in salita:
oltre 1200 metri
Dislivello totale in discesa:
oltre 300 metri
Tempi impiegati (soste comprese):
Rif. Pomilio – fontanino Acquaviva: 1,30 ore; fontanino – Monte
Focalone: 1,30 ore; Monte Focalone – Monte Amaro: 1,45 ore. Totale:
4,45 ore
Sviluppo del percorso:
circa 12 Km
Difficoltà: E
Attrezzatura:
Scarpe da escursionismo; buona riserva d'acqua; se si intende
pernottare al bivacco Pelino sacco a pelo necessario, consigliabile
un materassino
Complimenti per le tue relazioni e per le tue magnifiche foto , è un'ora che gironzolo tra le tue foto e le tue escursioni. Buona montagna e buona luce .
RispondiEliminaSante
Ti ringrazio molto, per la visita e il gentile commento.
EliminaUn saluto,
Renato
Ciao Renato, probabilmente scrivero' un articolo sulle montagne abruzzesi per la rivista mensile della Federazione alpina slovena. Potresti cedermi qualche foto? Sulla Majella purtroppo sono stato con la nebbia e dunque non ne ho di buone :( Ciao! PS: Il soprannome Zlatorog???!! Grazie, Dimitrij
RispondiEliminaCiao Dmitrij, nessun problema a pubblicare le mie foto sulla rivista della PZS (Planinski Vestnik?), ma per favore puoi citare la fonte?
EliminaIl nome Zlatorog del mio blog è dovuto al grande amore per le montagne slovene (mia nonna era di Črni Vrh nad Idrijo...). Fammi sapere quando pubblichi!
Saluti!