Bivacco Pelino: il nostro hotel a 5...mila stelle! |
(Continua da "In vetta al M. Amaro")
Passo la notte nel dormiveglia, con quella strana sensazione per cui non so se sto dormendo, sono desto, dormo e sogno di essere sveglio o chissà cosa... Fatto sta che quando alle 5 suona la sveglia, è un po' una liberazione...
Passo la notte nel dormiveglia, con quella strana sensazione per cui non so se sto dormendo, sono desto, dormo e sogno di essere sveglio o chissà cosa... Fatto sta che quando alle 5 suona la sveglia, è un po' una liberazione...
Mi copro bene ed esco dalla nostra
semisfera di lamiera: fuori è ancora buio, ma il cielo è limpido.
Do uno sguardo attorno e vedo una cosa
che subito mi lascia stupito: mi pare di vedere il sole che sta per
nascere verso ovest, cioè dalla parte “sbagliata”! Ho bisogno di
qualche secondo per capire che si tratta in realtà della luna che
sta tramontando e che, bassa dietro le nuvole, riflette una luce
rossastra che la rende quasi irriconoscibile e la fa somigliare al
sole! L'attimo di sbigottimento per questo fenomeno inconsueto dura
un bel po'...
Scomparsa la luna dietro l'orizzonte,
il cielo, più buio, appare adornato da una marea di stelle, che
brillano luminose e tremolanti nonostante verso oriente, dall'altra
parte dell'Adriatico, si scorga già la bianca luce dell'aurora rischiarare l'orizzonte. Lo scenario è
bellissimo ed emozionante, provo a catturare questa luce irreale con
qualche foto.
Bivacco Pelino poco prima dell'alba. Le città illuminate dovrebbero essere Vasto e Termoli. A sinistra il chiarore del sole che sta per sorgere |
Il cielo si tinge sempre più di rosso, i primi raggi di sole illuminano creste e versanti, donano corpo ai contrafforti e profondità ai valloni. La luce avanza lenta verso occidente, illuminando le catene montuose più lontane.
Alba, vista verso la costa |
Alba, vista verso l'Acquaviva |
Bivacco Pelino all'alba |
Il sole nascente fa scintillare la superficie del mare, e sul suo colore dorato risalta la linea di costa, giù fino alla lontana e ampia ansa del Gargano.
Mangiamo qualche biscotto per colazione
e beviamo un te caldo grazie al fornelletto che Marco ha portato con
sé. Subito dopo partiamo, riprendendo la via percorsa il giorno
prima.
Alba dal Monte Amaro: vista sull'adriatico |
Dal Monte Amaro, verso la valle di Femmina Morta e i monti del Parco Naz. d'Abruzzo, Lazio e Molise |
Io e Marco all'alba sul Monte Amaro |
Valle di Femmina Morta |
Il programma per la giornata è di tornare al rifugio Pomilio, con qualche digressione di percorso: vorremmo salire il monte Pesco Falcone e la cima Murelle.
Arrivati là dove si dirama la dorsale che raggiunge il Pesco Falcone Marco, che viene da un periodo di scarso allenamento e che quindi ha risentito ancor più di me della nottataccia, preferisce rinunciare. Salgo quindi l'ampio crestone che, in breve, porta alla cima.
Discesa dal M. Amaro, con il gruppo del Gran Sasso sullo sfondo |
L'altipiano del M. Amaro e il gruppo del Gran Sasso |
Verso Monte Pesco Falcone |
Vista del M. Amaro dal Pesco Falcone |
La vetta mi appare un po' insignificante: sosto appena il tempo di svestirmi un po' dato che il sole sta riscaldando in fretta l'aria. Ritorno da Marco e proseguiamo insieme per i Tre Portoni già percorsi ieri.
Avvistiamo diversi branchi di camosci
che pascolano beati sui pendii attorno a noi.
Macchia di Caramanico dal Pesco Falcone |
Il Terzo Portone |
Camosci al Terzo Portone |
Vallone dell'Orfento |
Camoscio |
Branco di camosci nei pressi del Primo Portone |
Giunti al Monte Focalone, Marco
rinuncia prudentemente anche alla salita delle Murelle: preferisce
recuperare la stanchezza accumulata, evitando di allungare oltremodo
la già non breve escursione.
Mi dirigo dunque, solitario, verso la cima suddetta, mentre lui prosegue per il Pomilio. Il sentiero, che in teoria dovrebbe essere segnato, in
realtà non lo è affatto: a parte un cartello indicatore sulla
sommità del Focalone, infatti, solo qualche ometto indica la traccia
da seguire, che oltretutto, inizialmente è in comune con quella che
porta al Monte Acquaviva.
Come sempre mi accade quando mi ritrovo
su un sentiero poco/niente segnato che invece dovrebbe esserlo,
rimango un po' disorientato. Ma appena capisco che i segni non ci
sono, smetto di cercarli e procedo più sicuro, del resto la via è
piuttosto semplice e intuitiva.
Cima Murelle e Anfiteatro |
Risalgo il ghiaioso crinale che conduce
al Monte Acquaviva, finchè scorgo sulla sinistra un ripido ghiaione
che porta alla conca tra questa montagna e le Murelle, e decido di
scendere di lì.
Mi accorgo presto che non è il
percorso “ufficiale” segnato sulle carte, ma una traccia
praticata dai numerosi camosci che frequentano la zona. Scendo con
cautela sul ripido pendio di detriti malfermi, finché raggiungo la
valletta.
Lo scomodo pendio da cui sono sceso |
Mi avvio verso la cresta delle Murelle, al cui inizio, per alleggerirmi, abbandono due bottiglie di acqua: tanto tornerò di qui a recuperarle. Il sentiero in questo tratto non esiste: si passa da una cengia all'altra, perlopiù sul lato destro della cresta. Ogni tanto un ometto di pietra indica il percorso migliore, che comunque non è mai difficile, ma sempre divertente e panoramico.
In non molto raggiungo la bella e
solitaria vetta, che si affaccia sull'anfiteatro delle Murelle,
quest'estate vietato agli escursionisti dalla Forestale per
consentire la cattura di camosci da trasferire nel Parco Nazionale
dei Sibillini.
La cresta sud-ovest delle Murelle, da cui sono salito |
Cima delle Murelle |
Ridiscendo per la cresta già percorsa
in salita, raggiungo nuovamente la valletta sotto l'Acquaviva e
risalgo per un ghiaione, breve ma ripido, seguendo quella che
dovrebbe essere la traccia ufficiale. Il tratto è solo di un
centinaio di metri di dislivello, ma lo sento veramente duro: mi
fermo ogni cento passi a rifiatare.
La cresta sud-ovest delle Murelle vista dalla cima |
Il breve ma faticoso ghiaione da risalire |
Raggiungo nuovamente la sommità della
cresta tra Acquaviva e Focalone e, traversando tra sassi e sfasciumi,
sono ancora sul Monte Focalone.
Cima Murelle, Cima Acquaviva e la valletta che le separa dalla cresta tra Acquaviva e Focalone |
Monte Amaro dall'ampia cresta tra Acquaviva e Focalone |
Mi fermo per una breve sosta a bere e mangiare qualcosa. Sopraggiunge un altro escursionista solitario; fra noi intercorre questo strano dialogo:
Escursionista: Buongiorno
Io: Buongiorno
Esc. : Per il Monte Amaro si va di là?
Io: Sì
Esc. : Ci si può perdere?
Io: Beh! E' possibile ma se si sta
attenti...
Esc. : Ci vuole tanto?
Io: Penso 2 o 3 ore...
Esc. : Qual è il Monte Amaro?
Io: Quella cima laggiù
Esc. : Oggi pomeriggio verrà a
piovere?
Io: Le previsioni dicono di no, ma non
si sa mai
Esc. : Tu dove sei stato?
Io: Su cima Murelle
Esc. : Tu ci vai spesso in montagna?
Io: Beh, direi abbastanza
Esc. : Grazie delle informazioni, molto
gentile
Io: Non c'è di che
Esc. : Buon proseguimento
Io: Anche a te
Dopo questa intervista surreale, continuo
il mio cammino.
Il sentiero è ora il medesimo già
percorso ieri, ma oggi pare molto più lungo per via della
stanchezza.
Ripercorro i pendii, le ghiaie e le
macchie di pini mughi, sotto un sole abbacinante.
Arrivo alla cappelletta della Madonna
del Blockhaus, dove inizia la strada asfaltata: sono ancora “solo”
2,5 Km, ma sembrano non finire mai! Il Rifugio Pomilio è laggiù,
sotto l'orrenda selva di antenne radio-tv, ma cammina, cammina,
sembra sempre lì! Ma che, si sposta?
Cima Murelle e Monte Acquaviva viste scendendo dal Focalone |
La selletta dell'Acquaviva e il Blockhaus visti scendendo dal Focalone |
Quando manca circa 1 Km, vedo Marco in
macchina che mi viene incontro... Sono felice di scaricare lo zaino e
smettere di camminare su questo insulso asfalto!
Scendiamo a Passo Lanciano, dove ad una
trattoria facciamo un bel pranzo a base di fettuccine.
Dati dell'escursione
Data: 30
Agosto 2012
Partenza: Bivacco Pelino al Monte Amaro, 2793 metri
Partenza: Bivacco Pelino al Monte Amaro, 2793 metri
Arrivo: Rifugio
Pomilio, 1892 metri
Punto più alto:
Monte Amaro, 2793 metri
Rifugi: Rifugio
Pomilio, 1892 metri; Bivacco Pelino, 2793 metri
Dislivello totale in salita:
oltre 800 metri
Dislivello totale in discesa:
oltre 1400 metri
Tempi impiegati (soste comprese):
Bivacco Pelino – Monte Pesco Falcone: 1 ora; Pesco Falcone –
Monte Focalone: 3 ore; Monte Focalone – Cima Murelle: 1 ora; Cima
Murelle – Rif. Pomilio: 3 ore. Totale: 7 ore
Sviluppo del percorso:
circa 19 Km
Attrezzatura:
Scarpe da escursionismo; buona riserva d'acqua; se si intende
pernottare al bivacco Pelino sacco a pelo necessario, consigliabile
un materassino
Profilo altimetrico dell'escursione |
Percorso visto da ovest |
Percorso visto da est |
bellissime le foto dell'alba... le guardo con una certa invidia... dev'essere fantastico perdersi in quel chiarore...
RispondiEliminaSì, l'alba è sempre bella, ma da quelle altezze ha qualcosa di speciale. Certo: va guadagnata, e non dico tanto per la fatica della salita, tutto sommato modesta, quanto per la nottata nel bivacco... Forse sarebbe meglio partire di notte ed arrivare su prima del sorgere del sole: con la luna che c'era, non serviva manco la lampada frontale!
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