Bella salita sopra le nuvole, sulle due montagne più alte della Marsica!
(6 novembre 2022, Corona di Massa d'Albe, L'Aquila) - Per salire sul Velino, la via escursionistica più dura è quella da Massa d'Albe, sia per la ripidezza che per il dislivello totale che si deve affrontare (quasi 1600 metri). Visto che Francesco ha una 4X4 abbastanza alta, cerchiamo di guadagnare qualche chilometro (e un pochino di dislivello) proseguendo oltre la frazione di Corona, lungo la sterrata che porta a Fonte Canale. Il percorso, con questo tipo di macchina, è abbastanza agevole (a parte qualche punto più dissestato), finché non si giunge ad un duecento metri dalla fonte: qui un tratto di strada ripido e con roccette troppo affioranti per il nostro mezzo ci impedisce di procedere oltre. Con una delicata retromarcia e una scomoda inversione in uno slargo, lasciamo l'auto a circa mezzo chilometro dalla Fonte, in prossimità dell'incrocio con un'altra mulattiera che sale da sinistra, ancor più impervia di questa (1110 m circa).
Lasciata dunque l'auto, ci incamminiamo, essendoci risparmiati un 200 metri di dislivello e un chilometro e mezzo di cammino, ma avendo guadagnato, in fin dei conti, poco tempo, in quanto le manovre fatte nell'ultimo tratto di strada ci hanno preso abbastanza. Giungiamo in pochi minuti a Fonte Canale (1200 m), tra bei pioppi dalle foglie gialle, e proseguiamo per il sentiero che taglia alla base il monte Cafornia, dirigendoci verso la pinetina di rimboschimento che ricopre i pendii a monte di Colle Pelato (1359 m). La risaliamo con qualche tratto ripido, avvolti dal caratteristico ed un po' insolito aroma di resina, per sbucare quindi nel pianoro che si apre di fronte al Canalino (1500 m circa), il profondo, stretto e ripido vallone che separa il monte Velino dal Cafornia.
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Velino e Cafornia dalla sterrata che sale da Corona |
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La segnaletica ha bisogno di una sistemata |
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Panorama verso sud |
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Vista verso Magliano de' Marsi |
Da qui l'escursione, finora un po' monotona, incomincia a farsi interessante: il terreno è più ripido ed impervio e cominciamo a farci strada tra roccette ed erti pendii. Un passaggio particolare, forse il più impegnativo dell'escursione, lo affrontiamo in corrispondenza di alcuni piccoli salti di roccia, un po' ripidi, situati all'inizio di un canalino che dobbiamo percorrere per raggiungere la cresta sud-ovest, per la quale dovremo giungere in vetta. Si tratta di un paio di passaggi di primo grado, ma molto brevi e non esposti, che però è meglio affrontare con attenzione perché scivolando, comunque, ci si potrebbe far male...
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Qualche roccetta di I grado |
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Sopra le nuvole |
Continuiamo a camminare per l'ampia dorsale del crestone sud-ovest, avvolti in una sorta di nebbia che non ci consente grandi viste. Man mano che saliamo, però, la luce si fa sempre più forte e il cielo più bianco, finché la foschia si dissolve e sopra un mare di nuvole che copre il fondovalle, spuntano le vette: quelle vicine, del Velino e Cafornia, e quelle più lontane, delle altre cime appenniniche che si affacciano dall'altro versante del Fucino. Uno spettacolo sempre affascinante e sorprendente.
Il sentiero, un po' impervio e faticoso, ci conduce a lungo e piano-piano fino alla vetta (2486 m): gli ultimi passi sono entusiasmanti per il panorama a trecentosessanta gradi e per l'atmosfera suggestiva.
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Salendo lungo la cresta sud-ovest |
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Un torrione lungo la cresta sud-ovest |
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Facile passaggio su roccia |
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Ultimi pendii prima della cima del Velino |
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Lungo il sentiero |
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Sopra le nuvole |
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Sopra le nuvole |
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La vetta del Velino |
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Galaverna sulla croce del Velino |
Dopo una sosta non eccessivamente lunga, decidiamo che possiamo procedere con l'escursione passando per la vetta del Cafornia. La fattibilità di questo itinerario, abbastanza scontata in estate, non lo è in autunno ed inverno se non si è abbastanza veloci o mattinieri, in quanto comporta un tempo di percorrenza più lungo e se si vuole evitare di essere colti dal buio in mezzo agli impervi versanti di queste montagne, bisogna limitare le soste e stare molto attenti ai tempi. Valutiamo che siamo ancora in tempo, quindi proseguiamo scendendo dalla cresta nord, un po' ghiacciata, per prendere poi la panoramica cresta rocciosa che conduce verso est, alla base del cono finale del Cafornia.
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Monte Cafornia e mare di nuvole |
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Scendendo dalla cima del Velino, versante nord |
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Sulla cresta tra Velino e Cafornia |
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Sulla cresta tra Velino e Cafornia |
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Sulla cresta tra Velino e Cafornia |
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Vetta del Velino sullo sfondo |
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Dalla vetta del Cafornia, vista sulla Magnola e la Maiella |
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Vetta Cafornia |
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Sulla cresta del Cafornia |
Il percorso è straordinariamente panoramico, oggi ancor più suggestivo per le nebbioline che ci avvolgono e che rendono ancora più affascinante le profonde valli che sormontiamo, L'ultimo ripido pendio di sassi e rocce, ci porta sulla seconda vetta della giornata, il monte Cafornia (2424 m).
Il panorama da questa vetta non è meno spettacolare di quello che si gode dal Velino. Ci fermiamo comunque poco, perché il sole cala velocemente e il cammino è ancora lungo. Scendiamo per la cresta est di questa imponente montagna, con visioni da sogno sulle vicine vallate Majelama e Bicchero, che appaiono tra le nuvole sfilacciate. Lontana, la Maiella innevatissima, riluce di un bianco splendente. Il sole basso e le nubi che ci affiancano ci regalano un ulteriore spettacolo: lo Spettro del Brocken, un effetto ottico che consiste nel vedere la propria ombra proiettata dal sole sulle nuvole, contornata da un cerchio iridato, molto suggestiva e abbastanza rara. Lontano, verso nord-ovest, il riflesso del sole evidenzia il lontano mar Tirreno, che riluce come uno specchio argentato. Bellissimo.
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Scendendo dal Cafornia |
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Si intravvede il mar Tirreno |
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Maiella e Serra di Celano tra le nuvole |
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Spettro del Brocken |
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Scendendo dal Cafornia |
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Scendendo dal Cafornia |
Le tracce di sentiero ci indirizzano verso l'ampio ed uniforme versante sud: la lunga giornata comincia a farsi sentire sui nostri piedi un po' affaticati, ma continuiamo a scendere tra questi brulli versanti, fra branchi di cavalli bradi e avvoltoi grifoni in ricognizione.
Il sole basso inizia a tingere di tinte rossastre le rocce sommitali del Cafornia. Giungiamo sulla sterrata di fondovalle al tramonto. Gli ultimi quindici o venti minuti di cammino scorrono nell'atmosfera fiabesca del crepuscolo, con l'orizzonte a ovest che si tinge di giallo, rosa e violetto e il contorno di alberi, cespugli e montagne che si fa quasi irreale.
Oltrepassata la Fonte Canale in un'atmosfera quasi di sogno, in dieci minuti raggiungiamo l'auto che è già buio.
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Tramonto |
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Scendendo dal Cafornia |
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Verso il tramonto |
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Ultimi raggi di sole sul monte Cafornia |
Commento finale
Tra le più belle e faticose escursioni dell'Appennino centrale. Nelle condizioni atmosferiche da noi incontrate (inversione termica con nubi compatte sotto i 2000 metri e sereno sopra) lo spettacolo è stato eccezionale ed emozionante. Volevamo avvantaggiarci arrivando con l'auto a Fonte Canale, ma ci siamo fermati circa mezzo chilometro prima, all'ultimo spiazzo utile a parcheggiare, perché poche centinaia di metri più avanti la strada diventava impraticabile per il nostro mezzo. Anche dove siamo arrivati noi, comunque, è necessaria un'auto 4X4 piuttosto alta in quanto la strada è per lunghi tratti parecchio dissestata. Nel dubbio meglio parcheggiare a Corona e salire a piedi.
Dati dell'Escursione
Data: 6 novembre 2022
Partenza/Arrivo: Fonte Canale, 1110 m
Punto più alto: monte Velino, 2487 m
Dislivello totale: 1480 metri
Tempo impiegato: 8 h circa (incluse soste) - da Fonte Canale (1110 m) alla cima del Velino (2487 m): 4 h 5 min; dal Velino alla vetta del monte Cafornia (2424 m): 1 h 10 min; dalla cima del Cafornia a Fonte Canale: 2 h 40 min
Sviluppo del percorso: circa 11,8 Km
Difficoltà:
EE: sentieri e tracce di sentiero ripide, poco esposte ma spesso su detriti e superfici un po' scivolose. Qualche facilissimo e brevissimo passaggio su roccia nella parte iniziale della salita al Velino
Attrezzatura: Scarpe da montagna, eventualmente bastoni da escursionismo.
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