sabato 21 settembre 2019

La vetta orientale del Corno Grande



Una salita caldissima nel cuore dell'estate.


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(Prati di Tivo, Teramo, 10 agosto 2019) - Il viaggio da Roma a Prati di Tivo è piuttosto lungo ed arriviamo in Abruzzo che il sole è già alto. Io e Luca prendiamo la cabinovia che porta ai 2000 metri dell'Arapietra, al cospetto dei giganti di roccia dell'Appennino. 

La parete nord del Corno Piccolo dai Prati di Tivo

Luca in telecabina

Il Corno Grande visto dall'arrivo della telecabina
Cominciamo a camminare sull'affollatissimo sentiero che porta al rifugio Franchetti: il caldo è bestiale, nonostante partiamo già a 2000 metri di altezza, ricordo di aver sentito poche volte tanto caldo durante un'escursione in montagna.

La parete est del Corno Piccolo con il Monolito
Dopo un'oretta di cammino quasi in fila indiana, arriviamo, sudatissimi, al rifugio Franchetti, dove sostiamo giusto per rifocillarci un po' con l'acqua delle nostre borracce. Spenta la sete, riprendiamo il nostro cammino, in nutrita compagnia di decine di escursionisti diretti, anche loro, nel cuore del Gran Sasso.


Partiti dal Franchetti
Saliamo lungo le pietraie che portano alla sella dei Due Corni (2547), dove lo splendido scenario delle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo ci lascia ammirati come sempre. Stillando grosse gocce di sudore, procediamo sui micidiali ghiaioni che conducono verso il passo del Cannone. Poco prima di giungere al passo, deviamo a sinistra, verso la conca del Calderone.

Salendo dalla sella dei Due Corni

Appare la conca del Calderone, con le vette Orientale e Centrale del Corno Grande

Giungiamo quindi nella spettacolare conca, dove siamo circondati dalle aspre rocce che scendono dalle vette del Corno Grande, a settentrione. Il caldo mi sfianca e mi sento debolissimo. Avverto uno sforzo sproporzionato rispetto a quello che sto facendo: non so se è la temperatura, lo stress accumulato negli ultimi - intensi - giorni lavorativi o se è solo una giornata "no"! Fatto sta che non mi sento affatto in forma. Ma posso salire lo stesso, con qualche pausa in più del solito. Prendiamo quindi la nuova ferratina che sale alla cresta della vetta Orientale.

La vetta Occidentale del Corno Grande

Quel che resta del ghiacciaio del Calderone

Risalendo la cresta nord della vetta Orientale

Un passo alla volta, seppur a fatica, superiamo il canalino attrezzato e giungiamo sul crestone terminale. Lo risaliamo senza fretta, godendoci la spettacolare vista aerea a 360 gradi. In non molto tempo siamo sulla vetta (2904 m).

Luca sbuca sulle ultime rocce

La vetta Centrale e la Occidentale, con la cresta est

Luca sulla vetta Orientale
Le nostre intenzioni iniziali erano di proseguire l'escursione dalla vetta Orientale fino alla Forchetta Sivitilli e, da lì, fino in cima alla Centrale. Purtroppo non mi sento nelle condizioni di proseguire: sono stanco, demotivato. Rinuncio e mi fermo a contemplare il panorama che si apre a 360° su decine di Km tutto intorno. Luca, che invece è in forma e voglioso, prosegue un pezzetto per vedere dove passa la via. Scende alcuni metri dalla vetta verso la Forchetta, esplorando il terreno. Sarà per un'altra volta...

Vista verso la Catena Orientale e Campo Imperatore

Luca scende dalla vetta Orientale verso la Forchetta Sivitilli

Luca in "esplorazione"

Terminata la breve esplorazione di Luca, decidiamo di tornare, anche per non fare troppo tardi. Riscendiamo quindi per la via di salita.

Lungo la cresta della vetta Orientale

Uno dei pilastri del Paretone

Al termine della nuova ferrata
Riatterriamo quindi sulle ghiaie della conca del Calderone. Ci togliamo casco e imbragatura e proseguiamo la discesa, sempre sotto il sole cocente, verso il rifugio Franchetti.

Conca del Calderone


Campanile Livia e Punta dei Due
Scoliamo le ultime gocce d'acqua al rifugio e ci incamminiamo in discesa verso la stazione della cabinovia. Ripercorriamo questo sentiero dove erano diversi anni che non tornavo, attorniati da uno scenario unico, perlomeno sull'Appennino.

Anticima nord della vetta Orientale

Lungo il sentiero




Giunti alla cabinovia, diamo un saluto un po' malinconico al Corno Grande... Non abbiamo completato la gita come avremmo voluto, ma la bellezza di questi luoghi ci lascia comunque appagati.

Commento finale

Il caldo e uno stato psico-fisico non ottimale non mi hanno permesso di godere appieno di questa escursione, che porta in uno dei luoghi più spettacolari del Gran Sasso e dell'intero Appennino. Purtroppo, come spesso accade per i posti più scenografici, sono luoghi anche tanto affollati, perlomeno nella "bella stagione".




Dati dell'Escursione



Data: 10 agosto 2019
Partenza/Arrivo: Arrivo cabinovia La Madonnina, 2015 metri
Punto più alto: vetta Orientale del Corno Grande, 2903 metri 
Rifugi: rif. Franchetti
Dislivello totale: 900 metri circa
Tempo impiegato6 h circa (incluse soste) - 1 h dalla Madonnina (2015 m) alla rif. Franchetti (2433 metri); 1 h dal Franchetti all'attacco della ferrata del Calderone (2650 m); 45 min dal Calderone alla vetta Orientale (2902 m);  3 h circa per la discesa fino alla Madonnina.
Sviluppo del percorsocirca 11 Km
DifficoltàEEA la nuova (2018) ferrata che sale dalla conca del Calderone è molto breve, ma presenta un tratto di poche decine di metri, all'inizio, abbastanza impegnativo da richiedere l'utilizzo dell'autoassicurazione. Una volta sbucati in cresta, il percorso è di grado EE in quanto un po' impervio e con qualche passaggio esposto. Il resto della gita, pur non elementare e non consigliabile a chiunque, è adatto alla maggior parte degli escursionisti.
Attrezzatura: Casco e kit da ferrata per la breve ferrata sono consigliabili, soprattutto per la discesa. Ovviamente, scarpe adatte alla montagna.

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