La più classica delle salite di alpinismo invernale di tutto l'Appennino: bella, facile e divertente!
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(Rifugio Angelo Sebastiani al Terminillo, Micigliano, Rieti) - Giornata perfetta per una gita in montagna: cielo azzurro, poco vento, non freddo ma neanche troppo caldo... Cosa volere di più? Ci dirigiamo quindi al Terminillo, per ripetere una via super classica: la
Chiaretti - Pietrostefani. Io e Luca l'abbiamo già salita parecchie volte, per me è la settima, per lui anche di più... Con noi c'è però Giuseppe, che non conosce la zona e che non è mai salito sul Terminillo: quale miglior approccio invernale se non questo itinerario, che è vario, relativamente lungo e offre difficoltà non banali?
Partiamo quindi con molto comodo dal
rifugio Sebastiani. Sfiliamo sotto il versante est del Terminillo, illustrando al nuovo amico tutti i canali che salgono da questo lato della montagna.
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Versante est del Terminillo dalla sella di Leonessa |
La neve è abbondante e molto compatta: non si affonda e i ramponi fanno già comodo. In breve, arriviamo alla selletta delle Scangive: qui ci appare il canalino, che ha un aspetto piuttosto severo e affascinante.
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Canale Chiaretti - Pietrostefani |
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Avancorpo dei Sassetelli dalla sella delle Scangive |
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Sella delle Scangive |
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Sella delle Scangive |
Infilato il caschetto, raggiungiamo l'attacco del canalino: sale davanti Luca, poi io e infine Giuseppe.
La neve, nei primi metri, non è dura e ci sono delle comode impronte lasciate da una cordata che ci ha preceduto. Saliamo quindi il primo tratto, su inclinazioni moderate (45° - 50°).
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Verso il canale |
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Inizio del canale |
La salita procede tranquilla, un passo dopo l'altro: stretti tra queste pareti rocciose, aggrappati al ripidissimo pendio nevoso, siamo in una situazione completamente differente da quella che viviamo quotidianamente, eppure mi sento come se stessi facendo la cosa più naturale del mondo...
Continuiamo a salire: arriviamo alla prima strettoia, dove il pendio si fa più ripido e la neve più dura.
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Prima della strettoia a metà canale |
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Prima della strettoia |
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L'ambiente del canalino |
Superato questo passaggio caratteristico, ci avviciniamo al tratto più impegnativo: uno stretto canalino, quasi un camino, che con inclinazioni più impegnative esce sugli ultimi pendii che conducono all'inizio della cresta nord. Passo avanti io: risalgo per la strettoia, che si fa sempre più ripida. La neve qui è parecchio dura e ghiacciata: riesco a infilarci solo le punte dei ramponi e in diversi passaggi sento l'esigenza di usare le piccozze in piolet-traction. Un passo dopo l'altro, con un po' di tensione, esco fuori dall'angusto budello roccioso: era tempo che non affrontavo passaggi di questa difficoltà che, seppur in generale piuttosto modesta, non lo è per me, povero alpinista della domenica...
Superato questo tratto impegnativo, con il cuore che mi pulsa forte in gola e nelle orecchie, affronto dei pendii più agevoli che mi portano all'inizio della cresta, dove attendo i miei due amici.
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Arriva Luca |
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Arriva Giuseppe |
Ci riposiamo un attimo e riprendiamo il cammino: ci attendono i due salti della cresta nord, le ultime difficoltà di questa via.
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Verso il primo salto |
Il primo salto è pieno di neve: non è difficile perché ci sono profondi gradini, ma bisogna superare dei risalti quasi verticali, quindi bisogna fare attenzione a non sbilanciarsi. Saliamo quindi in un turbine di cristalli di neve spinti dal vento, che ci avvolgono in una miriade di stelline luccicanti!
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Primo salto |
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Primo salto |
Sul secondo salto c'è meno neve: si deve quindi seguire la cengia che attraversa a sinistra e poi salire per il breve ma ripido spigolo, che conduce di nuovo sul filo di cresta. Qui, invece dei cristalli di neve - stelline, arrivano dall'alto delle belle breccole di neve gelata, non proprio piacevoli (vedi le foto qui sotto...)
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Secondo salto |
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Secondo salto |
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Secondo salto |
Superate queste piccole difficoltà, siamo finalmente sulla parte finale della cresta nord: che pace, che panorama spettacolare, quanta bellezza!
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Dalla cresta nord del Termnillo, vista sul monte di Cambio e i Porcini |
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Lungo la cresta nord |
Poche centinaia di metri in modesta pendenza, ci portano in vetta, ai
2216 metri del Terminillo.
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Terminillo, panorama verso nord-ovest |
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Terminillo, panorama verso sud-ovest |
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Terminillo, panorama verso est |
Da questa vetta, da me salita oggi per la
settantaduesima volta, si gode un panorama a trecentosessanta gradi che spazia su tutto l'Appennino centrale e si spinge su
quattro diverse regioni.
La sosta, complice il clima mite, si protrae a lungo. Quando decidiamo di scendere, imbocchiamo il
Canale Centrale: facile e molto suggestivo. Scendiamo passo a passo, rilassati, incontrando vecchie conoscenze che salgono...
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Discesa nel canalone centrale |
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Discesa nel canalone centrale |
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Discesa nel canalone centrale |
In breve, il canalone ci riporta ai piedi della montagna. Da qui, affondando un po' nella neve ammollata dal sole, torniamo al
rifugio Sebastiani, dove ci rifocilliamo con succulente pietanze e un po' di vino rosso.
Dati dell'Escursione
Data: 16 febbraio 2019
Partenza/Arrivo: Rifugio Angelo Sebastiani, 1820 metri circa
Punto più alto: cima del Terminillo, 2216 metri
Dislivello totale: 400 metri circa in salita e in discesa
Tempo impiegato: 4 h circa (incluse lunghe soste) - 40 min dal rif. Sebastiani (1820 m) alla sella delle Scangive (1950 m); 1 h 45 min dalla sella delle Scangive alla cima del Terminillo (2216 m); 1 h dalla cima del Terminillo al rif. Sebastiani.
Sviluppo del percorso: circa 3,8 Km
Difficoltà:
PD+: il canale Chiaretti - Pietrostefani presenta una inclinazione media intorno ai 45°/50° con brevi tratti più ripidi in prossimità della strettoia a circa metà canale (50°/55°) e, soprattutto, nel piccolo canalino con cui si accede in cresta (15 metri mediamente a 55° con passi a 65°); la cresta Nord presenta difficoltà di tipo alpinistico in due salti: il primo più ripido (55°/60°), il secondo un po' meno (50°/55°); entrambi spesso possono essere parzialmente scoperti e richiedere passaggi di facile arrampicata (I e II grado). Il
Canale Centrale è di grado
F+: inclinazione media di 40°, brevi tratti più ripidi, sotto i 50°.
Attrezzatura: Scarpe da alpinismo invernale, casco, piccozza e ramponi. In alcune occasioni e per chi è alle prime armi può richiedere l'uso della corda.
Ma chi erano le vecchie conoscenze?
RispondiEliminaManuel Fantoni!
Eliminama dai! Ti ha riconosciuto?
RispondiEliminaRegolare!
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