(Pian Trevisan, Canazei, 14 agosto 2017) - Dal boscoso ripiano di
Pian Trevisan (1681 m), si gode di una visione impressionante del
Gran Vernel e della
Roda de Mulon, due possenti piramidi rocciose che svettano imponenti, spesso ornate di ghiacci e nevi, dai cupi boschi di abete che si estendono alla loro base. Con questa magnifica visione negli occhi, mi incammino per la mulattiera militare detta
Strada di Rusci, costruita dai prigionieri di guerra russi nel 1915, con lo scopo di collegare la val di Fassa, con le linee del fronte della Marmolada.
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La Roda de Mulon |
Oggi la mia meta è raggiungere la forcella del
Col de Bous, ai piedi del ghiacciaio della Marmolada, il più esteso delle Dolomiti. Da qui scenderò al
lago di Fedaia per tornare, con un altro sentiero, a Pian Trevisan. Un itinerario poco frequentato, ma molto suggestivo.
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Una Stella alpina |
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La stradina militare, scavata sotto la roccia |
Mi inoltro nel bosco, ombroso e silenzioso, e poco dopo attraverso il torrente
Avisio su un ponticello. Quindi comincio a salire, sfruttando la mulattiera costruita oltre cento anni fa: a quei tempi serviva a portare soldati e rifornimenti alle prime linee della Marmolada, oggi è percorsa con animo più lieto, dagli escursionisti che cercano un po' di relax nella natura.
Superato un ripido gradino boscoso, sbuco nell'ampio anfiteatro della
Ciamorciaa, dove il panorama si apre sullo stupendo spettacolo del
versante nord della Marmolada, con il suo ghiacciaio.
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Panorama sulla Marmolada |
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Il ghiacciaio della Marmolada |
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La Marmolada con la Punta Penia. Si vede anche la captazione del canale di gronda della Fedaia |
Salendo nel vallone gli alberi, abeti e larici, cedono il posto ai cespugli di pino mugo... Arrivato alle captazioni del
canale di gronda, che raccoglie tutti i ruscelli del versante per convogliarli nel
lago di Fedaia, posso vedere le cosiddette
marmitte dei giganti, un fenomeno geologico dovuto all'azione millenaria dei ghiacciai: in pratica, sul fondo dei ghiacciai, scorrono fiumi d'acqua con una velocità e una pressione che, in alcuni punti, diviene altissima e crea dei gorghi. Qui la roccia sottostante viene scavata e forma piccoli canyon e pozzi circolari, dalle pareti liscissime.
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Marmitte dei Giganti |
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Marmitte dei Giganti |
Dopo aver osservato, con prudenza, questo particolare fenomeno geologico, proseguo il mio cammino. Salendo ancora un po', giungo ai piedi del versante nord della Marmolada, in una zona aperta, tra massi enormi e pini mughi. Qui il sentiero taglia a sinistra, attraversando un costone roccioso, con qualche tratto attrezzato per facilitare il passaggio lungo delle cenge leggermente esposte.
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Il Gran Vernel e la Roda de Mulon |
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Marmolada |
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Marmolada, Punta Penia |
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Gran Vernel e Roda de Mulon |
In questo tratto, si possono osservare i ruderi di diverse trincee che, durante la Prima Guerra Mondiale, ospitarono i soldati austro-ungarici. Stessa cosa un po' più su, alla
forcella Col de Bous, dove, a ridosso delle rocce, spiccano i resti dei muri delle postazioni austriache e dei ricoveri militari. Qui vicino c'era anche la stazione dell'importante teleferica che saliva da Pian Trevisan. Questa, in due tronconi, trasportava i materiali per le truppe schierate sul ghiacciaio, alloggiate nella famosa
Città di Ghiaccio.
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Resti di muri a secco a rinforzo di trincee |
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Il Piccolo e il Gran Vernel |
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Il Col de Bous con i resti del ricovero austriaco |
Alla
forcella del Col di Bous (2348 m) si gode di un ampio panorama. Ovviamente è il
ghiacciaio della Marmolada che ruba la scena a tutte le montagne circostanti. Come risaputo, negli ultimi decenni tutti i ghiacciai si stanno ritirando e anche questo mostra evidenti i segni della sua diminuzione: ricordo che da ragazzino, quando salii sulla cima della Punta Penia, il fronte del ghiacciaio arrivava a poca distanza dal rifugio Pian dei Fiacconi. Ora ne dista diverse centinaia di metri... Le future generazioni avranno modo di compiere le escursioni su ghiacciaio che abbiamo compiuto noi? Sembra molto difficile.
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Ghiacciaio della Marmolada |
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Ghiacciaio della Marmolada |
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Resti del rifugio al Col de Bous |
Durante la salita sono stato pressoché solo, incontrando un paio di persone appena. Ora, data la vicinanza con il passo di Fedaia e la cabinovia, ci sono numerosi turisti attorno a me. Nonostante ciò il panorama rimane molto bello.
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Lago di Fedaia |
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Il Piz Boè |
Comincio comunque a scendere, per l'ampio sentiero che va parallelo alla vecchia cabinovia. Giunto poco sopra il lago di Fedaia, decido per una breve deviazione a visitare le
trincee costruite in questa zona dagli austriaci, per ripararsi dal tiro degli italiani appostati sulle montagne di fronte.
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Il sistema di trincee chiamato "Trincerone del Nido" |
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Un ricovero sotto roccia con un rotolo di filo spinato originale di 100 anni fa! |
Giunto al
lago di Fedaia (2050 m), dato che è ancora presto, decido di visitare il bel
museo della Grande Guerra: piccolo ma ricco di reperti di ogni tipo, per lo più ritrovati tra queste montagne. Vi si trovano, ovviamente, uniformi e armi di ogni genere, ma sono interessantissimi tutti gli oggetti, appartenuti ai soldati, che ci mostrano qual era la quotidianità delle truppe, italiane e austriache, che si fronteggiarono per anni in questi ambienti ostili.
Terminata l'interessante visita, attraverso la grande diga di Fedaia per poi prendere il sentiero detto
Via Neva (via nuova) che, scendendo nel bosco costeggiando il torrente Avisio, mi riporta nuovamente a Pian Trevisan.
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Lago di Fedaia |
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Targa commemorativa del III reggimento Cacciatori dell'Alpenkorps bavarese |
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Da sinistra: Piccolo Vernel, Gran Vernel e Roda de Mulon |
Commento finale
Escursione poco frequentata, nella sua prima parte, ma molto remunerativa perché permette di visitare ambienti particolari. Il panorama è un po' limitato rispetto ad altri posti, ma comunque sempre interessante. Può essere una buona idea allungare un po' l'escursione, proseguendo, dal col de Bous, verso il rifugio Pian dei Fiacconi e il vicino fronte del ghiacciaio.
Durante tutto il percorso, sono particolarmente interessanti le
testimonianze della Grande Guerra, che per essere però apprezzate necessitano di un minimo di preparazione, altrimenti rimangono difficilmente interpretabili. Si può qui ricordare che il bel sentiero che si percorre in salita è stato realizzato dai
prigionieri russi, catturati dagli austro-ungarici sul fronte orientale e trasferiti sulle Dolomiti per essere utilizzati come mano d'opera. La strada, così come la teleferica di cui rimangono i resti della stazione d'arrivo al Col de Bous, erano di grande importanza strategica. Infatti, per rifornire il fronte del ghiacciaio e, in genere, della Marmolada, i materiali giungevano in Alta val di Fassa via Innsbruck e Val Gardena o, in alternativa, tramite la Carinzia, Pusteria, Val Gardena, Passo Sella. Arrivati a Canazei, serviva una via sicura attraverso cui portarli al Fedaia. Le trincee che si rinvengono nell'escursione servivano a riparare i soldati imperiali dal tiro degli Italiani, che erano appostati sulle alture a nord della Marmolada (Mesola, Padon) e sui rilievi più orientali del massiccio (Punta Serauta). Poco sopra il lago di Fedaia, si possono visitare (indicazioni) i resti del sistema di trincee detto dagli italiani
"Trincerone del Nido", dove si possono vedere anche i ruderi di una cucina da campo. Nel percorso di discesa, lungo il sentiero detto Via Neva, a poca distanza dal
rifugio Castiglioni, si incontra una targa commemorativa, lasciata nel 1915 da una compagnia di Jäger dell'
Alpenkorps germanico: questi soldati arrivarono in zona già nel maggio del 1915, quando l'Italia era in guerra con l'Austria, ma non aveva ancora ufficialmente dichiarato guerra alla Germania. I soldati germanici si schierarono quindi a supporto degli alleati Austro-ungarici, senza partecipare agli scontri, ma a rinforzo delle loro linee, che nelle prime settimane di guerra erano piuttosto sguarnite e presidiate per lo più da milizia territoriale. Successivamente presero parte attiva al conflitto, nelle zone della Marmolada e del vicino Col di Lana.
Dati dell'Escursione
Data: 14 agosto 2017
Partenza: Pian Trevisan, 1681 metri
Arrivo: Pian Trevisan, 1681 metri
Punto più alto: forcella Col de Bous, 2348 metri
Dislivello totale: 800 metri circa
Tempo impiegato: 3 h 45 min circa (esclusa visita al museo) - 2 h 10 min da Pian Trevisan 1681 m alla forcella Col de Bous 2348 m; 50 min dalla forcella al rif. Castiglioni 2070 m; 45 min dal rifugio Castiglioni a Pian Trevisan.
Sviluppo del percorso: circa 11 Km
Difficoltà:
E+: l'escursione non presenta difficoltà particolari. Un breve tratto attrezzato prima di arrivare alla forcella Col de Bous non pone nessuna difficoltà agli escursionisti di media esperienza.
Attrezzatura: Scarpe da montagna ed eventualmente bastoni da escursionismo.
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