Centinaia di turisti salgono sul Piz Boè ogni estate, grazie alla funivia del Sass Pordoi che riduce parecchio il cammino. Percorrono la via più breve e comoda. Noi, invece, abbiamo scelto un'escursione più lunga e di maggior soddisfazione...
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(Passo Pordoi, Canazei, 21 agosto 2017) - E' stata un'estate molto calda, anche sulle Alpi, ma oggi no: è freddo. Con Luca partiamo da passo Pordoi seguendo il sentiero che sale alla forcella Pordoi.
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Temperatura bassa al passo Pordoi... |
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Il sentiero per forcella Pordoi |
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Il ghiaione che porta alla forcella Pordoi |
Saliamo quindi per il bel sentierino tracciato sulle ghiaie. Arrivati all'inzio del cengione che cinge, come un balcone, tutto il massiccio del Sella, lasciamo il sentiero, che prosegue alla forcella, e ci dirigiamo a destra, lungo l'ampio terrazzo.
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Lungo il cengione del Sella |
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Luca assaggia un po' di roccia |
L'ambiente che ci circonda è molto bello ed affascinante: quest'ampia terrazza, che si estende lungo tutto il gruppo del Sella, si appoggia su una prima fascia di rocce che precipitano sui prati del passo Pordoi e dell'Alta Badia. Al di sopra di essa, incombono pareti e torri verticali, gialle e strapiombanti, alte centinaia di metri. Un ambiente assolutamente emozionante. Lo sguardo, poi, può spaziare assai lontano: la Marmolada con il suo ghiacciaio è di fronte a noi, la verdissima valle di Livinallongo si distende ai nostri piedi con i suoi piccoli paesini e, all'orizzonte, appare lo spettacolo delle Dolomiti orientali, con Civetta, Pelmo, Sorapiss, Antelao e Tofane a farla da padrone. Un po' più vicine svettano le Dolomiti della val Badia, con l'inconfondibile profilo del Sass dla Crusc e il massiccio colorato delle Conturines. A occidente, invece, c'è la val di Fassa con il Catinaccio e il Sassolungo. Insomma un panorama eccezionale.
Camminando tra queste visioni meravigliose, passiamo sotto l'attacco della ferrata Piazzetta, una delle più difficili della zona e Luca non può fare a meno di provarne qualche metro...
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Torri e pareti del Sella |
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L'attacco della ferrata Piazzetta |
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L'attacco della ferrata Piazzetta |
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L'attacco della ferrata Piazzetta |
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L'attacco della ferrata Piazzetta |
Dopo che il mio amico ha provato i primi metri di questa selettiva ferrata, che sale per rocce lisce e verticali, proseguiamo il nostro cammino, con vari saliscendi, verso il versante della val Badia.
Superiamo l'attacco del canalone Rissa de Pigolerz e giungiamo, dopo essere passati nei pressi di un laghetto asciutto, a pochi passi dal rifugio Franz Kostner. Qui attacca il sentiero Liechtenfelds, un percorso attrezzato che, dopo aver superato un gradino roccioso, conduce all'altipiano sommitale del Sella.
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Vista del rif. Kostner, del Sass dla Crusc e dell'Alta Badia |
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Vista sul gruppo di Fanes |
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Valle di Livinallongo (Fodom) con sullo sfondo le Dolomiti orientali |
Ci inoltriamo quindi in una valletta stretta tra pareti rocciose, che sembra chiusa da una muraglia di roccia invalicabile. Mano a mano che ci avviciniamo, però, si scorge tra le rocce un passaggio: una serie di cenge, esposte ma ben assicurate da un mancorrente in fune d'acciaio, permette di insinuarsi nella parete e risalirla. Così facciamo, fino a sbucare sull'altopiano sovrastante.
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La valletta da dove risale il sentiero Lichtenfels |
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Sentiero Lichtenfels |
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Sentiero Lichtenfels |
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Sentiero Lichtenfels |
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Sentiero Lichtenfels |
Il sentiero ci ha condotti sull'altipiano del Sella, vasto pianoro d'alta quota, deserto roccioso dall'aspetto lunare. Lo percorriamo dirigendoci in direzione del Piz Boè, con vari traversi su cenge affacciate su profondi burroni.
Dopo un po' di cammino, giungiamo all'attacco della lunga cresta nord del Piz Boè, la cosiddetta Cresta Strenta. Cominciamo a risalirla, con un po' di fatica ed attenzione dato che in vari punti è un po' esposta.
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La cima del Piz Boè |
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Vista sulla Val de Mezdì |
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Risalendo la Cresta Strenta del Piz Boè |
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Lungo la cresta Strenta |
Il percorso non è difficile, ma qui e là richiede di mettere le mani sulla roccia. Prima di arrivare sul Piz, calchiamo la vetta di un altro tremila metri: il Piz da Lec Dlacè (3009 m). Da qui si scende brevemente per poi risalire, con brevi su e giù, per l'esile e contorta cresta che porta alla vetta del Piz Boé.
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Lungo la Cresta Strenta |
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Lungo la Cresta Strenta |
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Lungo la Cresta Strenta |
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Lungo la Cresta Strenta |
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Lungo la Cresta Strenta |
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Lungo la Cresta Strenta |
La cresta Strenta (che in ladino significa cresta stretta) è un percorso spettacolare, panoramicissimo, molto divertente, ma da affrontare con la dovuta attenzione. Seguendone i vari saliscendi, si arriva alla forcella dai Ciamorces (forcella dei Camosci), da cui è possibile scendere direttamente al rifugio Boè; noi però proseguiamo con una breve salita per ghiaie e roccette, che conduce sulla vetta, purtroppo superaffollata e occupata da un piccolo rifugio e un'antenna.
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Quasi in vetta al Piz Boè |
Siamo quindi in vetta: fa un bel freddo! Approfittiamo del rifugio per ristorarci un po'. Sfidiamo quindi la calca infernale davanti al bancone per ordinare due te caldi... Dopo una lunga attesa e un po' di sgomitare, finalmente riusciamo a conquistare le nostre bevande, che consumiamo su di un affollato tavolo del terrazzo.
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Un bel te caldo per rifocillarsi |
Il cielo è un po' velato, tira un poco di vento... Meglio coprirsi: l'aria dei tremila metri oggi si fa sentire. Cominciamo la discesa sul fianco ovest, verso il rifugio Boè. Il percorso, rispetto a quando lo affrontai per la prima volta, da bambino, è stato molto addomesticato... O forse sono io che ho più confidenza con la montagna? Sicuramente trent'anni fa non c'erano tutti questi gradini e il
doppio senso di marcia! Sì proprio così: da alcuni anni, per aumentare la sicurezza del gran numero di turisti, spesso poco esperti di montagna, che affrontano questo terreno impervio, sono stati realizzati due brevi itinerari attrezzati, uno consigliato per chi scende, l'altro per chi sale.
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La cresta Strenta, appena percorsa in salita |
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La val Lasties, da cui scenderemo |
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E' freddo... |
Ligi alla segnaletica, ci avviamo quindi per il percorso dedicato a chi scende... Come detto, il clima è piuttosto freddo e sulle rocce di questo versante, la neve caduta nei giorni scorsi e sciolta dai raggi del sole, si è ricongelata al contatto con le rocce creando spettacolari quanto
insidiose colate di ghiaccio e candelotti.
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Scendendo dal Piz Boè |
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Scendendo dal Piz Boè |
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Scendendo dal Piz Boè |
Il ghiaccio, comunque, non ci crea alcun problema, data l'
abbondante attrezzatura - cavo mancorrente e scalinate in legno - presenti sul breve percorso. Quindi, facendo solo un minimo d'attenzione, in pochi minuti siamo sui ghiaioni alla base del versante ovest del Piz. Una breve passeggiata ci conduce al
rifugio Boè (2873 m), immersi nel lunare ambiente di alta quota del Sella.
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Il versante occidentale del Piz Boè |
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La val Lasties e l'altipiano delle Mesules |
Siamo immersi in un paesaggio davvero
particolare e caratteristico, con pochi riscontri in Europa. Non è un caso che chi lo conosce, come paragone parla della...
luna! Sì, è proprio un ambiente
lunare: piatte distese di roccia chiara, qua e là interrotta da profondi solchi, cupole di pietra, ardite torri... L'ho visto parecchie volte, lo conosco da anni, ma ogni volta è un'emozione nuova.
La nostra meta, ora, è
Pian Schiavaneis, una bellissima radura ai piedi delle pareti del Sass Pordoi e del Piz Ciavazes, dove mio padre verrà a raccoglierci in auto. Per raggiungerla dobbiamo percorrere in discesa la selvaggia
val Lasties. Per immetterci nel vallone, dovremo aggirare su un fianco la cima dell'
Antersas, percorrendo il
Coburger Weg (
sentiero Coburgo), un sistema di cenge perfettamente attrezzate con corrimano metallico, che permette di attraversare a mezza costa la parete ovest dell'Antersas. Questo itinerario, da fare con la dovuta attenzione, è divertente ed emozionante, in quanto si passa su un baratro di parecchie centinaia di metri, procedendo per cenge, attaccati alla parete quasi verticale. Chi non se la sente può comunque passare per la cima, impiegando un po' più di tempo e fatica.
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Superiamo l'Antersass con il Coburger Weg |
Oltrepassato quindi l'Antersas e le sue vertiginose cenge, procediamo ancora per un po' sull'altipiano pianeggiante. Un po' la stanchezza che comincia a farsi sentire, un po' il paesaggio sublime che ci circonda, ma la sensazione è quella di essere in un luogo magico e misterioso; e pace ed appagamento si diffondono nell'anima.
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La Torre Berger |
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Luca in posa davanti alla Torre Berger |
Giungiamo quindi all'
imbocco della Val Lasties: è anche questo un ambiente eccezionale, una specie di
Grand Canyon in miniatura. Altissime pareti verticali precipitano su una valle che, mano a mano che scende di quota, diviene sempre più verde.
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La val Lasties |
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Val Lasties |
Percorriamo la val Lasties, dapprima sul suo dirupato fianco destro, finché, per ghiaioni e canalini, la traccia che stiamo percorrendo ci conduce sul fondovalle, in corrispondenza del
Pian de Siela (2300 m circa), un ampio ripiano erboso con enormi massi di origine glaciale, dove sostiamo per tirare un po' il fiato e riposare gli assai provati piedi... Siamo nel cuore della val Lasties, circondati da delle enormi pareti verticali. Passando sotto questi giganti di pietra ci sentiamo come delle formicuzze...
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Scendendo per la val Lasties |
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Pian de Siele |
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Val Lasties |
Quando ci siamo ristorati un po', riprendiamo il cammino, che non è ancora finito: ci attende infatti una bella scarpinata in discesa di un paio d'ore... Percorriamo quindi tutto il Pian de Siele, fino a giungere al gradino che scende verso Pian Schiavaneis. Qui, il sentiero percorre a zig-zag un rado bosco di larici e cembri e, scendendo, cominciano a comparire anche gli abeti. Ora il fondovalle è sempre più vicino. Sfiliamo quindi sotto l'immane parete ovest del Sass Pordoi e giungiamo al
Pian Schiavaneis (1850 m). L'avventura di oggi finisce qui, ma ci rimangono dentro le
tante emozioni suscitate dalla bellezza dei luoghi che abbiamo insieme attraversato.
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Scendendo dalla val Lasties verso Pian Schiavaneis |
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La parete est del Sas Pordoi da Pian Schiavaneis |
Commento finale
Gita
stupenda, assai varia per panorami ed ambienti attraversati. Consente di salire sull'inflazionato
Piz Boè per una via non troppo affollata: certo, la vetta e il tratto che porta al rifugio Boè sono incasinatissimi... ma il resto della gita consente di godersi la montagna con una certa tranquillità. La soddisfazione di conquistare il Piz Boè senza ricorrere alla funivia, poi, è sicuramente notevole.
Sebbene il dislivello non sia eccessivo e lo sviluppo notevole, ma non eccezionale, si tratta di una gita
abbastanza faticosa, in quanto per larghi tratti si svolge su sentieri un po' impervi, per quanto abbondantemente facilitati da attrezzature. Non si tratta di vere ferrate, ovviamente, ma richiedono
attenzione ed un minimo di esperienza. Per chi non potesse farsi venire a prendere a Pian Schiavaneis (o lasciarci un'auto), è possibile chiudere il giro scendendo dal Piz Boè alla forcella Pordoi e, da qui, al passo. Purtroppo in questa maniera si perde una parte di itinerario tra le più suggestive: la
magica val Lasties.
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Prima parte del percorso |
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Parte centrale |
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Parte finale dell'escursione |
Dati dell'Escursione
Data: 21 agosto 2017
Partenza: Passo Pordoi, 2239 metri
Arrivo: Pian Schiavaneis, 1850 metri
Punto più alto: Piz Boè, 3152 metri
Dislivello totale: 1300 metri circa
Tempo impiegato: 9 h circa (incluse soste) - 3 h da passo Pordoi 2239 m all'attacco del sentiero Lichtenfelds 2500 m; 2 h 15 min dall'inizio del sent. Lichtenfelds al Piz Boè 3152 m; 40 min dal Piz Boè al rif. Boè 2873 m; 3 h dal rif. Boè a Pian Schiavaneis 1850 m.
Sviluppo del percorso: circa 19 Km
Difficoltà:
EEA: il
sentiero attrezzato Lichtenfelds non è difficile, ma presenta tratti esposti, sebbene ben protetti dal cavo metallico. Alcuni punti, in cengia, leggermente esposti,
non sono però protetti ed è necessaria una certa
attenzione. Anche la
Cresta Strenta presenta lo stesso genere di difficoltà, ma il fatto che si tratti di una cresta può generare
maggior sensazione di vuoto nei meno esperti: qui i tratti
aerei non sono attrezzati da mancorrente, se non in pochi punti. La discesa dal Piz Boè al rifugio Boè è semplice, sebbene attrezzata anch'essa in più punti. Altri tratti attrezzati, piuttosto esposti, si trovano nel sentiero
Coburger weg, che attraversa a mezza costa l'Antersas.
Si tratta quindi di un itinerario da consigliare solo ad escursionisti con una certa esperienza e
che non temano eccessivamente il vuoto.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, casco ed eventualmente imbrago e kit da ferrata per gli escursionisti non esperti.
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