Finalmente riesco a risalire, dopo alcuni anni, sul Corno Grande in veste invernale!
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(Campo Imperatore, L'Aquila, 8 aprile 2017) - Partiamo presto da Roma e alle 7.30 siamo alla stazione di partenza della
funivia del Gran Sasso, a Fonte Cerreto. Ci prepariamo con comodo e ci accodiamo alla lunga fila per il biglietto, poi ci accalchiamo nella cabina e, sorvolati in pochi minuti i versanti sud dei Valloni, feriti dalle valanghe dello scorso gennaio, sbarchiamo ai
2130 metri di Campo Imperatore.
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L'albergo, la funivia e l'osservatorio astronomico di Campo Imperatore |
Appena usciamo dalla stazione di arrivo, ci accoglie un forte vento. La temperatura non è bassissima, siamo intorno agli 0°C, ma si sente abbastanza freddo: meglio così, cominciamo a camminare che ci scaldiamo!
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Il Sentiero Estivo per sella di monte Aquila |
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Lungo il Sentiero Estivo |
Oggi la quantità di neve al suolo sembra ideale per il genere di alpinismo che vogliamo fare: né troppa che impedisca la progressione, né poca che non consenta di utilizzare l'attrezzatura invernale... Inoltre le temperature degli ultimi giorni, alternando caldo e freddo, l'hanno trasformata, almeno a queste quote, in modo che sia della consistenza giusta.
Visto che appunto la neve non è troppa ed è ben consolidata, possiamo intraprendere la via più corta per avvicinarci al Corno Grande, ovvero il cosiddetto Sentiero Estivo, che taglia a mezza costa i pendii della cresta della Portella fino alla sella di Monte Aquila, un percorso che, con molta neve, diventa a forte rischio valanghe. Oggi invece si può percorrere senza problemi.
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Vista di Campo Imperatore e della Catena Orientale, dal Sentiero Estivo |
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Luca lungo il Sentiero Estivo |
Procediamo insieme a numerose comitive, tutti diretti verso la vetta più alta dell'Appennino.
Il vento è a tratti fastidioso, ogni tanto tra le pieghe della montagna troviamo un po' di riparo.
Il Corno Grande purtroppo non si concede alla vista: nonostante il tempo sia buono e il cielo in gran parte azzurro, il gigante di pietra si nasconde dietro una soffice cortina di nuvole e non mostra la sua vetta...
Giungiamo al punto dove si esce in cresta: si smette di traversare a mezza costa e si punta dritti per dritti in salita, verso il culmine di questa bastionata che separa la lunga piana di Campo Imperatore dalla selvaggia conca di Campo Pericoli.
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Salendo verso sella di monte Aquila, sullo sfondo monte Scindarella e Campo Imperatore |
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Luca in uscita alla sella di monte Aquila |
La pendenza è forte e la neve ghiacciata, ma sono presenti impronte di precedenti passaggi, quindi si sale come su una ripidissima scaletta, senza necessità di calzare i ramponi ma con la piccozza alla mano. In breve, con un po' di fiatone, sbuchiamo nei pressi della sella di monte Aquila, dove si apre il consueto, emozionante panorama su Campo Pericoli, vero cuore selvaggio del massiccio del Gran Sasso.
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Campo Pericoli con Pizzo Cefalone, monte Corvo, Pizzo Intermèsoli |
Proseguiamo il cammino verso la nostra meta. Il vento è meno forte ma, purtroppo, il Corno Grande continua ad essere incappucciato.
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La cresta della Portella |
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Monte Aquila |
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Il Corno Grande indossa il cappuccio |
Dopo un lungo tratto a saliscendi, sempre su ottima neve dura, oltrepassiamo la sella di Corno Grande e cominciamo a salire verso il Sassone, ai piedi dei ripidi versanti sud del Corno Grande. Da qui in poi il pendio comincia a farsi veramente erto e si fatica non poco.... Giunti ad uno spiazzo meno inclinato, al riparo di una roccia, sostiamo per calzare i ramponi e rifocillarci prima del tratto più impegnativo.
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Salendo verso il Sassone, sullo sfondo la cresta della Portella e, lontano, il gruppo del Velino |
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Si calzano i ramponi |
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La valle dell'Inferno e Campo Imperatore |
Riprendiamo a salire in nutrita compagnia, fino a giungere al Sassone, caratteristico monolito di roccia, punto di riferimento per le salite della Direttissima e per i percorsi che attraversano il versante sud-orientale del Corno Grande.
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Monti Brancastello e Prena |
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Il Sassone |
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Salendo al Sassone, sullo sfondo il Pizzo Cefalone |
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Vista dai pressi del Sassone |
Dopo il Sassone, si percorre una crestina poco inclinata che conduce verso un bivio: a destra si va verso il bivacco Bafile e vari itinerari alpinistici, tra cui il canale Moriggia-Acitelli. Proseguendo dritti si finisce nel canalino della Direttissima che, con andamento lineare, conduce a sbucare a pochi metri dalla cima. Tutti gli alpinisti che ci hanno preceduto, hanno deviato verso destra, tranne due scialpinisti dell'Aquila, che, dopo aver risalito poche decine di metri la Direttissima si fermano, indossano gli sci e scendono. Qualcuno gli chiede: "Come mai scendete?!?". La risposta è: "La neve non ci piace: c'è uno strato sottile di crosta con sotto 40 centimetri di neve fresca granulosa...".
Qualcuno si impressiona e preferisce tornare indietro, altri pensano di seguire il gregge e andare a destra, verso il Moriggia-Acitelli (pensano forse che la neve sia diversa, lì?? Mah!). Altri, come noi, dopo qualche minuto di riflessione, propendono per salire invece per la Direttissima: i due scialpinisti hanno scartato l'itinerario, infatti, per la pessima qualità sciistica della neve, ma a mio parere non sussiste, sull'itinerario, un particolare pericolo di valanghe. Per cui mi metto davanti al gruppetto formatosi alle nostre spalle e comincio a battere traccia su per il ripido canale, dove in effetti ad ogni passo si sprofonda nella neve fin sotto il ginocchio.
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All'inizio del canale della Direttissima |
Salire su questo genere di neve è una bella fatica: fortunatamente un po' più avanti si trovano tratti con neve più compatta. Supero la prima strettoia tra le rocce sulla destra, per poi riattraversare a sinistra, nel ramo principale del canale. Siamo avvolti nella nebbia e l'atmosfera è alquanto severa: questo salire verso il bianco, immersi in una nuvola, ci fa sentire ancora più in soggezione nei confronti della montagna.
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La prima strettoia della Direttissima |
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La prima strettoia della Direttissima |
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Dopo la prima strettoia della Direttissima |
Saliamo cercando di adattare il passo alle pulsazioni e al respiro un po' affannoso: ad un certo punto,
piccoli frammenti di neve gelata, simili a sassi, cominciano a cadere dall'alto. Continuiamo la salita sotto a questa fastidiosa sassaiola, chiedendoci da cosa possa essere causata, dato che nessuno è salito prima di noi. Ad un certo punto, dal biancore, emerge la risposta:
un gruppetto di alpinisti sta scendendo e, ad ogni passo, frantumando la crosta di neve gelata, provocano la caduta di questi pezzetti di ghiaccio per il pendio. Questi ragazzi stanno rientrando da una salita di tutto rispetto: il
canale Haas-Acitelli alla vetta Orientale, un'ascensione lunga e impegnativa, in ambiente severo e pericoloso, che richiede partenze assai mattutine. Infatti ci raccontano che sono partiti alle 2 di notte.
Superato questo gruppetto che scende, possiamo finalmente salire senza ricevere la pioggia di detriti che finora ci ha infastidito.
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La seconda strettoia della Direttissima |
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La seconda strettoia della Direttissima |
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La seconda strettoia della Direttissima |
Affrontiamo ora il punto più impegnativo della salita, una suggestiva strettoia tra le rocce dove si superano per alcuni metri i 50° di inclinazione, dopo di che il pendio si ammorbidisce, le nubi si diradano e la luce si fa più forte: siamo vicini alla vetta.
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Ultimi metri prima di uscire in cresta |
Finalmente siamo sulla cresta: il terreno è meno ripido, la vista si apre verso il versante nord, limpido e privo di nubi. Compiamo gli ultimi passi fino alla cima, piuttosto affollata di alpinisti e scialpinisti provenienti da un po' tutta Italia.
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Ultimo tratto di cresta, prima della cima |
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In vetta! |
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L'anticima nord della vetta occidentale |
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La vetta orientale e la vetta centrale del Corno Grande |
La vista è come sempre eccezionale, ma limitata al solo versante nord: a sud, da dove siamo saliti, permane la nuvola incollata alla montagna, che però rende tutto più suggestivo. Il clima è ottimo: poco vento e un bel sole!
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Corno Piccolo |
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Vista panoramica dalla cima: sullo sfondo l'Adriatico |
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Vetta orientale e centrale del Corno Grande |
Ci riposiamo un po' e facciamo la fila per fare la foto ricordo in vetta!!! (lo spazio è poco e la gente tanta). Visto però che il tempo in montagna, soprattutto quando c'è la neve, è prezioso e non va sprecato, riprendiamo il cammino perché ci attende ancora una lunga e impegnativa discesa.
Procediamo quindi per la traccia battuta che procede verso la cresta ovest, incrociando numerosi scialpinisti appena usciti dal ghiacciaio del Calderone. Due sciatori si buttano verso i pendii del canalone Bissolati, per dove vogliamo scendere anche noi. In realtà di solito ci caliamo nel canalone alcune decine di metri più a valle, alla destra orografica di un costone di roccia che, nella parte alta, lo divide in due. Decidiamo, con un po' di psicologia da pecora, di seguirli...
Non è un'idea magnifica, dato che constatiamo subito che da questo lato il canale è sensibilmente più ripido (circa 40°/45°) che sull'altro versante e la neve abbastanza dura, ma senza grossi problemi ci caliamo comunque, superando una strettoia tra le rocce per poi raggiungere la parte centrale del canale, meno ripida e con neve più facile.
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Scendendo nel Bissolati |
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Luca scende nel Bissolati |
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Da qui si vede il punto da cui di solito siamo scesi nel Bissolati nelle passate escursioni |
Scendendo, ritorniamo per un tratto nella nebbia, ma la discesa è comunque piuttosto semplice, su neve molle che fa un po' di zoccolo sotto i ramponi. In alcuni punti, infatti, dobbiamo procedere battendo con la piccozza sugli scarponi per staccare lo strato di neve appiccicosa che rischia di farci scivolare.
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Scendendo nel Bissolati |
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Scendendo nel Bissolati |
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Scendendo nel Bissolati |
Arriviamo presto allo sbocco del canale, ai piedi del Corno Grande, poche centinaia di metri a ovest di dove siamo passati in salita. Una sosta per togliere i ramponi, bere e mangiare qualcosa e via, si riparte.
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Nella parte bassa del Bissolati, vista sulla cresta della Portella e Pizzo Cefalone |
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Ai piedi del Corno Grande |
Passo dopo passo, ripercorriamo il percorso fatto all'andata. Alla sella di monte Aquila scendiamo un po' più a monte, per un pendio meno ripido e con neve che ora è molto più semplice, grazie al sole che l'ha ben scaldata.
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La Scindarella |
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Verso sella di monte Aquila |
Il Sentiero Estivo, al ritorno,
non finisce mai: sembra sempre di essere arrivati, ma ecco che spunta un costone da aggirare e la funivia di Campo Imperatore è sempre là all'orizzonte...
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Tornando sul Sentiero Estivo |
Ma alla fine anche questo tratto giunge a conclusione: l'escursione è finita e possiamo dire, finalmente, di aver salito il Corno Grande! Era
dal 2011 che non riuscivamo a salire con la montagna innevata.
Infatti: nel
2013 dovetti rinunciare causa
guasto di un rampone; nel
2015 desistemmo perché c'era
troppa neve e si sprofondava fino alle cosce; nel
2016 troppa
poca neve nei canali...
Quest'anno la montagna ha detto
SÌ! e abbiamo approfittato dell'occasione.
Grazie Gran Sasso!
Dati dell'Escursione
Data: 8 aprile 2017
Partenza: Funivia Campo Imperatore, 2130 metri
Arrivo: Funivia Campo Imperatore, 2130 metri
Punto più alto: vetta occidentale del Corno Grande, 2912 metri
Rifugi: nessuno sul percorso
Dislivello totale in salita: 890 metri circa
Dislivello totale in discesa: 890 metri circa
Tempo impiegato: 5 h circa (soste comprese) - 48 min dalla funivia alla sella di monte Aquila; 45 min dalla sella di monte Aquila al Sassone; 1 h 30 min dal Sassone alla vetta del Corno Grande per la Direttissima; 54 min dalla vetta del Corno Grande al termine del canalone Bissolati; 1 h 6 min dalla base del canalone Bissolati alla funivia.
Sviluppo del percorso: circa 8,5 Km
Difficoltà: Canalino della Direttissima:
F+ (
35°/40°, tratti a
45° e 10 m a
45°/50°) - Canalone Bissolati:
F (
30°/40°,
nella variante da noi percorsa un lungo tratto a
45° su neve dura). Il resto
EAI
Attrezzatura: Scarponi da montagna invernali, caschetto da alpinismo, piccozza e ramponi. La corda può servire per accompagnare principianti (ma occorre saperla usare!!!).
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