Direttissima al Corno Grande e traversata al rifugio Franchetti
Per allungare un po' la classica salita al Corno Grande per la Direttissima, abbiamo pensato di fare una visitina al versante teramano...
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(Campo Imperatore, L'Aquila, 21 luglio 2015) - Partiamo da Roma alle prime luci dell'alba: la gita è lunga e in questi giorni il caldo non perdona, anche in alta quota... Purtroppo, giunti a Campo Imperatore, ci fermano per un quarto d'ora ad alcuni chilometri dall'arrivo perché sulla scenografica strada stanno girando un film!!! A saperlo prima, avremmo volentieri dormito un po' di più...
Nonostante il piccolo inconveniente, ci mettiamo in marcia verso il Colosso degli Appennini. Lungo il cammino possiamo notare la grossa frana caduta la scorsa settimana, il 15 luglio, nei pressi della sella di Corno Grande:
Si è staccato uno sperone roccioso dalla scarpata che scende dal pendio che conduce al Sassone: alcune tonnellate di roccia sono rovinate a valle, lasciando una enorme cicatrice biancastra.
La frana del Corno Grande
La frana del Corno Grande
Risaliamo quindi i magri pascoli ai piedi del Corno Grande, dirigendoci verso la base delle rocce, poco al di sopra del Sassone, dove la via Direttissima ha inizio.
Verso il Corno Grande
Panorama dal Sassone verso la cresta della Portella e la sella di Monte Aquila
L'attacco della Direttissima
Ho ripetuto parecchie volte questa via di salita al Corno Grande, ma ogni volta la trovo divertente, tanto più quando è solitaria come oggi.
La Direttissima, a secondo di come la si guarda, potrebbe essere definita un'escursione assai impegnativa o una salita alpinistica estremamente facile: risale su quel tipo di terreno montano dove il camminare e l'arrampicare si confondono, in quella zona grigia dove di situa l'indefinito confine tra escursionismo e alpinismo. Gli americani definiscono questo genere di itinerari come scrambling per differenzarli dal climbing, ossia l'arrampicata vera e propria, ma contemporaneamente per indicare che non si tratta di hiking, ossia solo camminata.
In pratica la Direttissima prevede una serie di tratti di roccia che obbligano ad un'arrampicata molto semplice (I grado della scala di arrampicata), collegati tra loro da tratti in cui si cammina su tracce di sentiero, con tre punti di arrampicata un po' più tecnica (II grado): il camino iniziale, la paretina, lo speroncino roccioso finale. Per chi ha un minimo (ma proprio un minimo!!!) di esperienza alpinistica, si tratta di puro divertimento e godimento. Per tutti gli altri, a seconda delle doti innate e della predisposizione arrampicatoria, può essere un'esperienza emozionante e di soddisfazione, come anche un'escursione indimenticabile nel senso peggiore del termine...
Il facile canalino iniziale
Il Camino: il primo dei tre passaggi chiave della Direttissima
La Paretina: il secondo passaggio chiave della Direttissima
La Paretina: il secondo passaggio chiave della Direttissima
Lo Sperone finale: il terzo passaggio chiave della Direttissima
Risaliamo quindi tra le quinte rocciose della Direttissima, finché non sbuchiamo sulla vetta del Corno Grande, punto più alto dell'Appennino e dell'intera penisola. C'è un po' di gente, ma non la solita folla delle domeniche estive. Ci fermiamo giusto il tempo per uno spuntino e per recuperare un po' le forze e poi via, in discesa per la normale, verso il passo del Cannone.
Dalla vetta Occidentale, vista della vetta Orientale e della Centrale
Al di là della cresta nord, il Corno Piccolo illuminato dal sole
Io e Luca in vetta
La vetta Occidentale, vista dalla cresta nord
Scendiamo le insidiose ghiaie fino alla conca degli Invalidi, per poi puntare, con breve salita, al passo del Cannone, 2700 metri, punto di valico tra il versante aquilano e quello teramano.
Scendendo per la via normale del Corno Grande
In marcia verso il passo del Cannone, con il Corno Piccolo sullo sfondo
Superiamo in discesa il passo del Cannone, scendiamo, sempre su terreno detritico, verso la sella dei Due Corni e di qui, in breve, al rifugio Franchetti.
Le rocce del passo del Cannone
Le rocce del passo del Cannone
Il Corno Piccolo
Il Corno Piccolo con le sue torri di roccia
Al rifugio Franchetti è pieno di ragazzi che cantano cori alpini (!!!) e si scattano selfie con lo sfondo delle rocce più alte dell'Appennino (cosa molto più normale...).
Io e Luca avevamo una mezza idea di tornare verso Campo Imperatore passando per la vetta Orientale del Corno Grande, ma siamo in ritardo con la tabella di marcia e non ci pare il caso: anche rientrando per la via più breve, il percorso è piuttosto lungo.
Il rifugio Franchetti
L'anticima nord della vetta Orientale del Corno Grande
Così, dopo una pausa non troppo prolungata, ci rimettiamo in marcia risalendo il sentiero appena disceso.
Le Fiamme di Pietra del Corno Piccolo dominano la sella dei Due Corni
Rifugio Franchetti
Risalendo dal rif. Franchetti verso il passo del Cannone
Ripercorriamo quindi gli sfasciumi ripidi ed impervi che portano al passo del Cannone, tra nuvole che vanno e vengono ed una temperatura insolitamente calda per queste quote.
Il friabile e delicato terreno che si deve risalire
Poco sopra la sella dei Due Corni
La lunga cresta della vetta Orientale del Corno Grande
Il caratteristico foro sopra il passo del Cannone
Con un po' di fatica e molto sudore, raggiungiamo di nuovo il passo del Cannone, sfiliamo sotto i ripidi pendii che scendono dalla vetta Occidentale, superiamo il nevaio della conca degli Invalidi, fino ad affacciarci sull'ampia e selvaggia conca di Campo Pericoli, dalla sella del Brecciaio.
Luca sbuca al passo del Cannone
Papaveri alpini e Corno Piccolo
Nella conca degli Invalidi
Giunti quindi alla sella del Brecciaio ci ristoriamo per l'ultima volta: intanto il cielo è molto nuvoloso e si avverte qualche goccia qua e là... Superato il ripidissimo ghiaione che scende dalla sella verso Campo Pericoli, la pioggia si intensifica e la temperatura crolla di dieci gradi almeno: rovesci, anche misti a grandine, ci rinfrescano e tonificano. Io adotto la strategia "niente-giacca-a-vento-cammina-più-svelto-che-puoi", godendomi così sull'epidermide la frescura di alta montagna, con un pensiero ai miei poveri concittadini che in questo momento sono alle prese con 36°C all'ombra. Batto anche il record personale di percorrenza sella di Monte Aquila - Albergo di Campo Imperatore.
Poco prima di giungere al parcheggio, da cui siamo partiti in mattinata, il cielo si pulisce e una luce tenue rischiara il Corno Grande e le sue rocce bagnate.
Il Corno Grande ed il versante per cui siamo saliti in cima
Le tracce dell'escursione
Profilo altimetrico dell'escursione: 12 Km e 1100m circa di dislivello
L'escursione vista da ovest
L'escursione vista da sud
Dati dell'Escursione
Data: 21 luglio 2015
Partenza: Campo Imperatore, L'Aquila, circa 2130 metri Punto più alto: Vetta Occidentale del Corno Grande, 2912 metri
Rifugi: Rifugio Franchetti, 2430 metri
Dislivello totale in salita: 1100 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1100 metri circa
Tempo impiegato: 8 h 30 minuti circa (soste comprese) - parcheggio Campo Imperatore - Sasssone: 1 ora 30 min circa; Sassone - vetta Occidentale (2912 metri): 1 ora 20 minuti circa; vetta Occidentale - rif. Franchetti: 2 ore 15 min circa; rif. Franchetti - parcheggio: 3 ore 20 min.
Sviluppo del percorso: 11,9 Km
Difficoltà: La direttissima è classificata F: si tratta di un itinerario con tratti di I grado e passaggi di II grado, in qualche punto lievemente esposti, da non sottovalutare da parte di chi non ha alcuna esperienza di alpinismo. Il resto del percorso è da E a EE, particolarmente scomodo nella discesa dalla vetta alla conca degli Invalidi. dal passo del Cannone al rifugio Franchetti e nel primo tratto di discesa dalla sella del Brecciaio.
Attrezzatura: Scarpe da montagna e casco raccomandatissimo sulla Direttissima.
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