domenica 27 ottobre 2013

Via Cieri al monte Infornace: buona la seconda!

Un tratto del sentiero del Centenario, tra l'Infornace e il Prena
Nella mia filosofia alpina non c'è spazio per "la cima ad ogni costo". Sono del parere che una giornata trascorsa in mezzo ai monti sia sempre appagante e istruttiva e che la montagna abbia sempre qualcosa da donarci e da insegnarci, anche nella rinuncia, se non altro l'umiltà e la misura dei nostri limiti.

E' per questo motivo che il tentativo alla via Cieri dell'ottobre 2012 non fu certo un'esperienza negativa... 
Nonostante questo atteggiamento, mi era rimasta però la voglia di completare quella bella escursione. A distanza di quasi un anno, accompagnato questa volta da Giulio e Luca, due montanari in servizio permanente effettivo, titolati CAI e chi più ne ha più ne metta! non si poteva fallire!!!

--------

(Campo Imperatore, 14 settembre 2013) - La sterrata che conduce alla Miniera di Lignite, nei pressi di Fonte Vetica, non è più agibile alle auto "normali": una volta, con qualche attenzione, ma senza grossi rischi, si poteva giungere quasi al termine della strada. Ora lo stato del fondo stradale non lo consente più, a meno di non avere un 4x4 o un'automobile piuttosto alta: decine di buche, spesso voragini, mettono a rischio coppe dell'olio, marmitte e altro, senza considerare il pericolo di "incagliarsi".... Lasciamo quindi la macchina dopo neanche un chilometro e percorriamo il tratto di strada che ci separa dall'inizio del sentiero, alla maniera degli antichi, ossia pedibus calcantibus...

Giulio lungo la sterrata che porta alla miniera di Lignite di Campo Imperatore

Anche Luca si mette in marcia
Il tratto sulla sterrata è panoramico ma noioso: fortunatamente giungiamo presto al punto dove si lascia la strada e si inizia a salire tra i pascoli.

Bisogna risalire un tratto del vallone della Fornaca, un ampio canalone colmo di ghiaia che scende dal Prena verso Campo Imperatore, e poi scavalcare la sella delle Veticole. Nel primo tratto non esiste sentiero, ma solo radi bolli gialli e rossi, ormai scoloriti dal tempo. Nonostante abbia percorso questo tratto di sentiero innumerevoli volte, raramente azzecco la sequenza di segnali sin dall'inizio. Anche questa volta non li trovo e saliamo "a naso"....

Il primo tratto senza sentiero (foto di Giulio)
Affaccio sul Prena e il vallone della Fornaca

Scendendo nel vallone della Fornaca
Scendiamo ripidi pendii erbosi per raggiungere il sentierino che percorre la Fornaca, questo colossale fiume di ghiaie, fino a giungere al punto in cui va attraversato, tra bei calanchi gessosi, e risaliamo l'altro versante del vallone, per un sentierino ben tracciato tra gli erti prati.

Scendendo al fondo della Canala (foto di Giulio)
Tra i calanchi della Fornaca

Attraversata la Fornaca, risaliamo verso la sella delle Veticole (sullo sfondo il m. Camicia)
La risalita alla sella delle Veticole è sempre un po' faticosa. Una volta giunti, lasciamo a destra l'attacco della via Brancadoro, che sale al Prena, per scendere nell'altro versante. Anche qui, nonostante abbia percorso questo itinerario varie volte, perdiamo il sentiero e dobbiamo scendere tratti non tracciati, su terreno un po' infido e scosceso.

Dalla sella delle Veticole, vista verso il m. Infornace

Luca alla ricerca di un buon passaggio per raggiungere l'attacco della via Cieri
La stessa scena di cui sopra, fotografata da Giulio
Raggiunto finalmente il "piede" dell'Infornace, siamo presto all'attacco della via Cieri, ben indicata da una grossa scritta e targa in marmo, nei pressi di una piccola costruzione al servizio dell'acquedotto. Iniziamo la salita per il sistema di canalini: il percorso non è entusiasmante, ma nemmeno brutto. Ogni tanto qualche tratto divertente si trova, sebbene, perlopiù, si tratti di risalire sfasciumi e roccette piuttosto faticose.

Giulio all'inizio della via Cieri

Giulio e Luca impegnati nei canalini della via Cieri

Luca in un passaggio della via Cieri
Il sottoscritto fotografato da Giulio
Ci immergiamo quindi tra le pieghe della montagna: siamo nel cuore del monte Infornace, arido scheletro di roccia e ghiaia, ricco di anfratti nascosti e pinnacoli sbilenchi, dall'aspetto di un bizzarro castello di sabbia...

I torrioni del monte Infornace
Nella risalita, ad un certo punto, spunta da un canalino un bel camosciotto, che si ferma un attimo a guardarci incuriosito mentre risaliamo affannati i ripidi contrafforti della montagna... Ci osserva un attimo e noi lo osserviamo, poi decide che siamo troppo vicini, emette il caratteristico fischio di avvertimento... e se ne va.

Si affaccia un camoscio a guardarci stupito...
Lo stesso camoscio fotografato da Giulio con una focale più lunga

Saliamo ancora e ancora saliamo, giungiamo alla selletta erbosa dove l'anno scorso mi ero fermato. Oggi proseguiamo, ben sapendo che la meta è vicina.

Ancora pendii faticosi da superare, ma finalmente sbuchiamo nei pressi della vetta. Il monte Prena, nostra seconda meta di giornata, appare vicino, ma separato da una impervia cresta...

Lungo la via Cieri

Nei pressi della fine della via Cieri. Sullo sfondo Campo Imperatore

Gli ultimi metri della via Cieri

La vetta di monte Infornace. Sullo sfondo il Corno Grande
E' la mia seconda volta sull'Infornace: la prima fu con Marco, risalendo in condizioni invernali il canale di Fonte Rionne. Per i miei amici invece è una première: una foto ricordo è quindi d'obbligo!

Foto ricordo sul monte Infornace
Non ci fermiamo molto: un bel tratto di Sentiero del Centenario ci attende, fino al monte Prena e poi al vado di Ferruccio. Iniziamo la marcia sulla bella e panoramica cresta.

Dalla vetta del m. Infornace

Monte Prena

Lungo la cresta tra Infornace e Prena
La cresta è molto divertente: aerea, da percorrere con attenzione visto anche il terreno ghiaioso e un po' franoso, concede scorci suggestivi in ogni direzione.

La cresta del monte Prena

Lungo il Sentiero del Centenario, verso il monte Prena

Giungiamo in poche decine di minuti ai passi "chiave" di questo tratto di Sentiero del Centenario: due risalti di cresta rocciosi, attrezzati con funi metalliche, da superare con facile arrampicata.

Il primo tratto di cavo è ancorato a fittoni che in più punti sono usciti dalla roccia: meglio non farvi troppo affidamento, anche se c'è da dire che l'arrampicata è molto semplice e il cavo quasi inutile, almeno in condizioni di montagna "asciutta".

Il primo tratto attrezzato: il cavo è lasco perché alcuni ancoraggi sono saltati

Io e Luca sul primo risalto (foto di  Giulio)


Luca sale sul primo risalto attrezzato del Sentiero del Centenario

Io che scatto la foto di prima... (foto di Giulio)
Percorriamo quindi un altro tratto di cresta, con qualche passaggino aereo di I grado, giungiamo alla base del secondo salto, che parte abbastanza ripido, quasi verticale...

Bisogna fare attenzione: il cavo NON E' AFFATTO SICURO! Al momento in cui siamo passati noi, la corda metallica pareva salda, ma in realtà era sfilacciata e si teneva insieme per pochissimi trefoli. Appendendosi, si rischia seriamente che ceda con conseguenze che potrebbero essere anche fatali. Molto meglio salire sulla sinistra, superando un passaggetto di I grado o poco più un po' verticale, per poi proseguire arrampicando senza tirare il cavo.

Luca su un passaggio di I grado tra i due tratti attrezzati

Lungo il Sentiero del Centenario

Lungo il Sentiero del Centenario


Il secondo tratto attrezzato: NON APPENDETEVI AL CAVO E' LESIONATO!
Luca sul secondo tratto attrezzato
Superati questi divertenti e facili passaggi attrezzati, da affrontare comunque con la necessaria attenzione, percorriamo uno dei tratti più spettacolari del percorso di oggi: un punto dove dalla cresta spunta un gigantesco dente, o una scaglia di drago, posto a picco sul precipizio del versante teramano. Le foto sono d'obbligo...

Lungo la cresta del Prena, Sentiero del Centenario

Lungo la cresta del Prena, Sentiero del Centenario
Superato questo tratto spettacolare, non ci resta che percorrere l'ultimo tratto di sfasciumi, ripidi e faticosi, che conducono sulla vetta. Al momento del nostro arrivo, una numerosa comitiva sta partendo per tornarsene verso valle: la cima è tutta nostra!

Dalla cima, vista dei contrafforti nord del Prena

Luca in vetta

Giulio

Campo Imperatore dalla cima del Prena
Autoscatto in vetta al Prena

Giulio e Luca in vetta al Prena

Luca, il Prena e il Corno Grande
Che bello essere in cima da soli! Oggi è una giornata spettacolare: c'è una brezza fresca che ha ripulito l'aria dalla foschia e il panorama, soprattutto verso nord ed est, è nitido e luminoso... I monti e la costa adriatica sembrano ad un passo, quasi si possono toccare.

Dopo una breve sosta, prendiamo a scendere per la normale, verso nord, in quel canalino sfasciumoso che tutti conosciamo... Rimanere in piedi è un po' difficile, ma alla fine anche divertente.

Giulio all'inizio della discesa: sullo sfondo la costa adriatica

Luca si getta a capofitto nel canalino della via normale del Prena

Lungo la normale del Prena
Scendiamo quindi tra le rocce rotte e friabili e le zolle erbose; scendiamo tra ghiaie e saltini marcetti; scendiamo... e in qualche modo giungiamo al termine del canalino. Ora ci tocca una luuuuuunga traversata verso la cresta e il vado di Ferruccio.

In discesa dal Prena

Luca al termine del canalino che scende dal Prena, con il caratteristico masso incastrato tra le guglie alla Wile E. Coyote

Vista verso il lontano monte Camicia

Le colline del Teramano e il mare adriatico viste dalla cresta tra Prena e Camicia
Ovviamente l'idea accennata al mattino (concatenare anche la cima del Camicia) viene accantonata senza tentennamenti: sarebbe troppo faticoso e faremmo troppo tardi. Questo tratto di escursione, tra la cima del Prena e il passo del vado di Ferruccio risulta sempre tanto, tanto più lunga di quello che uno si ricorda: chissà perché... Comunque, alla fine, dopo lungo percorrere la panoramica cresta, giungiamo a questo poco marcato passo e cominciamo la discesa per il sentiero, in direzione dello sconfinato altopiano di Campo Imperatore.

Dai pressi del vado di Ferruccio, vista verso Campo Imperatore e il monte Bolza

Discesa verso Campo Imperatore. Sullo sfondo il vado di Ferruccio

La steppa di Campo Imperatore

Ormai manca poco alla macchina...

Una vista del monte Camicia e della zona di fonte Vetica
Approdiamo alla fine del sentiero e anche i tre chilometri di sterrata sembrano non finire mai.... L'arrivo alla macchina è benedetto! Purtroppo Giulio non starà troppo bene... Ma si riprenderà presto, tornando pimpante e piacevolmente loquace come suo solito!

Commento finale: è una bella escursione ad anello, abbastanza lunga e faticosa. La via Cieri non è molto interessante a livello di arrampicata: niente a che vedere con le vicine Brancadoro e Laghetti che salgono al Prena con passaggi molto più divertenti (ed impegnativi...). Risulta invece attraente e di soddisfazione il tratto di Sentiero del Centenario che si deve percorrere fino al Prena, per i panorami e per qualche passaggio di arrampicata, ma fate attenzione: noi abbiamo trovato le attrezzature (corde fisse) molto malridotte. In realtà non è che siano proprio indispensabili, ma comunque non fateci affidamento.




Dati dell'Escursione


Data: 14 settembre 2013
Partenza: 1° km strada per la miniera di Lignite, Campo Imperatore - Fonte Vetica (1580 metri)
Arrivo1° km strada per la miniera di Lignite, Campo Imperatore - Fonte Vetica (1580 metri)
Punto più alto: cima di monte Prena (2561 metri)
Rifugi:  nessuno
Dislivello totale in salita: 1350 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1350 metri circa
Tempi impiegati (soste comprese)strada sterrata (1580 metri) - sella delle Veticole (2000 metri): 1 h 25 min; sella delle Veticole - attacco via Cieri (1860 metri): 30 min; attacco via Cieri - monte Infornace (2469 metri): 2 h; monte Infornace - monte Prena (2561 metri): 55 min; monte Prena - vado di Ferruccio (2230 metri): 1 h 20 min; vado di Ferruccio - strada sterrata: 1h 35 min. Totale: 7 h 45 min.
Sviluppo del percorsocirca 13,5 Km 
Difficoltà: EE. Da dove si lascia la macchina (800 metri dall'inizio della sterrata) fino all'attacco della via Cieri, la difficoltà è E+  per qualche problema di orientamento e per lunghi tratti privi di sentiero, seppur facili. La via Cieri la valuto EE: abbondantemente segnalata (giallorosso) sebbene i bolli siano molto sbiaditi, presenta alcuni passaggi di arrampicata, brevissimi e poco esposti, che raggiungono a malapena il I grado: molto più facile delle vicine Brancadoro e Laghetti. Il tratto di Sentiero del Centenario tra l'Infornace e il vado di Ferruccio è anche questo valutabile EE, dato che i pochissimi passaggi attrezzati sono poco esposti e relativamente facili. Dal vado di Ferruccio alla sterrata è un normale sentiero escursionistico di montagna: E.
Attrezzatura:  Scarpe da montagna e casco, raccomandato soprattutto sulla via Cieri. I tratti attrezzati tra Infornace e Prena non richiederebbero a mio parere set da ferrata, ma i principianti potrebbero esserne rassicurati. 

Profilo altimetrico dell'escursione

Traccia GPS: vista a sud

Traccia GPS: vista da nord


Schizzo dell'escursione vista dai pressi del punto di partenza


4 commenti:

  1. Complimenti ragazzi, che bel giro! Il nostro bell'appennino abruzzese è senza dubbio un'ambiente aspro e roccioso, come piace a noi.
    A presto e continuate così!!!
    Leo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Leo: il Gran Sasso è sempre il Gran Sasso!

      Un abbraccio e grazie per il commento

      Elimina
  2. Salve
    Facendo qualche ricerca sul Terminillo mi sono imbattuto su questo blog,molto bello ed esaustivo.
    Molto probabilmente salirò per l'epifania per fare il Chiaretti-Pietrostefani,mi sembra di aver capito che si tratta del canale più gettonato del terminillo,un classico.
    Chiaramente mi informerò qualche giorno prima presso il rifugio Sebastiani.
    Purtroppo al momento non so se dalla Calabria dove vivo riuscirò ad avere un compagno.
    Se qualcuno di voi vorrebbe ripeterlo accompagnandomi sarebbe una bella cosa.
    Cordiali saluti

    Giuseppe


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giuseppe,
      sono stato al Terminillo ieri e la situazione dei canali, sebbene la neve sia abbastanza poca, è buona.

      Purtroppo non credo che il 6 gennaio potrò essere in montagna, se qualcuno del mio "giro" fosse disponibile, gli suggerirò di contattarti tramite il blog.

      Grazie per la visita.
      Un saluto,
      Renato

      Elimina