Marco raggiunge la vetta del Pizzo di Camarda |
Il Pizzo di Camarda è una cima della Catena Meridionale del Gran Sasso. Si innalza dalla cresta che inizia al passo delle Capannelle e finisce al Vado di Corno, dove si congiunge con la Catena Orientale.
Avendo voglia di fare una gita nuova e poco frequentata, scelgo insieme a Marco di salire questa montagna dalla val Chiarino, per cui ci dirigiamo oltre il passo delle Capannelle, al lago artificiale della Provvidenza, da cui inizia la succitata valle...
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(Val Chiarino, Campotosto, 7 settembre 2013) - La sterrata che risale la fitta faggeta della val Chiarino è stata da poco riparata e riaperta al traffico. Con qualche attenzione si può percorrere anche con macchine cittadine. Marco parcheggia nei pressi dei ruderi della masseria Cappelli, ma, volendo, si potrebbe continuare ancora per circa un chilometro.
Lasciata la macchina, ci incamminiamo dunque per la fresca faggeta: l'aria pizzica e mette voglia di allungare il passo. Usciamo dal bosco dopo poche decine di minuti, in corrispondenza del piano del Castrato, dove sorge il piccolo rifugio Domenico Fioretti.
Il rifugio Domenico Fioretti al Piano del Castrato |
Oltrepassato il rifugio, continuiamo la marcia per la sterrata, che ad un certo punto diviene mulattiera.
Alla nostra sinistra si alzano i contrafforti meridionali del monte Corvo, una delle cime più solitarie e imponenti del Gran Sasso. Sulla destra altre montagne, meno possenti, ma dall'aspetto anche interessante, agile ed in parte roccioso, come le Malecoste e il Pizzo di Camarda, la nostra meta odierna.
Le pendici che scendono dalla cresta est di monte Corvo |
Verso lo stazzo di Solagne |
Ci dirigiamo quindi verso lo stazzo di Solagne: per chi non lo sapesse, in Abruzzo lo stazzo, anche detto jaccio, è un insediamento di montagna utilizzato per la pastorizia, con recinti, abbeveratoi e rudimentali abitazioni per i pastori...
Dovremmo passare oltre lo stazzo, per poi piegare alla nostra destra (sud) ed inoltrarci in un valloncello che si estende ai piedi della parete est del Pizzo di Camarda. Deviamo invece molto prima, abbandonando il sentiero anzitempo, a causa di 50 kg circa di cane bianco che non gradiscono molto la nostra vicinanza al gregge... Marco chiama più volte il pastore: questi si affaccia dalla sua capanna, sta un po' lì a guardare, ma invece di richiamare i cani ringhianti, se ne torna dentro, seguito dalle nostre maledizioni...
Vabbe'! Comunque, per evitare di finire in pasto ai simpatici cagnotti, decidiamo di innalzarci anzitempo sui prati alla nostra destra.
Marco con il suo inesorabile passo |
Il versante nord del Pizzo di Camarda |
Giungiamo quindi ai piedi della "nostra" montagna: cominciamo a contornarne il ghiaione alla base, alla ricerca del punto migliore per risalirlo.
La parete est del Pizzo di Camarda |
Un masso ai piedi della parete est del Pizzo di Camarda |
La relazione del venerabile Stefano Ardito recita:
"Tracce di sentiero sulle ghiaie permettono di risalire ripidamente alla cresta principale del massiccio"
Di queste tracce di sentiero però non c'è... traccia! Vediamo invece un solitario camoscio, fermo impalato in mezzo al ghiaione, che ci guarda un po' incuriosito e sembra pensare:
- "Ma 'ndo vanno sti disperati??".
- "Ma 'ndo vanno sti disperati??".
Prendo l'iniziativa e, avendo individuato la selletta presso la quale dovremmo raggiungere la cresta, decido di iniziare la risalita, con molta cautela...
In effetti, più che di un ghiaione, si tratta di un'orrida pietraia, non molto ripida, ma costituita da sassoni instabili, accatastati l'uno sull'altro, sui quali si rischia di spezzarsi una caviglia.. boooh!?!
Un camoscio ci guarda interdetto... |
Marco risale il ghiaione |
Dato che mi sembra di camminare sulle uova, ma uova pericolose, che potrebbero sbriciolarti un piede, lascio volentieri andare avanti Marco, che oggi è molto determinato...
Con le sue lunghe leve, egli comincia a risalire il cumulo di macerie, e io dietro...
Raggiungiamo con un po' di pazienza un tratto di ghiaia più fine e quindi più agevole, e poi pendìì sempre più erbosi... molto ripidi ma meno insidiosi...
Nel canalino erboso |
All'uscita in cresta del Pizzo di Camarda |
L'arrivo in cresta |
Superato un ultimo canalino erboso e roccioso, raggiungiamo finalmente, con viva e vibrante soddisfazione, la cresta del Pizzo di Camarda, da dove il panorama si apre ampio ed arioso, anche verso la conca aquilana...
Lungo la cresta est del Pizzo di Camarda |
Vista sulle Malecoste, sella del Venacquaro, Pizzo Intermesoli e Corno Grande |
Per raggiungere la vetta ci rimane da seguire, per una mezzora circa, la facile cresta est, tenendoci perlopiù sul verde versante sud, che guarda verso la valle del Vasto. Un'ultima ripida salita ci conduce alla piccola e graziosa croce di vetta.
Vista verso il monte Ienca e il San Franco |
La vetta del Pizzo di Camarda e la sua piccola croce |
Autoscatto sulla cima del Pizzo di Camarda |
Panorama dalla cima verso il monte Corvo |
Dopo una breve sosta ristoratrice, riprendiamo il cammino in discesa, seguendo la cresta ovest, verso il piano di Camarda.
Il laghetto del piano di Camarda |
Lungo la cresta ovest del Pizzo di Camarda |
Il piano di Camarda e il monte Jenca |
Dal piano di Camarda, prendiamo un vecchio sentiero, mal segnato, che scende per un canalone verso la val Chiarino.
Discesa verso la val Chiarino. Monte Corvo sullo sfondo |
Scendendo in val Chiarino |
Scendendo in val Chiarino |
Il sentiero scende tra ghiaie e prati, spesso piuttosto ripido, ogni tanto scompare, ma cercando con attenzione riusciamo sempre a ritrovare i segni gialli e rossi, sbiaditi dal tempo, ma ancora utili per trovare la traccia.
Attraversati pascoli solitari e poco frequentati, le tracce conducono in un bosco di faggi e, infine, arrivano al Piano del Castrato, presso il rifugio Fioretti, dove siamo passati al mattino.
Piano del Castrato, val Chiarino |
Mancano da percorrere solo un paio di chilometri di sterrata per giungere alla macchina parcheggiata presso la Masseria Cappelli, dove termina la nostra piccola avventura montana.
Commento conclusivo: gita interessante, con un tratto fuori sentiero non difficilissimo, ma abbastanza impegnativo, da affrontare con un po' di cautela. I panorami sono ampi e gli ambienti attraversati vari e affascinanti. Attenzione alla segnaletica sul sentiero che dal piano di Camarda scende in val Chiarino: in molti tratti è appena visibile.
Dati dell'Escursione
Data: 7 settembre 2013
Partenza: Masseria Cappelli, Val Chiarino (1260 metri)
Partenza: Masseria Cappelli, Val Chiarino (1260 metri)
Arrivo: Masseria Cappelli, Val Chiarino (1260 metri)
Punto più alto: cima di Pizzo di Camarda (2332 metri)
Rifugi: rif. Domenico Fioretti al piano del Castrato (1500 metri)
Dislivello totale in salita: 1100 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1100 metri circa
Tempi impiegati (soste comprese): Masseria Cappelli (1260 metri) - rif. Fioretti (1500 m): 40 min; rif. Fioretti - Pizzo di Camarda (2232 metri): 2 h 20 min; Pizzo di Camarda - rif. Fioretti: 1 h 30 min; rif. Fioretti - masseria Cappelli: 45 min. Totale: 5 h 15 min.
Sviluppo del percorso: circa 12 Km
Difficoltà: EE. Fino allo stazzo di Solagne l'escursione è elementare e alla portata di tutti (T); da qui alla cima del Pizzo di Camarda diviene invece per esperti, in quanto si svolge fuori dai sentieri, su ripidi pendii detritici, senza segnalazioni di alcun tipo sebbene l'orientamento sia relativamente semplice. Dalla vetta al rif. Fioretti invece il percorso è di difficoltà E, sebbene sia necessario prestare attenzione alle segnalazioni che sono spesso assai poco evidenti.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, eventualmente bastoncini da escursionismo.
Profilo altimetrico della salita al Pizzo di Camarda |
Vista del Pizzo di Camarda da nord |
Vista da est |
Itinerario completo: dalla val Chiarino al Pizzo di Camarda |
Fuori sentiero: lasciato lo stazzo di Solagne, la traccia da seguire per raggiungere la cresta |
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