domenica 5 novembre 2017

L'anello del monte Viglio



Un bel giro sulla montagna più alta del Lazio meridionale, insieme all'amico Marco


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(Pezze della Macchia, Filettino, 14 ottobre 2017) - Lasciata la macchina in corrispondenza del tornante prima della Valle Granara, località Pezze della Macchia (1244 m), ci mettiamo in marcia attraverso la macchia di bosco. La giornata è stupenda: mite e luminosa. Io e Marco siamo pronti ad una lunga escursione sul gigante della Ciociaria: il monte Viglio.

Boschi autunnali ai piedi del monte Cotento
Superiamo un fascia di pascolo e ci inoltriamo nel bosco, seguendo i molti segni di vernice rossi e bianchi che indicano la via. La faggeta che attraversiamo è bella e abbastanza ripida. La luce filtra poco e dopo un lungo tratto in salita arriviamo ad un bivio: da qui dovremo tornare in discesa. Per ora proseguiamo a salire.

Nel bosco di monte Viglio

Ora c'è un tratto di bosco veramente ripido, ma è breve: ad un certo punto gli alberi diradano ed usciamo allo scoperto. Siamo in vista della grande cresta sud-ovest, il cosiddetto Crestone.

Usciti dal bosco, uno sguardo verso valle

Sguardo verso la parte nordoccidentale del Viglio

Salendo il Crestone del Viglio
Continuiamo a salire in ambiente aperto e panoramico. Il silenzio che ci avvolge dà una sensazione di pace e tranquillità, che ben si sposa con le viste di queste valli e cime arrotondate, colorate delle calde tinte autunnali.

Il pendio non è molto ripido, ma costante. L'aria è mite e senza vento, si sta benissimo.

Il Gendarme del Viglio

Tutta la cresta del Viglio

Con un ultimo tratto un po' più erto, arriviamo sulla cresta principale: continuiamo il nostro cammino, tra varie ondulazioni, sul filo di cresta e ogni tanto sul lato orientale. Superiamo la grande dolina che si trova subito a sud della cima, oltrepassiamo l'antico cippo di confine tra Stato della Chiesa e Regno delle Due Sicilie, e raggiungiamo la grande croce di vetta blu (2156 m).

Termine di confine n. 249 tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie, anno 1847


Vista verso est

Vista verso ovest

La croce di vetta



Mentre ci ristoriamo sulla cima, godendo del clima insolito per la metà di ottobre, sentiamo dei suoni lontani e appena percepibili: sembrano voci umane. Stavamo appunto riflettendo che, nonostante la bella giornata, non avevamo ancora incontrato nessuno... Ma le voci si fanno sempre più forti e cominciamo a scorgere, sulla cresta nord, piccoli puntini colorati che procedono nella nostra direzione. Dalla via più breve e classica, stanno salendo in cima al Viglio alcune decine di persone.

Ci rimettiamo in cammino: dobbiamo percorrere la cresta nord in direzione della Fonte della Moscosa. E' un itinerario molto bello e spettacolare, che ho percorso in ogni stagione. Particolarmente divertente è il passaggio sul Gendarme (2113 m), la piccola cima rocciosa che precede la vetta principale. Nello stretto canalino che ne consente il superamento, troveremo un po' di traffico: le piccole difficoltà proposte da questo passaggio causano un po' di fila alla sua base e ci impongono di dare la precedenza agli escursionisti, a volte poco pratici, che incrociamo.

In discesa per il Gendarme del Viglio

La cima del Viglio da nord

Panorama sulla val Roveto e sul Pizzo Deta

Superato con qualche attenzione il Gendarme, proseguiamo percorrendo l'ampio e panoramico crinale in direzione nord: a destra e a sinistra vasti boschi dai caldi colori autunnali si distendono fin nei fondovalle.

Vista verso monte Cotento e Filettino

La cresta nord con la cima di monte Viglio e sulla destra il Gendarme

Compiamo una breve digressione verso est, per raggiungere una delle vette dei Cantari (2088 m) che si affaccia con un bel panorama verso la val Roveto. Qui veglia sui piccoli borghi sottostanti, una statua bronzea di S. Giovanni Battista, patrono di Civitella Roveto. Tutta la dorsale è disseminata di simboli religiosi: ogni paese ha voluto mettere una croce  o l'immagine del suo protettore lungo la cresta della montagna che lo sovrasta. Marco mi chiede un ritratto insieme al Santo.

Marco e S. Giovanni

Vista sull'anfiteatro roccioso dei Cantari

La parete rocciosa dei Cantari
Dopo la digressione panoramica, torniamo sulla dorsale principale. La percorriamo ancora a lungo in discesa, finché il sentiero, dopo esser passati in prossimità della vetta di monte Piano (1838 m), comincia a piegare decisamente a sinistra, giungendo all'inizio del bosco. Qui optiamo per una nuova breve pausa in prossimità di un grosso masso, tra vecchi e possenti alberi.

Sguardo verso il Fucino, il massiccio del Velino e lontano il Gran Sasso



All'inizio del bosco sotto monte Piano
Siamo a pochi minuti di cammino dalla Fonte Moscosa, ma preferiamo non allungare: prendiamo quindi il sentiero Landi Vittorj, che piega a sinistra, tra begli esemplari di faggio e aceri secolari.




Siamo tornati nel fitto bosco: il sentiero taglia in costa tutto il versante occidentale del Viglio, con scarsi saliscendi. Nonostante l'ombra delle piante, fa molto caldo.



Il sentiero attraversa i pendii, aggira costoni e piccoli valloni, per ritrovare l'incrocio con il sentiero percorso questa mattina a salire. Da qui, prendiamo a scendere nel bosco, per la strada già conosciuta.





Arriviamo quindi al parcheggio, avvolti dai colori dell'autunno resi ancora più vividi dal sole battente e dall'aria tersa. E' stata una bella giornata di escursionismo.


Commento finale

Gita discretamente lunga, panoramica e con dislivello non banale (almeno 1000 m). Si attraversano vari ambienti e si può avere una conoscenza approfondita del monte Viglio, che è la terza vetta più alta del Lazio, dopo Gorzano e Terminillo. Anche il percorso è escursionisticamente divertente, grazie a quel minimo di impegno che dà il superamento del canalino del Gendarme, che peraltro può essere evitato dai meno esperti o in condizioni critiche (ghiaccio). I posti sono veramente belli, con boschi sterminati: peccato che in passato si sia pensato di sfruttarli nella maniera sbagliata, ovvero con una speculazione edilizia che ha lasciato solo tristi casermoni poco o niente utilizzati (vedi foto sotto). Ma è un problema di un po' tutto l'Appennino, e non solo...

Valle Granara: tra le bellezze del bosco autunnale spiccano, purtroppo, spiacevoli casermoni di cemento...









Dati dell'Escursione



Data: 14 ottobre 2017
Partenza: Pezze della Macchia, 1244 metri
Arrivo: Pezze della Macchia, 1244 metri
Punto più alto: Monte Viglio, 2156 metri
Rifugi: nessuno
Dislivello totale: 1060 metri circa
Tempo impiegato5 h 10 min circa (incluse soste) - 2 h da Pezze della Macchia 1244 m alla cima di Monte Viglio 2156 m; 1 h 30 min dal Viglio al bivio per valico di S. Antonio 1625 m; 1 h 30 dal bivio a Pezze della Macchia. 
Sviluppo del percorsocirca 9 Km
DifficoltàE+nessuna difficoltà particolare; solo il superamento del Gendarme impone l'uso delle mani e un po' di attenzione, in quanto una scivolata potrebbe essere pericolosa. Volendo si può evitare con un sentiero che passa ai suoi piedi, in versante ovest. Per il resto si tratta di normali sentieri escursionistici, ben segnalati.
Attrezzatura: Scarpe da montagna e normale attrezzatura escursionistica.

4 commenti:

  1. Bravi, mi ricordo un paio di invernali con ravanata nel bosco prima di arrivare ai casermoni.

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    1. Ma stavi con gli sci, eh? Com'è scendere in quel bosco? Valle Fura mi pare si chiama...

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  2. Un abbraccio anche ad Andrea, come vedi anche a lui restano in mente le vecchie gite di qualche anno fà.
    Curiosamente, nonostante le tante volte che siete stati al Viglio, sia in estate che in inverno, anche in tempi remoti, io non sono mai salito su quella montagna...
    A presto
    Leo

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