domenica 17 settembre 2017

La Roda de Vaèl



Vi racconto una lunga escursione, dal fondovalle ad una delle cime più famose del Catinaccio: la Roda de Vaèl.

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(Pera di Fassa, 8 agosto 2017) - Esco di casa mentre il sole sta per sorgere: la valle è ancora silenziosa, i turisti dormono nei loro caldi letti. Mi incammino verso il sentiero che attraversa il bosco, sulle pendici del Catinaccio. Mi aggiro tra gli abeti, nel silenzio interrotto solo dal canto degli uccelli. Salgo nella scarsa luce del mattino lungo il bel sentiero, prima ripido, poi per un lungo tratto in falsopiano e a saliscendi. Con un ultimo strappo esco dal bosco e mi affaccio, all'improvviso, nella meravigliosa radura del Ciampedìe.

Nel bosco di abeti

Il Ciampedìe
Mi godo brevemente il tranquillo panorama di questo posto, ora deserto, ma che normalmente pullula di turisti, e riparto per la mia meta, che vedo già, molto lontana, far capolino tra le altre cime: la Roda de Vaèl.

I Dirupi di Larsec e il passo delle Scalette

Lo Spiz delle Roe de Ciampiè

Dirupi di Larsec

Dirupi di Larsec da Pra Martin
Prendo il sentiero denominato Viel de le Feide (sentiero delle pecore), un percorso non troppo frequentato. Salgo quindi ripidamente fino al colle di Pra Martin, da dove si gode uno splendido panorama sui Dirupi di Larsec . Da qui il sentiero percorre, più o meno a mezzacosta, dei pendii coperti da un rado bosco di cembri, proprio sotto le Pale Rabiose e le Cigolade, delle bizzarre torri rocciose sulle quali, secondo antiche leggende locali, si danno convegno le streghe...

La Roda de Vaèl si nasconde tra le nubi

Dal Sentiero delle Feide, vista della cima dei Mugoni
Ora il sentiero attraversa una lunga terrazza naturale, costellata di enormi massi e pini cembri. L'ambiente è solitario e panoramico, nell'aria solo i suoni della natura: il vento che soffia via le nuvole, i fischi ripetuti delle marmotte che corrono nei prati, il gracchiare acuto delle nocciolaie che svolazzano da un albero all'altro. Giungo quindi all'incrocio con il sentiero che proviene dal rifugio e incontro i primi escursionisti della giornata, dopo due ore e mezzo che cammino... Si vede che alla gente piace dormire! 

Davanti a me ho ora un anfiteatro di montagne: enormi pareti rocciose, in parte coperte dalle nuvole, che precipitano su ripidi pendii di bianche ghiaie e magri prati. In questo punto fatico un po' a trovare il percorso, mi aggiro per la conca, trovo qualche stelle alpina, arrivo alla base delle rocce della Roda de Vaèl, poi capisco la direzione che devo prendere e riconquisto il sentierino, che sale ora, bello ripido, prima per ghiaie e poi per un canalone roccioso, pieno di grossi massi.

Lo spigolo sud dei Mugoni

L'anfiteatro, con sulla sinistra la Roda de Vael ricoperta dalle nuvole

Stelle Alpine

Il canalone roccioso da risalire
Il canale roccioso sbuca in mezzo alla conca circondata da montagne detta Busa de Vael, luogo suggestivo e panoramico. Tra le varie cime che si possono ammirare, fa bella mostra di sé la caratteristica Sforcella, una montagna composta da un fascio di torri rocciose tra loro saldate, che la fanno somigliare ad un'enorme mano di pietra. Vedo poi, non molto lontano, il passo del Vajolòn, al di là del quale si scende sul versante sudtirolese e dal quale parte la facile via ferrata che mi porterà sulla cima. Infine vedo Lei: la Roda de Vaèl, che da qui appare snella e ardita e anche più difficile da scalare di quello che in effetti è...

La Sforcella

La Roda de Vael

Il passo del Vajolon

Sulla sinistra la Sforcella, al centro le Coronelle, a destra i Mugoni
Giunto in breve e senza fatica al passo del Vajolon, mi preparo in compagnia di un folto gruppo di escursionisti di lingua tedesca. Indossati imbrago, casco, "cordini" e moschettoni, incomincio la salita per la cresta nord, attrezzata con una via ferrata molto, molto facile.

Dal primo tratto della cresta, vista verso il passo del Vajolon

Si sale di qua

Selfie con la caratteristica cima Sforcella
Procedo quindi lungo la cresta rocciosa, ben attrezzata con fune d'acciaio e comunque con difficoltà su roccia mai superiori al I grado, fino ad arrivare, con poca fatica, alla vetta della Roda de Vael. Da qui, purtroppo, il panorama che sarebbe estesissimo, è in gran parte nascosto da delle nuvole dispettose che impediscono la visuale e contribuiscono ad abbassare la temperatura. Mi concedo comunque una piccola sosta, sgranocchiando una barretta di cereali e sorseggiando fresca acqua di rubinetto!

Sulla cima della Roda de Vaèl

La croce di vetta della Roda de Vaèl

Panorama verso la zona di Welschnofen e il Karer Wald

Un gracchio vorrebbe scroccare un po' di cibo
Dopo essermi rifocillato, comincio a scendere, che il cammino è ancora lungo... Prendo la cresta sud, che non presenta alcuna difficoltà, affacciandomi di tanto in tanto, con attenzione, verso i precipizi che scendono ad ovest: una vista vertiginosa su centinaia di metri a strapiombo!

I boschi della zona di Welschnofen/Nova Levante

Ancora la "manona" della Sforcella

Vista su Obereggen

Scendendo dalla cresta sud, il passo Costalunga/Karerpass e la cima della Roda del Diavolo
Senza difficoltà, si giunge ad un gradino roccioso, attrezzato con funi e scalette metalliche, che porta alla cosiddetta Forcella delle Rode, uno stretto intaglio che divide la Roda de Vaél dalla Roda del Diavolo. L'ambiente è un po' tetro, ostile ma suggestivo. Attira l'attenzione la caratteristica Torre Finestra, localmente meglio conosciuta come Croz di Santa Giuliana. Entrambi i nomi di questa montagna le derivano dalla caratteristica apertura che la buca da parte a parte: secondo una leggenda, santa Giuliana, protettrice della Val di Fassa, un giorno cacciò il diavolo dal paese di Vigo di Fassa, che si trova proprio sotto questa montagna. Il demonio, infuriato, fuggì tanto in fretta che passò attraverso le rocce, creando il grosso buco che ancora oggi si vede!

La Roda del Diavolo

Il Croz di Santa Giuliana (Torre Finestra), con il foro che, secondo la leggenda, venne creato dal diavolo in fuga!

Arrivato quindi alla forcella delle Rode, il mio piano era di scendere direttamente verso il rifugio Roda di Vaèl per un ripido sentierino, già percorso nel 2003 e nel 2007... Ma del sentiero non trovo traccia! Un cartello indica varie destinazioni, ma non quella per la quale vorrei dirigermi. L'unica possibilità che mi resterebbe per continuare, è proseguire per un tratto di ferrata del Masarè, fino al Pian dal Diaol, un catino che si apre tra la Roda del Diavolo e il Croz di Santa Giuliana. Per giungervi, però, bisogna percorrere un breve ma esposto tratto di via ferrata, non banale, e poi dovrò calarmi, per un camino roccioso e attrezzato, al rifugio. Queste difficoltà, sebbene non insormontabili, non le avevo previste: quindi resto un po' a pensare a quel che è meglio fare. Dopo numerose esplorazioni, verifico che il sentiero percorso anni fa non c'è più (le piogge e le nevi lo avranno cancellato); scendere per il pendio, senza tracce, è sicuramente più scomodo e pericoloso della ferrata, quindi mi decido: farò due tratti di ferrata in più!

Il breve, ma esposto tratto di ferrata che non avevo previsto

Il gradino roccioso per scendere dalla Roda de Vaèl alla forcella delle Rode
Risalgo quindi diagonalmente la parete rocciosa, esposta e verticale, ma ottimamente attrezzata. Senza grandi difficoltà arrivo al catino del Pian dal Diaol.



Traverso
Qui un sentiero porta al Pas del Ciaval, da cui un camino/canalino roccioso scende verso il rifugio Roda de Vael: purtroppo, proprio mentre sto per accingermi a scendere nella stretta e ripida fenditura tra le rocce, mi ritrovo bloccato da una numerosissima comitiva di escursionisti romagnoli che salgono! Devo star lì ad aspettare che passino tutti, 30 o 40 quanti sono! perché, ovviamente, non è possibile incrociarsi in un ambiente così stretto e ripido. Dopo quasi mezz'ora di noiosissima attesa, posso cominciare a scendere: il camino non è particolarmente difficile, ma in qualche punto un po' "fastidioso", per lo meno a percorrerlo in discesa. Comunque, in una decina di minuti, giungo ai piedi delle rocce e alla fine delle difficoltà.

Il camino roccioso che scende dal Pas del Ciavàl
Posso ora liberarmi da casco, imbragatura e ammennicoli vari, e giungere, in breve al rifugio Roda de Vaèl, affollatissimo di turisti di ogni tipo.

Da sin. Roda del Diavolo, Croz di S. Giuliana, Roda de Vaèl (in parte coperta) e Sforcella

Rifugio Roda de Vaèl
Dato che i tratti impervi sono finiti, mi sento molto rilassato ma, attenzione, l'escursione è ancora molto lunga! Devo infatti percorrere ancora parecchi chilometri, per lo più nei boschi, per tornare a Pera... 

Roda de Vaèl, Sforcella, Mugoni

Vigo di Fassa e il gruppo della Vallaccia
Il sentiero classico, dal rifugio Roda de Vaèl al Ciampedìe, non è agibile a causa di alcune frane, quindi bisogna fare un lungo giro: si deve passare per la malga Vaèl e percorrere un tortuoso percorso a saliscendi nel bosco. Finalmente arrivo al Ciampedìe: qui, disdegno di servirmi della funivia  e  mi sorbisco un'ulteriore ora di discesa nel bosco!
Giungo quindi  a casa stanco, ma soddisfatto della lunga giornata tra i monti.



Commento finale


Salire una vetta partendo direttamente a piedi da "casa" è sempre una grande soddisfazione, se poi si tratta di una vetta alta e famosa come la Roda de Vaèl la soddisfazione è ancora maggiore.

I tratti di via ferrata sono medio/facili: molto facile quello che dal passo del Vajolon sale sulla vetta per la cresta nord: a mio parere, ci sono anche troppi cavi che non servirebbero, dato che il percorso non è particolarmente esposto e non supera mai il I grado di difficoltà. Anche la discesa dalla vetta alla Forcella delle Rode è semplice, sebbene presenti un breve salto roccioso un po' più difficile. Il breve tratto che invece porta dalla forcella delle Rode al Pian dal Diaol è un po' impegnativo e non molto adatto ai principianti perché esposto e abbastanza verticale, ma è comunque molto breve. Un po' ostico, quantomeno in discesa, anche il camino/canale che scende al rifugio Roda de Vaèl dal Pas del Ciavàl.

Gli ambienti attraversati sono vari e spesso molto suggestivi, particolarmente bello e naturalisticamente interessante è per me il tratto tra il rifugio Ciampedìe e il passo del Vajolon (vièl de le feide). 







Dati dell'Escursione



Data: 8 agosto 2017
Partenza e Arrivo: Pera di Fassa, 1310 metri
Punto più alto: vetta della Roda de Vaèl, 2806 metri
Dislivello totale in salita: 1700 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1700 metri circa
Tempo impiegato8 h 30 min circa (soste comprese) - 4 h da Pera 1310 m alla cima della Roda de Vaèl 2806 m; 4 h 30 min dalla cima a Pera; molto tempo è stato perso alla forcella delle Rode e soprattutto al Pas del Ciavàl dove ho dovuto attendere a lungo per una numerosa comitiva che saliva,
Sviluppo del percorsocirca 20 Km
DifficoltàEEAl'itinerario percorre la ferrata della Roda de Vaèl, una ferrata che si può definire Facile e adatta anche ai principianti, in quanto poco esposta, attrezzata continuamente con cavo d'acciaio e senza passaggi tecnici; il tratto di ferrata che porta dalla forcella delle Rode al catino tra Roda del Diavolo e Croz di S. Giuliana è invece mediamente impegnativo, esposto, ma piuttosto breve; più lungo e un pochino ostico, specie in discesa, il canalino roccioso che scende dal Pas del Ciavàl al rifugio Roda de Vaèl. Per il resto si tratta di normali sentieri escursionistici, con poche difficoltà di orientamento.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, casco, imbrago e set da ferrata vivamente raccomandati.

2 commenti:

  1. Ciao Ren, se non ricordo male percorremmo, nel 2003 probabilmente, la ferrata Roda de Vael carichi come muli, osservando alla nostra sinistra, salendo, la Masarè, ma sono ricordi ormai ultra decennali e seppur vivi non così precisi.
    Fu una bellissima vacanza, per me la prima shelter to shelter, piena di soddisfazioni e che m'è rimasta nel cuore.

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    1. Ciao Leo,
      ricordi bene: la percorremmo in senso opposto e salimmo alla forcella delle Rode per il sentiero che oggi, pare, non c'è più.

      Bei ricordi... sembra impossibile che siano passati 14 anni.

      Un abbraccio

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