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Dallo Stenar, vista verso Bovški Gamsovec e Pihavec (a dx) e il maestoso Triglav (a sx.) |
Nelle
Alpi Giulie, settore montuoso imponente seppur dalle quote modeste, lo Stenar è sicuramente una montagna alta: supera, anche se di un solo metro, i 2500, quota di tutto rispetto per questa sezione alpina. Nonostante ciò non gode dell'attenzione che meriterebbe, a causa forse della vicinanza con due delle montagne più alte della regione: il Triglav e la Škrlatica.
Un'ascensione allo Stenar, però, merita senz'altro per una serie di motivi: per l'imponenza e il bell'aspetto, per il panorama eccezionale che si gode dalla cima e per gli ambienti selvaggi e naturali che si attraversano per raggiungerla. Ed è altrettanto consigliabile aggiungere alla sua ascensione la salita al Bovški Gamsovec (in italiano suonerebbe: Camosciara di Bovec), un'ardita ed affilata montagna posta proprio accanto allo Stenar.
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(Alta Valle della Sava, Slovenia, 19 Agosto 2013) - Mi ritrovo ancora una volta a partire dalla affascinante valle Vrata, quindici chilometri di boschi che iniziano dal paese di Mojstrana e terminano ai piedi della formidabile parete nord del Triglav.
E' freddo e quasi buio, il sole non è ancora spuntato da dietro le montagne. Mi incammino sul fondovalle fino alla deviazione che attraversa la foresta di Bukovlje. Bukovlje è un bosco di faggi coetanei che si estende in valle Vrata, tra le rive del torrente Triglavska Bistrica e la base delle pareti dello Stenar, dalla forcella Luknja alla valle Sovatna. Ho detto bosco di faggi coetanei: ciò è evidente dal fatto che le piante sono tutte più o meno della stessa dimensione. Il bosco coetaneo è un particolare tipo di gestione forestale che, nel caso del Bukovlje, ha funzione protettiva contro le valanghe che in inverno si staccano sovente dai ripidi pendii sovrastanti. La parte alta del bosco di Bukovlje, diciamo la fascia di 50-100 metri superiore, è formata da faggi dalla postura particolare (plazovne bukve - "faggi da valanga", vengono detti), caratterizzati dal fatto che i tronchi, nei primi metri di sviluppo, crescono molto vicino al terreno e sono perciò particolarmente adatti ad arrestare le slavine.
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Salendo nella foresta di Bukovlje, vista sul Triglav accarezzato dal primo sole |
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Un capriolo mi sfugge davanti nel bosco di Bukovlje, all'entrata della valle Sovatna |
La salita nel bosco Bukovlje è piuttosto dura e ripida: all'uscita allo scoperto, invece, nella valle Sovatna, diventa ancora più dura e ancora più ripida!!!
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Ancora il Triglav, visto dalla valle Sovatna |
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Valle Sovatna: a sinistra il Bovški Gamsovec, a destra lo Stenar |
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Lo Stenar visto dalla valle Sovatna |
La fatica del procedere mi viene alleviata dalla vista di un paio di camosci, animali da me prediletti, che mi danno l'opportuna scusa di fermarmi, montare il teleobiettivo sulla reflex, e scattare loro un bel po' di foto.
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Camoscia (foto mossa...) |
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Bel maschio di camoscio in valle Sovatna |
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Una pulitina alla zampa... |
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Colazione tra i mughi... |
La salita riprende, erta e scoscesa, lungo il vallone serrato dalle alte e rocciose pareti dello Stenar e del Bovški Gamsovec, le mie due mete odierne. Salgo tra zolle erbose e mughi; salgo tra ghiaioni e roccette; salgo su saltini e cenge attrezzate... Finchè la valle spiana, e il sentierino punta dritto alla Dovška vrata, dove si incontra il percorso che proviene dall'altopiano di Kriški podi e dal rifugio Pogačnik.
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Vista dalla valle Sovatna |
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Il terreno, tra cenge e roccette, su cui si dipana il sentiero della Sovatna |
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Valle Sovatna e Triglav |
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Superato il tratto più ripido, la traccia attraversa queste vaste pietraie verso la forcella Dovška Vrata |
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La parete del Bovški Gamsovec dall'alta valle Sovatna |
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Dalla valle Sovatna, sguardo verso il Triglav |
Premetto: nella scelta di percorrere questo itinerario ha pesato non poco l'opportunità che esso offre di incontrare (e possibilmente fotografare) begli esemplari di Stambecco, che qui soggiornano sovente... E quando, guardandomi con attenzione attorno, riesco a scorgere un bell'esemplare abbarbicato a pochi metri su una roccia, mi sento moooolto soddisfatto!
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Stambecco maschio in valle Sovatna, poco distante dal passo Dovška Vrata |
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Stambecco maschio in valle Sovatna, poco distante dal passo Dovška Vrata |
Arrivato al passo Dovška Vrata, 2180 metri, mi incammino in falso piano verso destra, per risalire i ghiaiosi pendii che risalgono verso lo Stenar. In questo tragitto, molto panoramico, incontro ancora numerosi stambecchi.
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Vista verso il Bavški Grintavec e il rifugio Pogačnik |
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Lo Stenar e il versante percorso dalla via normale |
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Un altro dei numerosi stambecchi presenti in zona: ne conterò almeno una dozzina |
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Vista verso i monti Planja e Razor |
Il sentiero attacca quindi i ghiaioni che scendono dallo Stenar, salendo a ripide svolte, a tratti un po' franoso... Con discreta fatica, raggiungo infine la sommità.
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Il sentiero di salita allo Stenar |
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Giovani stambecchi lungo la via di salita |
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Lo stupendo panorama dai pressi della cima dello Stenar |
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Panorama dalla cima dello Stenar |
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Panorama dalla cima dello Stenar (la quota del Razor è errata: 2601 m) |
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Autoscatto in cima allo Stenar |
Visto che il clima è mite, che è ancora presto e che il panorama è s t u p e n d o, mi fermo un bel po' a godermi la vista, il sole, il silenzio. Quando ne ho abbastanza, riprendo la discesa per la via appena percorsa, fino al passo.
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Giovanissimo stambecco nei pressi della Dovška Vrata |
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Lo Stenar visto dalle pendici del Bovški Gamsovec |
Dal passo Dovška Vrata, invece di riscendere per il vallone Sovatna, proseguo verso l'affilata dorsale del Bovški Gamsovec, seconda meta della giornata. Il percorso segue prima la cresta sud sul filo, per poi piegare sul versante ovest, tra cenge un po' esposte, attrezzate con corrimani in cavo metallico quando necessario.
Dopo aver attraversato la parete, il percorso comincia presto a risalire verso la cima, sfruttando alcuni canalini rocciosi attrezzati, a volte, con cavo e pioli in acciaio.
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Traversando la parete occidentale del Bovški Gamsovec. Sullo sfondo il Pihavec |
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Le cenge che si percorrono sul Bovški Gamsovec |
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Uno dei canalini, quasi verticali ma ben attrezzati, che si percorrono sul Bovški Gamsovec |
Superati vari canalini, spunto di nuovo in cresta, vicino, mi pare, alla sommità... Ma ad un certo punto, vedo il sentiero che comincia a perdere quota... Passo su una vertiginosa cengia con corrimano in corda d'acciaio e... continuo ancora a scendere, mentre la vetta rimane alle mie spalle! Quando ormai realizzo che devo aver mancato la deviazione per la cima, sono già molto in basso e non ho tanta voglia di risalire: la prendo come un buon motivo per ritornarci in futuro! Riconsultando la cartina, mi accorgo che il sentiero segnato NON passa per la vetta: non avevo studiato bene l'escursione, pensavo che seguendo i segni sarei necessariamente passato in cima e... sono rimasto fregato! Ben mi sta. Evidentemente ci deve essere qualche indicazione per la vetta che mi è sfuggita, e ho mancato la sommità, anche se solo di poche decine di metri.
Continuo comunque a scendere per la dorsale, ora erbosa e piena di fiori di tutte le specie e di tutti i colori, verso la forcella Luknja.
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Bovški Gamsovec visto durante la discesa dalla cresta nord |
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Scendendo verso la forcella Luknja, sguardo verso il solito Triglav e il Kanjavec |
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il ghiaione che scende dalla Luknja e il piede della parete nord del Triglav |
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Stelle Alpine |
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Pihavec visto dalla conca sotto il Bovški Gamsovec |
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Fiori incontrati scendendo dal Bovški Gamsovec |
Continuo la discesa verso la forcella, a cavallo tra le regioni della Gorenjska e della Primorska, con di fronte la bella cresta delle Plemenice, l'itinerario escursionistico più impegnativo per raggiungere la vetta del Triglav.
Giunto alla forcella, trovo qualche gruppetto di escursionisti che prende il sole. Io in realtà mi fermo poco, perché non amo molto insolarmi... Quindi mi calo, con prudenza, per il bruttissimo scivolo di detriti che scende dalla Luknja, sdrucciolando su un terreno infidissimo... Fortuna che hanno messo un po' di cavi metallici lungo le rocce a destra, altrimenti, scendere fino al fondovalle, sarebbe stata una gran pena!
Comunque, pur con qualche imprecazione di troppo, arrivo tra le ghiaie e i mughi in fondo alla valle Vrata.
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La cresta delle Plemenice e la vetta del Triglav |
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Dalla forcella Luknja, vista verso la valle Zadnjica e il Kanjavec |
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Dalla forcella Luknja, vista verso la valle Vrata e lo Cmir |
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Il ripido, instabile e scivoloso ex-ghiaione (la ghiaia non c'è più...) che scende dalla Luknja verso Vrata |
Devo ancora patire un po' di caldo (siamo nell'ora più rovente della giornata), un po' di sete e una puntura di ape sulla schiena, prima di giungere nuovamente al rifugio Aljaž, da dove sono partito stamattina...
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Vista dalla valle Vrata |
Commento finale: BELLO, BELLO, BELLO! La quintessenza dell'ambiente alpino per varietà di habitat (bosco, pietraie, praterie d'alta quota), panorami stupendi, fauna e flora. Facilissimi passaggi arrampicatori/ferratine compresi!
Dati dell'Escursione
Data: 19 agosto 2013
Partenza: Aljažev dom in valle Vrata (1015 metri)
Arrivo: Aljažev dom in valle Vrata (1015 metri)
Punto più alto: Stenar (2501 metri)
Rifugi: Aljažev dom (1015 metri)
Dislivello totale in salita: 1700 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1700 metri circa
Tempi impiegati (soste comprese): Aljažev dom (1015 m) - Dovška vrata (2180 m): 2 h 30 min; Dovška vrata - Stenar (2501 m): 50 min; Stenar - Dovška vrata: 40 min; Dovška vrata - Bovški Gamsovec (2392 m) - Luknja (1758 m): 1 h 50 min; Luknja - Aljažev dom: 1 h 45 min; Totale: 7 h 40 min.
Sviluppo del percorso: circa 18 Km
Difficoltà: EEA. I tratti attrezzati sono brevi e semplici, sia lungo il vallone della Sovatna che nella salita e discesa del Bovški Gamsovec. I meno esperti potrebbero avere bisogno di un kit da ferrata. Chi ha buona dimestichezza con roccia e ferrate può anche lasciare a casa imbrago e moschettoni, ma il casco è molto consigliabile. Il kit da ferrata è quindi consigliabile ai meno esperti.
Attrezzatura: Casco, imbragatura e set da ferrata; scarpe da montagna.
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Profilo altimetrico dell'escursione |
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Tracciato dell'escursione visto da est |
Punto da un'ape, tormentato dall'arsura, in bilico su cenge e placche, cauto, al limite dell'esaurimento nervoso, su ripidi pendii terrosi, in compagnia di splendidi, quanto indifferenti ungolati, t'ha comunque dato coraggio e forza la vista impressionante della splendida nord del Triglav, che per te rappresenta immagino un TUO monumento nazionale. Complimenti come al solito per la bella e impegnativa esperienza e a prestissimo! Ciao Leo
RispondiEliminaCaro Leo, tu sì che mi capisci! E d'altronde come potrebbe essere diversamente: dopo tante avventure insieme, tra crode e ghiacciai, creste innevate e pareti rocciose... Legati da una corda, quelle emozioni condivise ci hanno legato per sempre in un'amicizia forte e sincera, come le nostre montagne! Alla faccia della retorica..! Un grosso abbraccio!
EliminaBellissima escursione ed ottima descrizione.Dalle tue parole non sembra neppure troppo impegnativa ma quando vedi che si tratta di 1700m dsv capisci che richiede un forte allenamento! Grazie, Vilma
EliminaCiao Vilma,
Eliminagrazie per il commento!
Buone escursioni