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Il massiccio della Marmolada visto dai pascoli di Vernadais, alta val Contrin |
Qualche semplice, ma non per questo meno bella, escursione in val di Fassa...
Sas da le Undesc dalla val Monzoni
La via normale per il Sas da le Undesc, conosciuto anche come Cima Undici in italiano, parte dal parcheggio della val Monzoni, stretta e verde valle laterale della Val S. Nicolò.
Questa imponente cima, che domina con la sua vicina Cima Dodici/Sas da le Doudesc l'abitato di Meida e tutta la parte centrale della Val di Fassa, si presenta con una potente muraglia di roccia verticale verso la valle, ma offre docili pendii di verdi prati alpini verso la Val Monzoni, dai quali qualsiasi escursionista con un po' di allenamento può salire per godere dell'incredibile panorama a 360°.
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La Baita Monzoni, gestita dal simpatico Nello |
Per arrivare su questa panoramica vetta abbiamo lasciato l'auto al parcheggio prima del divieto di transito in Val Monzoni (1650 m).
Proseguiamo lungo la strada in un fresco e suggestivo bosco, costeggiando il torrente Munciogn, che in un tratto si inforra; tralasciamo vari bivi e, in mezzora circa, raggiungiamo la Baita Monzoni (1790 m), ottimo punto di ristoro. Da qui usciamo dal bosco e attraversiamo i pascoli della Malga Monzoni, che raggiungiamo dopo pochi minuti.
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I pascoli della Malga Monzoni. Sullo sfondo il Malinvern |
Oltrepassata la malga, prendiamo il primo bivio a destra (indicazioni per il rifugio Vallaccia), risaliamo ripidamente, per una carrareccia dissestata, dei boschi di cembro e larice, dove qua e là spunta qualche baita...
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Lungo la carrareccia che porta al rifugio Vallaccia |
Usciti dal bosco, attraversiamo i pascoli di Gardecia, tra marmotte e vacche di
razza Highlander, e giungiamo, per una ben tracciata mulattiera, al rifugio Vallaccia (2275 m).
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Vacca Highlander sui pascoli di Gardecia. Sullo sfondo la punta dell'Ort |
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Panorama sui Monzoni salendo al rif. Vallaccia: Punta dell'Ort e Catena di Costabella |
Al rifugio facciamo una breve e piacevole sosta. Piacevole soprattutto perché è uno di quei rifugi che, pur non essendo privi dell'essenziale, mantengono ancora le caratteristiche che dovrebbero distinguerli dai bar del fondovalle... E questo è un pregio sempre più raro in questa parte di Dolomiti...
Un te, una cartolina con timbro per la mia nipotina che ne fa collezione, e ripartiamo.
Oltrepassato il rifugio, il sentiero attraversa dei prati popolati da marmotte per poi dirigersi verso la forcella Vallaccia: senza raggiungerla, le tracce, sempre ben marcate, superano i pendii abbastanza ripidi che portano in circa 45 minuti alla vetta del Sas de le Undesc/Cima Undici (2557 m). Il panorama è eccezionale a 360° sulla val di Fassa e su tutti i gruppi dolomitici occidentali.
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Salendo verso il Sas da le Undesc/Cima Undici. Sullo sfondo il rif. Vallaccia |
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Salendo alla cima, panorama sul massiccio della Marmolada e sui più vicini Monzoni e Costabella |
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Salendo alla cima, vista su Cima Malinverno |
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Panorama dalla vetta verso il Sas da le Doudesc/Cima Dodici, Pozza e Pera di Fassa, il gruppo del Catinaccio |
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Vista dalla vetta sulla "nostra" casa, a Meida |
Dopo una doverosa e panoramica sosta, riscendiamo per lo stesso percorso.
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Il massiccio del Sella-Pordoi con il piz Boè. In primo piano la Crepa Neigra e il Sas Porcel |
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Marmotta |
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Sul sentiero che scende al rif. Vallaccia |
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I Vernèl, la forcella Marmolada e Punta Penia svettano dietro il passo San Nicolò |
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12 km di sviluppo (A/R) e 900 m di dislivello |
Ci vogliono 3 ore per salire e 2 ore o poco più per scendere. Il dislivello è di 900 metri fino in cima, la difficoltà è E.
Passo Santner e Passo Principe da Gardeccia
Ho deciso di visitare questi due rifugi, frequentatissimi, pensando che, essendo ancora inizio stagione ed essendoci parecchia neve, non avrei trovato le consuete folle agostane... In parte è stato così.
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La parete est di cima Catinaccio vista da Gardeccia |
Sono partito da Gardeccia sfruttando la prima navetta, alle 8.30. Ho risalito la strada fino al rif. Vajolet e mi sono diretto subito per la gola delle torri, verso il rif. Re Alberto.
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La Gola delle Torri, stretta tra la Punta Emma a sinistra e le Torri del Vajolet a destra |
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Salendo al rif. Re Alberto, vista sui rif. Vajolet e Preuss |
Durante la salita incontro poche persone (considerate che si tratta di uno dei posti più frequentati dell'intero arco alpino...) e devo attraversare qualche nevaio, ma molto tranquillo.
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Uno dei nevai da attraversare per raggiungere il Re Alberto |
L'arrivo al rif. Re Alberto regala la solita vista spettacolare sulle tre Torri meridionali del Vajolet...
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Le tre Torri del Vajolet dal passo di Re Laurino |
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La Croda di Re Laurino/Laurinwand precipita con la su alta parete sui boschi della val di Tires |
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Vista dal Passo Santner verso il rif. Re Alberto e le Torri del Vajolet |
Al passo Santner non c'è proprio N E S S U N O... Non mi era mai capitato... Del resto, causa permanenza anomala della neve, il rifugio sembrerebbe ancora chiuso.
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Rif. Passo Santner ancora un po' innevato... |
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Dal passo Santner, panorama verso occidente (si scorge anche Bolzano) |
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Dal passo Santner verso il rif. Re Alberto. A sinistra la Croda di Re Laurino/Laurinwand |
Raggiunto il passo Santner (2743 m) ritorno sui miei passi, ma mi concedo una piccola sosta al laghetto del rif. Re Alberto, che spesso in fine estate è completamente asciutto, mentre oggi è... colmo di neve!!!
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Il laghetto del rif. Re Alberto |
Ridisceso al rif. Vajolet, siccome è presto ed ho ancora voglia di scarpinare, decido di salire al passo Principe per dare un'occhiata...
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Alta valle del Vajolet, con, da sinistra, le cime del Vajolet, di Valbona ed Antermoja |
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La cima del Vajolet (da non confondere con le omonime torri!!!) |
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Il rif. Passo Principe |
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Il sentiero per il passo Antermoja è tutto un nevaio... |
Giunto al passo (2600 m), faccio una breve sosta e rientro in valle, sotto qualche goccia che però non dà luogo ad alcuna seria precipitazione fino a sera...
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Un totale di 1100 m di dislivello e 12 Km di sviluppo |
Per fare questa gita ho impiegato circa 1 h 40 min fino al passo Santner; 1 h 15 min a scendere al rif. Vajolet e Preuss; circa 45 min a salire al passo Principe; 1 h 10 min a riscendere a Gardeccia (tot. 4 h 50 min). Difficoltà
E+ (qualche roccetta attrezzata per salire al rif. Re Alberto; nevai)
Col Rodella - Rif. Alpe di Tires - Campitello
Questo è un giro classicissimo, che ho percorso più volte, in versione un po' ridotta, quando ero un bambino, con poco dislivello in salita ma moooolto lungo (più di 25 Km). Panorami infiniti!
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Partiamo dall'arrivo della funivia Campitello - Col Rodella per poi scendere verso passo Sella. Percorriamo verso sinistra (ovest) il classicissimo e frequentatissimo sentiero Friederich August, vera autostrada escursionistica che scorre ai piedi del gruppo Sassolungo/Saslong/Langkofel...
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Gruppo Sassolungo: da sinistra Torre Innerkofler, Punta Grohmann, Cinque Dita e Sassolungo |
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Lungo il sentiero Friederich August, sullo sfondo il gruppo del Catinaccio |
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Da sin. Sassopiatto, Dente del Sassolungo, Torre Innerkofler e Punta Grohmann |
Il sentiero è agevole e vi si procede veloci, tra marmotte che si rincorrono furiose (!) e anziani turisti teutonici che cercano di eliminare ogni sasso che incontrano sul sentiero buttandolo di sotto (!!! e potete immaginare quanti sassi ci siano su di un sentiero di montagna...!).
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Vista verso il sottogruppo Ombretta Vernale della Marmolada |
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Verso il rif. Sassopiatto/Plattkofelhütte |
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Il mio Vecio pimpante alle pendici del Sassopiatto... |
Oltrepassato il rif. Sassopiatto/Plattkofelhütte e il Giogo di Fassa, ci incamminiamo in territorio Sudtirolese, con i panorami che si fanno ancora più aperti concedendo ampie viste sull'Alpe di Siusi/Seiseralm, la Val Gardena/Gherdeina/ Grödnertal e le lontane Alpi di confine.
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Oltre il Seceda, le Alpi della Zillertal, al confine con l'Austria |
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Una pausa con sfondo il Larsec |
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Il Molignon chiude la valle di Dona |
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Le Odle e il Puez, sopra la val Gardena |
Percorrendo questi verdissimi pascoli, sempre più o meno in quota, con modesti saliscendi, giungiamo infine all'unica vera salita della giornata, la sterrata che porta al rif. Alpe di Tires/Tierser Alpl.
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Salendo all'Alpe di Tires |
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Neve residua lungo la sterrata che sale all'alpe di Tires... |
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Che bella faccia da fesso...! |
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Il Vecio testa il suo nuovo iPhone in alta quota:
- "Aho! Indovina 'ndo sto?? All'Alpe de Tires!!!" |
Giunti al bellissimo (troppo bello per i miei gusti...) rifugio, visto che è ora di pranzo, ci sbafiamo uno yogurt ai frutti di bosco... Buonissimo, ma mossa sbagliata perché mi rimarrà sullo stomaco fino in fondo alla val Duron... Io in montagna vado solo a stomaco vuoto!!!
Comunque, torniamo sui nostri passi fino al passo Duron e da qui caliamo nella verdissima omonima valle...
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Scendendo verso il passo Duron, sullo sfondo la particolarissima roccia dei Denti di Terrarossa/Rotzahne |
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Oltre il verde solco della Val Duron, il massiccio della Marmolada con la Punta Penia |
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Da sin. cavallo Haflinger, Sassopiatto, il mio Vecio |
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La verde Val Duron con il Sassopiatto e, lontano, il gruppo Sella-Pordoi con il Piz Boè |
Una lunghissima camminata in discesa ci riporta a Campitello e a alla partenza della funivia presa al mattino.
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Vitelli di vacca Higlander, molto di moda, da un po' di anni, sulle Dolomiti |
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Scultura al rif. Lino Brach, in val Duron |
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L'escursione: 500 m di saliscendi in salita, 1200 in discesa, oltre 25 Km di sviluppo |
Non ricordo bene i tempi parziali dell'escursione... Comunque in tutto ci sono volute circa 8 ore comprese le soste; difficolta
T ed
E.
Traversata Val San Nicolò - Val Contrin
Questa è un'altra escursione super classica, che percorre due delle più belle valli laterali della val di Fassa.
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Partiamo abbastanza presto dal parcheggio in val S. Nicolò (1730 m circa), accompagnati da mio cognato Maurizio, lasciando con un palmo di naso i posteggiatori che volevano farci pagare il biglietto, eheheh!
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I Maerins, all'ingresso della Val S. Nicolò |
Ci incamminiamo per una val San Nicolò deserta e in ombra, con le
nubi che creano strani giochi con il sole e le vette dentellate delle
montagne.
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La testata della Val S. Nicolò |
Poco prima della baita alle Cascatelle, un cartello ci induce ad una deviazione dal sentiero classico (inagibile?) per prendere la "variante", la quale si inerpica per un interessante bosco sulla sinistra, passa accanto a una specie di calanco e sbuca finalmente sulla cresta, alcune centinaia di metri a nord-ovest del passo San Nicolò.
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Salendo sul sentiero alternativo per il passo San Nicolò, presso delle spettacolari erosioni |
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Salendo al passo San Nicolò |
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Sulla cresta, poco prima del passo San Nicolò. Il Col Ombert svetta sul passo |
Siamo i primi ad arrivare oggi... Facciamo un po' di sosta e arrivano altri escursionisti mattinieri, molti diretti alla ferrata Kaiserjäger; tra tutti, meritevole di citazione, un signore un po' anziano di Vicenza, che si preannuncia trillando un campanello da bicicletta fissato al suo glorioso alpenstock...
Traversiamo alla base dell'ardito Col Ombert e cominciamo a calare per i verdi pascoli di Vernadais...
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In discesa verso Contrin, sullo sfondo il massiccio centrale della Marmolada |
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Il versante occidentale del Col Ombert |
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Marmotta in alta val Contrin |
Incontriamo mucche da corsa, timide marmotte e rari trekker che viaggiano in senso opposto al nostro.
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Il Sasso Vernale |
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Forcella Marmolada e Punta Penia |
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Grande e Piccolo Vernèl |
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La val Contrin, Canazei, Col Rodella e Gruppo del Sassolungo |
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Passerella sul rio Contrin |
Raggiungiamo il rifugio Contrin, che già era molto grosso quando ero bambino ed oggi lo è ancora di più... Dopo un breve rifocillamento, scendiamo verso Alba, sotto un sole cocente, affrettando il passo per non perdere il bus delle 13.33 che ci riporterà a Pozza...
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Nubi avanzano dal passo Ombretta |
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Val Contrin |
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Circa 13 Km e 600 m di dislivello in salita |
Abbiamo impiegato circa 5 ore e mezzo a fare tutta la traversata. La difficoltà è T ed E.
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