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La vetta Occidentale del Corno Grande vista dalla cresta Nord |
Finalmente dopo un bel po' di tempo si ritorna in montagna! E per inaugurare la stagione estiva, scegliamo il Re degli Appennini: il Gran Sasso.
Insieme a Luca e Marco, si parte da Roma con l'idea di un'escursione che, da Campo Imperatore, ci porti sul versante teramano del massiccio: abbiamo in mente di salire il Corno Piccolo o la Vetta Orientale del Corno Grande per la via Ricci. L'abbondante innevamento residuo di questa stagione però ci pone qualche dubbio sulla possibilità di superare il Passo del Cannone in ragionevole sicurezza: dunque rimandiamo ogni decisione definitiva alla verifica della situazione sul terreno e all'ispirazione del momento.
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Lungo il sentiero Estivo per Sella di M. Aquila |
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Lungo il sentiero Estivo per Sella di M. Aquila |
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Lungo il sentiero Estivo per Sella di M. Aquila |
Partiamo dunque verso il Corno Grande e, già lungo il sentiero Estivo che conduca alla Sella di Monte Aquila, incontriamo diversi nevai, qualcuno dei quali richiede un po' di attenzione.
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Campo Pericoli |
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Verso la Sella del Brecciaio, sullo sfondo il Corno Grande |
Giungiamo alla Sella di Monte Aquila, dalla quale il panorama che si apre davanti ai nostri occhi è, come sempre, spettacolare: ammiriamo la conca verde, macchiata di bianco dai tanti nevai, e coronata da numerose ed alte cime.
Risaliamo per il sentiero che porta alla Sella del Brecciaio, attraversando anche qui tanta neve rimasta dalla stagione invernale.
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Risalendo alla Sella del Brecciaio |
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Il Corno Piccolo visto da sud |
Giunti alla Sella del Brecciaio, cominciamo a riconsiderare le nostre mete: invece di puntare al Corno Piccolo, già salito tante volte, o alla Ricci, anch'essa ben conosciuta, perché non sfruttare le condizioni di innevamento e risalire alla Vetta Occidentale per il ghiacciaio del Calderone? Nessuno di noi tre lo ha mai fatto... Prima però, vediamo se si riesce a superare il passo del Cannone senza eccessivi rischi...
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Camosci al Passo del Cannone |
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Camosci al Passo del Cannone |
Attraversiamo quindi la Conca degli Invalidi, passando sotto al versante nord-ovest del Corno Grande, da dove sale la via normale. Il tratto in falso-piano ci porta, brevemente, nei pressi del Passo del Cannone che, a dire il vero, non è un passo, ma semplicemente un punto della cresta del monte in cui è possibile cambiare di versante...
La prima insidia che il Passo del Cannone ci riserva è l'attraversamento di un nevaio, non troppo scosceso, ma che finisce, alla sua base, su un ripido pendio di ghiaie e roccette, con sotto una serie di salti rocciosi... E' tassativo non scivolare giù di qui!
(il giorno dopo, purtroppo, un escursionista è scivolato, ma fortunatamente ha riportato solo alcune escoriazioni e contusioni: Il Capoluogo d'Abruzzo del 17 giugno 2013)
Non essendovi traccia, ci fermiamo qualche minuto per decidere la strategia di attraversamento: puntare dritti al proseguio del sentiero non ci pare molto sicuro; preferiamo quindi una traiettoria in leggera ascesa, seguendo delle orme di camoscio.
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Attraversamento un po' delicato di un nevaio al Passo del Cannone |
Con molta attenzione, superiamo senza grossi problemi questo piccolo ostacolo. Proseguiamo nel cammino: ora ci attendono le famigerate roccette: queste, che con la montagna asciutta oppongono semplici e brevi passaggi in cui adoperare le mani, in condizioni di innevamento diventano assai insidiose e non passa anno, purtroppo, che qualche escursionista non ci lasci le penne...
Oggi le roccette sono pulite dalla neve: solo il tratto attrezzato con il cavo metallico è percorso da una specie di ruscelletto, ma aggrappandosi alla corda d'acciaio non ci sono problemi a scendere.
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Marco sulle roccette del Passo del Cannone |
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La "ferratina" del Passo del Cannone |
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Luca scende dalla "ferratina" |
Attraversato senza grossi problemi il Passo del Cannone, prendiamo la decisione: andiamo a risalire questo Calderone!
Subito ci troviamo ad affrontare la traversata di un ripido ed esposto nevaio: non c'è traccia, vado avanti io. Un passo alla volta, piantando con attenzione i piedi e la piccozza, procedo nell'attraversamento. Il nevaio, mano a mano che avanzo, si fa più ripido: i piedi, per tenersi in equilibrio, vanno posti quasi uno di fronte all'altro e la neve, viscida e bagnata, dà poca sicurezza... Gli ultimi metri sono i più ripidi e con la neve che indurisce: devo affrontarli faccia a monte, piantando i piedi di punta, cercando di controllare un po' di tremore alla gamba destra dovuto alla tensione... Ma alla fine ne siamo fuori! Si sarebbe potuto passare più in basso, su terreno molto più facile, ma... me ne sono accorto solo quando ero già a metà attraversamento e ormai conveniva proseguire.
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L'attraversamento del ripido ed esposto nevaio: Marco ha appena terminato, Luca è ancora a metà |
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Luca nell'ultimo tratto dell'attraversamento dell'insidioso nevaio |
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Luca scalda le mani che ha dovuto appoggiare sulla neve nell'attraversamento dell'ultimo tratto di nevaio |
Superato questo che, alla fine, si rivelerà essere il tratto più ostico dell'intera gita, raggiungiamo in breve i piedi del ghiacciaio del Calderone. C'è un po' di gente che è salita dai Prati di Tivo, tra loro anche qualche scialpinista che non rinuncia alle ultime chance di sciata della stagione...
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Vallone delle Cornacchie e Corno Piccolo |
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Marco nel tratto di avvicinamento al Calderone: sullo sfondo Corno Piccolo e Monti della Laga |
Ci attrezziamo con casco e ramponi e cominciamo la salita, ben tracciata e frequentata.
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Ghiacciaio del Calderone: la Vetta Centrale, il Torrion Cambi e l'intaglio della Forchetta del Calderone |
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Risalendo il ghiacciaio del Calderone |
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Risalendo il Ghiacciaio del Calderone |
Il ghiacciaio è molto facile: un pendio di neve intorno ai 20°/30°, un po' più ripido in corrispondenza della parte centrale e dell'uscita in cresta. In breve sbuchiamo sulla cresta nord, a pochi passi dalla vetta.
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Risalendo il ghiacciaio |
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Nella parte alta del ghiacciaio |
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Marco sbuca in cresta |
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Dopo un po' arriva anche Luca |
Sbuchiamo sulla cresta nord, che percorriamo per qualche decina di metri fino a giungere sulla Vetta Occidentale, discretamente affollata come sempre...
Dopo una breve pausa, iniziamo la discesa: dobbiamo individuare il percorso migliore, tra i nevai e i ghiaioni che caratterizzano questo versante del Corno Grande. Inizialmente costeggiamo la cresta nord, poi iniziamo a calare verso valle: qui, ciascuno di noi tre, sceglie, in base alle preferenze personali, il percorso da tenere: Marco inizia un lungo traverso in direzione della Cresta Ovest, io, dopo aver tagliato per un po' i pendii innevati, decido di calare verso la Conca degli Invalidi seguendo una lingua di neve che porta direttamente al sentiero; Luca, sceglie una via di mezzo. Ci riuniamo comunque tutti e tre dopo qualche decina di minuti, nei pressi dell'inizio della Cresta Ovest, poco sopra la Sella del Brecciaio.
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In cerca della migliore via di discesa |
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Scendendo per la normale |
Giunti alla Sella del Brecciaio, non ci resta che ripercorrere a ritroso l'itinerario calcato al mattino: ancora tanta neve da calpestare!
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La cresta sud del Corno Piccolo |
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Un cuscino di Sassifraghe ingentilisce l'aspro scenario della Conca degli Invalidi |
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La Conca degli Invalidi e il versante nord-ovest del Corno Grande, percorso dalla via normale |
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Sella del Brecciaio |
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Scendendo dalla Sella del Brecciaio |
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Uno dei tanti nevai tra la Sella del Brecciaio e la Sella di M. Aquila |
Giunti alla Sella di Monte Aquila, non ci rimane che l'ultimo pezzo di sentiero, percorso innumerevoli volte in ogni stagione, in occasione di decine e decine di gite svolte al Corno Grande: attenzione a non distrarsi però, perché ci sono ancora dei nevai da attraversare, con neve piuttosto dura e
saponosa...
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Campo Pericoli |
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Classica vista del Corno Grande |
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Scendendo dalla Sella di Monte Aquila |
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Un ultimo saluto al Re dell'Appennino... |
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Campo Imperatore è ancora verdissimo |
E' stata una bella gita: completa, panoramicissima e con qualche tratto impegnativo che ha richiesto un po' di attenzione. Grazie all'innevamento ancora abbondante per la stagione, abbiamo potuto risalire il ghiacciaio del Calderone, che di solito in piena estate non è praticabile perché spoglio di neve e ricoperto di detriti: infatti, il ghiacciaio, ormai morente, si conserva ancora solo perché
ricoperto da una spessa coltre di ghiaie... E' possibile risalirlo, quindi, solo quando c'è ancora neve.
Questa volta la neve c'era e ci ha permesso questa suggestiva e per noi nuova ascensione... però mo' basta co' sta neve!!!
Dati dell'Escursione
Data: 15 Giugno 2013
Partenza: Albergo di Campo Imperatore (2130 metri)
Arrivo: Albergo di Campo Imperatore (2130 metri)
Punto più alto: Vetta Occidentale del Corno Grande (2912 metri)
Rifugi: nessuno
Dislivello totale in salita: 950 metri circa
Dislivello totale in discesa: 950 metri circa
Tempi impiegati (soste comprese): Albergo
(2130 m) - Ghiacciaio del Calderone (2680 m): 3 h 15 min; Ghiacciaio del Calderone - Vetta Occidentale (2912 m) 1 h; Vetta Occidentale - Albergo: 3
h. Totale: 7 h 15 min.
Sviluppo del percorso: circa 12 Km
Difficoltà: nelle condizioni trovate
EE fino al ghiacciaio; la risalita dal ghiacciaio alla vetta presenta neve a 25° con passaggi a 30°-35°; anche la discesa per la normale, con le condizioni di innevamento trovate, è da considerarsi
EE
Attrezzatura:
Scarponi da montagna, piccozza, ramponi, eventualmente bastoncini da escursionismo; consigliabile il casco
A Renà, portassi mica sfiga...
RispondiEliminaGran Sasso, escursionista scivola sulla neve nel Passo del Cannone
Anzi! mi pare che porto bene, dato che lo sventurato se l'è cavata solo con qualche contusione ed escoriazione... Poteva andargli molto peggio
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