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La cresta finale del monte Viglio |
(Monti Càntari, 4 marzo 2013) - Dopo quella al
Velino, effettuo un'altra gita da parrucchieri, ovvero di lunedì, sfruttando le mie ferie arretrate e i turni lavorativi dei miei amici.
Fortunatamente, questa volta, il tempo è ideale: le belle giornate assolate degli ultimi due giorni, con il loro alternarsi di alte e basse temperature, hanno trasformato a puntino la neve, quanto meno nelle esposizioni meno ombreggiate. Sotto un cielo azzurrissimo, i monti abbondantemente innevati scintillano, invitanti, al sole...
Ci rechiamo quindi al valico di Serra S. Antonio, 1605 metri, sulla strada che collega Filettino (Fr) con Capistrello (Aq), laddove comincia la lunga dorsale che culmina con la vetta del Viglio.
Lasciata quindi la macchina, cominciamo a salire sulla neve abbondante (circa 150 cm), ma ancora ben ghiacciata e portante.
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Marco sulla sterrata che porta a Fonte della Moscosa |
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Panorama da Fonte della Moscosa (1616 m) |
Non si affonda quasi per niente: ottimo! Il clima è molto mite, ma la forte gelata notturna ha compattato e ghiacciato per bene la neve.
Attraversiamo la faggeta lungo una pista ben battuta da parecchi passaggi e, sembrerebbe, anche da qualche motoslitta.
In breve raggiungiamo la Fonte della Moscosa (1616 m) e qui il percorso, finora pressoché pianeggiante, comincia a salire, lungo un vallone nel bosco, verso la linea di cresta, da dove ci si può affacciare verso est e godere di un bel panorama sulla val Roveto.
Da qui possiamo dire che comincia la salita vera e propria: si esce presto dal bosco per affrontare la ripida salita che conduce al Monte Piano (1838 m), modesta elevazione della lunga dorsale che culmina con il Viglio.
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Marco affronta la prima ripida ma facile salita per il monte Piano. Nella foto si vedono le bandierine per segnalare il percorso della gara svolta il giorno prima |
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Sullo sfondo la parete nord del Càntaro |
Dal Monte Piano (1838 m), la salita prosegue verso la triplice vetta del monte Càntaro, che si affaccia verso nord con una bella paretina rocciosa.
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La parete nord del Càntaro |
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Dalla sommità del Càntaro, vista verso Sirente (a sin.) e Majella (a destra) |
La progressione è abbastanza faticosa per la pendenza piuttosto accentuata, ma molto facilitata da una traccia evidentissima e segnalata da numerose bandierine!!! che poi ho scoperto essere state piazzate il giorno prima, per segnalare il percorso di una gara di
snowboard-alpinismo... Certo che potevano anche toglierle...
La salita prosegue a saliscendi, sempre molto facile e panoramicissima, toccando le tre cime del Càntaro (1992 m, 2050 m, 2103 m).
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Pizzo Deta e il monte Passeggio |
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La cittadina di Celano, le omonime gole, la Serra (M. Tino) e gli innevatissimi pendii sud del Sirente |
Dalla terza e più alta vetta dei Càntari, appaiono il famoso Gendarme e la vetta del Viglio: il tratto che manca è l'unico che potremmo dire alpinistico, sebbene, con le condizioni odierne, ci troviamo proprio ai livelli più elementari di difficoltà.
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Marco sulla terza vetta dei Càntari (2103 m) |
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Il Gendarme del Viglio |
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Panorama verso Campo Staffi e i monti Simbruini |
Comunque, pur essendo facile, ci sono dei punti che richiedono un po' di attenzione:
- la discesa dalla quota 2105 del
Càntaro alla sella del Gendarme, che essendo esposta a sud è ripida e ghiacciata
- la
risalita del Gendarme, che presenta un pendio a 45° che troviamo però
abbondantemente innevato, quindi abbastanza semplice
- la cresta
sommitale del Viglio, non molto ripida ma piuttosto ghiacciata, che richiede quindi una quantomeno basilare conoscenza dell'utilizzo dei
ramponi.
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Avvicinamento al Gendarme |
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Gendarme del Viglio |
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Salendo il Gendarme del Viglio |
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Salendo il Gendarme del Viglio |
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La bella vetta del monte Viglio |
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Salendo la cresta finale del Viglio |
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Salendo la cresta finale del Viglio |
Dopo questi tratti che richiedono un minimo di attenzione, raggiungiamo con un po' di fatica la vetta, da cui si gode un panorama eccezionalmente vasto su quasi tutte le montagne dell'Appennino Centrale.
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I monti Reatini con, a sinistra, il Terminillo |
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Il versante sud del Velino con le vette del Sèvice, Velino e Cafornia |
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La parte orientale di Campo Imperatore e i monti Brancastello, Prena e Camicia |
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Il versante occidentale della Majella |
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Sulla destra il monte Marsicano |
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Al centro il monte Petroso, sulla destra il monte Meta |
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Pizzo Intermesoli e Cefalone (sembrano un'unica cima) e il Corno Grande |
Rimaniamo in vetta un bel po' a godere il panorama e il sole. Rifocillatici con una veloce merenda, riprendiamo il cammino per la via già percorsa in salita.
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Dalla vetta del Viglio, panorama verso sud (monti Ernici) |
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Marco vicino alla croce di vetta del Viglio |
La discesa, in realtà, prevede anche qualche breve risalita per scavalcare le tre vette del Càntaro percorse all'andata... e il tratto più impegnativo: la discesa dal Gendarme.
In realtà, il Gendarme sarebbe aggirabile alla sua base per un traverso che, oltretutto, oggi non sarebbe neanche a rischio valanghe... Ma decidiamo di affrontare questo tratto leggermente tecnico, quanto meno per tenerci un po' in allenamento.
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Marco si accinge a scendere per il ripido canalino del Gendarme |
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In discesa dal Gendarme |
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In discesa dal Gendarme |
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In discesa dal Gendarme |
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In discesa dal Gendarme |
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Questo genere di autoscatti producono sempre pessime foto: questa ne è un chiaro esempio... |
Caliamo dal Gendarme per lo più faccia a monte, anche se in realtà, con quella neve morbida, qualche tratto si sarebbe potuto azzardare anche dritti-per-dritti...
Una volta ai piedi del torrione, proseguiamo a saliscendi verso le tre vette del Càntaro.
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Risalendo verso la vetta più alta del Càntaro |
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Risalendo verso la vetta più alta del Càntaro |
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La vetta principale del monte Càntaro (2105 m) |
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Una cornice e il Velino |
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Altra corniciona |
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La parete nord del Càntaro |
La discesa ora è piuttosto agevole e panoramica: in particolare si gode di un'ottima e "aerea" vista sulla val Roveto.
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Scendendo verso monte Piano, sullo sfondo il paese di Civitella Roveto |
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Scendendo verso monte Piano, la val Roveto e la lontana Majella |
Discesi da monte Piano, togliamo i ramponi e riscendiamo nel bosco al valico di Serra S. Antonio.
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Scendendo verso Fonte Moscosa |
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Un bel faggio si staglia nel cielo azzurrissimo |
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La bella radura di Fonte Moscosa |
E' stata una gita interessante, molto facile, ma molto panoramica, in un ambiente tra i più belli che si possano trovare tra le montagne laziali. Le condizioni erano veramente ottime, con tanta neve trasformata in tutti i versanti tranne quelli settentrionali più ripidi. I pendii ovest erano addirittura ghiacciati. Speriamo che la stagione possa continuare ancora qualche settimana, anche alle medie quote...
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Panorama della dorsale percorsa, ripreso dal valico di S. Antonio |
Dati dell'Escursione
Data: 04 Marzo 2013
Partenza: valico di Serra S. Antonio, 1605 metri
Arrivo: valico di Serra S. Antonio, 1605 metri
Punto più alto: monte Viglio, 2156 metri
Rifugi: nessuno
Dislivello totale in salita: 710 metri circa
Dislivello totale in discesa: 710 metri circa
Tempi impiegati (soste comprese): valico Serra S. Antonio (1605 m) - monte Viglio (2156 m): 2 h 30
min; sosta in vetta: 20 min; monte Viglio - valico Serra S. Antonio: 2
h; Totale: 4 h 50 min.
Sviluppo del percorso: circa 11 Km
Difficoltà: F difficoltà concentrate nel tratto tra il monte Càntaro e la vetta. E' possibile passare più facilmente evitando il Gendarme (45°), traversando alla sua base sul versante ovest, ma va valutato il pericolo valanghe
Attrezzatura:
Scarponi da alpinismo, ramponi, piccozza, eventualmente bastoncini da escursionismo
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Profilo altimetrico dell'escursione |
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Tracciato GPS visto da ovest |
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Tracciato GPS visto da nord |
Bel giro! Io vado domattina, tempo permettendo.
RispondiEliminaLa settimana scorsa ero a poche centinaia di metri dalla vetta in solitaria, ma ho dovuto rinunciare perchè si è improvvisamente alzata la nebbia, vento forte e neve a raffica.
Tornare indietro, scelta saggia.
Ciao, luigi
Ciao Luigi, grazie del commento.
RispondiEliminaAspetto di leggere la relazione sul tuo blog.
Un saluto
Renato