In una giornata nuvolosa e con un vento che soffia oltre i 60 Km/h, è meglio lasciar stare le vette più ardite e dirigersi sui dolci pendii del Gran Sasso occidentale...
------------------------
(San Pietro della Ienca, L'Aquila, 29 giugno 2017) - A Campo Imperatore c'è una fitta nebbia e tira un vento fortissimo. Non è una giornata per il Corno Grande e le sue creste rocciose ed affilate.
Decidiamo quindi di dirigerci verso una meta più tranquilla e non pericolosa, una di quelle cime arrotondate, dagli ampi versanti erbosi, che fanno parte dell'estremo lembo occidentale del gruppo del Gran Sasso. Scegliamo il monte Ienca, dove Luca non è mai stato.
Decidiamo quindi di dirigerci verso una meta più tranquilla e non pericolosa, una di quelle cime arrotondate, dagli ampi versanti erbosi, che fanno parte dell'estremo lembo occidentale del gruppo del Gran Sasso. Scegliamo il monte Ienca, dove Luca non è mai stato.
Lasciamo l'auto nei pressi di un valloncello che parte dalla strada provinciale del Vasto, nei pressi del paesino di San Pietro della Ienca. Seguiamo una strada sterrata, non riportata sulle mappe, che si inoltra tra gli alberi per poi attraversare dei pascoli. Costeggiamo una recinzione, incappiamo in una altra strada e continuiamo a seguirla in salita. Giunti ad un piccolo rifugio in muratura la strada termina e saliamo per terreno aperto, cercando di seguire qualche rara traccia di sentiero, formata dal bestiame al pascolo.
Appena partiti |
La cresta dello Ienca |
Cerchiamo di orientarci a naso, individuando il percorso più agevole per salire verso il piano di Camarda, ampia insellatura posta sulla cresta che unisce il monte Ienca al Pizzo di Camarda.
Ci dirigiamo quindi verso un canalone che incide il versante della montagna e ne costeggiamo il bordo, risalendo i vasti pascoli e aggirando delle rocce che affiorano qua e là.
Il terreno è ripido e per lo più privo di tracce di sentiero: si incrociano a volte degli esili sentierini,che tagliano il pendio trasversalmente, ma che svaniscono dopo poche decine di metri. Attorno a noi c'è un forte profumo di erba e fiori: inspiro con forza quest'aria aromatica, il suo odore mi dà una bella sensazione di calma e rilassatezza.
Il procedere è un po' faticoso, sia per la ripidezza che per il fondo irregolare. Decidiamo di salire lungo la massima pendenza, per incrociare la strada sterrata che raggiunge il piano di Camarda: sappiamo che taglia la montagna sopra le nostre teste, ma da dove siamo non la possiamo vedere.
Con un po' di fatica, riusciamo a sbucare sulla strada sterrata, lungo la quale è molto più agevole procedere. Con poco sforzo giungiamo quindi ai due piccoli laghetti, in realtà delle misere pozze per l'abbeverata del bestiame, poste nel piana di Camarda. Il panorama si apre maestoso sull'imponente mole del monte Corvo.
Penna di rapace |
Laghetto di Camarda e monte Corvo |
Nei pressi dei laghetti troviamo una lunghissima penna nera, una remigante di almeno mezzo metro. A chi potrà appartenere? Potrebbe essere Aquila reale, ma anche avvoltoio Grifone... difficile da dirsi, l'Aquila l'ho vista varie volte in zona, ma anche il Grifone si spinge spesso da queste parti, proveniente dal vicino massiccio del Velino.
Il versante meridionale del monte Corvo |
Il vento qui è piuttosto forte: finora, salendo, siamo rimasti abbastanza riparati, ma ora che siamo sulla sommità del crinale, si è molto rinforzato. Non perdiamo quindi tempo e decidiamo di incamminarci per il facile pendio che conduce alla vetta dello Ienca.
Il sentierino sale per i pascoli, lungo l'ampia e arrotondata cresta, passando accanto ad enormi vacche di razza maremmana, con le loro ampie corna. Mano a mano che si sale, la vista è sempre più ampia e interessante in tutte le direzioni: sia verso le vette del Gran Sasso occidentale (Corvo, Intermesoli, Camarda) sia verso i monti della Laga e il lago di Campotosto, sia verso la conca aquilana, il Sirente e il Velino.
Nell'ultimo tratto prima della cima il vento diventa veramente forte e ostacola il cammino: basta però scendere pochi metri sul versante sottovento per trovare un clima accettabile. Portandosi invece dal versante opposto, la potenza di Eolo si manifesta in tutta la sua violenza, spingendo e urlando con rabbia!
Lungo la cresta orientale del monte Ienca |
Panorama dalla vetta dello Ienca |
Il lago di Campotosto |
Modelli professionisti! |
Nell'ambiente in cui ci troviamo, un ampio ed erboso crinale non troppo ripido, non sussiste nessun rischio: la furia degli elementi, impersonata da questo forte vento, ci affascina e quasi ci piace sentirne la presenza contro i nostri corpi. Diverso sarebbe stato sulle esili e rocciose creste dei due Corni, dove saremmo voluti salire: su quel terreno ostico ed esposto, l'effetto del vento che diminuisce l'equilibrio e rende instabili e incerti i movimenti avrebbe costituito un serio pericolo.
Il paese di Assergi |
Riprendiamo il cammino in discesa, ripercorrendo i passi compiuti in salita. Ci vuole molto poco a tornare ai laghetti. Qui beviamo e mangiamo qualcosa e decidiamo l'itinerario per il ritorno: seguiremo la comoda sterrata fino ad un'ampia curva dove lasceremo la strada per attraversare i pascoli verso il punto in cui abbiamo lasciato la macchina.
Lago di Campotosto |
Monte Corvo |
Pizzo di Camarda |
Scendere sulla sterrata è comodissimo rispetto al percorso fuori-sentiero che abbiamo fatto in salita, ma l'itinerario è molto lungo: c'è tutto il tempo per rilassarsi e godersi la natura in cui siamo immersi. Ci affascina in particolare osservare le nuvole che corrono veloci in cielo, sospinte dal vento, e le loro ombre che sfilano rapide su prati e montagne.
Osserviamo con attenzione il percorso da intraprendere: è piuttosto semplice individuare, dall'alto, il punto in cui abbandonare la strada e i riferimenti (un boschetto di pini e un campo coltivato) da seguire per arrivare alla meta. Una mezz'oretta di passeggiata tra pascoli e cespugli di ginepro ci riporta sulla strada percorsa al mattino.
Pizzo di Camarda e pizzo Cefalone |
Il GPS conferma la rotta |
In breve ritorniamo quindi allo spiazzo sulla strada provinciale, dove alcune ore prima abbiamo lasciato l'auto.
Qui sotto potete vedere un breve video dell'escursione:
Qui sotto potete vedere un breve video dell'escursione:
Commento finale
Per noi è stata un'escursione di ripiego, ma è una cima che comunque merita una visita, se non altro per il bel panorama. Magari è consigliabile non salirla da questo versante in piena estate, dato che la partenza a quota bassa e l'esposizione in pieno sud garantiscono temperature molto elevate. E' un Gran Sasso diverso da quello ben più imponente di altri settori, ma è molto rilassante.
Panorama dai pressi della cima dello Ienca |
Quasi 12 Km per 1100 m dislivello |
Percorso visto da est |
Dati dell'Escursione
Data: 29 giugno 2017
Partenza e Arrivo: SP 86 del Vasto, nei pressi di S. Pietro della Ienca, 1100 metri
Punto più alto: vetta del monte Ienca, 2208 metri
Punto più alto: vetta del monte Ienca, 2208 metri
Rifugi: nessuno utile agli escursionisti
Dislivello totale in salita: 1100 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1100 metri circa
Tempo impiegato: 5 h circa (soste comprese) - 2 h 15 min dalla strada al lago di Camarda; 30 min dal lago di Camarda alla vetta del monte Ienca; 2 h dalla cima alla strada.
Sviluppo del percorso: circa 12 Km
Sviluppo del percorso: circa 12 Km
Difficoltà: E+: nonostante sulle carte escursionistiche siano riportati numerosi sentieri segnati che risalgono questo versante, sul terreno non ne abbiamo incontrato neanche uno. Probabilmente le mappe non sono aggiornate (infatti non riportano neanche tutte le fonti e le sterrate che esistono). Siamo quindi saliti per lo più senza tracce di sentiero, su terreno non difficile, ma "selvaggio", che richiede quindi un minimo di esperienza escursionistica. Dal lago di Camarda alla cima, invece, si incontrano vecchi segni gialli e rossi. Per la discesa abbiamo seguito per gran parte la sterrata, quindi nessuna difficoltà, se non un po' per l'orientamento negli ultimi 30 minuti, in cui abbiamo abbandonato la strada per tornare direttamente alla macchina. Volendo si può lasciare la macchina più a monte, nei pressi di una masseria che vende prodotti locali (cartelli), e seguire interamente la sterrata sia in salita che in discesa, senza difficoltà alcuna.
Attrezzatura: Scarpe da montagna e normale attrezzatura per escursioni di alcune ore.
Nessun commento:
Posta un commento