(Valle di Vrata, Mojstrana, 13 agosto 2016) -
"Oj Triglav, moj dom!" recita un'antica canzone, molto famosa in
Slovenia: significa: "
Oh Triglav, casa mia!" e simboleggia bene lo stretto legame tra questa nazione e la sua montagna più importante. Il monte Triglav, infatti, da oltre centocinquant'anni è il principale simbolo nazionale degli sloveni. Ogni sloveno che si rispetti dovrebbe salire almeno una volta nella vita in vetta al Triglav ed è per questo che, nonostante sia un'ascensione tutt'altro che banale, sono centinaia gli escursionisti che vi salgono, ogni giorno d'estate, lungo i vari sentieri che ne rimontano le possenti pendici.
Partendo quindi poco dopo le 6 dal parcheggio della
valle Vrata, non mi stupisco affatto di trovare tante macchine già parcheggiate e così tanta gente che si prepara o che si è già incamminata verso il gigante di pietra che sbarra, con la sua massiccia mole, la valle.
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Ore 6.15 - parcheggio in valle Vrata |
Anche io mi incammino, solitario tra tanti gruppi, condividendo insieme a loro la stessa emozione...
Il sole deve ancora sorgere in fondo alla valle, ma le vette più alte sono già inondate e colorate dalla luce dell'alba. L'aria è frizzantina e incoraggia la marcia, che oggi sarà lunga.
Oltrepassato il
rifugio Aljaž, proseguo per un breve tratto nel bosco, fino al
monumento con chiodo e moschettone, dedicato agli alpinisti partigiani: da qui prendo sulla sinistra il ripido
Tominškova pot (sentiero Tominšek), che mi condurrà alla sella della
Kredarica, ai piedi della cresta ovest del Triglav.
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La vetta del Triglav e il bordo della parete nord |
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Stenar |
Il sentiero inizia a salire nel bosco, molto ripido e con pochi tornanti. Salgo senza forzare, ma il passo è agile e supero diversi gruppetti che mi precedono.
Sono immerso nell'ombra, il sole ancora non fa capolino da dietro le creste delle montagne, ma già sudo copiosamente, forse per via dell'umidità e del ritmo allegro che sto tenendo...
Presto il sentiero si inerpica tra salti rocciosi e cenge ed iniziano i primi tratti
attrezzati ed esposti.
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Dall'altro lato della valle Vrata, la Škrlatica con la cima avvolta da una nuvola |
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La grigia parete dello Cmir |
In realtà non si tratta di passaggi difficili: l'arrampicata è semplice e facilitata da cavi e pioli d'acciaio, ma l'esposizione è discreta e, considerando anche la presenza di altri escursionisti sopra di me, non mi dispiace essere attrezzato con
casco e materiale per l'
auto-sicura.
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Primi tratti impervi |
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Una stretta cengia, con sullo sfondo la forcella Luknja |
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Una stretta cengia, esposta ma facile e ben attrezzata |
Il sentiero concede poche pause: cerca di vincere il ripido versante dello
Cmir scovando i punti deboli della montagna; cambiando continuamente cengia, tra brevi salti di roccia, ripiani mugosi, terrazzini ghiaiosi prende rapidamente quota. Rimane comunque costantemente faticoso e spettacolare, con viste mozzafiato sull'imponente parete nord del
Triglav e sulle bastionate del
Bovški Gamsovec e della
Škrlatica, che si ergono sull'altro versante della valle.
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Cerchiato in rosso, un escursionista che mi precede sul sentiero |
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La parete nord del Triglav |
Mentre salgo in questo scenario aspro e selvaggio, scorgo a pochi metri da me una
stambecca con il suo
piccolo, di poco più di un anno, che passeggiano noncuranti dei dirupi, brucando qua e là delle grasse e ispide erbe montane.
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Piccolo di stambecco |
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Piccolo di stambecco |
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Femmina di stambecco |
Dopo una doverosa sosta ad ammirare i due arditi quadrupedi, riprendo il cammino per superare l'ultimo tratto del sentiero
Tominšek: attraversando alcuni canaloni e salendo altre paretine rocciose, arrivo dove si incontra la traccia del
sentiero Prag, già percorso nella
mia salita del 2012.
Il sentiero del Prag (Pot čez prag) è più facile del Tominšek ma pur sempre ripido impervio e in parte esposto: lo vorrei percorrere oggi pomeriggio, per tornare in valle Vrata dopo la salita in vetta.
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Sul sentiero Tominšek, sullo sfondo la mia meta: la cima del Triglav |
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Il pilastro detto Sfinga (la Sfinge) su cui salgono alcune delle più impegnative vie della nord del Triglav |
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Il punto in cui il sentiero Tominšek incrocia quello del Prag |
Ora la traccia risale, sempre faticosamente ma non esposta, i ripidi ghiaioni che portano alla sella della Kredarica. Arrivato sul bordo di un altipiano calcareo dall'aspetto lunare, risalgo un passo dopo l'altro, aggirando enormi massi, profonde fenditure carsiche del terreno, piccoli residui di nevaio. La roccia è nuda e bianca, inondata da un sole che si riflette rendendo tutto abbacinante.
Ci sono ancora da superare alcuni gradini rocciosi, attrezzati con spuntoni d'acciaio e qualche fune, prima di giungere in vista del grande
Triglavski dom na Kredarici (
rifugio del Triglav sulla Kredarica). Li supero con un po' di fatica e giungo al mitico rifugione...
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Arrivo sull'altipiano sotto la Kredarica |
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Finalmente il Triglavski dom! |
Entro sempre volentieri dentro questo grande rifugio, pieno di vecchie fotografie e dotato di... wifi libero! Quest'anno ha compiuto 120 anni e se li porta bene... Bevo una bottiglietta di coca cola, che mi idrata e mi dà energie, e riparto alla volta delle due cime del Triglav.
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Anno 1896: inaugurazione del Triglavski dom
(da zgodovina.si) |
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Dalla terrazza del Triglavski dom, vista sul Mali Triglav (Piccolo Triglav) |
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Le due cime del Triglav dalla Kredarica |
Il vento soffia teso e la temperatura è piuttosto fresca: nonostante il sole, devo coprirmi. Comincio a risalire le ghiaie e le roccette che portano all'attacco del
Mali Triglav (Piccolo Triglav). Giunti alle prime paretine di roccia, iniziano anche le prime file, causate dalla tanta gente che sale e da quella che scende.
Il percorso è ben attrezzato, un poco esposto ma nulla di che, però bisogna fare
attenzione a non mettere piede in fallo e, soprattutto,
alle persone che precedono...
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Salendo verso il Mali Triglav |
La salita quindi è piuttosto discontinua: si procede e ci si ferma, si passa e si lascia passare; ci vuole pazienza e d'altronde lo si sa:
se vieni al Triglav in un sabato di agosto, con il bel tempo,
non puoi che trovare una certa ressa...
Il lento procedere, che un po' ricorda gli esodi estivi in autostrada, porta comunque alla vetta del Piccolo Triglav, dalla quale si mostra in tutta la sua arditezza la cima principale e l'aerea cresta ovest, un tempo chiamata
Schneide (la lama), che la collega alla cima minore dove mi trovo.
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La cresta est del Triglav |
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Lungo la cresta est del Triglav |
Il percorso è sicuramente esposto, ma ottimamente attrezzato con mancorrenti di cavo d'acciaio, quindi basta un po' di attenzione per percorrerla senza alcun problema.
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La valle Vrata, da dove sono partito |
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Lungo la cresta |
Mentre supero gli ultimi metri che mi separano dalla cima, tra le decine e decine di persone che ho incrociato, superato e accostato, sorprendentemente sento parlare... in italiano! Dovete infatti sapere che nelle valli delle Alpi Giulie slovene soggiornano numerosi turisti italiani, ma, ahinoi!, nella grande maggioranza non si allontanano più di 10 minuti dal fondovalle, preferendo ristoranti, negozi e casinò a boschi, sentieri e vette! State pur tranquilli che nelle migliori
gostilne (trattorie) di Kranjska Gora o Bled sentirete sicuramente risuonare la nostra musicale lingua, ma sarà rarissimo udire l'idioma di Dante sul più umile dei colli che circondano queste valli! Chiaramente, non sanno cosa si perdono...
Mi viene quindi spontaneo scambiare qualche parola con una coppia di ragazzi italiani,
Roberto e Novella, gran camminatori e
trail-runner assieme ai quali percorro gli ultimi metri che portano al Triglav.
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La vetta del Triglav e l'Aljažev stolp |
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Panorama dalla vetta del Triglav |
Li perdo però di vista nella calca della cima e quindi trascorro una quindicina di minuti seduto su un sasso a consumare il mio parco pasto alpino... Intanto osservo la gran quantità di escursionisti intorno a me: in gran maggioranza sloveni, di ogni parte del Paese, ma anche diversi cechi, croati, tedeschi, qualche francese... Ci sono bambini e anziani, ma anche tanti ragazzi tra i 18 e i 30 anni, fascia d'età piuttosto rara da incontrare sulle nostre montagne. Sul cucuzzolo più alto, c'è la caratteristica
Aljažev stolp (letteralmente:
torretta di Aljaž), un mini-bivacco d'emergenza, costruito nel lontano
1895 per volere dell'allora parroco di Mojstrana
Jacob Aljaž, che dà riparo in caso di tempesta e fa da inconfondibile sfondo alle foto di vetta. (Qui uno
splendido documentario della TV Slovena sulla storia ultracentenaria di questo bivacco e sulle vicende geopolitiche che l'hanno accompagnata).
Riposatomi, riprendo il cammino scendendo per la cresta appena salita...
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L'aerea cresta est del Triglav |
Mentre sosto per lasciar passare degli escursionisti che salgono, vengo raggiunto da Roberto e Novella, i due ragazzi italofoni incontrati salendo: sapendo (me lo avevano detto prima...) che erano
saliti dalla valle Krma e che sarebbero tornati a Kranjska Gora, gli chiedo sfacciatamente se mi posso aggregare a loro e scroccare un passaggio in auto, in modo da fare una traversata percorrendo, in discesa, un itinerario per me nuovo: gentilmente acconsentono e quindi mi accodo...
Chi mi conosce sa che ho un carattere un po' schivo e riservato, quasi timido, e in circostanze normali difficilmente avrei chiesto un passaggio a persone appena conosciute, ma quando sono in montagna cambio un po'...! :-)
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Lungo la cresta del Triglav |
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Lungo la cresta del Triglav |
Giungo quindi, assieme ai miei estemporanei compagni, nuovamente al Mali Triglav, ma da qui, invece di scendere verso la Kredarica, prendiamo un percorso, meno impegnativo, che cala tra roccette e ghiaie verso il
rifugio Planika.
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La cresta est del Triglav, anno 2016 |
Giungiamo quindi anche a quest'altro grande rifugio e intanto le nuvole hanno incappucciato il nostro Triglav, che possiamo quindi osservare solo di rado, quando fa capolino dalla cortina grigiastra che lo avvolge...
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Scesi dal Mali Triglav, verso il rifugio Planika |
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La gradinata rocciosa percorsa |
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Dom Planika (rif. Stella Alpina) |
Approfittiamo del rifugio per una breve sosta ristoratrice, in cui ci togliamo anche casco e attrezzatura da ferrata, ormai del tutto inutili. Riprendiamo quindi la marcia per un sentiero lungo il quale incrociamo decine e decine di persone che salgono, con l'obiettivo di
pernottare in quota per poi scalare, l'indomani, la vetta del Triglav.
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Konjsko sedlo |
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Konjsko sedlo |
Giungiamo quindi ai magri pascoli di
Konjsko sedlo, che significa
sella dei cavalli, ma più che da cavalli siamo circondati da grosse pecore belanti, che si aggirano tra gli escursionisti. Qui il sentiero si biforca: a destra conduce al
Vodnikov dom (
rif. Vodnik) e alla foresta di
Pokljuka, sopra
Bled; a sinistra cala verso la lunga e profonda valle
Krma. Prendiamo a sinistra.
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Alta valle Krma |
La valle Krma è un profondo solco glaciale che, dai piedi della "cupola" sommitale del Triglav, scende per 7 Km verso il piccolo villaggio di
Zgornja Radovna, non distante da Mojstrana. E' circondata da alte pareti, soprattutto sul suo fianco destro, dove fanno bella mostra di sé le alte e verticali pareti rocciose dei
Draški vrh.
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Rifugio dei pastori Prgarca in alta Krma |
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Rifugio Prgarca in alta valle Krma |
Il sentierino scende tra larici e roccette, attraversa macchie di pini mughi per poi raggiungere i pascoli della
Zgornja Krma (
Krma superiore), dove un bel rifugio di pastori (rif.
Prgarca), tutto in legno, fa bella mostra di sé. Ma siamo ancora a
oltre 1700 metri di quota e dobbiamo scendere sotto i 1000... i miei piedi cominciano ad avere qualcosa da eccepire sull'escursionismo alpino, ma li metto a tacere e proseguiamo il nostro itinerario.
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Valle Krma |
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Valle Krma |
Sfiliamo quindi per delle verdissime radure, sovrastate da incombenti pareti argentee, per poi scendere tra distese di pini mughi percorrendo sentierini a zig-zag dal fondo sassoso... Come sempre i mughi, nelle prime ore del pomeriggio, restituiscono il calore assorbito dalla giornata assolata, e questo non è molto piacevole, soprattutto dopo ore e ore di cammino e centinaia e centinaia di metri di dislivello in salita e discesa...
Ma ecco che giungiamo finalmente in un ombroso bosco di grandi abeti e, percorrendo una mulattiera che diviene sempre più una strada, raggiungiamo infine, la macchina di Roberto. Ci riposiamo soddisfatti, ci ristoriamo e intraprendiamo il momento più difficile della giornata: percorrere la
dissestata sterrata con un'auto poco adatta alle buche... Ma anche questo momento cruciale è superato e la giornata si conclude piacevolmente, a bere un goccio alla
gostilna Cvitar di Kranjska gora, dove prendo commiato dai miei gentili compagni di escursione.
Commento finale
Il Triglav è il Triglav: come scriveva Julius Kugy nel 1937, "è un regno, il regno incantato della bellezza e del prodigio e ancora più di tutto è il trono degli dei, un simbolo vissuto con imperituro e religioso amore, un simbolo di luce" - (Fünf Jahrhunderte Triglav, Leykam Verlag, Graz, 1937).
Nonostante l'alta frequentazione, che può essere paragonata a quella di tutte le più importanti e spettacolari cime del mondo, merita sempre una visita e, pur nel rammarico di non poter godere di questi ambienti straordinari nella dovuta calma e silenzio, un'escursione sul Triglav lascia sempre sensazioni positive e suscita forti emozioni.
Questo itinerario, in particolare, effettua una traversata tra le due più importanti vallate del versante nord: più ripida e "alpinistica" la Vrata, che si percorre in salita, più dolce la Krma. Le difficoltà sono soprattutto nel dislivello e nella lunghezza, non proprio usuali, mentre non sono richieste particolari doti "arrampicatorie", anche se numerosi passaggi della Tominškova pot non sono banali ed una forte esposizione è presente sia sulla Tominškova che sull'esile cresta est, tra il Mali Triglav e la vetta principale. E' comunque affrontabile da qualsiasi escursionista di media esperienza, ma ben allenato.
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Il sentiero Tominškova pot visto dal est (Škrlatica) |
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Traccia dell'escursione con profilo altimetrico |
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Il Tominškova pot visto dalla vetta del Triglav |
Dati dell'Escursione
Data: 13 agosto 2016
Partenza: Aljažev dom in valle Vrata, 1015 metri
Arrivo: vale Krma, circa 950 metri
Punto più alto: vetta del Triglav, 2864 metri
Dislivello totale in salita: 1900 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1950 metri circa
Tempo impiegato: 9 h 30 min circa (soste comprese) - 3 h 30 min dall'Aljažev dom alla Triglavski dom (Kredarica); 1 h 20 min dal Triglavski dom alla vetta del Triglav; 1 h 40 min dalla vetta del Triglav al Dom Planika; 2 h 50 min dal Dom Planika al fondo della valle Krma.
Sviluppo del percorso: 16,6 Km
Difficoltà:
EEA: il sentiero Tominšek (Tominškova pot) è un sentiero attrezzato con tratti esposti e in qualche caso molto ripidi, paragonabili a tratti di ferrate medio-facili. La salita al Triglav dalla Kredarica (salita al Mali Triglav e cresta est) è anch'esso un percorso paragonabile ad una facile ferrata. Le attrezzature sono abbondanti e in ottimo stato, sottoposte a continua manutenzione. La discesa dal Mali Triglav al Dom Planika è classificabile
EE, dato che si svolge su terreno ripido, roccioso, con brevi tratti attrezzati. Dal Dom Planika fino al fondo della valle Krma si tratta di un normale percorso su sentiero.
E.
Attrezzatura: Scarpe da montagna; casco raccomandatissimo sul Tominškova e anche nella salita del Mali Triglav, mentre l'attrezzatura da ferrata non è strettamente necessaria per escursionisti con esperienza alpinistica. Tenete sempre in considerazione, però, i pericoli che possono giungere dai numerosi escursionisti che si trovano sul sentiero e che potrebbero smuovere sassi o cadervi addosso.
Complimenti ,anche per me il Triglav è il mio dom ,essendo di mamma slovena, purtroppo non ci sono mai salita!Olgica
RispondiEliminaCiao Olgica,
Eliminati ringrazio per la visita ed il gentile commento.
Saluti
Renato
Ciao Ren, visto che siamo in un periodo di traslochi, sarebbe bello trasferirsi tutti insieme su questa bellissima dom! Io starei tutto il giorno, tutti i giorni chiuso in casa :-). A parte gli scherzi, 1900 m. di dislivello e meno male che non ti sentivi in forma. Ottima l'iniziativa di scroccare un passaggio per vistitare un lato della montagna che non conoscevi.
RispondiEliminaHo riguardato le tue vecchie escursioni del 2014 e del 2013, soprattutto la prima la ricordavo bene, ma sono già passati 2 anni?! Bhè il tempo vola e pure con un pò di stanchezza che inevitabilmente ci portiamo dietro, dobbiamo cercare, ognuno per come gli è possibile, di vedere i posti che ci stavano nel cuore, anche prima di averli visti.
Un abbraccio e a presto
Leo
Caro Leo,
Elimina1900 metri non li ho sentiti lì per lì, ma per i tre giorni successivi... certi dolori de gambe!!!
Un abbraccio!
Renato