Festeggio la
Pasqua 2016 insieme a Marco, su una montagna che non avevamo mai salito, raggiunta per la via più diretta!
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(Malequagliata, S. Martino d'Ocre, L'Aquila, 27 marzo 2016) - In una bella giornata primaverile, io e Marco ci ritroviamo a risalire le pendici del
Monte Ocre, una delle tante vette abruzzesi che superano i 2000 metri.
Questa cima, che non avevamo ancora salito, si erge nel settore più settentrionale dell'esteso massiccio del Velino, presentando, come tante montagne appenniniche, un dolce e inclinato pendio erboso a sud e un precipizio ripido e roccioso verso nord. D'inverno, quest'ultimo versante, offre l'opportunità di risalire svariati canalini, tutti alpinisticamente molto facili e, per chi è bravo, di scenderli con gli sci. Io e Marco, che non siamo sci-muniti, saliremo e scenderemo a piedi.
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Il versante nord di monte Ocre dalla sterrata che porta al rifugio Malequagliata |
Lasciata la macchina all'inizio della sterrata che porta dal paese di San Martino d'Ocre al rifugio Malequagliata, risaliamo a piedi, tagliando qualche tornante, verso le pendici della montagna.
Giungiamo abbastanza presto al cospetto dell'ampio versante nord, abbandonando la carrareccia alcune centinaia di metri prima di raggiungere il rifugio. Da qui saliamo, attraversando magri pascoli, in direzione dei piedi della montagna, in corrispondenza della verticale della vetta.
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Verso il monte Ocre |
Giunti laddove il pendio si impenna, ci appropinquiamo ad una lingua nevosa, dove mettiamo subito i ramponi dato che, grazie al freddo della notte, la neve è ancora dura.
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Marco calza i ramponi |
La salita inizia subito costante e ripida, sebbene non in maniera eccessiva. Mano a mano che saliamo, alle nostre spalle si apre un bel panorama sulla catena del Gran Sasso, che possiamo osservare nella sua interezza, dal passo delle Capannelle al vado di Sole.
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Il Corno Grande spunta al di là del monte Portella e del monte Aquila |
Passo-passo, con una pendenza sempre moderata, ci avviciniamo alla parte alta del monte, dove pilastri rocciosi delineano il punto più alto della lunga costiera, piuttosto uniforme, che costituisce questo versante dell'Ocre.
Lasciamo alla nostra destra un tozzo sperone roccioso, che separa questo settore della montagna dal vicino anfiteatro della Fossetta, e decidiamo anche di declinare le invitanti tracce scialpinistiche che, alla nostra sinistra, conducono alla più semplice e meno ripida via Diretta, per puntare decisi verso i canalini della Direttissima, la via più ardita e ripida che porta in cima!
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Salendo verso la Direttissima, sullo sfondo L'Aquila e il Gran Sasso |
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Seguendo le tracce a sinistra, ci si immette nel canale della via Diretta |
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Avvicinamento alla Direttissima |
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Tra i torrioni rocciosi a sinistra, l'imbocco della Direttissima |
Arriviamo dunque alla base delle torri di roccia attraverso le quali si dipana il percorso della via Direttissima. Qui la pendenza si fa "alpinistica", per cui riponiamo i bastoncini e sfoderiamo la piccozza.
Iniziamo a risalire le faticose rampe di neve, fermandoci ogni tanto a rifiatare. Come già detto, non siamo mai stati su questa montagna, ma nonostante l'assenza di tracce, avendo studiato un po' il percorso, l'orientamento non è difficile, anche perché si vede già la lunga croce posta sulla vetta: dobbiamo puntare ad essa, cercando la via tra i tozzi pinnacoli di roccia che spuntano dal pendio.
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Marco batte la traccia nella prima parte della salita nella Direttissima |
Raggiungiamo faticosamente il pendio finale, sotto la cima. Qui un ripido muretto di neve conduce proprio alle rocce su cui è piantata la croce. Fortunatamente la cornice nevosa non sporge molto: con un ultimo sforzo, la vetta è raggiunta!
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Marco si avvicina all'ultimo ripido muretto |
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Ultimi ripidi metri per la cima |
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Ultimi ripidi metri per la cima |
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Marco arriva in vetta al monte Ocre |
Devo dire che la soddisfazione è molta: un po' per la fatica, un po' per le difficoltà non banali dell'ultimo tratto, ma soprattutto per aver raggiunto una cima a me sconosciuta in autonomia, senza aver seguito tracce altrui, come è raro che accada su monti più di "moda", tipo Corno Grande o Terminillo...
Il panorama è ampio, aperto e solare: si vede gran parte dell'Appennino abruzzese, ricoperto da nevi scintillanti, con le varie vette che spuntano dalla foschia delle vallate.
Terminillo,
Laga,
Sibillini,
Gran Sasso,
Sirente,
Velino,
Viglio,
Marsicano,
Majella, e tante altre catene e massicci si stagliano bianchi nell'azzurro intenso del cielo primaverile.
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Foto ricordo sul monte Ocre |
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Il vallone di Settacque e il gruppo del Velino-Duchessa da nord |
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La Majella |
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Panorama dell'intera catena del Gran Sasso |
Una breve pausa a riposare al sole è d'obbligo, ma un vento un po' fastidioso ci disturba e induce a non sostare troppo: riprendiamo il cammino verso la via di discesa, che decidiamo sarà il canalone della Fossetta, un ampio e piuttosto ripido canale che si apre alla sinistra orografica della cima, non banale ma meno impegnativo della via appena salita.
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Pausa in cima all'Ocre |
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Panorama sulla città dell'Aquila |
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La cresta sommitale dell'Ocre e L'Aquila |
Dopo aver percorso verso ovest un tratto dell'ampia e pianeggiante cresta (circa 300 metri), ci caliamo verso il canale della Fossetta, itinerario molto percorso dagli scialpinisti (bravi). Il primo tratto di discesa, un po' ripido, lo percorriamo con cautela, visto che la neve è ancora piuttosto ghiacciata e dura.
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Scendendo nel canale della Fossetta |
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Scendendo nel canale della Fossetta |
Più in basso la pendenza diminuisce un po' e la neve smolla, fino a divenire piuttosto bagnata. La discesa è però veloce, data l'assenza di pericoli in caso di un'eventuale caduta.
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Il Corno Grande visto dalla Fossetta dell'Ocre |
Giunti alla base del canalone, togliamo i ramponi e riponiamo la piccozza. Seguiamo alcune tracce che ci riportano, facilmente, ai prati alla base del versante nord della montagna. Ci dirigiamo, tra i dossi ricoperti di ginepri, verso la sterrata percorsa poche ore prima. Raggiuntala, in qualche decina di minuti siamo all'automobile.
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La Fossetta di monte Ocre |
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L'anfiteatro della Fossetta, da cui siamo scesi |
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Scendendo i pendii di monte Ocre |
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Monte Ocre |
Commento finale
E' stata una bella esperienza: una cima che non conoscevo, solitaria e anche di soddisfazione. Magari non è spettacolare come altre montagne più note e frequentate, ma il panorama esteso e l'ambiente solitario la rendono una meta senz'altro da consigliare. Le difficoltà sono modeste, ma non banali (almeno per alpinisti molto scarsi come me...).
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Traccia e profilo altimetrico dell'escursione |
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L'ascensione vista da nord-est |
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Vista da est |
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Il tracciato della via Direttissima |
Dati dell'Escursione
Data: 27 marzo 2016
Partenza: sterrata per il rif. Malequagliata, 1180 metri
Arrivo: sterrata per il rif. Malequagliata, 1180 metri
Punto più alto: cima monte Ocre, 2209 metri
Rifugi: Nessun rifugio utile agli escursionisti
Dislivello totale in salita: 1.030 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1.030 metri circa
Tempo impiegato: 4 h 45 min circa (soste comprese) - 2 h 45 min dall'inizio della strada sterrata alla vetta di monte Ocre per la via Direttissima; 1 h 40 min discesa dalla vetta all'inizio della sterrata per la Fossetta.
Sviluppo del percorso: 8 Km
Difficoltà:
PD: il tratto della
Direttissima ha una pendenza media, abbastanza costante, sui
40° con qualche tratto a
45°; l'uscita in vetta presenta un muretto di pochi metri a
55°. La guida di Cristiano Iurisci (
Ghiaccio d'Appennino) riporta il grado
PD+, che probabilmente è dovuto alla cornice che si potrebbe trovare nell'uscita in vetta. Il
canale della Fossetta è
F+: pendii di neve a
30°/40°.
Attrezzatura: Scarponi da montagna, piccozza, ramponi e casco d'arrampicata.
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