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Lungo il sentiero Ventricini |
Un'estate così poco estiva non si vedeva da parecchi anni... Anche cercando le belle giornate in mezzo alla settimana, non si riesce proprio a trovare il fantomatico solleone tanto temuto ma, quest'anno, anche agognato...
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(28 luglio 2014, Prati di Tivo, Teramo) - Il viaggio da Roma ai Prati di Tivo è piuttosto lungo, ma quando si arriva al cospetto dei due Corni, che visti da questo boscoso versante si mostrano in tutta la loro imponenza, si scordano i tanti chilometri percorsi in automobile.
Prendiamo la nuova cabinovia che porta all'Arapietra, ripensando, con un po' di nostalgia per i tempi passati, alle lunghe e fredde risalite esposte al vento, con la vecchia e storica seggiovia... Altri tempi!
Le condizioni meteo potrebbero essere migliori: sembra stabile, ma le cime delle montagne più alte sono già ricoperte dai cumuli nuvolosi. Solo il Corno Piccolo, nostra meta di giornata, emerge dalle coltri vaporose mostrando le sue ripide e bianche scogliere di roccia.
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Luca in cabinovia, l'espressione che pregusta già la bella giornata escursionistica |
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Una vista verso i Prati di Tivo dall'inizio del Sentiero Ventricini |
Il progetto escursionistico di oggi è: Sentiero attrezzato Ventricini, salita alla vetta del Corno Piccolo per la ferrata Danesi, discesa per la Normale e risalita alla sella dei Due Corni, per tornare, attraverso il vallone delle Cornacchie, alla stazione di arrivo delle cabinovia. Il tutto, come sempre, da adeguare alle condizioni (fisiche e meteorologiche) che constateremo andando.
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L'esile traccia del sentiero Ventricini |
Attraversiamo dunque la base delle ripide pareti nord del Corno Piccolo, fino a giungere in vista della profonda val Maone: qui il sentiero, assecondando la montagna, cambia direzione e comincia a costeggiare sotto le Spalle del Corno Piccolo.
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Un nevaio e la sommità della Prima Spalla, visti dal Ventricini |
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Uno sguardo verso la val Maone |
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Luca lungo il Ventricini |
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Luca lungo il Ventricini |
Procediamo, dunque, osservando le belle pareti di roccia compatta delle Spalle, che in un passato non troppo lontano ci videro protagonisti di piccole avventure arrampicatorie... Proseguendo giungiamo infine alla forcella del Tesoro Nascosto, da dove inizia la parte attrezzata del Ventricini.
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Giochi di luce sul Corno Piccolo |
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Un tratto del Ventricini |
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Altri escursionisti si imbragano |
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Il calcare compatto della Seconda Spalla |
Rimettere mani sulla roccia, dopo un po' di tempo, anche quando si tratta di una via ferrata molto facile come questa, dà sempre una sensazione particolare: all'inizio percepisco sempre un minimo di disagio che mi sorprende; mi aspetto, infatti, di muovermi molto più agevolmente, su questo tipo di terreno, ma il corpo ha sempre bisogno di qualche minuto di adattamento per riprendere confidenza con questi movimenti, gesti che sono stati accantonati per qualche tempo e che ora un po' faticano a riemergere come usuali...
La ferratina è comunque facile e divertente, poco esposta, con qualche passaggio forse un po' scomodo, ma non propriamente difficoltoso.
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Luca è pronto: anche se il Ventricini è facile, meglio attrezzarsi di tutto punto, soprattutto il casco!!! |
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I due ragazzi che ci precedono risalgono il canalino attrezzato |
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Luca nel traverso in discesa che caratterizza l'inizio del sentiero attrezzato |
Si inizia con un facile e un po' esposto traverso, poi si risale un canalino... Si prosegue così, tra sali-e-scendi e tanti tratti più o meno orizzontali, costeggiando l'impervio versante sud-ovest del Corno Piccolo.
Qualche tratto è un po' faticoso, qualcun'altro un po' malagevole, ma mai niente di particolarmente difficile. Nonostante questo, la massima attenzione è sempre d'obbligo, anche per i più esperti, perché basta un attimo e... addio.
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Luca risale una breve ma ripida paretina |
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Luca risale una breve ma ripida paretina |
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Un passaggio in spaccata |
Siamo entrambi poco allenati, dato che sia il meteo che gli impegni di tutti i giorni, negli ultimi mesi ci hanno permesso ben poche escursioni. Proseguiamo quindi piano, sbuffando ogni tanto...
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Un tratto non attrezzato del Ventricini |
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Luca dà un'occhiata in giro |
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Una nuvolotta staziona sopra la val Maone |
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Un nevaio |
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Qualche roccetta da risalire |
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Una cengia un po' esposta |
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Lo scomodo, stretto caminetto del Ventricini: per fortuna è molto corto |
Le nuvole intanto si sono ispessite ed abbassate... Saliamo, spesso avvolti nell'ovattata atmosfera nebbiosa, che di sovente ci accompagna in montagna... Il panorama non esiste, la roccia, umidiccia, è un po' scivolosa (il giorno prima ha grandinato a più non posso) e il passaggio nel caminetto-stretto-stretto è come al solito fastidioso, costringendo a togliere lo zaino dalle spalle.
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Traversando un residuo nevaio |
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Lungo il Ventricini |
C'è anche da attraversare un nevaietto: niente di che, pochi passi su neve non dura e con un profonda traccia...
Il tempo, però, non ci piace molto: a parte che non ci fa vedere un accidente del mirabile panorama che avremmo attorno a noi.... Temiamo di prendere un temporale, del tipo di quello che ci han detto sia scoppiato il giorno prima, mentre saliamo sulle rocce ripide della ferrata Danesi...
Gli anni fanno divenire l'alpinista saggio... e timoroso! Per salire in cima al Cornetto (non il gelato, ma il fratellino del Corno Grande) propendiamo quindi per la più facile via Normale, dove un eventuale acquazzone ci darebbe molti meno problemi... Certo: una volta non avremmo deciso così, ma saremmo saliti baldanzosi per la più sfidante via ferrata... Ma mentre, allora, uno spiraglio di sereno in un cielo plumbeo ci faceva affermare ottimisti:
- "Si sta aprendo!"
oggi una nuvoletta grigia in un cielo azzurro ci suscita un:
- "Mmmmm! Potrebbe piovere...".
Così va il mondo.
Saliamo quindi, con qualche breve tratto in discesa, per le cenge, i canalini e le ghiaie della via Normale, immersi in una nebbia a tratti fitta, a tratti meno.
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Lungo la via normale al Corno Piccolo |
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Lungo la via normale al Corno Piccolo |
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Il "buco" della Normale al Corno Piccolo visto da sotto |
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Luca esce dal "buco" |
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Luca esce dal "buco" |
Oltrepassato il "buco" formato dai massi incastrati, un ultimo facile canalino ci conduce nei pressi della sommità della Prima Spalla: alla nostra destra, le placche levigate della cima del Corno Piccolo ci attendono, avvolte nella nebbia, per un ultimo sforzo.
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Nel canalino che porta alla Prima Spalla |
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La cima del Corno Piccolo |
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Escursionisti provenienti dalla Danesi |
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Luca sale le placche finali, prima della vetta del Corno Piccolo |
Giungiamo sulla vetta da cui possiamo ammirare... NIENTE! a causa delle fitte nubi che stazionano tutto attorno a noi. Sostiamo un po', scambiamo due chiacchiere con dei simpatici escursionisti liguri saliti dalla ferrata Danesi, e riprendiamo il cammino, scendendo per la via di salita.
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Foto di vetta: Luca e il Corno Piccolo |
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Scendendo per la via Normale |
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Una nebbiosa vista del percorso della Normale al Corno Piccolo |
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Una saltino di roccia, difficoltà I-II grado, è il tratto più insidioso del percorso |
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Via normale al Corno Piccolo |
Tornati al sentiero Ventricini, proseguiamo per la breve, ma ripida e faticosa salita che conduce alla sella dei Due Corni.
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Salendo alla sella dei Due Corni, vista su una nebbiosa val Maone |
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Le pareti delle Fiamme di Pietra |
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Le pareti delle Fiamme di Pietra |
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Il Campanile Livia |
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Campanile Livia e Punta dei Due visti dai pressi della sella dei Due Corni |
Giunti finalmente alla sella dei Due Corni, rinfrancati dal pensiero che le salite, per oggi, sono finite, scattiamo le classiche foto con alle spalle le guglie della cresta sud del Corno Piccolo, anche dette Fiamme di Pietra, in analogia alla ben più famose
omonime del Mont Blanc...
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In posa, con le Fiamme di Pietra sullo sfondo |
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Luca alla sella dei Due Corni |
Ora scendiamo per il sentierino che conduce al
rifugio Franchetti: non so se ricordo male o sono diventato molto più bravo, ma questa traccia di sentiero la ricordavo più impervia... che l'abbiano migliorata?
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Rifugio Franchetti al vallone delle Cornacchie |
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La Punta dei Due |
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La vetta orientale del Corno Grande e la sua Anticima nord |
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Scendendo verso il Franchetti |
Sostiamo un po' al Franchetti: fortunatamente, ma in fondo è anche un po' una beffa! ogni tanto la nebbia si dirada lasciandoci intravedere, fugacemente, qualche briciolo di panorama. Certo essere stati fin lassù e non aver visto manco la montagna di fronte... Vabbè che ci siamo già stati n volte, però non è che capita tutti i giorni di arrivare sopra i 2600 m, in Appennino...!
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Vista dal vallone delle Cornacchie |
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Anticima nord della vetta or. del Corno Grande. Si vede anche la cengia iniziale della via Ricci |
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Corno Grande |
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Luca è soddisfatto |
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La sella dei Due Corni e la cresta delle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo |
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Il rifugio Franchetti |
Scendiamo lentamente, che i piedi, nello scarpone rigido, si lamentano un po'...
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Poco sotto il rif. Franchetti, l'Anticima nord del Corno Grande |
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Scendendo nel vallone delle Cornacchie |
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Luca posa al cospetto della formidabile parete est del Corno Piccolo |
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La parete est del Corno Piccolo dal sentiero del vallone delle Cornacchie |
Mentre scendo annuso l'aria, mi riempio i polmoni e cerco di riempire anche il cuore di quest'aria fina, un'aria di montagna-vera-appenninica, che in pochi altri posti è possibile respirare. Sono sincero: non sono molto soddisfatto della gita di oggi: non mi sono mosso come volevo nei tratti un po' più impegnativi, non ho goduto come altre volte dell'ambiente che mi circondava, a tratti non vedevo l'ora di arrivare su, quasi a voler chiudere, prima possibile, una pratica da archiviare. Hanno contribuito certamente le condizioni atmosferiche non proprio favorevoli, ma anche un umore generale che non era dei migliori... Purtroppo, come si deve accettare il tempo inclemente in montagna, lo stesso vale anche per i momenti no della vita. Aspettare che passi.
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Un tratto del sentiero rifugio Franchetti - Arapietra |
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Un tratto del sentiero rifugio Franchetti - Arapietra |
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Un tratto del sentiero rifugio Franchetti - Arapietra |
Chiacchierando con il caro Luca l'umore migliora, si parla un po' di tutto ma soprattutto di montagna, si ipotizzano escursioni future, anche impegnative, ma chissà se le faremo... Il solo pensiero, però, basta a dare quel pizzico di entusiasmo e di ottimismo che ci fa andare avanti, che non ci fa arrendere, né dinnanzi alle difficoltà alpine, né a quelle della vita di tutti i giorni.
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La semplice perfezione di un umile Tarassaco (detto Soffione, o Piscialletto!) |
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Luca in cabinovia, l'espressione appagata dalla giornata tra i monti |
Commento finale
L'escursione percorre dei sentieri interessanti, panoramici (quando non c'è nebbia!!!) e di soddisfazione per l'escursionista. C'è il contatto con la roccia e il mondo dell'alpinismo come in pochissimi altri posti in Appennino. Sicuramente consigliabile agli escursionisti con un po' di esperienza e pratica di sentieri difficili.
Dati dell'Escursione
Data: 28 luglio 2014
Partenza e Arrivo: stazione d'arrivo della cabinovia dell'Arapietra - Prati di Tivo, 2005 metri
Punto più alto: Corno Piccolo, 2655 metri
Rifugi: Franchetti, 2433 metri
Dislivello totale in salita: 900 metri circa
Dislivello totale in discesa: 900 metri circa
Tempi impiegati (soste comprese): Arapietra - attacco tratto attrezzato Ventricini (forcella Tesoro Nascosto): 45 min circa (soste comprese); forcella Tesoro Nascosto - attacco Normale: 1 h 50 min (soste comprese) - attacco Normale - cima Corno Piccolo (soste comprese): 1 h; cima Corno Piccolo - attacco Normale (soste comprese): 55 min; attacco Normale - rif. Franchetti (soste comprese): 50 min; rif. Franchetti - Arapietra: 50 min (soste comprese). Totale: 7 h circa (soste comprese)
Sviluppo del percorso: 7 Km
Difficoltà: Il sentiero Ventricini è
EEA: sentiero in parte impegnativo con brevi tratti di ferrata facile. La via Normale al Corno Piccolo è invece
EE+: presenta qualche facile e breve passaggio in arrampicata (max II) poco esposto, lunghi tratti su sentriero detritico e franoso. In caso di neve (anche in inizio estate), su entrambi i percorsi le difficoltà diventano alpinistiche e richiedono attrezzatura ed esperienza adeguata. Il sentiero tra la sella dei Due Corni, il rif. Franchetti e l'Arapietra è
E.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, caschetto da roccia obbligatorio, kit da ferrata molto consigliabile sul sentiero attrezzato Ventricini.
Caro Renato, uno degli anelli più belli del massiccio del Gran Sasso, bello anche con la nebbia, che comunque ti consente di vedere i piedi sull'erba e le mani sulla roccia.
RispondiEliminaCerto la montagna, quand'è silenziosa come l'avete trovata voi, ti conduce in un mondo a parte e dopo aver "lottato con l'alpe", quando la strada è meno impegnativa, ti aiuta a pensare e poi, siccome ci vuole bene, almeno quanto gliene vogliamo noi, ci invita a tornare, immaginando altre strade, magari anche più impegnative.
Un abbraccio e a presto
Leo
Caro Leo, grazie per il bel commento. Speriamo che la montagna continui a volerci bene ancora a lungo.
EliminaUn abbraccio