Iaccetto di Pezza, alta valle Cerchiata |
In questo fine aprile un po' instabile, cerchiamo una finestra di bel tempo per passare una giornata in montagna. Vorremmo fare un bell'anello tra le creste della parte più settentrionale del massiccio del Velino, ma le condizioni meteo...
-----
(24 aprile 2014, Piani di Pezza, Rocca di Mezzo) - Le previsioni non sono proprio ottimali, ma nutriamo la speranza di poter fare una panoramica escursione lungo il crinale che chiude ad ovest i Piani di Pezza.
Raggiungiamo quindi l'altipiano delle Rocche, passando per Campo Felice e la nuova galleria di Serralunga, accorciando non poco il viaggio da Roma rispetto a quando si doveva passare per Celano e Ovindoli.
Raggiungiamo quindi l'altipiano delle Rocche, passando per Campo Felice e la nuova galleria di Serralunga, accorciando non poco il viaggio da Roma rispetto a quando si doveva passare per Celano e Ovindoli.
Marco riesce con molta perizia a condurre la Ford Fiesta lungo la sgangherata sterrata, fino alla località Capo Pezza, dove inizia la fitta faggeta della valle Cerchiata.
Nei pressi di Capo Pezza |
La Punta Trieste, vista da Capo Pezza |
Ci mettiamo in marcia: Marco per scaldarsi parte prima, mentre io armeggio un po' a regolare i bastoni telescopici. Oltrepassiamo, ignorandolo, il bivio per valle Cerchiata (i cartelli indicatori sono stati abbattuti, credo dal maltempo...) per cui ci tocca tornare indietro per riprendere la retta via, che risale lungo la bella faggeta.
E' fresco e parecchio umido, le vette delle montagne che ci circondano fanno capolino dalle nuvole, spinte da un bel venticello. Soprattutto il Costone orientale, in fondo alla valle, sembra aver indossato un grigio cappello...
La salita nel bosco, su un morbido tappeto di foglie qua e là interrotto da residue chiazze di neve, procede regolare, senza mai essere troppo ripida.
Una radura nel bosco di valle Cerchiata |
Dopo un po' di cammino, usciamo dal bosco in corrispondenza di una conca, con bel panorama sulle cime sovrastanti: la carta dice che si tratta dello Iaccetto di Pezza, sul quale incombono le vette delle punte Trento e Trieste, del Costone orientale e della Cimata di Puzzillo. Da questo versante, tali cime, appaiono di bell'aspetto, eleganti e quasi ardite, con un'aria di alta montagna conferitagli dagli ampi nevai che ancora persistono sui ripidi versanti settentrionali.
In fondo alla valle Cerchiata, lo Iaccetto di Pezza con il colle delle Trincere e la punta Trento |
Colle delle Trincere: sullo sfondo la Costa della Tavola |
Da questo bell'anfiteatro si dirama il sentiero che conduce, attraverso il Colle dell'Orso, al lontano monte Velino, anche noto come Gigante della Marsica. Noi prendiamo invece la traccia che a destra (nord-ovest) conduce al colletto di Pezza e al rifugio Sebastiani.
Ci inoltriamo quindi in una valletta in salita, mentre il cielo diventa sempre più grigio, sempre più basso.
I Piani di Pezza visti dalla parte alta della valle Cerchiata |
Ora il terreno è pressocché completamente innevato: una neve trasformata e piuttosto compatta, anche se molto bagnata. I piedi sprofondano molto poco, tranne quando li si poggia in corrispondenza di qualche buca nascosta...
In vista del colletto di Pezza |
Salendo al colletto di Pezza |
Giungiamo dunque al colletto di Pezza, il passo che mette in comunicazione il versante di Piani di Pezza con quello di Campo Felice. Poco sopra al valico c'è il rifugio Sebastiani, oggi chiuso, presso il quale sostiamo per mangiare qualcosa e decidere il da farsi. In realtà, sappiamo già cosa faremo: vista la nebbia piuttosto consistente, che non accenna a diradare ma anzi ad infittirsi, scegliamo di limitare l'escursione ad una salita, un po' alla cieca, verso la vetta orientale del Costone, posta proprio sopra il rifugio.
Raggiungendo il rifugio Sebastiani |
Dal rifugio Sebastiani, vista verso la valle del Puzzillo |
Saliamo quindi nell'ovattata atmosfera, tra il bianco della nebbia e il bianco della neve, seguendo labili tracce di escursionisti, risalenti a più limpidi giorni passati... Il pendio è molto ripido, quindi faticoso, ma è anche molto breve: sbuchiamo quindi presto in cima.
Marco risale il pendio del Costone orientale |
Il ripido e faticoso pendio che conduce in cima al Costone |
Marco sbuca in cresta, proprio in corrispondenza della vetta orientale del Costone |
Sono stato tante volte in cima al Costone: la vista che offre è stupenda ed emozionante. Oggi, purtroppo, tutto quello che si può vedere è una cortina bianca/grigiastra, interrotta da qualche chiazza bruna là dove la neve si è già sciolta... che peccato!
Foto ricordo con Marco, in vetta al Costone orientale |
E' chiaro che proseguire l'escursione come speravamo - percorrendo tutta la cresta e le cime fino al vado di Castellaneta - sarebbe di poca soddisfazione paesaggistica, nonché foriero di qualche problema di orientamento, dato che è un itinerario che non abbiamo mai fatto...
Riscendiamo quindi verso il rifugio, ricalcando i profondi passi lasciati in salita nella neve molla.
Un tuffo nel bianco: in discesa dal Costone orientale |
Nei pressi del rifugio Sebastiani, verso il colletto di Pezza |
Veloci, affondando i piedi nel tenero manto perlaceo, lasciamo subito la vetta e le alte creste alle nostre spalle, quando invece la gita agognata doveva svolgersi principalmente lassù, su quella corona di monti che adorna il vasto pianoro appenninico da cui siamo partiti. Ma, forse stranamente, non siamo affatto delusi: non sentiamo alcuna frustrazione bensì siamo contenti di ciò che siamo riusciti a godere della montagna, anche oggi, in una giornata non proprio ideale. Poche ore fa eravamo nella giungla d'asfalto della Capitale, mentre adesso siamo avvolti in questo denso silenzio, con i piedi nella neve e la testa (e non solo...) tra le nuvole... Per me è meraviglioso!
Una breve sosta scendendo verso la valle Cerchiata |
La discesa, per il sentiero già percorso all'andata, fila via veloce, come le solite chiacchiere varie e progetti per future escursioni. Ogni tanto ci fermiamo ad osservare le belle e forti piante di faggio che spiccano nel bosco di valle Cerchiata.
Siamo presto di nuovo alla macchina, mentre una pioviggine fina-fina ci inumidisce un po'. Un ultimo sguardo alle cime che ci circondano, con il proposito di tornare per approfondirne la conoscenza.
Ripercorsa in auto la sterrata dei Piani di Pezza, il tratto tecnicamente più impegnativo dell'escursione, viste le varie buche... ci fermiamo a mangiare qualcosa al Vado di Pezza, dove giungono le strade asfaltate che partono da Rocca di Mezzo, Rovere e Ovindoli. Accanto alla piccola costruzione del Rifugio del Lupo, la nostra attenzione non può non essere attratta da una grande costruzione in legno, vetro e cemento. Di aspetto non sgradevole, ben integrato nell'ambiente montano in cui è posta, questa specie di "doppio chalet" moderno, dotato di ampie vetrate panoramiche, sembra completamente abbandonato. Dalle finestrone, si scorgono chiaramente gli amplissimi interni: una grande sala con camino, cucina professionale attrezzatissima, altre stanze di cui una con il pavimento letteralmente ricoperto di mosche morte.... Che grande spreco, ci diciamo con Marco... Chissà quanto è costata e se (ma ne siamo quasi certi) è stata realizzata con denaro pubblico...
Facendo qualche ricerca su internet, ho trovato questo documento: Relazione descrittiva della struttura ricettiva comunale ubicata in località “Piani di Pezza”
Dunque questo bel rifugio avveniristico è una struttura ricettiva per lo sci di fondo in attesa (ormai da qualche anno) di un gestore... E aspettando che un volenteroso imprenditore arrivi e, come il Principe Azzurro con la Bella Addormentata, risvegli dal loro silenzioso abbandono gli ampi e ben rifiniti locali della baita, la stessa giace nell'incuria, tra escrementi bovini, mosche morte e vetrate incrinate. Lascio a voi che leggete ogni considerazione su questo tipo di investimento, io e Marco le nostre le abbiamo già fatte e non le riporto perché penso siano immaginabili....
Qui tutta la documentazione del progetto: fatevi avanti!!!
Bando di Gara
Nuvole basse sullo Iaccetto di Pezza |
Scendendo nel bosco di valle Cerchiata |
Scendendo nel bosco di valle Cerchiata |
Un bell'esemplare di faggio, in valle Cerchiata |
Siamo presto di nuovo alla macchina, mentre una pioviggine fina-fina ci inumidisce un po'. Un ultimo sguardo alle cime che ci circondano, con il proposito di tornare per approfondirne la conoscenza.
Ultimo sguardo alla Costa della Tavola, mentre scende una leggera pioviggine... |
Breve polemica sullo sviluppo turistico-economico nell'Appennino centrale
Ripercorsa in auto la sterrata dei Piani di Pezza, il tratto tecnicamente più impegnativo dell'escursione, viste le varie buche... ci fermiamo a mangiare qualcosa al Vado di Pezza, dove giungono le strade asfaltate che partono da Rocca di Mezzo, Rovere e Ovindoli. Accanto alla piccola costruzione del Rifugio del Lupo, la nostra attenzione non può non essere attratta da una grande costruzione in legno, vetro e cemento. Di aspetto non sgradevole, ben integrato nell'ambiente montano in cui è posta, questa specie di "doppio chalet" moderno, dotato di ampie vetrate panoramiche, sembra completamente abbandonato. Dalle finestrone, si scorgono chiaramente gli amplissimi interni: una grande sala con camino, cucina professionale attrezzatissima, altre stanze di cui una con il pavimento letteralmente ricoperto di mosche morte.... Che grande spreco, ci diciamo con Marco... Chissà quanto è costata e se (ma ne siamo quasi certi) è stata realizzata con denaro pubblico...
Facendo qualche ricerca su internet, ho trovato questo documento: Relazione descrittiva della struttura ricettiva comunale ubicata in località “Piani di Pezza”
Dunque questo bel rifugio avveniristico è una struttura ricettiva per lo sci di fondo in attesa (ormai da qualche anno) di un gestore... E aspettando che un volenteroso imprenditore arrivi e, come il Principe Azzurro con la Bella Addormentata, risvegli dal loro silenzioso abbandono gli ampi e ben rifiniti locali della baita, la stessa giace nell'incuria, tra escrementi bovini, mosche morte e vetrate incrinate. Lascio a voi che leggete ogni considerazione su questo tipo di investimento, io e Marco le nostre le abbiamo già fatte e non le riporto perché penso siano immaginabili....
Qui tutta la documentazione del progetto: fatevi avanti!!!
Bando di Gara
Dati dell'Escursione
Data: 24 aprile 2014
Partenza: Capo Pezza, 1535 metri
Partenza: Capo Pezza, 1535 metri
Arrivo: Capo Pezza, 1535 metri
Punto più alto: Vetta orientale del Costone, 2271 metri
Dislivello totale in salita: circa 740 metri
Dislivello totale in discesa: circa 740 metri
Tempi impiegati (soste comprese): Capo Pezza - rif. Sebastiani: 2 h 5 min; rif. Sebastiani - cima orientale del Costone: 20 min; cima orientale del Costone - Capo Pezza: 1 h 20 min
Totale: 3 h 45 min (soste comprese).
Totale: 3 h 45 min (soste comprese).
Sviluppo del percorso: circa 8,5 Km (ma abbiamo allungata per circa 400 metri, causa un errore di percorso)
Difficoltà: E fino al Sebastiani ; F per salire al Costone a causa della presenza di neve (in estate E+)
Attrezzatura: Scarponi da alpinismo, ramponi, piccozza.
Note: occhio alla strada sterrata per Capo Pezza: sono 5 Km in alcuni tratti (soprattutto all'inizio) molto dissestati e sconsigliabili ad automobili basse.
Note: occhio alla strada sterrata per Capo Pezza: sono 5 Km in alcuni tratti (soprattutto all'inizio) molto dissestati e sconsigliabili ad automobili basse.
Sono qui con il professore, co-protagonista dell'escursione sci-escursionistica sul Puzzillo, e stavamo pensando di partecipare alla gara per la gestione del rifugio fantasma, sperando possa bastare la passione per la montagna e l'affetto per il nostro appennino, sono criteri sufficienti? Chi vuol far parte della "cordata"?
RispondiEliminaCari Leo e Franz, temo che se qualcuno non si spiccia, invece di un moderno rifugio ci troveremo un ennesimo rudere appenninico... Una sorta di rifugio per vacche ed equini, come quello lungo l'Arapietra... Mah!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina