martedì 15 aprile 2014

Monte Sirente dal canalone Maiori

Risalendo il canalone Maiori

Il canalone Maiori è una classicissima gita di primavera, da affrontare quando la neve si è assestata e il pericolo valanghe è a livelli accettabili...


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(10 aprile 2014, Fonte all'Acqua, Secinaro) - Partiamo dal parcheggio di Fonte all'Acqua (1158 m) alle 8.30 circa. Il cielo è azzurro e la temperatura è di -1°C: si prospettano condizioni ottimali per la nostra salita.

Lo chalet di Fonte dell'Acqua
Ci incamminiamo, io e Luca, per la fitta faggeta del Sirente, stando attenti a non mancare i bivi che conducono alla base del canalone Maiori.

Attenzione al primo bivio a destra, a poche centinaia di metri dalla partenza

In cammino nel bosco

Una povera arvicola, appena uccisa da un predatore, probabilmente un rapace
I segnali ci sono, nel bosco, ma non sono sempre evidenti e il sentiero non è molto marcato. Ci capita un breve momento di disorientamento in corrispondenza di una radura, tra mucchietti di ramaglie accatastate e segni di vernice sugli alberi di probabile origine boscaiolesca... ma il passaggio di uno scialpinista solitario ci toglie ogni dubbio sul proseguimento del percorso.

E' così che, cammina-cammina, giungiamo al cospetto del canalone Maiori: per raggiungerlo, superiamo ancora un breve tratto di fitta boscaglia, scavalcando alberi abbattuti dalle valanghe, guidati da utili ometti di pietra.

Appena usciti dal bosco. Sullo sfondo lo Sperone di Mezzo

Canale Maiori - Sirente
Verso il canalone Maiori
La neve è ghiacciata: nella notte è gelato e il manto si è compattato al punto da rendere utili i ramponi sin dall'inizio.

Comincia quindi la lunga e faticosa salita, dritto per dritto, verso il canalone, che ci attende come fosse la bocca spalancata della montagna.

Il fondo del canale è ricoperto dai resti di grosse valanghe che hanno trascinato i lastroni, formatisi in quota con le abbondanti nevicate di quest'inverno, fino al fondo del vallone. Alcuni di questi, spezzati e frantumati, formano ancora grosse palle di neve compressa.

Comincia la salita

Un blocco di neve, portato a valle dalla valanga

Il Corno Grande è incappucciato da una nuvoletta

Una palla di neve gigante...
Si sale sulla neve pressata dalle slavine e compattata dal gelo notturno, fra i migliaia di blocchi e blocchetti di lastrone frantumati dalla furia della valanga. E' un procedere faticoso, anche perché, sebbene il canale non raggiunga mai inclinazioni tecnicamente impegnative, è però continuamente ripido, con un tratto iniziale spacca-gambe intorno ai 40°...

Risaliamo i residui delle valanghe

Luca in azione

Uno scorcio verso Rocca di Cambio e il monte Cagno


Gli speroni rocciosi che delimitano la sinistra orografica del Maiori

Dopo un po' che saliamo, ormai all'interno delle quinte rocciose che delimitano il Maiori (o valle Inserrata, come lo chiamano i locali), la montagna ci saluta con qualche sassetto che, liberato dalla neve che lo tratteneva, ci saltella allegramente incontro. Nulla di che, ma è meglio indossare il casco...

Si sale nel primo tratto del Maiori

Un attimo di sosta per rifiatare...

I bei pilastri che si affacciano nella parte centrale del Maiori
Superato il primo terzo di canalone, piuttosto ripido, si entra in una zona tra rocce spettacolari, in cui la pendenza si attenua un pochino e consente un po' di ristoro ai polpacci alquanto provati... Poche centinaia di metri dopo, però, in corrispondenza dell'ultimo tratto di salita, il terreno torna a farsi ripido, intorno ai 40°.

La parte alta del canalone

Siamo in vista della testata del vallone: una piccola slavina di neve umida ricopre delle tracce di salita dei giorni scorsi

Due eleganti pilastri rocciosi

Alla testata del Maiori, fanno bella mostra di sé le consuete grandi cornici sommitali

Il Corno Grande e il paese di Barisciano
Siamo ora nella parte superiore del vallone e la via appare sbarrata da alte pareti di roccia e ghiaccio. Il nostro percorso volge però a sinistra, traversando alcune recenti scariche di neve marcia, per raggiungere il panoramico colletto della sella del Maiori, che divide il nostro canalone dalla valle Lupara.

Luca osserva la magnificenza dell'anfiteatro sommitale

Le pareti che sbarrano il vallone

L'ultimo tratto di salita. Sullo sfondo il solito Gran Sasso
Un ultimo sforzo e raggiungo la selletta, dove il panorama si apre sulla parallela valle Lupara, percorsa dalla via normale estiva. Tira un venticello fresco ma c'è un bel sole abbagliante. Mentre aspetto che arrivi anche Luca, ne approfitto per scattare qualche foto.

La valle Lupara vista dalla selletta del Maiori. Sullo sfondo la Maiella

Dalla selletta del Maiori, vista verso un laghetto e il paese di Castelvecchio Subequo

La parete della cima del Sirente, con la croce di vetta

Panorama dalla sella del Maiori
Da qui il percorso per la cima attraversa i pendii che si affacciano sulla valle Lupara, supera un breve e ripido gradino, fino a raggiungere la cresta principale. Facilmente, per gli spazi aperti e soleggiati del versante sud, raggiungiamo i 2348 metri del monte Sirente.

Luca alla selletta del Maiori

Il cammino prosegue bordeggiando la lunga cresta sommitale del Sirente

Sul versante sud del Sirente. Sullo sfondo, bianchissima, la Maiella

Ovindoli, il massiccio del Velino-Cafornia e lo scempio delle piste della Magnola

Gli ultimi metri prima della cima: sullo sfondo le serre della conca di Avezzano, chiusa in fondo dal monte Viglio (destra) e dagli Ernici (sinistra)
Dalla cima del Sirente la vista si estende a 360° su tutte le principali montagne delle regioni vicine, sulla conca del Fucino e sul mare Adriatico che oggi, a causa di un po' di foschia, si intuisce appena.

Foto di vetta sul monte Sirente, 2348 metri
Qualche foto e ci incamminiamo subito per la discesa: la temperatura comincia ad alzarsi ed è meglio evitare di passare sotto le enormi cornici di neve e le ripide pareti innevate con il caldo, non si sa mai... Ripercorriamo quindi il percorso fatto all'andata fino alla sella da cui si accede al canalone.

Un breve tratto ripido per passare dalla cresta principale del Sirente alla sella del Maiori

Un breve tratto ripido per passare dalla cresta principale del Sirente alla sella del Maiori

Il traverso per raggiungere la sella del Maiori
Affrontiamo nuovamente l'ampio canalone: con l'aumento della temperatura la neve ha "mollato", come si dice in gergo, è meno ghiacciata, e lo scendere è quindi più facile.

Scendendo nella parte alta del Maiori

La parte alta del canalone Maiori. Sullo sfondo il Gran Sasso

Scendendo nel Maiori, la cresta del Pilastro di Mezzo
La discesa, con questa neve, è rapidissima: quasi senza soste, divoriamo gli 800 metri di dislivello che ci separano dall'inizio del canale, cercando il percorso più agevole fra i residui delle valanghe.

Panorama sul gruppo del Gran Sasso

Uno sguardo indietro, verso la testata del Maiori

Giungiamo infine dove termina la neve, proprio all'inizio del bosco. Qui ci fermiamo per togliere i ramponi e mangiare qualcosa. Affrontiamo quindi il sentiero che attraversa l'ombrosa foresta del Sirente, e in meno di un'ora raggiungiamo il parcheggio di Fonte all'Acqua.

Nella foresta del Sirente



Commento finale


La salita alla cima del Sirente è sempre un'escursione meritevole, in ogni stagione. L'ambiente del Maiori è eccezionale, tra i più interessanti dell'intero Appennino. La salita è un po' faticosa, ma ne vale sicuramente la pena. Se si considera poi che si attraversano posti dove la natura è ancora integra (nella foresta che si percorre trovano rifugio, tra gli altri animali, cervi, caprioli, cinghiali, lupi e persino gli orsi!), possiamo ben considerare questa come una delle migliori mete escursionistiche dell'Appennino!

Importante


Fino al 16 agosto 2014, onde evitare di arrecare disturbo alle operazioni di reintroduzione del Camoscio Appenninico, è vietato l'accesso ai sentieri che percorrono il settore occidentale del Sirente, in particolare:

14 - Rovere - cima Sirente
14C - Fontana della Valle - Costa Cerasole
14D - Fontana della Valle - Mandra Murata
14E - Mandra Murata - Balze dell'Anatella
14F - Costa Cerasole - Mandra Murata



Dati dell'Escursione

Data: 10 aprile 2014
Partenza: parcheggio di Fonte all'Acqua, 1156 metri
ArrivoMonte Sirente, 2348 metri
Punto più alto: Monte Sirente, 2348 metri
Rifugi: nessuno
Dislivello totale in salita: 1200 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1200 metri circa
Tempi impiegati (soste comprese)parcheggio Fonte all'Acqua - base del Maiori: 1 h 15 min circa (soste comprese); bae del Maiori - cima monte Sirente: 2 h 45  min (soste comprese) - cima monte Sirente - base del Maiori: 1 h 30 min ; base del Maiori - parcheggio: 1 h. Totale: 6 h 30 min circa
Sviluppo del percorso9 Km
Difficoltà: Fino alla base del canale Maiori: E, traccia nel bosco segnalata, ma con qualche punto a cui prestare attenzione per l'orientamento. Canale Maiori e vetta del Sirente:  F (pendii di neve fino 30°/40°). Attenzione al pericolo valanghe: intraprendere l'escursione solo con condizioni di neve ben assestata (di solito primavera inoltrata) e possibilmente in presenza di rigelo notturno. A inizio stagione (novembre, dicembre) la poca neve e il ghiaccio possono offrire difficoltà tecniche nettamente maggiori. 
Attrezzatura: Ramponi, casco, piccozza.

Profilo altimetrico dell'escursione

Percorso visto da nord

Percorso visto da sud

Percorso visto da ovest

Un po' di geografia del Sirente

Clicca sulla foto per ingrandire e leggere i nomi


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