(Massa d'Albe, L'Aquila, 18 maggio 2024) - Parcheggiata l'auto nella piazzetta della chiesa di Corona (890 m), frazione di Massa d'Albe, comincio ad incamminarmi, insieme a Luca, verso gli scoscesi e assolati pendii meridionali del massiccio del monte Velino, che da qui si eleva al massimo della sua imponenza.
Velino e Cafornia sormontati da una nube lenticolare, visti da Massa d'Albe
L'escursione inizia comoda e poco faticosa, per una sterrata poco pendente che procede tra alberi e pascoli, bordeggia fattorie, fino ad arrivare alla fonte Canale (1190 m), dove giunge un'altra sterrata da Forme. Qui, nei pressi di un abbeveratoio ombreggiato da grandi e belle piante di pioppo, inizia la salita vera e propria, in ambiente che si fa via-via sempre più selvaggio e montano.
Il monte Cafornia, versante sud
Imbocchiamo quindi il sentiero 5 (il sentiero 6, la Direttissima, è chiuso per pericolo di frane) e cominciamo ad attraversare, per tracce, i magri pascoli ai piedi del Cafornia, fino a giungere al limite inferiore di una pinetina da rimboschimento, che ricopre proprio i pendii che scendono dal canalone che separa Velino e Cafornia, le due montagne gemelle sulle cui cime vorremmo salire. Lungo il cammino, dei grifoni ci allietano la salita, sempre più aspra, con i loro ampi volteggi.
Grifone
Risalita la pineta, giungiamo ad un bellissimo pianoro posto, verdissimo e pieno di fiori in questa stagione. Una pausa è d'obbligo. Incontriamo anche qualche altro gruppo di escursionisti, ma non sono diretti alla vetta.
Il canalone che separa Velino e Cafornia
Ora la salita comincia a farsi più faticosa: dopo un breve tratto non troppo erto, superiamo un saltino roccioso che ci impegna con qualche passaggio di I grado, poi proseguiamo su terreno che si fa via-via più impervio e ripido. Allo stesso tempo, il panorama si apre sempre più vasto e le prime nuvole cominciano a coprire il sole, che fino a qui ci aveva scaldato alquanto... Ora, complice anche il vento, l'aria è diventata bella frizzantina e le pause richiedono di coprirsi.
Il saltino roccioso
Superato il saltino roccioso
Procediamo a testa bassa, un passo dopo l'altro, per il vasto pendio che punta verso il culmine della piramide - il Velino. La costa si stringe man-mano che saliamo fino a prendere la fisionomia di un'ampia cresta, difesa da tozze torri rocciose, placche e paretine calcaree. Il sentiero si aggira nei punti deboli del monte, tra aspre rocce. La salita, forse un po' noiosa, è interrotta ad un certo punto da una breve placchetta rocciosa, molto liscia ma molto appoggiata, da superare anche qui con qualche movimento di I grado.
Vista di Massa d'Albe dai pendii del Velino
La cima del Cafornia dalla cresta sud del Velino
Poco a poco, salendo di quota, le ultime erbe, gli ultimi e tenaci cespugli di ginepro cedono il passo alle ghiaie e alle rocce: in uno scenario scabro e severo superiamo le ultime centinaia di metri di dislivello, sferzati da un vento freddo che ci rinvigorisce e spinge a salire con meno fatica. Arrivati con un ultimo sforzo sulla vetta del Velino (2487 m), la vista è in parte celata da nubi basse tutto attorno, ma la soddisfazione e la suggestione dell'ambiente eccezionale è sempre forte.
Monte Velino a sinistra, Cafornia in secondo piano, a destra
Verso la vetta
Verso la vetta lungo la cresta sudovest
Lungo la cresta sudovest
Monte Velino 2487 m
Monte Velino 2487 m
Nonostante il clima non proprio ottimale - è coperto, tira vento, la temperatura è intorno ai 5°C - ci fermiamo abbastanza a lungo, per rifocillarci con qualche snack e tirare un po' il fiato. Dopo numerose foto, decidiamo di rimetterci in cammino per scendere: caleremo lungo la cresta nord e poi svolteremo a destra - est - verso la vetta del monte Cafornia. Sulla cresta nord c'è ancora un po' di neve, non molta per la stagione a dire la verità, e comunque non necessita di ramponi, ma per sicurezza impugno la piccozza, che mi dà un po' di stabilità nei punti più scivolosi.
Dalla vetta del Velino
Scendendo lungo la cresta nord del Velino
Scendendo lungo la cresta nord del Velino
La vetta del Cafornia
Giunti alla base della piramide sommitale del Velino, proseguiamo alla nostra destra, lungo la cresta che collega la vetta più alta, che abbiamo appena lasciato, con la sua gemella, il Cafornia. Il panorama è molto bello e suggestivo, in un ambiente di alta montagna che in Appennino non è molto frequente. Una breve salita ci richiede un ultimo sforzo per calcare i 2424 m del monte Cafornia.
La cresta che conduce al Cafornia
Il vallone tra Velino e Cafornia
Nei pressi della sommità del Cafornia
Stavolta la sosta è più breve: riprendiamo presto il nostro viaggio scendendo prima lungo la cresta est, un po' impervia, poi per un monotono, ripido e infinito pendio. Passo dopo passo, i piedi sempre più indolenziti, perdiamo quota portandoci al fondovalle. Giunti ai piedi della montagna, incomincia un altrettanto lungo traverso verso ovest, che ci riporta alla fonte Canale, già visitata in mattinata.
Da qui la sterrata che ci riporta verso Massa d'Albe è semplice, ma, dopo tanto cammino, si fa sentire...
Scendendo dal Cafornia, vista sul Velino
Viole sui pendii del Cafornia
Non Ti Scordar Di Me sui pendii del Cafornia
Monte Cafornia
Nei pressi di Fonte Canale
Commento finale
Grandiosa e faticosa gita che sale sulle vette più importanti del massiccio del Velino per il versante più ripido e imponente. Non particolarmente difficile, ma neanche banale, richiede soprattutto un impegno fisico non indifferente per il dislivello totale e il terreno impervio e ripido. La ripeto sempre volentieri.
Dati dell'Escursione
Data: 29 marzo 2024
Partenza/Arrivo: Rifugio Angelo Sebastiani, 1820 m
Punto più alto: monte Terminillo, 2216 m
Dislivello totale: 446 metri circa in salita e discesa (comprende errore di percorso in discesa)
Sviluppo del percorso: circa 3,45 Km (comprende errore di percorso in discesa)
Tempo impiegato: 3 h 45 min circa (incluse soste) - dal rif. Sebastiani (1820 m) alla vetta del Terminillo per il canale dell'Orsacchiotta (2216 m): 2 h 05 min; dal Terminillo al rif. Sebastiani (compreso errore di percorso): 1 h 30 min
Difficoltà: PD- il canalino dell'Orsacchiotta è un itinerario di alpinismo invernale facile, che mediamente presenta una pendenza media abbastanza sostenuta, con tratti a 45° tra rocce e un'uscita finale, spesso su neve dura, che a seconda delle condizioni può superare i 50° di inclinazione. Il canale Centrale è più facile F con inclinazione intorno ai 40° medi. È considerata la normale invernale per la vetta e normalmente non presenta grandi difficoltà, tranne che in caso di poca neve e/o ghiacciata: in questi casi la progressione richiede una buona conoscenza delle tecniche di utilizzo di ramponi e piccozza e molta prudenza, in quanto una caduta in queste condizioni diventa molto pericolosa.
Attrezzatura: Scarponi invernali, casco, piccozza e ramponi
Dati dell'Escursione
Data: 18 maggio 2025
Partenza/Arrivo: Massa d'Albe, 890 m
Punto più alto: monte Velino, 2487 m
Dislivello totale: 1680 metri circa in salita e discesa
Sviluppo del percorso: circa 15,8 Km
Rifugi: nessuno
Tempo impiegato: 8 h 40 min circa (incluse soste) - da Massa d'Albe (890 m) alla fonte Canale (1190 m): 45 min: dalla fonte Canale al monte Velino (2487 m): 3 ore 35 min; dal monte Velino al monte Cafornia (2424 m): 1 h; dal monte Cafornia alla fonte Canale: 2 ore 30 min; dalla fonte canale a Massa d'Albe: 50 min
Difficoltà: EE- la maggior parte dell'escursione si svolge per classici sentieri di montagna (E), ma alla base del Velino si devono superare un paio di passaggi di I grado, molto facili ma non del tutto banali. Inoltre le parti sommitali delle due vette presentano terreno impervio. Nevai sul versante nord permangono di solito fino a giugno.
Attrezzatura: Scarpe da montagna. Non è raro in maggio incontrare tratti di neve dura sul versante nord del Velino: le condizioni da noi trovate non ne hanno richiesto l'uso, ma è consigliabile avere con sé ramponi e scarpe adeguate.
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