domenica 17 gennaio 2016

Sulle creste attorno al Morretano


Dicembre sta finendo e c'è ancora pochissima neve, ma ci sono molte occasioni per bellissime escursioni... Questa volta sui Monti di Campo Felice!


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(Valico della Chiesola di Lucoli, 30 dicembre 2015) - Pochissima neve sull'Appennino... Un inverno piuttosto anomalo, forse a causa del Niño, ha lasciato all'asciutto i monti e ci fa godere di una temperatura relativamente mite nonostante la stagione. Propongo a Marco e Luca questa escursione non troppo impegnativa, ma che si preannuncia molto panoramica.

Lasciamo la macchina nei pressi del valico della Chiesola di Lucoli (1633 m) il poco marcato passo che dà accesso all'altipiano di Campo Felice, e ci dirigiamo sulle pendici boscose del monte Fratta, per risalirle.

Il bosco di monte Fratta

Luca e Marco

Saliamo piuttosto ripidamente, ma non rapidamente, tra le chiazze di neve che resistono, grazie all'ombra, dall'ultima nevicata caduta un mese fa. Dopo alcuni minuti di salita, tra lo scrocchiare della neve gelata e il frusciare delle foglie secche sotto i piedi, incrociamo il sentiero segnato e lo seguiamo, aggirandoci tra i faggi.

Sulla cresta del monte Fratta
Giungiamo presto fuori dal bosco e il panorama comincia ad estendersi. Siamo circondati da monti e monti, chiazzati qua e là da veli di neve. Alla nostra sinistra si estende il pianoro di Campo Felice, circondato di vetuste faggete; a destra, il pendio scende verso la valle di Morretano, chiusa sull'altro versante dalla cresta della Torricella. Al di là, i Monti della Duchessa, situati già nel Lazio. Seguendo la cresta non ci vuole molto a raggiungere la prima vetta della giornata, il monte Fratta (1878 m).

Salendo al monte Fratta, vista verso i Monti della Duchessa

Monte Fratta

Campo Felice

La cresta continua con vari sali-scendi, il sentiero un po' ne segue il filo, a volta passa alla nostra destra, sul versante sud, a volte su quello nord, dove in alcuni punti persistono nevai piuttosto consistenti.

Dalla cresta tra Fratta e Cornacchia, vista del monte Cava

Sulla cresta del Cornacchia, alla spalle il monte Orsello, a sinistra i monti Reatini con il Terminillo

Verso il monte Cornacchia

Verso il monte Cornacchia
Mano a mano che saliamo la cresta si fa più sottile e il panorama si apre sempre più vasto. Con qualche salita e discesa giungiamo alla seconda vetta del giorno, il monte Cornacchia (2010 m).

Vista verso il Morretano. Al di là della cresta della Torricella, i monti della Duchessa

Cresta del monte Cornacchia

Lungo la cresta del monte Cornacchia

Lungo la cresta del monte Cornacchia

Lungo la cresta del monte Cornacchia

Per arrivare al Cornacchia si percorre qualche tratto di cresta roccioso, seppur elementare, che rende l'escursione ancora più interessante. L'attrattiva di questa gita, però, sono i panorami, estesi e selvaggi: ci troviamo infatti immersi nell'Appennino centrale e, girando lo sguardo intorno, si ammira un susseguirsi di cime, valli, creste, pianori e foreste a perdita d'occhio.

Verso il monte Puzzillo

Cresta del monte Puzzillo

Cresta del monte Puzzillo

Dal monte Puzzillo, uno sguardo indietro, verso la cresta percorsa
Con poco sforzo, percorrendo la cresta finale abbastanza innevata, giungiamo alla vetta più alta dell'escursione, il monte Puzzillo (2174 metri). Qui ci si ferma un po' di più, si scattano foto ricordo da whatsappare agli amici in pianura, si beve e si mangia qualcosa. Giungono insieme a noi una coppia di escursionisti con cane, già incontrati alla partenza e che ci hanno seguito; non sanno molto di queste montagne e sono attrezzati in maniera un po' discutibile... Hanno infatti scarpe basse, uno addirittura un modello da corsa e vestiario leggero, con tanto di calzoncini "pinocchietti", quelli a metà polpaccio... Ora chiedono se c'è un'alternativa per il ritorno, dato che non se la sentono di percorrere i tratti di cresta innevati, in discesa, con quelle scarpette. Li indirizzo giù nella valle Morretano: non che ci sia meno neve, ma almeno, in caso di scivolata, non rischiano di precipitare più di tanto...

Foto ricordo sul monte Puzzillo

Conca del Puzzillo

No comment
Per proseguire la nostra escursione scenderemo al vado del Morretano (1983 m) per poi proseguire salendo alla cresta della Torricella. Torniamo quindi brevemente sui nostri passi e prendiamo il sentierino che scende per i ripidi prati assolati del versante sud del Puzzzillo, verso il vado.

Scendendo al vado del Morretano, sullo sfondo Murolungo e Morrone della Duchiessa

Il vado del Morretano, sullo sfondo il Costone, i monti della Duchessa e, lontana, la piramide del Velino
Giungiamo velocemente a questo passo, che mette in comunicazione la valle del Morretano con la conca del Puzzillo. Da qui riprendiamo il cammino percorrendo il sentiero a mezza costa che attraversa l'ombroso e freddo pendio nordest  della cima del Morretano, fino ad arrivare alla cresta della Torricella.

Dal vado del Morretano alla cresta della Torricella

Dal vado del Morretano alla cresta della Torricella

Percorriamo quindi la dorsale della Torricella, formata da ampi pendii a pascolo, fino alla quarta ed ultima cima della giornata, il monte La Torricella (2071 m) appunto.

Lungo la cresta della Torricella

La Torricella

Monte Puzzillo visto dalla Torricella

Salendo alla Torricella

Croce di vetta della Torricella...

Da questa panoramica cima si gode una bella vista del monte Puzzillo, che abbiamo appena salito, e della fitta ed estesa foresta del Cerasolo, mentre dal vicino Lazio fanno capolino i monti Carseolani, i monti del Cicolano e quelli della Duchessa. Non sostiamo molto in cima, ma scendiamo in cerca di un posto un po' più riparato per fermarci a mangiare qualcosa...

Panoramica dalla Torricella

Scendendo dalla Torricella

Sulla dorsale della Torricella
Dopo aver superato pendii innevati a chiazze, qua e là segnati da doline e altri fenomeni carsici, ci accampiamo brevemente in un prato a consumare un frugale pasto, allietato dalla telefonata di Leonardo, una vecchia Guida Andina a riposo, già compagno di mille avventure alpine e appenniniche... Svolte queste doverose formalità, lasciamo il crinale della Torricella e, per una dolce valletta, caliamo verso il fondo della valle Morretano.

Valle del Morretano
Ora percorriamo un'ampia mulattiera, penetrando nel bosco di faggi che ricopre la parte inferiore della valle. Questo tratto è molto bello e divertente da percorrere con gli sci da fondo, quando c'è molta neve, ma oggi siamo a piedi. La vallata, infatti, qui si stringe e anche oggi, che la neve è pochissima, compare un discreto accumulo nevoso, custodito dall'ombra degli alberi e dai versanti dei monti che lo riparano dall'aria mite.

Fondo della valle Morretano

Valle Morretano
Passiamo quindi tra i bei faggi, osservando impronte di lepri ed altri animali. La temperatura è piuttosto rigida e, quantomeno, ci ricorda che siamo pur sempre in inverno...

Valle Morretano
Pestiamo quindi molta più neve qui che sulle vette toccate in mattinata. Spesso, poi, come accade sovente sulle strade forestali d'inverno, il manto è ghiacciato, anzi ci sono veri e propri lastroni sui quali bisogna passare con estrema cautela, pena scivolare e saggiare dolorosamente la durezza del fondo.

Valle Morretano

Valle Morretano

Valle Morretano

Valle Morretano
Ad un certo punto, dove la strada forestale è sbarrata al transito dei fuoristrada, incontriamo dei cercatori di tartufi che si danno da fare con i loro cani! Non pensavo che si potessero trovare tartufi con il terreno innevato, seppur parzialmente...

Comunque, pur camminando in qualche tratto con la cautela che si userebbe a calcare delle uova, giungiamo al termine del vallone e alla sterrata che conduce a Prato Agapito e poi al valico della Chiesola, da dove siamo partiti questa mattina.

Nella faggeta


Il bel faggio di Prato Agapito
Qui, cosa piuttosto eccezionale per la fine di dicembre, possiamo osservare delle vacche che pascolano a 1600 metri in inverno!!! Stranezze climatiche...



Commento finale

Tanti panorami, poca fatica, molta natura! Un'escursione facile e molto remunerativa, in un ambiente insospettabilmente intatto e selvaggio. Consigliabilissima a ogni escursionista! 

15 Km di sviluppo e 800 metri di dislivello

Il percorso visto da nord

Il percorso visto da est

Il percorso visto da sud



Dati dell'Escursione

Data: 30 dicembre 2015
Partenza: Valico della Chiesola di Lucoli, 1630 metri
Arrivo: Valico della Chiesola di Lucoli, 1630 metri
Punto più alto: cima monte Puzzillo, 2174 metri
Rifugi: nessuno
Dislivello totale in salita: 800 metri circa
Dislivello totale in discesa: 800 metri circa
Tempo impiegato6 h 15 min circa (soste comprese) - 2 h 40 min da valico della Chiesola alla cima del monte Puzzilloo; 35 min dal Puzzillo al vado del Morretano; 30 min dal vado del Morretano alla cima della Torricella; 1 h 15 min dalla cima La Torricella alla valle Morretano; 1 h 15 min dalla valle Morretano al valico della Chiesola.
Sviluppo del percorso15 Km
DifficoltàE+: semplice escursione per creste non esposte e valli. In inverno, però, a seconda dell'innevamento può essere più faticosa e la presenza di ghiaccio, in alcuni tratti, costituire un pericolo. 
Attrezzatura: Scarponi da montagna, bastoncini da escursionismo, in inverno i ramponi vanno sempre portati!

2 commenti:

  1. Ah, ah, ah, vecchia guida andina a riposo, ho riso per 10 minuti quando ho visto la foto.... che poi risale all'ultima escursione fatta insieme, con te, Marco e Laura, se non ricordo male nell'ormai lontano luglio 2011. Bella ancora una volta, come sempre, la vostra gita e belle le foto. Vabbè per questa volta basta così, un abbraccio amico mio e alla prossima.
    Leo (vecchia guida andina a riposo)

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    1. Dopo 5 anni sarebbe anche ora di fare un'altra escursione assieme... Ogni 5 anni se po' fa, che dici...?

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