martedì 22 settembre 2015

Una piramide di roccia: la cima aguzza dello Špik



Non è una montagna alta, non è difficilissima da salire, è abbastanza faticosa (ma c'è di peggio), eppure vista da nord è una delle montagne più eleganti della Slovenia: vi racconto la salita allŠpik.

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(Ruski križ - strada da Kranjska Gora al passo Vršič - 22 agosto 2015) - Parto come sempre di buon passo, in preda all'emozione dell'ambiente montano del primo mattino, incamminandomi in discesa per la strada forestale che porta verso il corso del fiume Pišnica. L'aria è ancora fresca, il silenzio la fa da padrone, interrotto solo dai canti degli uccelli del bosco. Lungo la sterrata ci sono decine di macchine parcheggiate, segno che molti escursionisti, più mattinieri di me, si sono già incamminati verso quella piramide di roccia che porta il nome di Špik. Špik in sloveno significa proprio "punta", "cima aguzza" e questa montagna ha proprio la caratteristica forma che si impara a disegnare da bambini per rappresentare i monti più alti. In realtà non è una montagna elevatissima, nelle modeste (per altezza) Alpi Giulie è solo al 36° posto, eppure è notissima ed ambita da escursionisti e rocciatori, proprio per il suo elegante aspetto e la sua impegnativa parete nord, dove si sono scritte importanti pagine della storia alpinistica slovena e si cimentò anche la fortissima guida cortinese Angelo Dibona nel lontano 1925.

Ma torniamo ai giorni nostri e alla mia ben più modesta escursione. Dopo aver attraversato un breve tratto di bosco (ed avere per un attimo anche sbagliato strada...) esco nella radura della Planina v Klinu, dove attraverso un ruscello bagnandomi un po' i piedi. Il sole illumina appena le creste più alte del Razor e le montagne sono di quel colore freddo e indefinibile, che hanno anche le dolomiti subito prima dell'alba e ancor di più appena dopo il tramonto: eteree, irreali, sembrano appartenere ad un altro mondo.

Planina v Klinu: il sole lambisce appena il Razor
Costeggiato per un breve tratto il torrente, superata in salita un'altra porzione di bosco, giungo alla radura dove sorge il rifugio Koča v Krnici. Da qui mi inoltro tra una folta vegetazione, in direzione dello Špik.

Rifugio Koča v Krnici

Le pareti del Prisojnik cominciano a illuminarsi

Anche sulle creste del Razor il sole prende piede

Prisojnik

La Kriška Stena
Dopo un tratto nel bosco, il sentiero costeggia il letto asciutto di un torrente ed inizia a risalire un canalone, detto Gruntovnica, pieno di sassi e massi.

Il canalone della Gruntovnica

Le prime nubi della giornata incominciano ad incollarsi alle vette
Nel frattempo le prime nubi della giornata incominciano a manifestarsi, vorticando intorno alle cime circostanti, rubando un po' di panorama agli occhi. La salita continua ripida e regolare, ora lungo pendii di mughi e magri pascoli.

Salendo, una vista alle Mojstrovke

Il sentiero costeggia la base della parete della Gamsova Špica
Si risale ora, a ripide svolte ma su un buon sentiero, verso la sommità della Gamsova Špica, ovvero la Cima dei Camosci, sebbene di camosci non se ne veda l'ombra... Ho guadagnato parecchia quota e il panorama si è parecchio allargato; particolare impressione è vedere, piccolo piccolo, il rifugio presso cui sono passato poco più di un'ora fa.

Il rifugio Koča v Krnici sembra piccolissimo
Qui comincio ad incontrare le prime persone: prima una coppia che si riposa, poi una compagnia di escursionisti non molto allenati, che infatti supero agevolmente e in breve tempo.

Il sentiero che sale e il Prisojnik sullo sfondo

Vista salendo dalla Gamsova Špica alla Lipnica
Sono in vista del tratto un po' più impegnativo della salita, il superamento della cresta rocciosa della Lipnica, una cima secondaria posta accanto allo Špik, e la salita del tratto finale che conduce alla cresta. Incomincio a scorgere le tante persone partite prima di me, tra cui un paio di comitive piuttosto numerose, probabilmente partecipanti di gite organizzate dai locali Club Alpini. Mantengo il passo regolare, costeggiando una caratteristica fenditura nella montagna e avvicinandomi al tratto roccioso.

Una caratteristica fenditura tra le rocce

Le rocce della Lipnica

Salendo verso la Lipnica, si vedono altri escursionisti che mi incalzano
Giunto all'inizio del tratto roccioso, dove il sentiero percorre la cresta della Lipnica e continua verso lo Špik, indosso il casco, metto la reflex nello zaino e comincio la salita, aiutato da alcuni metri di cavo d'acciaio nel pezzo un po' più ripido ed esposto.

Bel panorama verso il Razor e il Prisojnik

Le nuvole creano effetti suggestivi

Il primo tratto della cresta della Lipnica
Il primo tratto della cresta della Lipnica è quindi ripido e roccioso, ma abbastanza facile anche grazie al cavo d'acciao. Il percorso poi continua senza particolari difficoltà, finché non prende a traversare un po' esposto, e di nuovo attrezzato con la fune, verso i ripidi pendii terminali dello Špik.

Le attrezzature della Lipnica

Una ragazza incrociata mentre scende lungo la cresta della Lipnica

Terminato il tratto più impegnativo

Si traversa verso lo Špik

Purtroppo la vetta, mia agognata meta, è coperta da nubi che vanno e vengono (più vengono che vanno...) e, sebbene lo scenario sia alquanto suggestivo, temo che il panorama non sarà dei migliori.

Continuo a percorrere le rocce che conducono alla base dell'ultimo ripido tratto che porta alla cima. Qui trovo un'alta concentrazione di escursionisti e bisogna fare un po' di attenzione a qualche sasso smosso da chi precede...

La vetta dello Špik gioca a nascondino

Špik: cucù!

Il canalone da cui dovrò scendere

Le roccette che conducono in cima
Con un po' di fiatone giungo in vetta, dove trovo tanta gente, tanta nebbia e un po' di freddo...
Metto subito addosso la giacca a vento e mi rifocillo con le mie solite vivande: barrette di cereali, frutta disidratata e qualche pigna (scherzo!!! le pigne sono troppo dure per i miei denti...). Noto che il gruppone (una ventina di persone) che è giunto in cima prima di me è condotto da due membri del soccorso alpino: benissimo, in discesa farò in modo di precederli di qualche minuto, in caso di necessità, non si sa mai...

Dalla vetta dello Špik: le rocce della Škrlatica

Dalla vetta dello Špik: il paesino di Gozd Martuljek

Dalla vetta dello Špik: il paesino di Gozd Martuljek

Dalla vetta dello Špik: il paese di Podkoren

Dalla vetta dello Špik: il paese di Podkoren, dove si svolge l'annuale slalom di coppa del Mondo 

Dalla vetta dello Špik: la cittadina di Villach, in Carinzia

Le nubi che mi circondano non demordono: vorrei fare qualche foto al panorama, ma i pochi diradamenti fanno spuntare solo qualche visione fugace e sinistra di aspre rupi e vertiginosi abissi, mi pare di stare nel film del Signore degli Anelli, sui monti di Mordor... Qualche schiarita più consistente si ha in direzione del fondovalle e mi consente qualche scatto ai paesi ai piedi della montagna, ma poca roba... Se ripenso a quando salii per la prima volta questa montagna, cinque anni fa, con un tempo perfetto... Pazienza!

22 agosto 2010: così era il panorama dalla vetta dello Špik
Non appena il gruppone parte, mi muovo anche io: mi accodo nella ripida discesa, col proposito di staccarli poi un po' più avanti. Scendo quindi in numerosa compagnia, su terreno ripidissimo e franoso, per l'ultimo tratto percorso in salita ma poi, invece di deviare nuovamente verso la Lipnica, ci fiondiamo giù per i detriti del canalone Kačji Graben, il canalone del Serpente! Anche qui, a dispetto del nome, di serpenti neanche l'ombra...

Scendendo dallo Špik

Scendendo per il canalone del Serpente (Kačji graben)

Il terreno è ripidissimo e friabilissimo
La discesa è instabile, su un terreno composto da milioni di detriti rocciosi che si muovono sotto ai miei piedi, ma in fondo non è così difficile, basta essere sciolti, fare passi brevi e rapidi ed un po' di attenzione all'equilibrio. In basso il canalone si allarga sotto una cerchia di vette e le tracce che percorrono il ghiaione da cui sto scendendo diventano un vero e proprio sentierino, ben tracciato, che punta verso il bosco sottostante. Qui supero e stacco la comitiva con cui sto condividendo questo primo tratto di discesa.

Nel canalone Kačji graben, le cime delle Frdmane Police

Scendendo nel Kačji graben, vista verso Mojstrovke e cresta delle Ponce

Scendendo nel Kačji graben

Scendendo nel Kačji graben
Questo è il tratto migliore del percorso di discesa: il sentiero è ben tracciato e non dà grossi problemi di stabilità... So bene, perché l'ho percorso già, che poco più avanti le cose cambieranno in peggio.

Infatti la discesa prosegue per un boschetto ripido, ma ripido-ripido, con il fondo costellato di radici, roccette e sassi, ma di quelli sempre un po' bagnati, lisciatissimi, ricoperti da una patina di fanghiglia, insomma: quanto di più scivoloso ci possa essere dopo il ghiaccio vivo. Questo comporta la necessità di una costante attenzione per non scivolare e sbattere le terga su qualcosa di troppo duro... Nonostante l'attenzione, e numerosi cavi e gradini di ferro, piazzo comunque una bella scivolata, senza alcuna conseguenza se non un po' di terriccio sui pantaloni e un braccio.

La boscaglia del tratto basso del Kačji graben

Un salto tra le roccette, attrezzato con infissi metallici

Rocce infide e scivolosissime!
Questo tratto effettivamente non passa mai e fa penare un po'; oltretutto è completamente esposto al sole ed incassato in un vallone... Insomma è afoso, faticoso, scivoloso, spiacevole, ma la montagna è anche un po' sofferenza, o no??!? Alla fine tutto passa, anche le cose che non ci piacciono, basta stringere i denti e resistere... Il sentiero diventa meno ripido ed impervio, attraversa una zona di mughi e ghiaie, passa vicino ad un'esile cascatella, penetra nel bosco di abeti e faggi, fino ad immettersi nella larga sterrata che costeggia il torrente Pišnica.

Scendendo, vista verso la valle del fiume Pišnica
Ora il cammino è semplice e banale, nulla mi può frenare tranne... La vista delle fresche acque del torrente a portata di mano, o meglio: di PIEDE!!!!

Con i piedi ammollo nelle gelate acque della Pišnica
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Commento finale


Escursione affascinante e, per questo motivo, molto frequentata ad una delle cime più caratteristiche della Slovenia. Tecnicamente non è diffficile, alla portata dell'escursionista mediamente esperto, ma richiede allenamento perché abbastanza lunga e faticosa. Tenere in considerazione la possibilità di effettuarla nel senso inverso a quello da me percorso, in modo da percorrere in salita l'insidiosa parte bassa del Kačji graben: in discesa è infatti molto scivolosa, forse è meglio scendere dalla Lipnica che è sì più "tecnica" (c'è un pezzetto di ferratina ripida e leggermente esposta), ma forse più affidabile.





Dati dell'Escursione

Data: 22 agosto 2015
Partenza: Ruski Križ, lungo la strada per il passo Vršič, 1000 metri
Arrivo: strada per il passo Vršič, circa tre chiometri a valle, 850 metri
Punto più alto: vetta Špik, 2472 metri
Dislivello totale in salita: 1500 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1600 metri circa
Tempo impiegato7 h 30 min circa (soste comprese) - 4 h circa per la salita (3h 30 min dal rifugio Koča v Krnici), 3 h 30 min circa per la discesa (sosta in vetta compresa)
Sviluppo del percorso12 Km
DifficoltàEE: nonostante un tratto (piuttosto breve) attrezzato con cavo metallico lungo la cresta della Lipnica, non ritengo possa essere classificata come via ferrata e che necessiti, per l'escursionista medio, l'uso del kit di autoassicurazione. Da non sottovalutare la discesa per il percorso del Kačji graben che, nonostante non presenti tratti di arrampicata, è molto infida, poiché si svolge per una buona parte su rocce e radici viscide
Attrezzatura: Scarpe da montagna e casco; a mio parere il tratto attrezzato lungo la Lipnica non richiede l'uso di imbrago e kit da ferrata in quanto molto breve e non eccessivamente tecnico ed esposto. Non è escluso però che i principianti possano sentirne la necessità. Consigliabili i bastoncini da escursionismo per il tratto di discesa nel Kačji graben, in particolare per il tratto di ghiaione iniziale. 

2 commenti:

  1. Ciao Ren, complimenti, peccato per la nebbia ma a me sembra che comunuqe la bellezza che ti circondava si riusciva a vedere bene! Ottima la scelta di rinfrescare i piedi nel torrente, sensazioni uniche! E poi si riparte di slancio.....
    A presto, anzi a prestissimo :-) Leo

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    1. Caro Leo, è proprio vero, anche perché la bellezza non si vede solo con gli occhi...

      Un abbraccio

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