domenica 3 maggio 2015

Sui venti della Laga: monte Gorzano per la cresta ovest


Ormai in montagna sta arrivando la primavera e sul monte Gorzano la neve lascia la scena ai prati e ai fiori. In una giornata di vento, risalgo insieme a Stefano la cresta ovest di questa grande montagna.




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(Capo la Valle, Capricchia, Amatrice, 1 maggio 2015) - Sono le nove e mezzo quando, io e l'amico Stefano, giungiamo nel cuore della Laga amatriciana, in località Capo la Valle, sopra Capricchia.

Marco, appassionato laghista e propositore dell'escursione, non è potuto venire a causa di un'indisposizione che lo ha colto proprio la sera prima... Peccato! 

Parcheggiata l'auto, infiliamo gli scarponi e ci incamminiamo verso la Selva Grande. L'aria è frizzantina e in questo momento non c'è in giro nessuno, tranne un serial killer che ha appena finito di nascondere nel bosco l'ultima vittima... (SCHERZO, ma non troppo.....!!!).

Dopo aver incrociato l'inquietante individuo, continuiamo il nostro cammino tra le belle foreste di faggio. 

Cima Lepri e Pizzo di Moscio sopra il fosso di Selva Grande

Oltrepassiamo il colle del Vento, attraversiamo la radura dove una volta c'era lo stazzo di Selva Grande e, chiacchierando e chiacchierando (siamo due chiacchieroni di prima categoria!) giungiamo ad un guado... inguadabile!!! Tanta acqua, frutto dello scioglimento della neve a monte, riempie il torrente rendendo impossibile l'attraversamento.

Ora posso aggiungere: fortunatamente il torrente era inguadabile, perché in realtà eravamo fuori strada, avendo mancato, poche centinaia di metri prima, il bivio per lo stazzo di Gorzano... Se fosse stato attraversabile, proseguendo, chissà dove saremmo arrivati! Comunque, la lettura della cartina ci toglie ogni dubbio: siamo arrivati al fosso di Gorzano, dobbiamo tornare indietro per prendere il sentiero che sale verso lo stazzo; e così facciamo.

Nel bosco che sale allo stazzo di Gorzano

Nel bosco che sale allo stazzo di Gorzano

"Tracce" di lepre
Il sentiero è completamente coperto dalla neve e spesso invaso da rami e rametti, l'unico orientamento possibile è seguire i segnali sugli alberi. Saliamo quindi unendo i puntini di vernice bianca e rossa, ma questo non ci impedisce di perdere ancora una volta la strada. Questa volta, però, non torniamo indietro ma proseguiamo affidandoci al senso dell'orientamento che, in questo frangente, si rivela buono, conducendoci fuori dal bosco solo poche decine di metri a monte del sentiero "ufficiale".

La cima del Gorzano

Cima Lepri e Pizzo di Moscio
Giungiamo ad un primo panoramico ripiano con resti di costruzioni a secco, archeologia pastorale che scambiamo, errando, per lo stazzo di Gorzano. Facciamo la prima sosta della giornata dove ci rifocilliamo brevemente.

Spuntino con sfondo del Gorzano

Pizzo di Moscio
Riprendiamo il cammino salendo tra i pascoli e raggiungiamo in breve il vero stazzo di Gorzano: qui decidiamo di non proseguire per il sentiero ufficiale, che traversa lungamente fino all'inizio della cresta ovest, ma di risalire direttamente alla cresta, dritti-per-dritti-per-tre-e-quattordici, per usare un'espressione cara all'amico Marco. Questo itinerario è sì più faticoso perché molto più ripido, ma è anche più sbrigativo e soprattutto, in questa stagione, evita di dover attraversare canaloni innevati.

Salendo allo stazzo di Gorzano

Stazzo di Gorzano

Il pendio che porta alla cresta ovest del Gorzano
Sfruttiamo per quanto possibile i nevai, anche se Stefano, con i suoi scarponcini leggeri, ogni tanto slitta... Quando non c'è la neve, risaliamo tra le zolle erbose, ancora pallide e smorte per i mesi trascorsi sotto il peso del bianco manto. E' comunque davvero ripido e faticoso!

Risalendo verso il filo della cresta ovest del Gorzano

Risalendo verso la cresta ovest del Gorzano

Finalmente giungiamo sulla cresta, dove si apre il panorama sul versante nord: si vede la bastionata delle cime della Laghetta, al di là del fosso di Ortanza, e i rami del lago di Campotosto, tanto frastagliato che da qui sembrano due laghi.

Lungo la cresta ovest del Gorzano
Oltre al bel panorama, in cresta ci accoglie un vento teso e piuttosto fresco, che si fa sempre più forte mano a mano che saliamo.

Lungo la cresta ovest del Gorzano

La cima del Gorzano dalla cresta ovest
La cresta è lunga e sebbene non sia faticosa, il vento, che rinforza sempre più, rende il procedere abbastanza impegnativo. Cerco di resistere in maglietta, ma, arrivati ad un roccione cento metri sotto la cima, non ne posso più: mi fermo per indossare giacca a vento e guanti. L'operazione è molto faticosa, in quanto la giacca garrisce al vento come la bandiera di un vascello e infilare le maniche è un'operazione assai complicata! Sarebbe stato meglio indossarla prima, quando il vento era sopportabile...


Lungo l'ultimo tratto di cresta, sullo sfondo la costiera delle cime della Laghetta
Le ultime decine di metri di dislivello, con tanta neve compatta e il vento patagonico che ci schiaffeggia, rendono la salita un pizzico epica.... Giungiamo in vetta salutati dall'urlo della bufera, curvi per non essere sbilanciati dalle raffiche gelide che giungono da nord! Io faccio fatica a scattare le foto perché il polpastrello dell'indice ha completamente perso sensibilità per il freddo...

L'intera catena del Gran Sasso, dal Camicia allo Ienca, vista dalla cima del Gorzano

Stefano si aggrappa a quello che spunta della croce di vetta del Gorzano, per non essere sbilanciato dal vento tempestoso

Selfie di vetta: notare i capelli dritti per il vento...

Sostiamo giusto il tempo per qualche scatto e lasciamo in fretta la cima, oggi particolarmente inospitale. La discesa è velocissima e, fino allo stazzo di Gorzano, procediamo quasi di corsa.

In discesa dal Gorzano, sullo sfondo cima della Laghetta

Panorama sul Gran Sasso

Cima del Gorzano e nube lenticolare a pesce, segno di venti forti in quota

L'ultimo tratto della cresta ovest e la cima del Gorzano
Scendendo, anche il vento si fa meno intenso e le mie dita riacquistano la normale sensibilità. Ne approfitto per scattare qualche foto che non ho fatto in salita.



Ancora un po' di vento...

Sullo sfondo si scorge parte del lago di Campotosto
Giungiamo al punto in cui dobbiamo lasciare la cresta per scendere direttamente il pendio che porta allo stazzo di Gorzano: ci buttiamo a capofitto per la discesa, saltellando tra le zolle erbose, trotterellando sui nevai, impiegando persino la velocissima tecnica della "culiferica" sui pendii meglio innevati.

Illustrazione della famosa tecnica di discesa "Culiferica" già ampiamente usata dagli Alpini nel primo conflitto mondiale

Cima della Laghetta

Cima Lepri e Pizzo di Moscio


Scendendo allo stazzo di Gorzano
Arrivati allo stazzo di Gorzano, facciamo una breve merenda al cospetto dello scenario davvero grandioso e selvaggio che si mostra ai nostri occhi. Nonostante il ventaccio sia molto meno intenso che in vetta, fa ancora freschino e non togliamo le giacche a vento.

Stazzo di Gorzano

Stazzo di Gorzano: monte Gorzano sovrastato da un'enorme nube lenticolare

Pizzo di Moscio e monte Pelone dallo stazzo di Gorzano
Riprendiamo a scendere nel bosco:mettiamo quindi alla prova la tenuta impermeabile delle nostre calzature nella abbondante neve, ancora più bagnata, e nei tanti ruscelletti che stamattina non c'erano e che si sono formati con l'alzarsi della temperatura.

Lottando contro la vegetazione del bosco!

Il sentiero nel bosco

Lungo il sentiero, ruscelli estemporanei
Giungiamo presto al sentiero che percorre a mezza costa il fosso di Selva Grande, dove ritroviamo i primi segnali della primavera incipiente ed evidenti tracce del passaggio del lupo...

Fiori di Hepatica

Primule gialle

Questo è ciò che resta di un cinghiale divorato e digerito da un lupo, che passando di qua ha voluto marcare il territorio
Arrivati alla macchina possiamo finalmente ritemprarci e cambiare le scarpe, messe a dura prova da neve e fango. In particolare quelle di Stefano...

La scarpa di Stefano

Le tracce dell'escursione


Profilo altimetrico: 11 Km e 1100 metri di dislivello

Percorso visto da ovest (clicca per ingrandire)

Percorso visto da nordovest (clicca per ingrandire)

Panorama sul Gran Sasso occidentale (clicca per ingrandire)


Dati dell'Escursione


Data: 1 maggio 2015
Partenza: Capo la Valle, Capricchia (Amatrice) circa 1380 metri
Punto più alto: Monte Gorzano, 2458 metri
Rifugi: nessuno
Dislivello totale in salita: 1150 metri circa 
Dislivello totale in discesa: 1150 metri circa 
Tempo impiegato6 h 30 minuti circa (soste comprese) - parcheggio - Stazzo di Gorzano: 2 ore 20 min circa; Stazzo di Gorzano - Cresta ovest (2200 metri): 30 minuti circa; Cresta ovest 2200 m - vetta Gorzano: 50 min circa; vetta Gorzano - Stazzo di Gorzano: 1 ora circa; Stazzo - parcheggio: 1 ora 50 min.
Sviluppo del percorso10,9 Km
Difficoltà: In tarda primavera il percorso può essere classificato EE con l'ultimo tratto che può essere  F se la neve è dura: le difficoltà sono date in parte dal dover procedere su terreno innevato, spesso scivoloso e dal dover prestare attenzione all'orientamento, in quanto, sebbene ben segnalato, il percorso non è evidente nel bosco se il sentiero è coperto dalla neve. Inoltre nel tratto dallo stazzo di Gorzano alla quota 2200 della cresta ovest non c'è sentiero nè segni, anche se l'orientamento è facile. Questo tratto e gli ultimi 100 metri prima della vetta, se la neve è ghiacciata o dura, richiedono l'uso dei ramponi.
Attrezzatura: Scarponi da alpinismo, piccozza e ramponi nel caso la neve sia dura.

2 commenti:

  1. Ciao Ren, che bella accoppiata per la passeggiata sul Gorzano, Stefano è un compagno ideale. Ancora una volta bellissime immagini di una natura selvaggia, aspra e forte.... (vabbè, arteria poetica)... e come al solito, escluso il killer dei boschi, nessun altro ominide fra i piedi.
    Marco vi ha dato buca..... e pensare che io ci sono andato fin sul Monte Rosa.....
    Ciaooooo
    Leo

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    1. Ciao Leo,
      purtroppo il nostro Marcolone ha avuto uno dei suoi disturbi, che a volte lo assalgono proprio in concomitanza con le escursioni montante... Speriamo possa rifarsi presto!

      Un abbraccione!!!

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