domenica 23 novembre 2014

Murolungo della Duchessa e l'autunno a metà



Un bell'anello sui monti della Duchessa, lungo il confine tra il Lazio e l'Abruzzo, attraverso boschi indecisi tra l'estate e l'inverno...


-----------

(Cartore, Borgorose - Ri - 2 novembre 2014) - Lasciata l'auto nel piccolo borgo di Cartore, alle pendici dei Monti della Duchessa, ci incamminiamo tra i prati ricoperti di brina, nella fresca aria di una limpida mattinata autunnale. Sono con Marco e Giuliano, che è un bel po' che non fanno un'escursione in montagna, e per questo sono molto motivati.

Nei pressi di Cartore, verso la val di Teve
Giungiamo in breve allo stretto imbocco del vallone di Teve, una profonda fenditura tra i monti che si incunea, un po' cupa, nel cuore del massiccio del Velino. Qui l'aria è sempre più fredda, in quanto il sole non riesce mai a penetrare e l'aria gelida rimane intrappolata nel fondo della forra, come in una ghiacciaia...

Il sentiero sale ripido tra i fitti boschi e gli scoscesi pendii, e la fatica richiesta ci permette di scaldarci in fretta.

Valle di Teve

La faggeta della valle di Teve

Superiamo grossi massi, precipitati dalle pareti incombenti in seguito al terremoto del 2009, sempre immersi nel folto bosco misto.

Man mano che saliamo la valle comincia ad allargarsi, gli alberi si fanno più anziani ed imponenti e, da qualche radura, penetrano raggi di sole ad illuminare e scaldare l'aria.

Vista dalla valle di Teve
Ci salta subito all'occhio che la foresta, quest'anno, non ha assunto i consueti caldi colori dell'autunno: invece di foglie rosse, gialle, oro e arancio, ci circondano alberi ancora in gran parte verdi o, spesso, con foglie già secche e accartocciate, dall'aspetto spento: tutt'altro rispetto al variopinto spettacolo che, nella stessa stagione, ci accolse tre anni fa (clicca per vedere le foto dell'escursione del 30 ottobre 2012).

Deve essere dovuto alla stagione un po' anomala: estate piovosa, inizio autunno siccitoso e caldo... non so. Fatto sta che l'ambiente è poco autunnale, non c'è neanche un po' di fango!

Val di Teve

Val di Teve

Val di Teve: la cimata di Macchia Triste. Notare i colori poco autunnali
Lo stesso punto fotografato il 30 ottobre 2009
Giunti ai vecchi stazzi di Capo di Teve, là dove la valle si allarga e termina il bosco, siamo accolti da un caldo sole che splende invincibile in un cielo azzurro e limpido come di rado abbiamo potuto ammirare nell'estate appena trascorsa. Facciamo una piccola pausa e decidiamo di abbandonare la valle e di piegare alla nostra sinistra (nord), verso il valico del Malo passo, per raggiungere il lago della Duchessa.

Marco nei pressi di Capo di Teve

La valle di Teve, appena percorsa

Valle di Teve e monte Rozza
Saliamo quindi per un'esile mulattiera i sassosi pendii che risalgono verso le Montagne della Duchessa. Si tratta di un classico percorso pastorale, con un tratto scavato nella roccia, che offre suggestive viste panoramiche sulla val di Teve sottostante e il massiccio del Velino che la domina.

Oltrepassato uno stretto intaglio, ci inoltriamo in un verde valloncello, calpestando le numerose tracce del bestiame.

Il sentiero che conduce al lago della Duchessa, per il Malo passo

Marco e Giuliano

Me medesimo

L'alta val di Teve dal sentiero per il Malo passo

Verso il lago della Duchessa
Oltrepassato un crinale, la traccia scende attraverso pascoli sassosi, fino a giungere al lago della Duchessa: uno specchio d'acqua modesto, ma uno dei pochi laghi di montagna dell'Appennino, particolarmente suggestivo in tarda primavera, quando gli ultimi nevai che lo alimentano si specchiano nell'acqua azzurra e le sue sponde sono ricoperte di fiori colorati.

Scendendo verso il lago della Duchessa, sullo sfondo il monte Morrone

Lago della Duchessa e monte Morrone

Murolungo, lago della Duchessa, Morrone

Il lago della Duchessa
Ci fermiamo per una sosta in riva al lago. C'è molto silenzio attorno a noi, poco vento e il sole scalda tanto da consentirci di rimanere in maglietta. Abbiamo camminato già parecchio e coperto un discreto dislivello, ma i miei amici, nonostante lo scarso allenamento montano, sono ancora pimpanti e desiderano aggiungere la cima del Murolungo all'escursione odierna. Ci incamminiamo quindi verso sud, risalendo la valle Fredda.

Risalendo la valle Fredda, uno sguardo al monte Morrone alle nostre spalle
Il percorso che risale la valle Fredda, pur risultando ufficialmente segnato su tutte le carte escursionistiche, non lo è di fatto sul terreno, dato che i pochissimi segni giallo-rossi si ritrovano alla fine, ma non nel tratto dove servirebbero, ossia al suo inizio, nei pressi del lago... In ogni caso l'orientamento è molto semplice, se si ha con sé una cartina, ed il terreno è facile da risalire.

Rimontata completamente la valle, fino alla sua testata che si affaccia sulla sottostante valle di Teve, si piega a destra e, anche qui in assenza di segnali, si risalgono, per varie tracce lasciate dal bestiame, i pendii erbosi che portano verso la cresta del Murolungo. La salita è un po' ripida.

La cima del Murolungo

Dalla cresta del Murolungo, vista verso l'alta val di Teve e il Velino
Si supera a mezzacosta un valloncello (a sinistra si scorge vicina la vetta dello Iaccio dei Montoni) e si raggiunge una sella da dove ci si affaccia su un ghiaione e sulle verticali ed aspre pareti nord del Murolungo. Continuiamo a salire.

Il terreno è piuttosto ripido e si fa un po' fatica. Il sole picchia forte e si suda come non ci si aspetterebbe in una giornata di novembre, a 2000 metri di quota. Dopo aver attraversato in diagonale i pendii che scendono dalla cresta del Murolungo, la raggiungiamo, là dove il pendio è più agevole, tra ghiaie, ispidi prati e cespugli di ginepro.

Dalla cresta, che percorriamo ancora per qualche centinaio di metri, il panorama si allarga sconfinato e la parte del protagonista oggi la fa sicuramente il Gran Sasso, che si erge innevato al di là della conca Aquilana.


La catena del Gran Sasso, dal monte Corvo al Corno Grande

Raggiungiamo la cima, dove troviamo un bel gruppo di scouts che sostano godendosi il sole.

Anche noi ci fermiamo un po', mangiamo ancora qualcosa e godiamo del panorama.

La vetta del Velino

I monti Ernici e a destra il Viglio e i Cantari

Panorama verso nord
Qualche foto-ricordo in vetta è d'obbligo: approfitto quindi della cortesia di uno scout per farmi immortalare assieme a Marco e Giuliano.

Foto ricordo sulla vetta del Murolungo, 2184 metri
Per scendere percorriamo la cresta ovest: un itinerario privo di sentiero e di segnalazioni, ma dall'orientamento molto semplice e che ho già percorso più volte. Caliamo quindi per i prati rocciosi, mai troppo ripidi, del Murolungo, in direzione di Cartore.

Scendendo lungo la cresta ovest del Murolungo

Scendendo lungo la cresta ovest del Murolungo

Si supera qualche tratto leggermente accidentato, fino ad arrivare al punto dove lasciare la cresta per piegare a nord (destra), verso i rifugi dei pastori della valle del Cieco. Nonostante, come ho scritto sopra, abbia percorso questo itinerario già altre volte, ogni volta lascio la cresta troppo presto, troppo in alto; penso che scendere ancora cento o duecento metri renderebbe il percorso più agevole (perlomeno, visto dal basso, così sembra). Comunque attraversiamo il bosco, a volte un po' intricato, sfruttando i sentierini creati da mucche e cavalli bradi nel loro pascolare...

Scendendo dal Murolungo verso la valle del Cieco
 Alla fine, pur dovendo ogni tanto arrancare tra rami e boscaglia, giungiamo nei pressi dei rifugi dei pastori, all'inizio della valle del Cieco, poco prima del limite del bosco. Qui sostiamo per l'ultima volta. Il cielo sopra di noi è ancora completamente limpido, senza tracce di nuvole... Qualche escursionista passa sul sentiero che viene dal lago della Duchessa e anche noi decidiamo di incamminarci per la fitta foresta che riporta a Cartore.

Verso la valle del Cieco

Valle Fua
La parte alta del sentiero attraversa un bellissimo bosco di faggi colonnari; un tratto di percorso molto ripido porta ad una cengia scavata nella roccia, scivolosa se bagnata e leggermente esposta, ma assicurata con una catena ben infissa. Dopo questo passaggio caratteristico, detto passo di Fabiano, si entra nella valle Fua, una stretta e ripida forra che sbuca proprio sopra l'abitato di Cartore. Scendendo tra roveri, frassini, carpini e altre piante tipiche della foresta mediterranea, accaldati e anche un po' stanchi, raggiungiamo infine Cartore nel primo pomeriggio, soddisfatti della bella escursione.


Commento finale


Una bella gita, panoramica, lunga, con un buon dislivello e panorami ampi e mutevoli. La valle di Teve è uno dei posti più suggestivi dell'Appennino, mentre il lago della Duchessa è una rarità, dato che in tutto l'Appennino centrale i laghi di montagna si contano sulle dita di una sola mano... 

Percorso visto da ovest

Percorso visto da ovest

Percorso visto da est

Profilo altimetrico dell'escursione


Dati dell'Escursione


Data: 2 novembre 2014
Partenza: Cartore, 944 metri
Arrivo: Cartore, 944 metri
Punto più alto: vetta Murolungo, 2184 metri
Rifugi: rif. dei pastori in valle del Cieco, non custoditi
Dislivello totale in salita: 1400 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1400 metri circa
Tempo impiegato6 h 40 min circa (soste comprese) - 4 h 30 min circa per la salita al Murolungo dalla val di Teve (3 h fino al lago della Duchessa), 2 h 10 min circa per la discesa a Cartore per la cresta ovest e la valle Fua (soste comprese)
Sviluppo del percorso18 Km
Difficoltà: Gita classificabile E+, in quanto si svolge in gran parte su sentiero segnato privo di difficoltà tecniche particolari. Il tratto dal lago della Duchessa al Murolungo è classificabile E+  poiché, nonostante l'orientamento facile, le segnalazioni sono insufficienti e la traccia di sentiero è spesso incerta. Dalla vetta del Murolungo alla valle del Cieco per la cresta ovest il sentiero è E+, dato che si deve scendere su terreno privo di tracce e segnalazioni, leggermente più impegnativo di quello per salire al Murolungo. La discesa a Cartore è classificabile E, in quanto l'unico tratto leggermente impegnativo e un po' pericoloso se bagnato, è ottimamente attrezzato con una catena e i segni sono abbondanti.
Attrezzatura: Scarpe da montagna, eventuali bastoni da escursioinsmo, cartina escursionistica della zona.

Nessun commento:

Posta un commento