domenica 8 settembre 2013

Cima delle Coronelle: il volto segreto del Catinaccio

Vista della Gran Busa de Vael, dalla cima occidentale delle Coronelle
Per la maggior parte degli appassionati, le Dolomiti in estate sono sinonimo di folle di turisti, rifugi stracolmi ogni trenta minuti di cammino, sentieri spianati e segnalati meglio di autostrade. Questo è vero, ma è solo parte della realtà: esistono, anche nei più frequentati gruppi dolomitici, posti stupendi, ma appartati e completamente solitari anche in alta stagione...

E' il caso della Cima delle Coronelle (2781 m): situata nel cuore del Catinaccio, non distante dai frequentatissimi rifugi Roda di Vael, Ciampedìe e Gardeccia, permette all'escursionista esperto un'ascensione solitaria in ambiente selvaggio, dove non si incontra anima viva, eccezion fatta per la ricca fauna selvatica.

Dopo anni che questa escursione stazionava nella mia personale "Lista delle Montagne da Salire", decido che è giunta la volta buona.

Decido dunque di partire da Ciampedìe, che raggiungo da Pera con le seggiovie. Mi incammino quindi per il panoramico Vièl de le Feide (Sentiero delle pecore), che sale a Pra Martìn, e poi traversa in quota, costeggiando la base delle Cigolade e dei Mugoni.

Dal Viel de le Feide, vista verso la Roda de Vael

Lo spigolo sud dei Mugoni

Dal canalino che sale verso il passo del Vajolon, vista verso il Croz di S. Giuliana
Il sentiero, molto panoramico, si snoda tra prati e odorosi larici, per poi giungere in una conca erbosa, dominata dalla Roda de Vael e dai Mugoni, dove incrocia la traccia che sale dal rif. Roda de Vael al passo del Vajolon: la seguo, e ben presto il percorso risale uno stretto e incassato canalino, tra ghiaie e roccette. Uscito dal canalino, mi ritrovo sul bordo dell'ampia conca denominata Gran Busa de Vael, circondato dalle moli dolomitiche della Roda de Vael, della Sforcella, dei Mugoni mentre in fondo chiudono la vallata le cime delle Coronelle: qui lascio quindi il sentiero, e mi inoltro nel ghiaioso e grandioso anfiteatro, tra nevai e magri praticelli, dirigendomi verso il suo bordo superiore.

Dal sentiero del passo del Vajolon, vista delle Coronelle e della Gran Busa de Vael

La Gran Busa de Vael, con a sinistra la Sforcella e a destra le Coronelle

Il passo dei Mugoni dalla Gran Busa de Vael
Mi inoltro nella conca, selvaggia e silenziosa, guidato qua e là da qualche raro e sparuto ometto di pietra, ma più che altro dirigendomi a occhio verso la mia meta: la cima delle Coronelle.

Ad un certo punto, alla mia destra, scorgo due animali: aguzzando la vista scopro che sono tre... e che si tratta di mufloni, due femmine ed un cucciolo.

Mufloni nella Gran Busa de Vael

Mufloni nella Gran Busa de Vael
Dopo aver scattato diverse fotografie ai tre miti ungulati, i poveri ovini si stufano e se ne vanno per i fatti loro... Continuo anch'io il mio cammino verso il gradino roccioso-ghiaioso che chiude la conca.

Studio un attimo quale può essere il miglior percorso da intraprendere, poi attacco la salita: in qualche maniera, con un po' d'attenzione, supero questi ripidi pendii  un po' franosi e mi ritrovo su di un ripiano superiore, proprio ai piedi della Sforcella e delle cime delle Coronelle.

L'impervio terreno da rimontare per giungere ai piedi delle Coronelle

Giunto su questo ripiano, Busa della Sforcella secondo la denominazione dell'ottimo Andrea Costa, scorgo un piccolo branco di camosci che, come sa chi mi conosce, sono la mia passione (non in umido, eh!): non posso fare a meno di fermarmi, montare il teleobiettivo sulla macchina fotografica e scattare loro un po' di foto.

Camosci ai piedi delle Coronelle

Camosci ai piedi delle Coronelle

Camosci ai piedi delle Coronelle

Nonostante siano piuttosto lontani, appena avvertono la mia presenza si mettono in allarme, lanciano qualche "fischio" e si allontanano, con la consueta agilità, risalendo rocce e ghiaie per poi sparire al di là del crinale.

Ripongo nello zaino la reflex, che a tracolla, su queste impervie chine mi sarebbe d'impaccio, e proseguo nell'ascensione, cercando di orientarmi tra ghiaie, roccette e pendii di zolle erbose... Punto alla vetta occidentale, che non è la più alta, ma è quella che tradizionalmente viene più visitata. Salgo quindi direttamente, cercando i punti più agevoli, un pendio ripidissimo e spesso un po' instabile, alla ricerca dei passaggi meno ostici.

Questo è il pendio da risalire per arrivare direttamente alla vetta

Intanto i camosci si aggirano sulla cresta...

I punti erbosi sono quelli che offrono il miglior "grip" alle suole degli scarponi, ma sono comunque ripidissimi!

E quindi salgo, salgo e salgo, col cuore che batte forte in petto e i quadricipiti induriti per via del terreno ripido, che non dà tregua: potrei andare più piano, è vero, ma non so perché, sarà che sono solo in questi luoghi aspri e selvaggi, ma ho come fretta di arrivare in cima...

Finalmente sbuco tra le rocce rotte della cresta: la transizione dal pendio all'aereo crinale è improvvisa ed un po' vertiginosa... Il monte sprofonda, verso il versante sudtirolese, quasi verticalmente. In realtà, quando sono solo tra le montagne - e intendo proprio solo, ché qui non c'è nessuno tranne gli ungulati alpestri sopra citati - affronto ogni movimento, ogni passo, con mille volte più remore ed attenzioni di quando sono in compagnia o, comunque, sotto lo sguardo di altri esseri umani. Percorro quindi le poche decine di metri che mi separano dalla croce di vetta con circospezione, nonostante si tratti al più di qualche passaggio di I grado, neanche particolarmente esposto... e arrivo in cima! Panorama bellissimo ed insolito, come si suol dire in questi casi.

La croce della vetta occidentale delle Coronelle,  con il tratto di cresta che devo superare per raggiungerla

Vista sulla Sforcella e l'omonimo passo. A sinistra, la Roda de Vael col Croz di S. Giuliana

Vista delle cime dei Mugoni dalla vetta occidentale delle Coronelle
Su questa modesta ma panoramicissima cima, pur essendo circondati da alcuni degli itinerari escursionistici ed alpinistici più noti e frequentati delle Alpi, si è veramente soli: si ode solo il silenzio della natura e non si scorge, ad occhio nudo, bipede umano. Faccio un bel po' di foto ai monti circostanti ed il tradizionale autoscatto di vetta.

Il gruppo Sella-Pordoi

Gruppo della Marmolada

La cima Catinaccio/Rosengartenspitze

Gruppo del Latemar

Autoscatto sulla vetta occidentale delle Coronelle

Per la discesa decido un itinerario diverso: raggiungerò la Busa della Sforcella percorrendo la cresta, scendendo poi dall'ultima cima a sud, prima del passo della Sforcella.

La cresta percorsa per la discesa: qualche facile passaggino dove usare le mani, ma niente di che

Un tratto di cresta percorso in discesa

Scendendo per la cresta, vista sul rif. A. Fronza alle Coronelle

Questa che si vede, più bassa, è la cima sud, da cui sono poi sceso direttamente
La cresta in qualche punto è un po' accidentata, ma mai difficile: giusto in qualche punto c'è da usare le mani, ma i passaggi non sono particolarmente esposti. Arrivo quindi alla cima Sud, proprio prima del passo della Sforcella, e da qui riscendo un pendio prevalentemente erboso, sicuramente più comodo di quello percorso in salita. In breve giungo al fondo della cosiddetta Busa della Sforcella, sopra il gradino che la divide dalla Gran Busa de Vael.

Discendo ancora il gradino, qui con un po' più di difficoltà, ma giungo ben presto nuovamente tra le ghiaie della Gran Busa di Vael.

I pendii delle Coronelle, da cui sono sceso

I pendii da cui sono sceso


La selvaggia Gran Busa de Vael, da percorrere fino al suo sbocco
Ripercorrere l'anfiteatro ghiaioso della Gran Busa e giungere nuovamente al sentiero segnato è molto semplice e piacevole. Ridisceso per il canalino dell'andata, decido di fare un percorso ad anello, passando per il vicino rif. Roda de Vael e, da qui, al Ciampedìe per il sentiero classico.

I Mugoni e le Cigolade viste dai pressi del rif. Roda de Vael

Sforcella e Mugoni dal Roda de Vael: al centro, in secondo piano, si scorgono le Coronelle

Il sentiero rif. Roda de Vael - Ciampedìe

I Mugoni visti dal sentiero rif. Roda de Vael - Ciampedìe
Qui, ovviamente, ritrovo la gente, i turisti, un bel via-vai... Ma devo dire che non è neanche troppo sgradevole, dopo aver assaporato diverse ore in completa solitudine, nella piccola wilderness che vi ho descritto.

E' stata un'escursione che mi ha lasciato sensazioni forti e suscitato forti emozioni: il tutto forse accentuato dal fatto che ero da solo. Da fare assolutamente, anche in compagnia!, per tutti gli escursionisti esperti!


Dati dell'Escursione


Data: 15 luglio 2013
Partenza: Ciampedìe (2000 metri)
ArrivoCiampedìe (2000 metri)  
Punto più alto: Cima occidentale delle Coronelle (2781 metri)
Rifugi: rif. Ciampedìe - rif. Roda de Vael 
Dislivello totale in salita: 800 metri circa
Dislivello totale in discesa: 800 metri circa
Tempi impiegati (soste comprese)Ciampedìe (2000 m) - Gran Busa de Vael (2470 m): 1 h 30 min; Busa de Vael - cima Coronelle occ. (2781 m): 1 h; cima Coronelle occ. - cima Coronelle merid. : 25 min; cima Coronelle merid. - Gran Busa de Vael: 30 min; Gran Busa de Vael - rif. Roda de Vael: 30 min; rif. Roda de Vael - Ciampedìe: 1 h 10 min Totale: 5 h 30 min.
Sviluppo del percorsocirca 10 Km 
Difficoltà: il percorso è classificabile EE. Le difficoltà sono date principalmente dal dover procedere su terreno ripido e detritico senza alcuna traccia di sentiero, sia per salire che per scendere. Tenere conto anche che la via di salita non è affatto segnalata, quindi, sebbene l'orientamento generale sia piuttosto semplice, è comunque richiesta una certa capacità di saper individuare il miglior percorso sul terreno.
Attrezzatura: Scarpe da montagna robuste; i bastoni da escursionismo possono essere utili.


Il percorso da me seguito: in rosso la via di salita, in blu la discesa

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista da sud

Vista da ovest


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