domenica 24 febbraio 2013

Monte Velino: tentativo invernale per la cresta sud-ovest

Cresta Sud Ovest Monte Velino
Luca mentre sale per la cresta sud-ovest del Velino

"Il Velino è prima di tutto fatica".
Quanto sia vera questa frase del buon vecchio Stefano Ardito, io e Luca lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. O meglio: sulle nostre gambe!

Da diverso tempo desideravo salire su questa montagna in pieno inverno: ci sono stato già varie volte in estate, autunno e primavera, ma d'inverno mai. 

L'anno scorso, insieme all'amico Lorenzo, avevamo tentato un approccio alla via del Canalone, ma avevamo dovuto rinunciare perché, nonostante le eccezionali nevicate del febbraio, il 10 marzo la neve non era già più sufficiente, e la scalata per il Canalone, invece che su bianchi pendii, si sarebbe dovuta svolgere per fastidiosi sfasciumi e rocce marce.

Quest'anno sono quindi deciso a non aspettare troppo e ad affrontare il Gigante della Marsica nel cuore dell'inverno. Luca è d'accordo e nonostante previsioni meteo non proprio ottimali, decidiamo che lunedì 18 febbraio è il giorno buono per tentare...

Monte Velino versante sud: il Canalone
Il versante sud del Velino con l'ampio Canalone e, a sinistra, la cresta sud-ovest

Il versante sud del Monte Cafornia
Il versante sud del Monte Cafornia

Monte Velino visto da Massa d'Albe
Tra le nubi che si dissolvono, appare la nostra meta: il Monte Velino

Alle 8,30 ci mettiamo quindi in cammino dal piccolo borgo di Massa d'Albe, verso la nostra meta che, imponente, domina il panorama.

Il manto bianco comincia già dal paese, a 900m... Ci aspettano dunque 1600 metri di dislivello su neve... Mica uno scherzo!

Luca in cammino: siamo appena partiti da Massa d'Albe

Massa d'Albe
Il paesino di Massa d'Albe

Manzo surgelato, nei pressi di Massa d'Albe

Man mano che saliamo, la neve aumenta: arrivati a fonte Canale, 1200 metri, lo strato è decisamente consistente (almeno 20 cm) e comincia ad affaticare il passo. Continuiamo la nostra marcia verso colle Pelato. 

In marcia verso Fonte Canale - Massa d'Albe - Velino
In marcia verso Fonte Canale: la neve è già "faticosa"

Nella pinetina tra Fonte Canale e Colle Pelato - Massa d'Albe - Monte Velino
Nella pinetina tra Fonte Canale e Colle Pelato

Le nuvole coprono la piana del Fucino

Da Colle Pelato appare lo stupendo panorama del Velino e del Cafornia, separati dalla profonda spaccatura del Canalino. Il sole, su questo versante sud, scalda forte e sento molto caldo... Mi pento di non aver portato con me da bere: le condizioni non sono da escursione pienamente invernale: in quei casi non sento mai necessità di bere, invece oggi il clima pare primaverile... Proseguiamo comunque la salita per il sentiero che attraversa, ripido, una fitta pinetina innevata, tra numerose tracce di animali selvatici.

Il tratto di pineta che porta da Colle Pelato alla base del Velino

Giungiamo quindi con una certa fatica ai piedi del Monte Velino, laddove i sentieri estivi 5 e 6 piegano nettamente a sinistra per poi dividersi: il 6 si inoltra nel Canalino che divide il Velino dal Cafornia, mentre il 5, che noi seguiamo, traversa in ascesa verso uno stretto canale, che si apre a monte sul vasto Canalone.

La strettoia da dove ci si immette nello sbocco del Canalone

Sul ripido pendio coperto di neve da valanga

Panorama verso il Fucino coperto da un mare di nubi

Uno sguardo verso il vicino Monte Cafornia, al di là della cresta sud del Velino

Dopo un tratto ripido, in cui si sprofonda nella neve fino al ginocchio, usciamo sugli ampi pendii alla base del Canalone. Li attraversiamo diagonalmente verso sinistra, puntando alla cresta sud-ovest.

Uno sguardo tra la nuvolaglia, verso la parte alta della cresta sud del Velino

Panoramica verso il Monte Cafornia, ripresa dalla base del Canalone

Vista verso valle, dalla base del Canalone

Luca risale il faticoso (e caldo!!!) pendio

Le nuvole cominciano ad addensarsi...

Luca nel lungo traverso che porta alla cresta sud-ovest

Arriviamo quindi all'inizio della larga cresta sud-ovest: il panorama è purtroppo in parte limitato dalle nubi, la cima ormai è per lo più coperta e solo di tanto in tanto qualche pilastro roccioso, qualche costolone, emergono tra le nebbie per poi subito, nuovamente, svanire. 

Cominciamo comunque a percorrere la cresta tra roccette in gran parte coperte dal manto nevoso molto irregolare.

La cresta sud-ovest vista da quota 1800 m

Sono molto stanco, sento caldo, ho sete... Comincia un debole nevischio che si fa via-via sempre più intenso. A quota 2000 m facciamo una lunga sosta: bevo un po' di te offertomi da Luca e mando avanti lui a battere la traccia.

La salita è faticosa, il sole ancora fa capolino tra le nubi

Si alternano tratti ripidi ad altri meno inclinati: intanto inizia un debole nevischio

Si supera qualche tratto un po' roccioso che oggi, per via dell'abbondante neve, non comporta la minima difficoltà tecnica

E intanto il nevischio si fa più fitto...

Il tempo peggiora ulteriormente: ormai nevica veramente, anche se in maniera debole, e la temperatura è scesa (per fortuna!). 

Ad un certo punto, Luca si trova a dover affrontare un passaggio insidioso: una lastra rocciosa liscia e leggermente inclinata, ricoperta da una ventina di centimetri di neve polverosa ed inconsistente su cui i ramponi non fanno alcuna presa. Sembra una banalità, ma appena proviamo a metterci i piedi sopra, la sensazione di instabilità che ne riceviamo è bruttissima. Sarà la stanchezza, sarà che il tempo non è un granchè, sarà che è tardi: decidiamo di tornare indietro.

Il nevischio si trasforma in una vera, seppur debole, nevicata..

Saliamo ancora, ma per poco...

Decidiamo che per oggi può bastare: si scende

Luca si gode la nevicata

Sosta per togliere i ramponi e riporre la piccozza, oggi invero quasi inutili

Caliamo di quota, sempre sotto la nevicata, fino a giungere nuovamente al Colle Pelato.


Un passaggio tra roccette, lasciando la cresta sud-ovest

Scendendo la valletta che prosegue dal Canalone del Velino

Scendendo la valletta che prosegue dal Canalone del Velino



Ci fermiamo a mangiare qualcosa seduti nella neve. Un po' di ristoro e si riprende la discesa, lunga-lunga, nella neve che affatica sempre più...

Atmosfere nordiche nella pineta che porta a Colle Pelato

Da Colle Pelato, vista sul Monte Velino, il Monte Cafornia e la gola del Canalino che li separa


Nella nebbia di Fonte Canale

Fonte Canale: che sete!!!

Insomma anche questa volta, come un anno fa, niente cima, ma per motivi opposti!
L'anno scorso non c'era più neve, quest'anno ce n'è troppa...
Per conto mio, ho fatto una serie di errori: 

1. Pensavo fosse più freddo, mentre su un versante sud, al sole, non fa mai freddo!!! e io mi ero pure messo i mutandoni di lana!

2. Non ho portato con me nulla da bere, mentre con quelle condizioni climatiche era assolutamente necessario.

3. La neve era troppa: con il mio attuale stato di allenamento, pensare di fare quasi 1600 metri di dislivello sprofondando nella neve ad ogni passo è troppo faticoso!

Questi tre elementi, più del cattivo tempo, hanno determinato il mancato raggiungimento della vetta... 

Torneremo con condizioni più favorevoli (limite della neve più alto), tempo preferibilmente stabile e abbigliamento più consono (ma soprattutto acqua nello zaino!). Pur tuttavia anche questa uscita è stata bella, in mezzo ad una natura potente e selvaggia, che ci ha appagato lo spirito oltre ad averci insegnato qualcosa in più sulle montagne. 

 

Dati dell'Escursione


Data: 18 Febbraio 2013
Partenza: Massa d'Albe, 900 metri 
ArrivoMassa d'Albe, 900 metri
Punto più alto: quota 2213 metri della cresta sud-ovest del Velino
Rifugi: nessuno
Dislivello totale in salita: oltre 1300 metri
Dislivello totale in discesa: oltre 1300 metri
Tempi impiegati (soste comprese): Massa d'Albe - Fonte Canale: 45 min; Fonte Canale - Colle Pelato: 40 min; Colle Pelato - quota 2213 m della cresta sud-ovest: 3 h 30 min; quota 2213 - Colle Pelato: 2 h; Colle Pelato - Fonte Canale: 35 min; Fonte Canale - Massa d'Albe: 45 min
Totale: 8 h 30 min (5 h 10 min per salire, 3 h 20 min per scendere). Con meno neve si può impiegare molto meno tempo. 
Sviluppo del percorso: circa 12 Km
Difficoltà: PD (nelle condizioni da noi trovate, con neve abbondante, nessuna difficoltà tecnica particolare, ma molta fatica!)
Attrezzatura: Scarponi da alpinismo, ramponi, piccozza.

Percorso seguito e profilo altimetrico

Percorso visto da sud

Percorso visto da ovest

Percorso visto da sud

12 commenti:

  1. bellissime foto ed eccellente e utile resoconto. Complimenti!!

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  2. ciao..ce riprovate quest'anno?

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    1. io vorrei provarci fra qualche giorno,partendo da ovindoli,con ciaspole..e probabilmente pernotto in tenda..
      P.S. probabilmente non so' quello che sto facendo..

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    2. Riprovarci quest'anno? Chissà... Se ci saranno condizioni buone magari...
      Ma perché partire da Ovindoli???

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    3. In questi giorni l'ho fatto più volte,dalla biglietteria(degli impianti di Ovindoli) fin sopra il monte magnola,la su ce' na specie de altipiano,dal quale la risalita sul Velino(più o meno è il versante nord-nord est) a mio parere sembra più approcciabile rispetto al lato sud che avete affrontato voi...Sia chiaro,approcciabile (per quanto mi riguarda) dal punto di vista delle attrezzature,io non ne ho,dovrei affrontare il tutto in maniera abbastanza"arrangiata"..non che la cosa non mi stuzzichi,ma so di cosa parliamo..la montagna in pieno inverno,gode di tutto il mio rispetto..non so se mi spiego!!
      Partendo da Ovindoli,mi da la sensazione di una risalita più "sicura"..per me..

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    4. Ho capito, ma permettimi di dirti che per andare dal Magnola al Velino c'è mooooooooolta strada. Se guardi bene la cartina, potrai notare che le due montagne sono separate da due valli, di cui una è la bella valle Majelama. Io non credo che un escursionista normale possa metterci meno di due giornate, in inverno, per raggiungere la cima del Velino partendo da Ovindoli e passando per il Magnola. Ma perché non salire dal vallone di Sèvice? Non presenta particolari difficoltà, è un'escursione frequentata e fattibile in giornata, cè anche un rifugio (non gestito) a 2/3 di salita. Ovviamente, devi stare attento al pericolo di valanghe ed essere attrezzato quanto meno con i ramponi (ma sarebbe meglio anche una piccozza), dato che in certe condizioni potrebbero essere indispensabili.

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    5. si si,le ho viste le due vallate..io comunque partirei per fare almeno 2 giorni(1 notte),anzi la vedo quasi come l'obbiettivo principale,ma solo perche sul Velino non sono mai salito..Quindi oltre al raggiungimento della vetta voglio proprio farmela na nottata in quota..
      Per le distanze,non dovrei avere problemi,ho fatto escurzioni di 13/14 ore filate(svariati km ,andata e ritorno) con 1100 metri di dislivello,sempre con ciaspole,ma con vette bassissime..1300-1500 metri sul livello del mare.L'unica cosa che mi preoccupa e' il ghiaccio e l'instabilita' della neve su alcuni punti(punti che comunque stenterei a riconoscere) visto che non ho ne ramponi,ne piccozze e ne corde..Ovindoli perche avrei un appoggio(un mio amico dovrebbe ospitarmi prima di partire,e al ritorno)ma non e' determinante per il luogo di partenza..Il vallone Sevice non lo conosco,a dire il vero quet'anno e' la prima volta che vado sul Velino-Sirente,mo mi informo e,anche se per salire impiegherei pochissimo tempo nulla mi impedisce di allungare il rientro deviando su altre strade,facendo la nottata nella discesa invece che nella salita..Se poi pensi che comunque possa esse rischioso da qualsiasi lato dimmelo..che na soluzione la trovo!!...no scherzo,pero' qualsiasi consiglio e' ben accetto..

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    6. sto dando un'occhiata alla cartina,e piu' o meno quello che sto ipotizzando e':partenza da croce di monte Magnola(vicino rifugio Panei)..arrivare in qualche modo sulla cresta del colle dell'orso..da qui':
      o rifugio sebastiani-monte sevice-monte velino
      o colle dell'orso-monte cafornia-monte velino
      il tutto possibilmente sulle creste..o comunque qualcosa del genere

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    7. anche se,dalla vetta del colle dell'orso passando dal rifugio sebastiani allungherei non poco sarei disposto a fare quel percorso,se piu' sicuro!..non dovrei avere broblemi di tempo,se non quello meteorologico!!..

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    8. Partendo dalla Magnola è inutile raggiungere il Colle dell'Orso, conviene andare direttamente al Colle del Bicchero. Se proprio hai voglia di fare un'escursione di più giorni, così lunga e faticosa, io ti consiglierei di partire dai Piani di Pezza (che penso tu conosca, dato che sono a Rovere, vicino Ovindoli), raggiungere il rif. Sebastiani, dove potrai dormire nel locale invernale (mi raccomando: informati prima presso i gestori!!! il numero tel. lo trovi su Internet) e, partendo con le prime luci, potrai raggiungere la vetta del Velino. Ovviamente serve tutta l'attrezzatura invernale: per pernottare un saccoletto INVERNALE, fornelletto, vivande ecc.. Inoltre sono obbligatori piccozza e ramponi, dato che se trovi tratti ghiacciati, cosa possibile e spesso assai probabile, esserne privi significa GROSSI GUAI. Inoltre informati prima sul rischio valanghe sul sito di Meteomont e se hai dei dubbi lascia stare. Penso sia inutile, poi, che ti dica di partire solamente con previsioni di tempo bello e stabile.
      E' un'escursione molto bella, ma se c'è molta neve, come di solito ce n'è in pieno inverno, è anche tanto faticosa e lunga... Normalmente si fa con gli sci.

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    9. Bene..per ora mi stai dando un grandissimo aiuto..e ti ringrazio.
      Visto il tempo di questi giorni,combinato con la mia poca esperienza sulla neve credo che aspettero ancora qualche settimana,certo la voglia e' altissima ma non mi faro' prendere la mano,male che va' lo faro' l'anno prossimo.
      Comunque se riterro' la cosa fattibile ti ricontattero' nuovamente..di nuovo grazie..

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