sabato 15 settembre 2012

Tre giorni sulla Majella (2/3): dal M. Amaro alle Murelle

Bivacco Pelino di notte
Bivacco Pelino: il nostro hotel a 5...mila stelle!

(Continua da "In vetta al M. Amaro")

Passo la notte nel dormiveglia, con quella strana sensazione per cui non so se sto dormendo, sono desto, dormo e sogno di essere sveglio o chissà cosa... Fatto sta che quando alle 5 suona la sveglia, è un po' una liberazione...

Mi copro bene ed esco dalla nostra semisfera di lamiera: fuori è ancora buio, ma il cielo è limpido.

Do uno sguardo attorno e vedo una cosa che subito mi lascia stupito: mi pare di vedere il sole che sta per nascere verso ovest, cioè dalla parte “sbagliata”! Ho bisogno di qualche secondo per capire che si tratta in realtà della luna che sta tramontando e che, bassa dietro le nuvole, riflette una luce rossastra che la rende quasi irriconoscibile e la fa somigliare al sole! L'attimo di sbigottimento per questo fenomeno inconsueto dura un bel po'...

Scomparsa la luna dietro l'orizzonte, il cielo, più buio, appare adornato da una marea di stelle, che brillano luminose e tremolanti nonostante verso oriente, dall'altra parte dell'Adriatico, si scorga già la bianca luce dell'aurora rischiarare l'orizzonte. Lo scenario è bellissimo ed emozionante, provo a catturare questa luce irreale con qualche foto.

Bivacco Pelino al Monte Amaro, di notte
Bivacco Pelino poco prima dell'alba. Le città illuminate dovrebbero essere Vasto e Termoli. A sinistra il chiarore del sole che sta per sorgere

Il cielo si tinge sempre più di rosso, i primi raggi di sole illuminano creste e versanti, donano corpo ai contrafforti e profondità ai valloni. La luce avanza lenta verso occidente, illuminando le catene montuose più lontane. 

Alba dal Monte Amaro della Majella
Alba, vista verso la costa

Il Monte Acquaviva visto all'alba dal Monte Amaro
Alba, vista verso l'Acquaviva

Bivacco Pelino al Monte Amaro della Majella, visto all'alba
Bivacco Pelino all'alba

Il sole nascente fa scintillare la superficie del mare, e sul suo colore dorato risalta la linea di costa, giù fino alla lontana e ampia ansa del Gargano.

Mangiamo qualche biscotto per colazione e beviamo un te caldo grazie al fornelletto che Marco ha portato con sé. Subito dopo partiamo, riprendendo la via percorsa il giorno prima.

Alba dal Monte Amaro della Majella, verso l'Adriatico
Alba dal Monte Amaro: vista sull'adriatico

Valle di Femmina Morta all'alba
Dal Monte Amaro, verso la valle di Femmina Morta e i monti del Parco Naz. d'Abruzzo, Lazio e Molise

Io e Marco all'alba sul Monte Amaro
Io e Marco all'alba sul Monte Amaro

La valle di Femmina Morta vista dal Monte Amaro
Valle di Femmina Morta

Il programma per la giornata è di tornare al rifugio Pomilio, con qualche digressione di percorso: vorremmo salire il monte Pesco Falcone e la cima Murelle.

Arrivati là dove si dirama la dorsale che raggiunge il Pesco Falcone Marco, che viene da un periodo di scarso allenamento e che quindi ha risentito ancor più di me della nottataccia, preferisce rinunciare. Salgo quindi l'ampio crestone che, in breve, porta alla cima.

Massiccio del Gran Sasso visto dal Monte Amaro
Discesa dal M. Amaro, con il gruppo del Gran Sasso sullo sfondo

Gruppo del Gran Sasso visto dal Monte Amaro della Majella
L'altipiano del M. Amaro e il gruppo del Gran Sasso

Monte Pesco Falcone viso dal Monte Amaro
Verso Monte Pesco Falcone

Monte Amaro visto dal Pesco Falcone
Vista del M. Amaro dal Pesco Falcone

La vetta mi appare un po' insignificante: sosto appena il tempo di svestirmi un po' dato che il sole sta riscaldando in fretta l'aria. Ritorno da Marco e proseguiamo insieme per i Tre Portoni già percorsi ieri.

Avvistiamo diversi branchi di camosci che pascolano beati sui pendii attorno a noi.

I boschi della Macchia di Caramanico dal Pesco Falcone
Macchia di Caramanico dal Pesco Falcone

Il Terzo Portone della Majella
Il Terzo Portone

Due camosci al Terzo Portone della Majella
Camosci al Terzo Portone

La testata del vallone dell'Orfento
Vallone dell'Orfento

Camoscio al Terzo Portone della Majella
Camoscio

Secondo Portone, cima Pomilio,Monte Rotondo
Dal Primo Portone, sguardo verso il Secondo Portone, cima Pomilio, Monte Rotondo ed un pezzetto di Monte Amaro

Branco di Camosci al Primo Portone
Branco di camosci nei pressi del Primo Portone





Giunti al Monte Focalone, Marco rinuncia prudentemente anche alla salita delle Murelle: preferisce recuperare la stanchezza accumulata, evitando di allungare oltremodo la già non breve escursione.

Mi dirigo dunque, solitario, verso la cima suddetta, mentre lui prosegue per il Pomilio. Il sentiero, che in teoria dovrebbe essere segnato, in realtà non lo è affatto: a parte un cartello indicatore sulla sommità del Focalone, infatti, solo qualche ometto indica la traccia da seguire, che oltretutto, inizialmente è in comune con quella che porta al Monte Acquaviva.

Come sempre mi accade quando mi ritrovo su un sentiero poco/niente segnato che invece dovrebbe esserlo, rimango un po' disorientato. Ma appena capisco che i segni non ci sono, smetto di cercarli e procedo più sicuro, del resto la via è piuttosto semplice e intuitiva.

Cima delle Murelle
Cima Murelle e Anfiteatro

Risalgo il ghiaioso crinale che conduce al Monte Acquaviva, finchè scorgo sulla sinistra un ripido ghiaione che porta alla conca tra questa montagna e le Murelle, e decido di scendere di lì.

Mi accorgo presto che non è il percorso “ufficiale” segnato sulle carte, ma una traccia praticata dai numerosi camosci che frequentano la zona. Scendo con cautela sul ripido pendio di detriti malfermi, finché raggiungo la valletta.

Ripido pendio ghiaioso per scendere alle Murelle
Lo scomodo pendio da cui sono sceso

Mi avvio verso la cresta delle Murelle, al cui inizio, per alleggerirmi, abbandono due bottiglie di acqua: tanto tornerò di qui a recuperarle. Il sentiero in questo tratto non esiste: si passa da una cengia all'altra, perlopiù sul lato destro della cresta. Ogni tanto un ometto di pietra indica il percorso migliore, che comunque non è mai difficile, ma sempre divertente e panoramico.

In non molto raggiungo la bella e solitaria vetta, che si affaccia sull'anfiteatro delle Murelle, quest'estate vietato agli escursionisti dalla Forestale per consentire la cattura di camosci da trasferire nel Parco Nazionale dei Sibillini.
Cresta sud-ovest della cima delle Murelle
La cresta sud-ovest delle Murelle, da cui sono salito

Valle del Forcone
Valle del Forcone

La vetta della Cima delle Murelle
Cima delle Murelle

Ridiscendo per la cresta già percorsa in salita, raggiungo nuovamente la valletta sotto l'Acquaviva e risalgo per un ghiaione, breve ma ripido, seguendo quella che dovrebbe essere la traccia ufficiale. Il tratto è solo di un centinaio di metri di dislivello, ma lo sento veramente duro: mi fermo ogni cento passi a rifiatare.

Cresta sud-ovest delle Murelle
La cresta sud-ovest delle Murelle vista dalla cima

Ripido ghiaione sul sentiero delle Murelle
Il breve ma faticoso ghiaione da risalire

Vista dal crinale che scende dall'Acquaviva
 
Raggiungo nuovamente la sommità della cresta tra Acquaviva e Focalone e, traversando tra sassi e sfasciumi, sono ancora sul Monte Focalone.

Cima Murelle e Monte Acquaviva
Cima Murelle, Cima Acquaviva e la valletta che le separa dalla cresta tra Acquaviva e Focalone

Monte Amaro della Majella dal Focalone
Monte Amaro dall'ampia cresta tra Acquaviva e Focalone

Mi fermo per una breve sosta a bere e mangiare qualcosa. Sopraggiunge un altro escursionista solitario; fra noi intercorre questo strano dialogo:

Escursionista: Buongiorno
Io: Buongiorno
Esc. : Per il Monte Amaro si va di là?
Io: Sì
Esc. : Ci si può perdere?
Io: Beh! E' possibile ma se si sta attenti...
Esc. : Ci vuole tanto?
Io: Penso 2 o 3 ore...
Esc. : Qual è il Monte Amaro?
Io: Quella cima laggiù
Esc. : Oggi pomeriggio verrà a piovere?
Io: Le previsioni dicono di no, ma non si sa mai
Esc. : Tu dove sei stato?
Io: Su cima Murelle
Esc. : Tu ci vai spesso in montagna?
Io: Beh, direi abbastanza
Esc. : Grazie delle informazioni, molto gentile
Io: Non c'è di che
Esc. : Buon proseguimento
Io: Anche a te

Dopo questa intervista surreale, continuo il mio cammino.

Il sentiero è ora il medesimo già percorso ieri, ma oggi pare molto più lungo per via della stanchezza.

Ripercorro i pendii, le ghiaie e le macchie di pini mughi, sotto un sole abbacinante.

Arrivo alla cappelletta della Madonna del Blockhaus, dove inizia la strada asfaltata: sono ancora “solo” 2,5 Km, ma sembrano non finire mai! Il Rifugio Pomilio è laggiù, sotto l'orrenda selva di antenne radio-tv, ma cammina, cammina, sembra sempre lì! Ma che, si sposta?
Cima Murelle e Monte Acquaviva
Cima Murelle e Monte Acquaviva viste scendendo dal Focalone

Il Blockhaus visto scendendo dal Focalone
La selletta dell'Acquaviva e il Blockhaus visti scendendo dal Focalone

Quando manca circa 1 Km, vedo Marco in macchina che mi viene incontro... Sono felice di scaricare lo zaino e smettere di camminare su questo insulso asfalto!

Scendiamo a Passo Lanciano, dove ad una trattoria facciamo un bel pranzo a base di fettuccine.

Dati dell'escursione

 

Data: 30 Agosto 2012
Partenza: Bivacco Pelino al Monte Amaro, 2793 metri
Arrivo: Rifugio Pomilio, 1892 metri
Punto più alto: Monte Amaro, 2793 metri
Rifugi: Rifugio Pomilio, 1892 metri; Bivacco Pelino, 2793 metri
Dislivello totale in salita: oltre 800 metri
Dislivello totale in discesa: oltre 1400 metri
Tempi impiegati (soste comprese): Bivacco Pelino – Monte Pesco Falcone: 1 ora; Pesco Falcone – Monte Focalone: 3 ore; Monte Focalone – Cima Murelle: 1 ora; Cima Murelle – Rif. Pomilio: 3 ore. Totale: 7 ore
Sviluppo del percorso: circa 19 Km
Difficoltà: E il tratto della Cima Murelle EE
Attrezzatura: Scarpe da escursionismo; buona riserva d'acqua; se si intende pernottare al bivacco Pelino sacco a pelo necessario, consigliabile un materassino

Profilo altimetrico dell'escursione

Percorso visto da ovest

Percorso visto da est

 

2 commenti:

  1. bellissime le foto dell'alba... le guardo con una certa invidia... dev'essere fantastico perdersi in quel chiarore...

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    1. Sì, l'alba è sempre bella, ma da quelle altezze ha qualcosa di speciale. Certo: va guadagnata, e non dico tanto per la fatica della salita, tutto sommato modesta, quanto per la nottata nel bivacco... Forse sarebbe meglio partire di notte ed arrivare su prima del sorgere del sole: con la luna che c'era, non serviva manco la lampada frontale!

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